Fandom: Viewfinder
Pairing: Asami x Fei Long
Rating: NC-17
Warnings: yaoi, graphic sex, violence, non-con, angst (a bit); no beta.
Spoilers: Naked Truth 13
Summary: alternate ending to Naked Truth 13. Set after the kiss scene between Asami and Fei Long in NT.
DESCLAIMER: characters belong to Yamane Ayano sensei and i make no profit from this fanfiction.
This was written entirely to satisfy this fantasy of mine (of Asami and Fei finishing what they had started in "High Loft" *runs away*). I hope someone else also thought about this possibility xD (English version coming soon ^_^ I hope this was worth translating ^__^) and I hope you will like it!! ^__^ let me know your opinion, comments and critics are equally welcomed ^__^
Le loro labbra si incontrarono, o meglio, Fei Long forzò le proprie su quelle dell'uomo sotto di lui, in un bacio brutale e disperato. Fei Long violò le labbra di Asami con la propria lingua, scavando, cercando voracemente. Il suo cuore batteva all'impazzata. Cercava in quella bocca le tracce del calore e della passione che vi aveva trovato sette anni fa. Senza ritrovarle. Mosse la lingua più a fondo, accarezzando quella dell'altro, cercando con tutto se stesso di coinvolgere Asami in quel loro secondo bacio. Inutilmente. Asami, sotto di lui, era impassibile e immobile come una statua di cera. Non vi era nemmeno il più vago residuo di trasporto e passione in quelle labbra fredde come il marmo. Fei Long si chiese se Asami fosse veramente quello che ora gli mostrava tutto quel distacco e quella freddezza. Era cambiato, era diverso da come lo ricordava, diverso dall'uomo che lo aveva sedotto sette anni fa. Opposto all'uomo che Fei Long aveva segretamente sognato per tutto quel tempo. Forse si era illuso, forse non era più quello che voleva... O forse sì? Ora che lo aveva sotto di sé, ora che lo stava baciando, non ne era più tanto sicuro...
Possibile che tu abbia ancora una volta ragione su di me, Asami? È davvero così, e cioè che non sarei soddisfatto se ti facessi mio? Che non eri tu ciò che cercavo veramente? Forse è così... rifletté. Quel bacio non gli dava niente, solo vuoto e gelo. Niente di buono.
Eppure sette anni fa io...
Avvertì un dolore lanciante alla guancia destra. Le sue labbra si separarono di colpo da quelle di Asami e la sua testa schizzò di lato. Asami lo aveva colpito con uno schiaffo. Con un gemito, Fei Long si portò la mano sulla parte offesa, tenendo la testa bassa, tremando per la furia e per il dolore. Prima che potesse riprendersi o rendergli la pariglia, si sentì afferrare per le spalle e scaraventare a terra, con la faccia premuta contro il pavimento. Asami, con un solo colpo, aveva ribaltato di nuovo le loro posizioni. Era di nuovo in trappola.
"Lasciami!" gridò con l'ansia che gli cresceva nella voce. Stavolta Asami non sarebbe di certo stato pietoso. "Bastardo, lasciami subito!"
Per tutta risposta Asami gli puntò la pistola alla testa. "Non permetto a nessuno di prendere l'iniziativa e fare i propri comodi con me, Fei Long," puntualizzò, premendogli la pistola contro la nuca. "Nessuno può permettersi di sfidarmi e sopravvivere, Fei Long." La voce con cui pronunciò il suo nome era terrificante, simile a un sibilo. Fei Long si divincolò con più veemenza, e per tutta risposta l'altro lo bloccò con il peso del proprio corpo.
Fei Long smise di lottare. Non avrebbe dato ad Asami il privilegio di sentirlo pregare, di vederlo strisciare ai suoi piedi per avere salva la vita. Voltò appena la testa, quel tanto che bastava per guardare Asami in viso, seppur con la coda degli occhi, e il suo solito ghigno orgoglioso e crudele apparve sulle sue labbra. "Se mi vuoi ammazzare, fallo pure. Ma ti avverto, non ti servirà a niente uccidere me."
A quelle parole, una risata divertita lasciò le labbra di Asami. "Ucciderti? Perché mai dovrei ucciderti? Non ne vali la pena, dopotutto." Continuando a tenergli la pistola puntata alla testa, Asami fece scorrere la mano lungo la sua schiena. Fei Long fremette a quel contatto. "Se ti comporterai bene, non ti farò alcun male, " sussurrò. "O almeno non molto... " aggiunse poi con un ghigno malizioso.
"Che cosa credi di... " Si bloccò improvvisamente quando la mano di Asami strinse con forza la sua natica. Dalle sue labbra sfuggì un gemito di sorpresa.
"Dato che sembra che tu stia morendo dalla voglia, soddisferò il tuo desiderio, Fei Long." La sua voce era una terrificante miscela di crudeltà ed eccitazione. "Ti concederò di avere ciò che hai sempre voluto in questi ultimi sette anni."
Fulminea, prima che Fei Long potesse fermarla, la sua mano scostò la stoffa del changsam, e subito dopo, sempre tenendolo bloccato sotto di lui, Asami gli abbassò i pantaloni di seta, scoprendo le sue natiche.
"Non ci provare!" ringhiò Fei Long, in preda alla rabbia, tentando di spingere via Asami. Scalciando, colpì la ferita sulla sua gamba, e Asami imprecò dal dolore. Subito dopo sorrise con crudeltà, e rispose all'offesa tirando i lunghi capelli d'ebano dell'altro. Fei Long inarcò il collo sotto la violenza inaudita di quello strattone. Asami lo tenne in quella posizione, per poterlo guardare negli occhi.
"Ma come, " disse strafottente, "non era questo quello che volevi? Mi odi così tanto perché ti ho abbandonato, non è vero? Hai rapito Takaba perché ho scelto lui al posto tuo."
Fei Long sentì la rabbia crescere in lui ancora più bruciante, per quell'insulto. "Cosa? Non dire stronzate!" Come sempre, Asami lo trattava con pietà, umiliandolo. Come faceva quell'uomo a essere così dannatamente sicuro di avere ragione? No, non era quello che voleva, ne era sicuro. Quell'uomo gli aveva causato solo dolore e ferite, e non aveva lasciato altro che cicatrici nella sua vita. Non poteva essere sceso a simili livelli di masochismo... Eppure cos'era il fremito che lo scuoteva da capo a piedi ora che Asami gli stava così vicino? E perché il suo cuore batteva così forte? Era davvero soltanto rabbia?
"Lo vedremo se sono solo stronzate, " replicò Asami, lasciandogli i capelli. La sua mano tornò a stringere e accarezzare il fondoschiena esposto dell'uomo sotto di lui, che per tutta risposta si divincolò ancora più energicamente, cercando di colpirlo tra le gambe. A quella, la mano di Asami discese violentemente sulle sue natiche, due volte, lasciando due chiazze cremisi sulla pelle candida, come punizione per la sua resistenza. Fei Long urlò, colto di sorpresa, e le sue guance avvamparono per la vergogna.
"Fai il bravo. Non costringermi a punirti, " gli intimò Asami. Poi le dita dello yakuza si insinuarono tra le sue natiche, esponendo la sua stretta e rosea apertura. Asami la sfiorò con il pollice. "Bene, bene... " disse, saggiando lo stretto passaggio, ansimando in anticipo, dal piacere. "Cosa abbiamo qui?"
"No!" urlò Fei Long, dimenandosi con furia. "Non osare... Aaaah!" Asami aveva improvvisamente violato la sua apertura con due dita. Fei Long protestò, imprecò, ma presto si ritrovò a gemere e inarcare la schiena sotto l'effetto del dolore e del piacere che le dita di Asami gli provocavano. Tuttavia il leader della Baishe non rinunciò a lottare per liberarsi. Il piacere era sempre più invitante, ma Fei Long non avrebbe mai consentito ad Asami di averlo così facilmente.
Asami sbuffò: il ragazzo sotto di lui era una furia, e lui, ferito, iniziava a faticare a tenerlo fermo. "Stai rendendo tutto più complicato. Se continui ad agitarti sarò costretto a usare la forza, " disse lo yakuza con il respiro affannoso e una nota di malizia nella voce. Nonostante tutto, avere quel giovane bellissimo sotto di lui, alla sua mercé, lo eccitava tantissimo. Nessuno avrebbe potuto mai chiede di meglio che avere quella magnifica creatura che si divincolava invano e gemeva sotto il proprio tocco.
Le sue dita intanto continuavano senza pietà a farsi strada nel suo corpo, abituandolo a ciò che sarebbe seguito. Fei Long era ancora così stretto e teso... Quella era senza dubbio la sua prima volta…
"Non preoccuparti, " lo rassicurò, togliendo le dita e sfiorandogli il lobo dell'orecchio con le labbra. "Cercherò di fare piano." Nella sua voce non c'era niente di rassicurante. Fei Long sussultò, ansimante, senza smettere di lottare, di cercare di sottrarsi a quell'ultima umiliazione. Asami... Si spingerebbe fino a questo punto pur di provare che lo desidero? Vuole davvero insultarmi così? Non glielo avrebbe permesso. A costo della vita, non poteva cadere così in basso da farsi calpestare di nuovo da quell'uomo. Aveva imparato la lezione sette anni fa.
In un moto di rabbia e disperazione, riuscì di nuovo a sferrare un calcio sulla ferita al ginocchio di Asami, che stavolta cedette e allentò la presa su di lui. Veloce, Fei Long gli diede un altro calcio, stavolta sullo stomaco. Asami si ritrasse, portandosi le mani all'addome, con una smorfia di dolore sul viso. Fei Long ne approfittò per alzarsi.
“Schifoso bastardo!” urlò. “Credevi forse che me ne sarei stato buono e ti avrei lasciato fare ciò che volevi?” Fece per andarsene, ma Asami fu più svelto e lo afferrò per la caviglia.
"Non credere che ti lascerò andare così facilmente."
Fei Long si ritrovò di nuovo a terra, con Asami sopra di lui, che gli mordeva il collo. "Tornatene dal tuo amato Takaba!" gli urlò il cinese, sull'orlo della disperazione.
"Oh, e ci tornerò, puoi starne certo" gli sussurrò spietato lo yakuza. "Ma prima porterò a termine ciò che ho lasciato incompiuto sette anni fa... "
"Scordatelo, bastardo!" Fei Long lo schiaffeggiò con forza, tentando un'altra volta di rialzarsi. Asami gli bloccò i polsi, torcendoglieli. Entrambi si rotolarono sul pavimento con furia, in una vera e propria lotta per il controllo. Fei Long mordeva, graffiava, si dimenava con veemenza; Asami rispondeva con forti strattoni e salde strette, capaci di spezzare le ossa. Entrambi si contorcevano l'uno contro l'altro, ritrovandosi ora sconfitti, con la schiena premuta contro il pavimento, ora trionfanti sull’altro, nel tentativo di immobilizzarsi a vicenda, in una lotta in cui nessuno dei due aveva intenzione di arrendersi né di farsi sopraffare.
Infine Asami riuscì a riportare Fei Long a faccia in giù sotto di sé. "Oh, Dei, sei davvero una furia, " disse affannato, mentre il ragazzo ancora si divincolava deciso a liberarsi dalla sua stretta.
"E posso essere anche peggio, " sibilò l'altro di rimando.
Asami rise e si slacciò i pantaloni, liberando la propria erezione. "Lo vedremo, " disse premendo la punta del proprio membro tra le natiche dell'altro.
Fei Long sentì quell'erezione, dura e possente, forzare la sua apertura. Cercò di sottrarsi a quel contatto, ma Asami gli strinse i fianchi in una morsa ferrea. Non c’era modo di sfuggire per lui.
Un urlo lacerante lasciò le labbra di Fei Long quando, in una singola spinta, Asami lo penetrò con tutta la sua lunghezza. Fei Long si morse il labbro, ma, nonostante tutti i suoi sforzi, non riusciva a trattenere i gemiti provocatigli dalla sensazione di avere il sesso di Asami finalmente in lui. Il dolore e il piacere erano impossibili da controllare.
Asami si compiacque della sua reazione, e continuò ad affondare il suo membro dentro di lui. “Avanti, Fei. Fammi la grazia di un grido. Voglio sentirti urlare" disse, stringendogli le natiche.
Fei Long girò la testa per guardarlo negli occhi. "Non urlerò mai per te!" No, non gliela avrebbe data quell'ultima soddisfazione.
Asami riprese a muoversi, intensificando man mano il ritmo, mentre il suo sesso affondava nel corpo di Fei Long sempre più a fondo, con più forza, con la stessa intensità e violenza di una spada infuocata. Fei Long non riuscì più a resistere. Come avrebbe potuto resistere a quel piacere, a quel dolore, così intensi da fargli perdere la ragione, senza poi doversi sentire punito da se stesso per la propria falsità? Non era possibile, per lui, restare concentrato sulla realtà, mantenere la lucidità. Non con la mano di Asami che ora si muoveva veloce lungo il suo membro, accarezzandolo allo stesso ritmo delle spinte.
Fei Long abbandonò ogni contegno, e il suo orgoglio crollò, sciogliendosi come neve al sole sotto l'effetto della violenta passione di quell'uomo. Quell'uomo che si era convinto di odiare. Quell'uomo di cui si voleva vendicare solo perché non era rimasto al suo fianco. Gemette forte, mentre i suoi fianchi si muovevano, incontrando le poderose spinte dello yakuza. A ognuna di quelle spinte, Fei Long rispondeva inarcando la schiena e urlando ogni volta più forte, arrivando a implorarlo, a chiedere di più. Alla fine gli aveva dato anche quell'ultima soddisfazione: di vederlo supplicare, di sentirlo urlare il suo nome.
Che vergogna... pensò Fei Long. Si vergognava. Si vergognava di sé, delle sue oscene reazioni. Era vergognoso, urlare, gemere, lasciarsi trasportare da quel piacere che Asami introduceva a forza dentro di lui. Era inaccettabile, sottomettersi e abbandonarsi all’accecante desiderio che Asami creava in lui. Ma tutte le sue inibizioni e la sua vergogna restavano segregate nella sua mente, mentre il suo corpo lo tradiva, e la sua voce anche, e dalle sue labbra si levavano i più estasiati gemiti di godimento.
Vennero insieme, e le loro voci risuonarono all'unisono nella fusione del forte grido di Fei Long e del basso e roco gemito di Asami. Fei Long si abbandonò sul pavimento freddo, ormai privo di forze, ansimando. Stette lì, sdraiato, con gli occhi chiusi, riprendendosi dalla potenza dell'orgasmo. Pochi secondi dopo, sentì il corpo di Asami adagiarsi sul suo, il suo petto premere conto la sua schiena. Ne avvertì il respiro affannoso sul collo, e fremette.
Dopo che anch’egli ebbe ripreso fiato, lo yakuza uscì da lui, si alzò e si rimise i pantaloni. Quando sentì il calore dell'altro abbandonare il suo corpo, Fei Long gemette di disappunto, lamentando quel distacco, in un inconscio tentativo di trattenere Asami con sé. Si diede dello stupido. Ora che Asami lo aveva usato, non aveva più nulla da fare con lui. Ora c'era di nuovo Takaba Akihito.
Akihito... Chissà che fine aveva fatto mentre loro... Dovevano subito tornare a cercarlo.
Asami si era già rimesso in piedi e aveva raccolto la pistola da terra, e ora lo fissava altezzosamente. Fei Long si disse che forse era il caso di imitarlo, di alzarsi e rendersi presentabile. Tentò di mettersi in piedi, ma una dolorosa fitta alle gambe e ai glutei lo costrinse di nuovo in ginocchio sul pavimento. Gemette. "Asami... "
Asami sorrise con crudeltà e scherno. "Mi dispiace, Fei Long, " disse impassibile. "Beh, in realtà non mi dispiace affatto," aggiunse poi con un ghigno. "Ma sappi che te la sei cercata."
Fei Long trattenne un groppo di lacrime.
Era sempre così. Asami si era approfittato di lui un'altra volta, e una volta di più era tornato a guardarlo con pietà, a umiliarlo, a insultarlo. Ormai non aveva più niente da fare lì, con
Strinse i pugni, e alzò lo sguardo, deciso e fiero, affrontò quello imperscrutabile dell'uomo che si ergeva di fronte a lui.
"Bene... Va’ avanti e fai l'arrogante, come se tutto andasse esattamente come vuoi tu” sibilò, le iridi color dell’ametista che parevano in fiamme. “Ma, Asami… “ aggiunse poi, con una triste nota di rimprovero, “infondo anche tu sei solo un uomo, e sei pronto a spingerti precipitosamente in territorio nemico solo per riprenderti qualcuno che ti sta a cuore..."
Asami non rispose. Continuò solo a fissarlo dall'alto, l'espressione vuota e neutra, altezzosa, come sempre.
A quel punto Fei Long abbassò lo sguardo, strinse i denti combattendo il dolore, e riuscì con fatica a rialzarsi. Si allacciò i pantaloni, si lisciò il changsam e infine raccolse la pistola dal pavimento, dove giaceva abbandonata. Asami era ancora là, ritto e immobile, che gli dava le spalle. Fei Long gli camminò a fianco, sorpassandolo e dirigendosi verso la porta della stanza, più speditamente possibile. Era il momento di andare avanti, superare il passato. Ora dovevano tornare a cercare Takaba.
Senza voltarsi a guardarlo, Fei Long gli parlò con voce incolore.
"Cercherò Akihito. Parleremo dopo. Lo troverò prima che ci riesca tu."