Beh, credo che il non voler ispirare pietà sia uno dei più universali sentimenti umani, e onestà sempre non debba voler dire parlare per forza di tutto e con tutti. Orgoglio a parte un po' di noi vuole anche proteggere chi ci sta a cuore da qualcosa che sappiamo li farebbe preoccupare e soffrire.
L'idea della psicologa non è per niente sbagliata, credo che per tutti noi i blog, o i buoni vecchi diari, siano da sempre la cosa che più si avvicina a una presenza neutra e non-giudicante, solo che così non dobbiamo pagare centinaia di euro a seduta. Gli amici di blog poi rappresentano un'ulteriore avvicinamento dell'attività diaristica a una vera e propria terapia, persone che, proprio perchè sono esterne al nostro mondo, e, in definitiva, non molto toccate del nostro quotidiano, ci possono offrire supporto incondizionato, nuove prospettive e sostegno *senza che noi dobbiamo preoccuparci di come questo li tocchi a livello emotivo*. Sono lì proprio per questo, non hanno nessun "obbligo di commento", possono lasciarti perdere con una facilità che sarebbe molto dolorosa nella vita reale, fra amici.
Dio che sproloqio! Ma è una discussione interessante assai- spero di aver capito bene quel che volevi dire, queste cose sono così personali, e ognuno le vive in maniera tanto diversa...
Hai capito benissimo, perfino quello che non ho detto (per esempio, anche proteggere chi ci sta a cuore da qualcosa che sappiamo li farebbe preoccupare e soffrire...)! Grazie. ;)
Io ho iniziato tre o quattro diari tra infanzia e adolescenza, ma non sono mai riuscita a mantenerli: quando ci ripenso un po' mi dispiace, perché scrivere è liberatorio, come dici giustamente, e poi anche perché sono un valido supporto per chi, come me, ha la memoria corta! :P I blog possono in qualche modo sostituirli, però personalmente non mi viene spontaneo raccontare SEMPRE i fatti miei... Fluttuo ansiosamente in questo limbo, ma forse non è così malaccio, dai... ;)
Orgoglio a parte un po' di noi vuole anche proteggere chi ci sta a cuore da qualcosa che sappiamo li farebbe preoccupare e soffrire.
L'idea della psicologa non è per niente sbagliata, credo che per tutti noi i blog, o i buoni vecchi diari, siano da sempre la cosa che più si avvicina a una presenza neutra e non-giudicante, solo che così non dobbiamo pagare centinaia di euro a seduta.
Gli amici di blog poi rappresentano un'ulteriore avvicinamento dell'attività diaristica a una vera e propria terapia, persone che, proprio perchè sono esterne al nostro mondo, e, in definitiva, non molto toccate del nostro quotidiano, ci possono offrire supporto incondizionato, nuove prospettive e sostegno *senza che noi dobbiamo preoccuparci di come questo li tocchi a livello emotivo*. Sono lì proprio per questo, non hanno nessun "obbligo di commento", possono lasciarti perdere con una facilità che sarebbe molto dolorosa nella vita reale, fra amici.
Dio che sproloqio! Ma è una discussione interessante assai- spero di aver capito bene quel che volevi dire, queste cose sono così personali, e ognuno le vive in maniera tanto diversa...
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Io ho iniziato tre o quattro diari tra infanzia e adolescenza, ma non sono mai riuscita a mantenerli: quando ci ripenso un po' mi dispiace, perché scrivere è liberatorio, come dici giustamente, e poi anche perché sono un valido supporto per chi, come me, ha la memoria corta! :P I blog possono in qualche modo sostituirli, però personalmente non mi viene spontaneo raccontare SEMPRE i fatti miei... Fluttuo ansiosamente in questo limbo, ma forse non è così malaccio, dai... ;)
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Io pure ho provato varie volte coi diari tradizionali, ma santa incostanza c'ha messo sempre lo zampino...il blog in questo aiuta!
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