Titolo: Mada sukoshi mune ga itamu kai? (Continuerò a sentire un po’ di dolore all’altezza del cuore) Time - HSJ
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yaotome Hikaru, Chinen Yuri, Takaki Yuya
Pairing: Inoobu, Takachii, Hikachii
Prompt: Forse davvero ci si deve sentire alla fine un po' male (Sally - Vasco Rossi)
Genere: angst
Rating: nc-17
Warning: slash, moresome
Conteggio parole: 1.892 (
fiumidiparole wordcount)
Note: la storia inoltre è scritta per la tabella wTunes Desires con il prompt I don’t want you to hide @
diecielode e per il
mmom_italia.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
Mix AngstTabella:
*qui* Hikaru gemeva, mentre la mano scivolava lungo la propria erezione, stringendo forte il pugno. Cercava di mantenere un minimo di controllo, mentre sentiva il proprio piacere aumentare a dismisura, ma non si sarebbe permesso di perdere completamente il controllo.
Davanti a sé, a pochi passi di distanza, inginocchiato sul pavimento, Kei, con le mani puntate contro il muro, muoveva la testa avanti e indietro, mentre il bacino di Yabu andava incontro alla bocca del più piccolo che l’apriva di più per inglobarlo maggiormente dentro di sé.
Il più grande con una mano stringeva i capelli scuri del fidanzato, mordendosi l’altra per cercare di trattenere gli ansimi. Kei guardava Hikaru con espressione maliziosa e vittoriosa, appagato dal vedere come riusciva a mantenerlo in suo potere, come riusciva a fargli perdere la testa. La sua mano si spostava sul proprio sesso, muovendosi allo stesso ritmo con il quale si impegnava per portare Yabu alla follia.
Yaotome spostò lo sguardo dalla parte opposta della stanza, dove, nella medesima posizione degli altri due, Chinen si divertiva a far impazzire Yuya. A differenza di Yabu, Takaki non riusciva a mascherare il proprio piacere, pareva che non gli importasse che nella stanza insieme a loro ci fossero altre persone che qualcuno li potesse sentire; era perso nelle sensazioni che la bocca di Chinen gli faceva provare.
Hikaru osservava come il più piccolo si divertisse a torturare il suo ragazzo, si scostava da lui, passando le labbra sulla sua erezione, muovendosi con la lingua per tutta la lunghezza, scendendo fino alla base, risalendo con movimenti lenti sulla punta, stuzzicandola, muovendosi in modo circolare su di essa, prima di riprenderlo completamente, fino a sentirlo contro la gola.
Yaotome aumentò il movimento del proprio palmo contro di sé, sentendosi vicino al proprio limite, fermandosi quando Yuya gemette intensamente, premendo le mani sulla nuca di Chinen, venendo nella sua bocca. Takaki scivolò seduto a terra, esausto, mentre Chinen attendeva alcuni istanti per riprendersi.
Hikaru si sollevò in piedi, avvicinandosi al più piccolo, posandogli a sua volta una mano dietro la testa, costringendolo a sollevarsi e chiuse la bocca sulla sua quando Chinen l’aprì lasciando che lo sperma di Yuya passasse a lui, scostandosi quasi subito, mandandolo giù e vedendo Chinen imitarlo. Il più piccolo si passò la lingua sulle labbra, guardando Hikaru con sfida, prima di lanciare uno sguardo distratto a Yabu e Kei.
Hikaru li raggiunse immediatamente, poggiandosi con la schiena contro la parete, circondando con un braccio Yabu per le spalle e affondando una mano tra i capelli di Kei, unendo le sue dita a quelle del più grande che si volse a guardarlo.
Hikaru si sporse verso di lui per baciarlo, ma prima che potesse raggiungere le sue labbra, sentì le unghie di Yabu premere sulla pelle del fianco, nel momento in cui venne, con un grido gutturale. Il più piccolo abbassò lo sguardo verso Kei che si alzò velocemente e, ingoiando, si sporse verso di lui , poggiando le labbra sulle sue, schiudendole anche lui, spingendo in avanti la lingua nella sua bocca: Hikaru poté sentire il profumo di Yabu unito a quello di Takaki, mischiato al proprio.
“Questo è tutto ciò che ti concedo” mormorò Inoo sulle labbra di Hikaru, prima di spingerlo a sedersi di nuovo per terra e inginocchiarsi tra le sue gambe schiuse. Si resse alle sue ginocchia, allargandogli le cosce e prendendo in bocca il sesso di Yaotome, ancora insoddisfatto.
Hikaru gettò indietro la testa, posandola contro la parete, schiudendo gli occhi, guardando il volto di Yabu, sfatto dal piacere, riprendere fiato. Ansimò, quando sentì le mani di Kei risalire sul suo petto e la bocca di Chinen chinarsi su di lui, seguendo un percorso immaginario sul suo torace, stuzzicandogli i capezzoli con le labbra e con i denti, mentre le unghie di Kei premevano sul suo stomaco.
Kei aprì la bocca maggiormente, chinandosi su di lui, fino a sentire la punta scivolare sul palato, spingersi in profondità. Lo liberò troppo velocemente, però, spostandosi sulla punta, premendo solo con le labbra, usando le dita per accarezzarlo e continuare la stimolazione, fino a che ad esse non si sostituirono le labbra di Chinen che iniziarono a torturarlo; la lingua scivolava attorno alla base della sua erezione, in piccoli movimenti, fino a che i due non iniziarono ad alternarsi su di lui, portandolo lentamente alla pazzia, sfidandolo con lo sguardo.
Hikaru ne fu inebriato, il proprio corpo, già provato, non ce la fece più e, senza più resistere, venne con un lungo grido, macchiando il volto di Kei e quello di Chinen con il proprio sperma.
I due si sollevarono lentamente, ripulendosi il volto con il dorso della mano e Yabu fermò Kei per un polso portandosi le sue dita alle labbra, leccando via tracce dello sperma di Hikaru, incatenando così lo sguardo di Yaotome a quel gesto, prima di cercare con rapidità la bocca del fidanzato, spingendolo contro il muro. Hikaru li osservò, mordendosi le labbra, invidioso di quel contatto, invidioso nonostante tutto del rapporto che i due avevano, anche in una simile circostanza, di come si cercassero, di come Yabu continuasse a vedere sempre e solo Kei e nessun’alto. Della fiducia che avevano l’uno nei confronti dell’altro, del loro amore.
Per quanto facesse male, per quanto doloroso, non riusciva a fare a meno di osservarli e immaginare, immaginare come sarebbe stato essere al posto di Kei, come sarebbe stata la sua vita se Inoo Kei non ci fosse mai stato.
A interrompere quei suoi pensieri fu Chinen che, chinandosi su di lui, gli prese il volto con entrambe le mani e lo attirò verso di sé, imponendogli di stare comunque seduto.
“Non è giusto che tu resti a guardare… hai voluto questa serata e avrai anche tu la tua parte” assicurò. “Devi solo accontentarti di me. Non sono male, sai, in fondo, sono riuscito a far sì che Yuuyan si dimenticasse di te in pochissimo tempo” gli disse, sorridendo malizioso, mentre con le mani riprendeva ad accarezzargli il sesso, sentendolo indurirsi velocemente contro il proprio palmo, le dita di Chinen scendevano e risalivano secondo gesti calcolati e pigri, vedendo il petto di Hikaru alzarsi e abbassarsi velocemente sotto quelle cure. Lo stuzzicò a lungo, lasciando passare i polpastrelli sulla carne, aumentando a volte la stretta, a volte tergiversando per farlo impazzire. Hikaru prese il più piccolo per i fianchi, facendolo voltare, in modo che la sua schiena poggiasse contro il proprio petto; Hikaru abbassò il capo per baciargli il collo, succhiare e mordere quella pelle candida e calda, senza mai allontanare lo sguardo da quello di Yabu e Kei, dalle loro mani che si muovevano rapide sui reciproci corpi, da quelle di Kei sempre presenti su quello di Yabu.
E anche Takaki si era unito ai due ragazzi in piedi, lasciando scivolare una mano tra le gambe di Kei, per iniziare a masturbarlo, osservando a sua volta il suo ragazzo far scorrere languidamente e sensualmente la lingua lungo le dita di un altro uomo, guardandolo con provocazione.
Yabu aveva spinto Kei per le spalle, costringendolo a posare le mani contro il muro e chinarsi appena in avanti, facendogli poggiare la fronte contro la spalla di Takaki per avere un appoggio.
Kei obbedì, abbandonandosi fiducioso ai voleri del fidanzato, allargando le gambe, sentendo la lingua del più grande scivolare lungo la linea delle natiche, infilandosi poi nella sua apertura, impiegando pochissimo tempo per prepararlo, perché quando Kei iniziò a sospirare pesantemente, invocando il suo nome, Yabu si risollevò e, prendendolo per i fianchi, iniziò a penetrarlo.
Hikaru osservò i movimenti di Yabu, incantato dal modo sensuale con cui aveva iniziato a stuzzicare il fidanzato e cercò allo stesso modo di preparare Chinen, infilando piano le dita dentro di lui, muovendole adagio, sfilandole quando lo sentì pronto per riceverlo, costringendolo a scendere su di lui.
Chinen gettò indietro la testa, stringendosi a una gamba di Hikaru e sentendo poco dopo le mani di Yuya sul proprio volto, attirarlo a sé, spingendo in avanti il bacino. Yuri non ebbe bisogno di ulteriori suggerimenti e schiudendo le labbra, iniziò a muoversi verso di lui, mentre sentiva la mano di Hikaru stimolare la sua erezione, mentre attendeva che si abituasse a sentirlo dentro di sé. Chinen continuò a succhiare con forza, mentre i gemiti di Yuya gli raggiungevano le orecchie e il più grande raggiungeva per la seconda volta l’orgasmo. Chinen ingoiò, stavolta appagato di poter sentire tutto per sé il sapore del fidanzato, sentendo Hikaru premergli un fianco per incentivarlo a muoversi: Yuri fece perno sulle proprie ginocchia, sollevandosi e abbassandosi di colpo sul sesso di Hikaru, trovando immediatamente piacevole quella sensazione, venendo nella stretta di Hikaru, con un gemito mal trattenuto.
Hikaru, intanto, era concentrato su Yabu e su Kei che sembravano persi nel loro mondo personale e cercò di resistere, cercò di non guardarli, di concentrarsi sul corpo di Chinen che saliva e scendeva sul suo, ma non ci riusciva, lo sguardo che Kei gli rivolgeva, mentre godeva, mentre senza più la presenza di Takaki accanto a sé, poggiava la fronte contro la parete fredda e le mani scivolavano sul muro, che sembrava dirgli di continuare a sostenere il suo sguardo.
‘Non voglio che tu ti nasconda. Guardami mentre sono felice con l’uomo che entrambi amiamo.’
Hikaru grugnì di disappunto, stringendo Chinen per i fianchi e riversandosi nel suo corpo, sentendo il grido gutturale di Yabu che si raggiungeva l’orgasmo nel corpo del fidanzato che a sua volta si sciolse nella presa di Takaki.
Hikaru si abbandonò esausto con la schiena contro il pavimento, sentendo Chinen scendere dal suo corpo e abbandonarsi di fianco a lui, vicino a Takaki che lo strinse immediatamente a sé, baciandogli la fronte.
In sottofondo, i loro respiri ansanti andavano via via regolarizzandosi e poi il sussurro di Kei infranse l’atmosfera, mormorando il nome di Kota.
Hikaru sentì un tuffo al cuore e non osò muoversi, neanche quando sentì gli altri alzarsi, rivestirsi e Yuya richiamarlo. Si sedette, senza accennare comunque a muoversi, prendendo il telo che Chinen gli tendeva per coprirsi, posandoselo sui fianchi.
“Non vieni, Hikka?” si sentì chiedere da Yabu, già rivestito, mentre si infilava la giacca.
Scosse il capo.
“Andate avanti… io mi faccio una doccia, prima” disse, abbassando il capo, venendo lasciato dai compagni solo con i propri pensieri.
Non si alzò da terra, continuò a stare in quella posizione, mentre le immagini di quello che quell’incontro aveva rappresentato gli tormentavano la mente.
Era nato tutto per una scommessa, per gioco, per la voglia di provare qualcosa di diverso, per sentirsi meno solo, ma non aveva provato niente, era stato messo di nuovo di fronte alla realtà dei fatti, quella triste realtà nella quale viveva ogni giorno e che non sarebbe mai cambiata, lo sapeva.
Lo trovava uno scherzo del destino davvero di cattivo gusto, perché l’unico uomo che avrebbe mai amato non sarebbe mai stato suo, perché era felice con qualcun altro, qualcuno che non era lui e l’unico uomo che probabilmente l’aveva amato per davvero, l’aveva perso per sempre, consegnandolo consapevolmente nelle braccia di qualcun altro.
La strada per la felicità è un percorso in salita e forse, davvero, ci si deve sentire alla fine un po’ male. Eppure, anche se Hikaru soffriva, era ancora ben lontano dall’essere felice, sempre ammesso poi che un futuro lieto per lui ci fosse realmente ad attenderlo
.