[Ariyama] Kono tsumi wo share de but soko de taboo

May 11, 2012 15:31

Titolo: Kono tsumi wo share de but soko de taboo.
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Inoo Kei, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyamanoo
Prompt: You maybe a sinner
Genere: pwp
Rating: nc-17
Warning: slash, moresome, underage
Conteggio parole: 2.430 (fiumidiparole wordcount)
Note: la storia inoltre è scritta per il mmom_italia per il set Federica con il prompt: #5. di gruppo. E per fillare il prompt di vogue91 “Ti piace ancora, vero? È per questo che hai accettato questa follia?” per la prima settimana del BadBwrongs Week indetta da maridichallenge.
Il titolo è preso dal solo di Sho Sakurai T.A.B.O.O.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: Misc Mosaic


Yamada seguiva Daiki per i corridoi deserti dello Shounen Club.
Avevano finito di registrare la puntata tutti insieme e il più grande, poco prima che l’altro se ne andasse, gli aveva chiesto di aspettarlo fuori perché aveva bisogno di parlargli di una cosa importante. Yamada aveva annuito, mentre Arioka andava a cambiarsi, assicurandogli che avrebbe fatto quanto prima ed era uscito fuori nel cortile interno degli studi.
Se ne stava seduto su un muretto, le gambe penzoloni e le mani sotto le cosce, perso nei suoi pensieri: non aveva idea di quello di cui l’altro volesse parlargli, ma si sentiva inquieto.
Lui e Daiki stavano insieme da pochi mesi e gli sembrava davvero troppo presto perché nel loro rapporto potessero esserci già complicazioni e incomprensioni tali da giustificare quel tono grave che Arioka aveva usato per parlargli.
Quando l’aveva visto uscire fuori e cercarlo con lo sguardo aveva sollevato una mano di modo che lo individuasse e l’altro, una volta accortosi di lui, gli aveva risposto con un altro movimento della mano facendogli cenno di raggiungerlo invece a sua volta.
Yamada era saltato giù dal muretto e si era avvicinato perplesso ad Arioka.
“Dai-chan, che succede?” aveva domandato, dubbioso.
L’altro aveva sorriso, in un modo che Ryosuke non aveva trovato affatto incoraggiante, e gli aveva detto di seguirlo.
“Ma hai dimenticato qualcosa?” aveva chiesto il più piccolo rompendo il silenzio e guardando l’ora sul display del cellulare. “Se non ci sbrighiamo perderemo la coincidenza e dovremmo aspettare più di un’ora” gli rammentò.
Daiki si era voltato, facendo spallucce e aveva affermato con sicurezza: “Tranquillo, il tempo non ci manca.”
Yamada l’aveva guardato esitante, continuando a seguirlo, fino a che non si erano ritrovati dietro le quinte del palco e solo allora Daiki si era fermato e voltato verso di lui.
Il più piccolo gli aveva rivolto uno sguardo dubbioso, in attesa di spiegazioni; chiarimenti che arrivarono con un suo sorriso e la tenda che si scostava appena, incentivandolo a guardare oltre. Yamada si scostò, cercando di superare con lo sguardo il braccio sollevato e spalancando gli occhi alla scena che si ritrovò a osservare.
Basito, spostò occhi sconcertati verso il proprio ragazzo, mentre gli giungevano alle orecchie dei versi sommessi e un frusciare di stoffa. Daiki fece un passo indietro, salendo sulla piattaforma, sicuro che l’altro l’avrebbe seguito anche senza invito, se non altro per cercare di comprendere il perché di tutto quello.
Batté le mani tra loro, lasciando che quel suono forte si espandesse per l’enorme stanza vuota provocando un fastidioso effetto acustico.
“Ehi, ehi, chi vi ha detto di iniziare senza di noi?” recriminò ai presenti con tono divertito.
“Dai-chan, ci siamo stancati di aspettare!” aveva mormorato Kei, avvicinandosi a lui senza la maglietta e con i jeans sbottonati dai quali si intravvedeva la biancheria.
Alle sue spalle, semidistesi sul palcoscenico, Yuya e Chinen si baciavano: il più piccolo stava in ginocchio tra le gambe aperte del compagno di gruppo, il quale gli aveva infilato senza tanti complimenti le mani dentro i pantaloni, cosa che all’altro, a quanto Yamada poteva vedere, non dava affatto alcun problema.
“Ehi, voi due!” li aveva richiamati Daiki, divertito, avvicinandosi a loro, posando una mano sulla schiena di Chinen per attirare la sua attenzione.
Yuri si sollevò di scatto, continuando a tenere una mano sulla guancia di Yuya, mentre l’altra aveva afferrato Daiki per il colletto, guardandolo con sfida.
“Sta’ un po’ zitto, senpai” disse, prima di strattonarlo verso di sé e posare le labbra sulle sue. Yuya li osservò dal basso, sorridendo, allungando le braccia alla vita del più piccolo e abbassandogli i pantaloni, lasciandoli cadere fino alle caviglie.
“Yuuyan!” si lamentò Chinen, allontanandosi da Arioka e guardando con espressione di finto fastidio il più grande.
“Scusa, Chii-chan!” disse, sorridendogli affatto dispiaciuto in realtà, portandogli una mano al sedere, per attirarlo contro di sé, guardandolo con malizia.
Chinen sollevò gli occhi al cielo con fare esasperato, quasi fosse lui ad avere quasi vent’anni e non sedici e non il contrario.
Yamada, ancora vicino alle tende, osservava quell’improbabile terzetto battibeccare tra loro prima di venire raggiunto da Kei con espressione felice. Si sentì prendere per le spalle dal più grande e le tracolle dello zaino scivolare via, voltandosi a guardare Inoo.
“Yama-chan, vieni!”
“Kei… Kei-chan che cosa sta succedendo?” gli chiese, senza comprendere tutta quella situazione, cercando Daiki con lo sguardo, ma non trovando quello dell’altro a fargli da supporto. Kei ridacchiò, passandogli una mano tra i capelli, partendo dalla nuca, e risalendo fino a scompigliarglieli.
“Sei stato invitato a una particolarissima festa per soli ragazzi grandi” esordì con tono sussurrato. “È un segreto!” fece con fare cospiratore, portandosi un dito alle labbra, prima di posargli le braccia sulle spalle, intrecciando le mani dietro la nuca.
Si avvicinò a lui ancora di più, soffiando sulle sue labbra: “Se solo ti lasciassi andare un po’, anche tu potresti essere un peccatore… proprio come noi. Che ne dici?” mormorò suadente, avvicinandosi per baciarlo, riuscendo solo a sfiorargli le labbra, prima che il sedicenne si allontanasse di scatto.
“Io non capisco” biascicò Yamada, vedendo poi che Arioka si avvicinava a loro e cercando in lui una risposta.
Kei riconobbe i passi del compagno dietro di sé e si rimise di nuovo dritto, accarezzando una guancia di Yamada, voltandosi verso il nuovo arrivato.
“Dai-chan, convincilo tu!” gli chiese, andandogli vicino e scoccandogli un bacio sulle labbra, prima di raggiungere Yuya e Chine che, invece, avevano iniziato davvero a divertirsi senza di loro.
“Non vale, anche io!” disse Kei, cingendo Chinen da dietro e iniziando a baciargli il collo, mentre Yuya si occupava dell’erezione del più piccolo usando le mani e la bocca.
“Daiki, che significa tutto questo?”
Il ragazzo sorrise, senza rispondergli, prendendolo per mano e conducendolo al centro del palco vicino agli altri; lo spinse per i fianchi, prima di girarlo verso di sé, sollevandogli il mento con una mano, abbassandosi su di lui per baciarlo. Yamada ricambiò automaticamente il bacio, schiudendo le labbra, sentendo la lingua di Daiki introdursi a cercare la sua, sollevando le braccia e circondandogli il collo. Arioka spostò le mani sotto la sua maglietta, accarezzandogli la schiena e Yamada sentì altri due palmi, diversi da quelli ai quali era abituato, accarezzargli le gambe, dapprima da sopra la stoffa, poi li aveva sentiti lentamente abbassarsi e le dita premergli attorno alla caviglia; sollevò prima un piede poi l’altro, ritrovandosi con indosso solo la maglietta che scomparve presto a sua volta, quando Daiki gliela levò velocemente.
Si ritrovò così nudo tra le braccia del suo ragazzo che gli sorrideva, distraendolo baciandogli le labbra, le guance, il collo, accarezzandogli il petto e lo stomaco, mentre altre mani, quelle stesse mani estranee, gli toccavano le cosce con fare sensuale, lunghe dita solleticavano la sua apertura, mentre altri palmi, piccoli, prestavano attenzione al suo sesso.
Quando Daiki lo lasciò andare, inginocchiandosi accanto a lui, Yamada abbassò il capo, scoprendo che era Chinen ad accarezzarlo in quel modo, mentre le dita di Kei lo violavano.
Si perse a osservare i movimenti della mano di Chinen su di sé, incantato di come il suo sesso sparisse nella sua stretta, confuso dal modo che aveva Yuri di toccarlo, così diverso dal tocco di Daiki al quale era invece abituato. Chinen usava movimenti attenti e calcolati, a volte indugiando con lentezza su di lui, altre aumentando la velocità e la stretta del pugno, fino a che non lo sentì circondarlo completamente con la bocca e iniziare a succhiare. Muoveva la lingua in circolo, liberandolo, premendo con le labbra sulla punta, leccandola prima di schiudere nuovamente la bocca e spingere in avanti la testa.
Yamada gli portò una mano alla nuca, per cercare un appiglio, mentre muoveva il bacino in avanti e iniziava ad ansimare sommessamente.
Kei alle sue spalle, sorrideva, osservando il volto di Yamada sfigurato dal piacere, guardando poi Daiki che godeva delle espressioni che faceva il fidanzato e grazie a quelle che lui gli stava dando accarezzandogli il sesso, allo stesso ritmo degli affondi delle sue dita dentro Yamada.
Intanto, Yuya, dopo essere rimasto in disparte a osservare quell’interessante spettacolo, si era avvicinato a sua volta: aveva preso il viso di Yamada tra i palmi, baciandolo con foga, introducendo la lingua di prepotenza, succhiando e mordendo quella del più piccolo, morsicandogli le labbra, prima di passarvi sopra la lingua.
Yamada gemeva nella sua bocca, aggrappandosi al suo braccio e sentendo Yuya prendergli il polso, spostandogli la mano dai capelli di Chinen al suo inguine.
Yamada obbedì e chiuse la mano a pugno su di lui iniziando a muoverla velocemente, le dita stringevano la carne, grattavano e premevano; fece scorrere l’erezione del più grande tra le falangi, spostando il palmo verso l’alto, racchiudendone poi la punta.
Yuya si separò da lui, ansimando, guardandolo negli occhi con lascivia e Yamada si ritrovò a sorridere maliziosamente, vittorioso, iniziando a trovare oltremodo divertente quella situazione.
D’un tratto, Yamada sentì una mano accarezzargli lo stomaco, risalendo verso l’alto e Chinen separarsi da lui, prima che potesse venire. Mugolò di frustrazione abbassando il capo e vedendo Yuri guardarlo in modo provocatorio, prima di distendersi sulla schiena e sollevare le braccia verso l’alto. Ne piegò uno usandolo come cuscino, mentre con l’altro gli faceva cenno di avvicinarsi.
Yamada lo guardò con espressione vacua, mentre sentì le mani di Daiki spingerlo verso il basso; obbedì, sentendo le labbra del fidanzato posarsi sulla sua schiena e la bocca avvicinarsi alla sua apertura, prima che il più grande iniziasse a leccarlo sensualmente in quella zona sensibilissima. Yamada si tese, ansimando, abbassando il capo, cercando di reggersi con le braccia sul pavimento. Sentì la bocca di Daiki risalire sulla sua schiena, fino alle spalle e Chinen sorrise, baciandolo sulle labbra, prima di spingerlo a reggersi sulle ginocchia in modo da potersi mettere a sua volta carponi davanti a lui.
Kei si avvicinò a loro e, afferrando Chinen per i capelli, mosse in avanti il bacino, infilando la propria erezione dentro la sua bocca e Yuri iniziò immediatamente a succhiare.
Yamada si incantò a guardare i due, il volto di Kei stravolto dal piacere, la sua voce che gemeva incontrollata, tirandogli i capelli, prima di venire attirato indietro da Arioka che si impossessò delle sue labbra.
Yamada mugolò, allontanandosi da Daiki e vedendo Yuya preparare velocemente Chinen, mentre a sua volta ansimava, sentendo Daiki introdursi con accortezza dentro di lui. Quando vide Yuya distendersi poi sotto Chinen e allontanare le mani da lui, afferrò Yuri per i fianchi, chinandosi leggermente sulla sua schiena, iniziando a penetrarlo piano, come solitamente Daiki faceva con lui, per permettergli di abituarsi.
Chinen si tese, mugolando di piacere sentendo Yuya accarezzarlo, aiutandolo a distrarsi per l’intrusione di Yamada dentro di sé, gridando quando la bocca di Takaki si chiuse umida attorno a lui e il più grande iniziò a succhiare, accarezzandosi a sua volta, usando il medesimo ritmo con cui eccitava il più piccolo.
Yamada spingeva in quel piccolo corpo caldo, trovando estremamente appagante la sensazione di possedere lui qualcuno, di essere parte attiva in un rapporto.
Reclinò all’indietro la testa, spingendo in modo sostenuto, vicino all’orgasmo, quando la voce di Daiki gli arrivò roca all’orecchio.
“Ti piace ancora, vero?” si sentì domandare.
Yamada schiuse gli occhi, confuso dal piacere e da quello strano interrogativo.
“È per questo che hai accettato questa follia” affermò il più grande, mentre si spingeva un’ultima volta dentro di lui, raggiungendo l’orgasmo, mordendogli una spalla e costringendo anche Yamada a venire dentro Chinen. Yuri, sentendo il calore dello sperma di Yamada scivolare in lui e quello di Kei colare sulle guance, con un grido roco tremò, svuotandosi dentro la bocca di Yuya che inghiottì voglioso, venendo tra le proprie dita.

***

Yamada camminava in silenzio dietro Daiki.
Dopo essersi tutti rivestiti e salutati con un sorriso, Kei in special modo era parecchio su di giri, senza menzionare oltre l’accaduto e aver preso strade diverse, Daiki, come d’accordo, aveva detto al più piccolo che l’avrebbe accompagnato a casa.
Yamada non parlava, non sapeva se fosse giusto per lui iniziare a parlare, non sapeva se fosse lui che doveva dire qualcosa, ma quel silenzio lo stava innervosendo oltremodo.
Perché Daiki non diceva niente? Perché Daiki aveva organizzato quella serata e gli aveva fatto quella domanda? Non lo comprendeva.
“Dai-chan?” lo chiamò infine, fermandosi, aspettando che anche l’altro lo facesse, fino a che non lo vide voltarsi e guardarlo, stando sempre in silenzio.
“Perché, Daiki?”
Il più grande sembrò pensarci un momento, poi si avvicinò a lui, sollevandogli il mento con la mano, guardando negli occhi.
“Perché hai voluto mettermi alla prova in questo modo?” domandò Yamada, con gli occhi lucidi. “Perché mi hai fatto questo?”
“Non mi pare ti sia dispiaciuto” commentò Arioka, asciugandogli le lacrime con i pollici.
“Dai-chan!” gli urlò, scostandolo da sé. “Perché?”
“Perché ti amo!”
“Cosa?” Yamada era sconcertato. Non trovava una logica in tutto quello, gli diceva di amarlo e allora perché aveva voluto dividerlo con qualcun altro? Perché?
“Ti amo, Ryosuke” lo sentì affermare di nuovo, “e non lo so perché, d’accordo? Forse è vero che volevo metterti alla prova, ma…”
“Ma cosa? Io non lo so perché sei convinto che io sia ancora interessato a Chinen e non so perché hai fatto tutto questo, io… io non so niente, ok? E non so perché mi sono lasciato andare anche io. So bene che non avrei dovuto. Non avrei dovuto, perché era tutta una trappola, vero?”
“No, non è così.”
“Se mi volevi lasciare per ciò che tu pensi che sia reale quando invece non lo è, allora esistevano modi più semplici, senza bisogno di questi stratagemmi” lo accusò.
“Non voglio lasciarti, Ryo…”
Yamada rise, portandosi una mano sugli occhi, lasciando scorrere altre due lacrime e sospirando pesantemente.
“Neanche io” mormorò. “È assurdo e paradossale, ma neanche io voglio lasciarti, perché ti amo e continuo ad amarti anche dopo questo. Perché se mi sono lasciato andare è perché mi fido di te e c’eri tu con me. Non ci fossi stato tu a dividere questo con me, me ne sarei andato” spiegò. “Quindi se l’ho fatto è perché…”
Non poté finire la frase, perché Daiki gli prese il viso tra i palmi e lo attirò a sé per baciarlo.
“Basta, basta, Ryo. Ho capito” gli sorrise, baciandogli piano le labbra. “Mi dispiace, mi dispiace di averti fatto questo, mi dispiace di aver dubitato di te e non accadrà mai più. Scusami, scusami. Ti amo” confessò ancora.
Yamada annuì, gli posò le mani sui polsi, accarezzandogli il dorso e sorridendo a sua volta.
“Sei un pazzo, Dai-chan, ma ti amo lo stesso” confessò a sua volta, lasciandosi baciare.

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