Titolo: Discorsi da uomini
Fandom: RPF - Arashi
Personaggi: Ohno Satoshi/Ninomiya Kazunari
Set di temi: Set 5-La Sirenetta
Prompt: 04. “Agli uomini le chiacchiere non vanno!”
Rating: PG-13
Genere: comico/bakata
Avvertimenti: slash
Conteggio parole: 1487 (
fiumidiparole wordcount)
Disclaimer: gli Arashi non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
qui “Sho-san?”
Ohno richiamò il compagno di gruppo prima che si allontanasse con gli altri per andare a cena.
Il più piccolo si voltò e gli sorrise, aspettando che scendesse le scale e si avvicinasse.
“Dimmi!” lo esortò, ma il Riida osservò spaesato Nino e Aiba che accompagnavano il più grande, tergiversando.
“Ho bisogno di parlarti, hai un momento?” borbottò, cercando di guardare ovunque per non incrociare lo sguardo di Ninomiya.
Fu Aiba a salvare la situazione, prendendo l’amico per un braccio, precedendoli.
Ohno vide Kazunari lanciargli un’occhiata perplessa, ma tentò di ignorarlo. Era da diverso tempo che si sentiva a disagio quando era in sua compagnia e per quello aveva decido si parlare a Sakurai. Gli sembrava la persona più adatta, era quasi suo coetaneo e vista la sua esperienza, credeva che potesse dargli dei buoni consigli. Sperava che lo riuscisse ad aiutare.
“Ti ruberò pochissimo tempo” aggiunse, vedendo che Sho titubava.
L’altro lo guardò perplesso, ma annuì.
Si spostarono nella verandina dell’albergo dove avrebbero potuto parlare con calma, sedendosi sulle poltroncine.
Sho attese che l’altro iniziasse a esporgli il suo problema, guardandolo con una leggera punta di curiosità.
“Ohno-san?” lo chiamò.
Il Riida sollevò lo sguardo su di lui.
“Ecco” esordì, intrecciando le dita delle mani con fare nervoso. “Io ho un problema, ma non so davvero come comportarmi e tu mi sei sembrata la persona più adatta a cui chiedere” lo elogiò.
“Io?” sorrise.
“Sì. Io mi sono innamorato!” sputò fuori in un fiato.
“Ehh?” Sho sbarrò gli occhi.
“Di chi?” domandò.
“Nino!”
“Nino?”
“Già! Però…” si fermò.
“Però?”
“C’è un problema!”
“Quale?”
“Io non so come fare per dirglielo!” confessò.
Sho sorrise, prima di ridere con un po’ più di convinzione: Ohno non gli sembrava proprio il tipo da mettersi simili problemi; gli faceva tenerezza.
“E io dovrei…?” domandò, non capendo comunque dove l’altro volesse andare a parare. Capiva che voleva un consiglio, ma se già era certo di quello che provava per Nino era già molto avanti. Molte persone non la prendevano come bene come cosa, lui invece era intenzionato a dichiararsi.
“Io vorrei sapere cosa faresti tu al mio posto!” gli chiese Satoshi.
“Io? Perché io?”
Davvero, non capiva.
“Beh… tu e Aiba-chan state insieme. Come hai fatto?”
“Tu come lo sai?” si sorprese Sho, era certo che non si fossero fatti mai beccare da nessuno, il loro era un segreto.
“Oh… ma guarda che si vede tanto!”
“Prego?” Sho poggiò le mani sul tavolo, stringendo il bordo: era fregato, se la cosa si fosse venuta a sapere per lui sarebbe stata la fine. Se era così evidente allora…
I suoi pensieri vennero interrotti dalla risatina di Ohno.
“Tranquillo, Sho-san, è evidente per me, perché sto sempre con voi” cercò di tranquillizzarlo, posandogli una mano sul braccio, dandogli una leggera scossa.
“Oh… meno male” sospirò l’altro di sollievo.
“Quindi?”
“Quindi cosa?” domandò, momentaneamente perso.
“Cosa devo fare con Nino?”
“Ah… non lo so!”
“Come non lo sai? Tu come hai fatto?”
“Io niente… ha fatto tutto Aiba. È venuto da me, mi ha sorriso, mi ha baciato e dopo mi ha detto che gli piacevo se volevo stare con lui!” riassunse.
“E tu?”
“Io ho solo annuito, ero troppo sconvolto dalla cosa!”
“Quindi anche Nino sarà sorpreso… ma non penso che se andassi da lui e lo baciassi contro la sua volontà, lui sarebbe così accondiscendente come sei stato tu” ponderò, pensando al caratterino affatto tranquillo del compagno di gruppo.
“Ohno-san…” lo richiamò Sho, stavolta posandogli lui una mano sulla spalla, per dargli coraggio, parlando con tono serio. “Siamo uomini giusto? Quindi sappiamo cosa ci piace e cosa non ci piace. Detto ciò, cosa piace agli uomini?”
“Fare sesso!”
Sho sbarrò gli occhi, dandogli uno scappellotto sulla testa.
“Seriamente!”
“Io sono serio! Io voglio fare sesso con Nino” continuò Ohno, lo sguardo che non tentennava.
“Questo avrei preferito non saperlo. Grazie” Sakurai si passò una mano sugli occhi, cercando di mantenere la calma. “Per tornare al tuo caso, noi siamo dei maschi e agli uomini le chiacchiere non vanno!” constatò. “A Nino meno che mai, quindi direi che non ci devi girare attorno, digli quello che pensi e vai dritto al punto!”
“Ok, lo prendo e lo sbatto al muro!” annuì Ohno, le braccia incrociate al petto con fare solenne.
“Ohno-san!” gridò Sho, arrossendo pericolosamente.
Il più grande gli sorrise: “Scusa, ma è spassoso vedere come reagisci.”
“Mi fa piacere farti divertire, ma io stavo cercando di aiutarti o per te è solo un gioco?” lo rimproverò.
Ohno abbassò il capo, annuendo.
“Mi dispiace… sono davvero serio. Voglio davvero confessarmi a Nino” affermò.
“E allora diglielo… siete amici prima di tutto e non penso che se non provasse nulla nei tuoi confronti, Nino si lascerebbe andare tanto come fa quando è con te. Abbi fiducia in lui e nelle tue sensazioni.”
“Se non gli piacessi?”
“Allora te lo dirà, non ti prenderà in giro, di questo ne sono convinto, per cui buttati.”
“La fai facile tu” sospirò Ohno.
Sho sorrise, in un certo modo intenerito dal modo di comportarsi del più grande; stava poi per dire qualcosa quando la porta a vetri si aprì e Nino comparve sulla soglia.
“Dovete venire a cena sì o no? Vi stiamo aspettando, io ho fame!” li riprese con un tono leggermente acido. Poi spostò la sua attenzione su Ohno che non aveva neanche alzato lo sguardo su di lui.
Sho guardò il più grande, poi si alzò dalla sedia, sorpassando Nino, spingendolo a prendere il suo posto. Il più piccolo si richiuse la porta alle spalle e si avvicinò al Riida, stando in piedi dietro di lui, poggiandogli le mani sulle spalle, iniziando distrattamente a massaggiarlo.
“C’è qualcosa che ti preoccupa, Riida?” gli chiese, con tono leggero.
Ohno sollevò lo sguardo verso di lui e gli prese una mano, tirandolo in modo che avanzasse, chiedendogli di sedersi.
“No, va tutto bene, ma c’è una cosa che devo dirti” esordì. “Una cosa importante” precisò.
Nino annuì: “Certo, ti ascolto, sai che con me puoi parlare” gli disse, aperto al dialogo.
“Ecco… è una questione delicata, si tratta di te.”
“Di me?”
“Sì” confermò Ohno, sollevando su di lui uno sguardo incerto. “Non hai fatto nulla di male, niente di cui preoccuparsi, ma si tratta di me!”
“Ohno-san, ma sono io o sei tu? Non capisco.”
“Di me e di te, insomma, di noi… cioè non come noi, ma…”
Ok, era definitivamente entrato nel pallone e non sapeva come fare a calmarsi. Non era pronto a vedere Nino così presto, non aveva ancora studiato la strategia necessaria per dichiararsi nel modo migliore e stava facendo la figura del perfetto idiota.
“Oh-chan?” lo richiamò allora Nino, vedendolo in difficoltà.
“Mh?”
“Hai ragione Sho, agli uomini le chiacchiere non vanno!”
“Eh?”
Ohno spalancò gli occhi.
Nino si alzò, sedendosi cavalcioni su una sua gamba, mettendogli le mani sulle spalle, guardandolo con un sorriso trionfante e dispettoso.
“Cosa? Eh? Tu hai ascoltato tutto?” lo smascherò.
“Non tutto, credo però di essere arrivato per sentire quello che dovevo!”
“No, no, tu non dovevi sentire niente!”
“Perché? Così è più facile anche per te, dato che sai che io so.”
“Eh?” Ohno lo guardò ancora stordito. “Aspetta, cosa esattamente sai?” lo interrogò.
Ninomiya lo guardò con un sorrisino malizioso, scrutando pensieroso verso l’altro, prima di rispondere.
“Credo che tu abbia detto qualcosa riguardo il fare sesso con me o sbattermi contro un muro.”
“Io non voglio fare sesso con te!” sbottò Ohno.
Nino era perplesso.
“Cioè sì l’ho detto, ma non per… cioè, non credo che sia fondamentale. Lo è, però non è questo il punto, non pensare che io provi per te… insomma…”
Era inutile, continuava a inciampare nelle parole e lo sguardo ilare e divertito di Nino non lo aiutava, anzi.
“Allora?” lo incentivò Nino quando Ohno fece una pausa fin troppo lunga; gli prese una mano tirandolo verso di sé e portandosi il braccio a circondarsi la schiena, visto che l’altro continuava a guardarlo imbambolato. “Avanti, confessati!” lo spronò.
“Perché dovrei? Ti diverte imbarazzarmi? Se lo sai, dammi una risposta!” gli chiese, anche se avrebbe dovuto capire dall’atteggiamento che l’altro aveva adottato da quando era arrivato quale sarebbe stato l’esito di tutto quello scambio di battute.
“Voglio sentirlo da te!” mormorò Nino stringendosi nella spalle.
Ohno era indeciso se accontentarlo o meno, Nino faceva sempre così, si divertiva a metterlo in difficoltà, eppure anche quel lato del suo carattere lui lo trovava interessante; non gli importava quanto lo prendesse in giro, sapeva che lo faceva in modo affettuoso e anche per quelle piccole cose si era innamorato di lui.
“Kazunari” si ritrovò a mormorare, guardandolo dritto negli occhi, dove vide dipinta sorpresa e gioia per il modo in cui gli si era rivolto, così intimo e familiare. “Mi piaci… vuoi stare con me?”
Attese impaziente, stringendo il corpo del più piccolo, avvicinandolo inconsciamente al proprio, trattenendo il fiato; non avrebbe abbassato lo sguardo, non sarebbe fuggito davanti ai suoi sentimenti, cedendo soprattutto al giogo del più piccolo, il quale finalmente gli sorrise.
“Mi piaci anche tu, Oh-chan, quindi sì, voglio stare con te” mormorò, lasciando scivolare in avanti le braccia sulle sue spalle e stringendolo in un abbraccio.