Titolo: Paperelle gialle
Fandom: Free!
Pairing: Gou/Makoto
Rating: Rosso
Word count: 728
Note: scritta per il p0rn Fest #7 di
fanfic_italia col prompt "disordine"
Gou Matsuoka è carina.
Gou Matsuoka è la sorella di Rin. Ecco, si deve concentrare su quello. È la sorella di Rin.
E Rin lo ammazzerebbe se-
“Alle elementari avevo una cotta per te.” sta cinguettando la ragazza. Non deve guardarla, non. Deve. Guardarla. Ora ride, con quella leggerezza che appartiene solo a lei. “Eri l'amico figo di mio fratello.” spiega, scrollando le spalline.
Lo sanno entrambi come andrà a finire.
Forse dovrebbe andarsene prima che sia troppo tardi - tu sei un bravo ragazzo, Makoto, non fai sesso con le sorelle degli altri, tu sei per la Cosa Giusta e la Cosa Giusta, ora, è andartene. Si rivedranno poi al club e sarà come- come se non fosse successo nulla.
Nulla.
Perché ha accettato? Perché proprio Gou?
La sua camera è tutta in disordine, è la camera di un'adolescente, con i poster degli idol del momento attaccati alle pareti e i vestiti sparsi sul pavimento. Le sta slacciando la camicetta, Gou è a cavalcioni su di lui. Si guardano, perdendosi l'uno negli occhi dell'altro.
“Mi piaci ancora.” gli mormora all'orecchio, come a volergli dare un perché e Makoto lo sa, lo sa che finirà per ferirla, per farle del male, per spezzarle il cuore, e si odia perché non riesce a fermarsi.
Gou è così candida e- calda.
Stringe le cosce, Makoto preme i denti sul labbro. Vorrebbe dirle di fermarsi, di pensare, ma Gou Matsuoka è carina, carina davvero, vestita da studentessa - quella gonna troppo corta e quelle gambe troppo lunghe, che Makoto di tanto in tanto si ritrova ad osservare senza rendersene conto fra i corridoi. Non è più quella bambina che si sporgeva timidamente per guardare lui, Rin e Haruka giocare al computer.
Makoto se la ricorda quella bambina.
Quella bambina che lo guardava con gli occhi brillanti e curiosi, che gli ricordava tanto i suoi fratellini minori, le spettinava i capelli con tenerezza. Quella bambina. Gou. Non l'aveva quasi riconosciuta, quando l'aveva rivista.
Ha un reggiseno bianco, Makoto lo sgancia, sfiora il seno, tracciando disegni invisibili con le dita, le mutandine coordinate, qualcosa d'innocente con le paperelle e il rossore sulle guance di Gou. Makoto sta ridendo. È ancora più carina quando s'imbarazza.
“Tranquilla.” mormora, baciandole la pelle. “Mi piacciono”.
La loro relazione è fatta così. Di sguardi, di sensi di colpa, di preservativi alla fragola, di mutandine con le paperelle, quel disordine caotico che i Matsuoka portano ovunque vadano, che getta in crisi, ma allo stesso tempo incanta.
Makoto, in realtà, è una persona ordinata. Gli piace prendersi cura degli altri, di Haruka, che è un po' il suo mondo, della squadra, del club, delle persone.
Gou Matsuoka sa di gelsomino. Mugugna leggermente, quando entra in lei, e Makoto la sua espressione ora se la sognerà di notte, le dita di Gou si serrano sulle sue spalle, le unghie lo graffiano, però non fa male, un po' sì, ma è un dolore piacevole.
Gou.
Viene dentro di lei, sente un bacio sulle sue labbra, non si erano ancora baciati, mai, quello è il loro primo bacio senza significato. Ha i capelli spettinati Makoto, si studia allo specchio, non è cambiato niente, è sempre Makoto Tachibana, però con i capelli spettinati e i graffi, testimoni.
Gou esita, lo guarda. “Noi- noi stiamo insieme?”
Makoto non lo sa, i graffi prudono.
Non ama Gou Matsuoka, le vuole bene, gli piace, la trova- bella, anche sexy, ma il suo cuore appartiene ad un'altra persona, che però non lo saprà mai.
Non vuole ferirla.
La Cosa Giusta.
La bacia sulle labbra, è il secondo primo bacio senza significato, passionale e finto, è questo che sei, Makoto? Finzione? Non vuoi che qualcuno veda come sei davvero, per questo recitirecitireciti, fai quello che gli altri si aspettano da te perché hai paura che ti abbandonino se sapessero che non sei così perfetto. È di quel Makoto che Gou è innamorata.
La ferirà, prima o poi, ma ora - ora - può amarla, può lasciare che lo contagi con quel disordine così bello che a lui non è mai appartenuto. Ride sulla sua spalla, ha quella risata Makoto, quella risata che sembra poter far risplendere il sole.
“Mi piacciono le paperelle.” dice, sincero, poi ride ancora, gli occhi socchiusi. È quello che sta pensando, alle mutandine con le paperelle.
Rin lo ammazzerà, però va bene anche così, quindi sospira e ride Makoto, i graffi sul cuore.