Titolo: Secretly
Paring(s): John/Sherlock *coffchenovitàcoff*
Fandom: Sherlock (BBC)
Rating: Arancione
Avvertimenti: HarryPotter!AU, Ravenclew!Sherlock, Hufflefuff!John, Slash, OOC
Genere: Generale, Romantico
Disclaimer: Tutti i personaggi e i luoghi presenti appartengono rispettivamente alla BBC e a J. K. Rowling senza alcuno scopo di lucro.
Sommario: “Lo sai che un calabrone batte le ali 230 volte al secondo?”
Note: Scritta con il prompt numero 54. “Per trovare un amico bisogna chiudere un occhio, per non perderlo due. - Norman Douglas” della mia
cartellina per la Maritombola organizzata dalla community
maridichallenge e con il prompt fandom!AU per la community
auverse.
I've been biding my time
Been so subtly kind
I've got to think so selfishly
'Cos you're the face inside of me
[Secretly - Skunk Anansie]
Ad Hogwarts tutti conoscono Sherlock Holmes, anche John.
Frequentano Trasfigurazione e Pozioni insieme ma non si sono mai parlati, John però ha sentito dire un sacco di cose su di lui.
E non tutte erano positive.
Sherlock è al terzo anno ed è già al programma del quinto, i professori stanno pensando di spostarlo ad un anno in avanti e non ha una ragazza ma non pare affatto intenzionato ad averla nonostante una certa Molly gli vada dietro da secoli.
Si dice che sia strano, che abbia un fratello che è il Prefetto di Serpeverde e che sia il ragazzo più intelligente, fastidioso ed esasperante esistente al mondo.
John pensa che sia stupefacente e Sarah che lui sia matto.
“Secondo te quante cose che si dicono su di lui sono vere? - JW” scarabocchia John su un angolo di un foglio dopo che Sherlock ha risposto alla terza domanda di fila del professore. Anche perché, forse, è l'unico ad alzare la mano durante le lezioni di Trasfigurazione.
“Quali fra le tante? - S”
John cerca di dissimulare una risata con un colpo di tosse.
Ed è allora che il professore li becca e prende loro il bigliettino. Mentre lo legge davanti a tutta la classe John vorrebbe sotterrarsi, se non altro - pensa - non hanno precisato di chi stavano parlando.
Mentre esce per andare in presidenza, però, potrebbe giurare che Sherlock lo stia fissando con una specie di sorriso sulle labbra.
John non riesce a fare a non pensare che sia carino quanto sorride nonostante il nome di Sherlock associato all'aggettivo carino stoni come i carciofi a colazione.
Il suo quarto Halloween ad Hogwarts John si fidanza con Sarah, nessuno se ne stupisce particolarmente, in realtà, anche perché quei due sono praticamente perfetti insieme. A Natale la bacia sotto il vischio e poi il giorno di San Valentino la invita ad Hogsmeade. Non litigano quasi mai, John le porta la borsa con i libri da un'aula all'altra e si tengono sempre per mano.
John non sa quando inizia a pensare che la loro storia sia terribilmente noiosa, se prima o dopo che Sherlock Holmes gli rivolga la parola. Probabilmente dopo perché Sherlock a quel modo di fare, di essere, che sconvolge senza alcuna pietà ogni tua certezza.
Succede in biblioteca, John quasi sobbalza quando sente la sua voce rivolgersi a lui “La data è sbagliata. La rivolta dei goblin è del 1963 non nel 1961.”
Inutile dire che non abbia idea di come il suo tema per Storia della Magia sia finito nelle sue mani.
“Uhm, err, urgh.” balbetta, avvampando “Grazie.”
Sherlock gli lancia un'occhiata di sufficienza “Non c'è di che.”
A John ci vogliono una quindicina di minuti prima di riprendersi dallo shock che dopo cinque anni in cui frequentano Trasfigurazione e Pozioni insieme Sherlock gli ha parlato.
A lui.
La mattina dopo a colazione Sherlock si siede al tavolo di Tassorosso nel posto davanti al suo, senza dire una parola. Apre una pagina del libro di Antiche Rune e continua a mangiare il suo porridge non pare degnarlo di un'occhiata nonostante sia evidente che sia lì per lui.
Nell'ora di Trasfigurazione si ritrovano seduti vicini - nemmeno John e consapevole esattamente di come sia successo - e uscendo dalla classe si dimentica per la prima volta di aspettare Sarah.
A John non interessa per niente il sezionamento umano quando però Sherlock gli chiede se vorrebbe vedere la sua ricerca accetta senza pensarci un secondo.
John non sa esattamente come lui e Sherlock siano diventati amici, sa solo che è successo.
Capisce quanto la cosa sia assurda solo quando un tizio lo avvicina offrendogli dei soldi per tenere d'occhio Sherlock - tizio che poi, alla fine, si è scoperto non essere altro che suo fratello maggiore.
“E non hai accettato?” gli domanda quasi scandalizzato Sherlock quando si decide a raccontarglielo.
“Certo che no!” sbotta John.
Sherlock gli lancia una breve occhiata poi scuote la testa come esasperato per poi tornare al suo tomo d'Incantesimi.
So now you feel lusty you're hot and confused
You wanna do someone else
So you should be by yourself
Instead of here with me
John vuole bene a Sarah, davvero. È carina, simpatica, intelligente e leale.
Sa che ci sono ragazzi che darebbero qualsiasi cosa per stare al suo posto ma nonostante questo mentre la bacia nella loro Sala Comunque davanti al camino non può fare a meno di chiedersi come sarebbe baciare Sherlock.
E lo sa, sa benissimo, che non è una cosa affatto carina da parte sua; sopratutto quando la tua ragazza si lamenta perché passi sempre più tempo con il suo migliore amico che con lei.
Vuole bene a Sarah, di questo è sicuro, solo che non è del tutto convinto - non più, almeno - che ciò basti per dire di essere innamorato di lei.
Verso marzo John lascia Sarah, che tutto sommato la prende abbastanza bene.
Gli scaglia addosso un vaso e gli urla che è un fottutissimo stronzo, però - John lo deve ammettere - poteva andare peggio.
Il letto di Sherlock è morbido anche se la sua stanza è incredibilmente disordinata, ci sono appunti dappertutto e i vestiti sono ammucchiati su una sedia.
“Non capisco.” ringhia per la terza volta di seguito Sherlock, fra una nota di violino e l'altra.
John rotea gli occhi “Non capisci perché il preside non ti permette di portare pezzi di cadavere nel tuo dormitorio?”
“Esattamente.”
Sherlock gli lancia un'occhiata di ostentata cocciutaggine e John potrebbe giurare che quello sulle sue labbra è un ghigno.
“Non farebbero del male a nessuno. Sono cadaveri, dopotutto.”
“Sherlock!” sbotta John scandalizzato.
La prima volta che John bacia Sherlock è il giorno di Natale. Sherlock rimane sempre a scuola per le vacanze e John sospetta che sia perché i suoi genitori siano divorziati e lui non sopporti il fratello maggiore. Anche John rimane sempre ad Hogwarts per le vacanze invernali ma non perché gli dispiaccia stare a casa ma piuttosto perché lì invece c'è Sherlock.
John si accorge del vischio con qualche secondo di ritardo, esattamente quando sente le labbra di Sherlock premere sulle sue.
È diverso dal baciarsi con Sarah però non è spiacevole, per niente.
“Perché l'hai fatto?” domanda, poi, ricevendo in risposta uno sguardo annoiato.
“Il vischio.”
Per tre giorni le sue conversazioni con Sherlock si riducono ad una serie di balbettii imbarazzati.
Per trovare un amico bisogna chiudere un occhio, per non perderlo due.
E John decide di chiuderli entrambi.
John odia l'estate perché lo separa da Sherlock e Sherlock non è il tipo da scrivere lettere e così si deve accontentare dei messaggi al cellulare.
“Mi manchi - JW”
Il cellulare vibra pochi minuti dopo.
“Lo sai che un calabrone batte le ali 230 volte al secondo? - SH”
John non riesce fare a meno di ridere.
“E le libellule? - JW”
“1-4 m. al secondo con scatti di 10-14 m. - SH”
John sa che innamorarsi di Sherlock non sarebbe affatto una buona idea.
Un po' perché è un altro ragazzo ed un po' perché è semplicemente Sherlock.
Il che, forse, rende tutto ancora peggiore.
So now you feel rusty
You're bored and bemused
È da quando è iniziato il settimo anno che i professori li stressano su cosa vogliono fare alla fine della scuola. A John piacerebbe diventare Medimago, prima che rompessero aveva programmato con Sarah di frequentare il corso insieme.
Sherlock fa una smorfia, come sempre quando nomina la sua ex. “Saresti un eccellente Medimago.” ammette infine.
John sorride, lasciandosi ricadere sul prato.
Sono i primi di settembre.
“Tu, invece? Che programmi hai?”
Sherlock scuote le spalle, John sa che potrebbe fare qualunque cosa se lo volesse e forse è proprio quello il problema. Mycroft, così si chiama il suo fratello maggiore, lavora al Ministero ma John non riesce proprio a vedercelo Sherlock a firmare milioni di scartoffie seduto alla scrivania.
“Prenderò un appartamento nella Londra babbana, penso.”
“E poi?” insiste John, aggrottando le sopracciglia.
Sherlock non risponde e John smette di fare domande.
È giovedì e fuori sta piovendo.
“Potresti venire a stare da me.”
John alza lo sguardo, osservando Sherlock che con indifferenza gioca a scacchi muovendo i pezzi sia per lui che per il suo ipotetico avversario.
“Uh?”
“Dicevo,” ripete Sherlock lentamente come se stesse parlando con un ritardato mentale “quando seguirai il corso di Medimagia avrai bisogno di un posto dove dormire.”
“Hai già-”
Sherlock lo precede: “Lunedì sono andato a vedere l'appartamento, 221B di Baker Street. Non è male. Buona acustica per il violino e una buona vista. Ti piacerebbe.”
Non gliel'aveva detto.
Sherlock continua: “Oh, e la padrona di casa fa dei biscotti favolosi.”
John sbuffa.
“Accetto solo per questo.”
Sherlock gli rivolge un'occhiata divertita. “Ovviamente.”
È l'ultima sera. L'ultima sera ad Hogwarts.
“Mi mancherà.” confida John, la guancia appoggiata alla spalla di Sherlock. Niente più professori, niente più Coppa delle Case, niente più Quidditch. “Rimani qui?” gli sfugge dalle labbra.
Sherlock gli lancia un'occhiata silenziosa poi, alla fine, annuisce.
John si stringe al corpo dell'amico.
“Sei freddo.”
“E tu sei troppo caldo.” ribatte Sherlock, una punta di stizza nella voce.
Vorrei poter restare così per sempre, pensa John.
Quello, però, non lo dice.
John sa che innamorarsi di Sherlock non sarebbe affatto una buona idea.
Un po’ perché è il suo migliore amico ed un po’ perché è quel tipo di persona che terrebbe arti umani nel frigorifero. Stranamente, però, adesso gli importa assai poco.
Secretly.