Sono un po’ indietro e ora recupero, in questi due giorni mi sono vista un altro film Arashico e un drama, (ne ho già iniziato uno nuovo poi) ma ancora non avevo scritto nulla, andiamo per ordine.
Due sere fa mi sono vista Kiiroi Namida ed è un film che mi ha dato molto da pensare, in verità.
Solitamente non mi leggo la trama, perché ho sempre paura degli spoiler di eventuali commenti di fan entusiaste, e quindi non avevo capito dove il film volesse andare a parare.
Parla delle vite di questi cinque amici che hanno tutti un sogno. Per lo meno, quattro di essi sono tutti artisti: Eisuke (Ninomiya) vuole diventare mangaka, Shoichi (Aiba) è un cantante, Ryuzo (Sho) vuole diventare scrittore (tante buone idee, tante aspirazioni e poi del suo romanzo ha disegnato solo la copertina. E poi chiede a Shoichi di fargli sentire le sue nuove canzoni [Non sarà ora che ci faccia sentire un’altra canzone? Con che faccia poi]. Infine, Kei (Ohno) un pittore.
Questa cosa di loro che hanno questo genere di ispirazioni mi è piaciuta davvero tantissimo, nonostante le difficoltà di vedersi spesso porte sbattute in faccia o dover fare turni massacranti per guadagnare un po’ di spiccioli per arrivare a fine mese continuano a percorrere la strada che hanno scelto.
Yuji (Jun) è l’unico che per tutto il film lavora come fattorino e per dirla come per gli altri un sogno non ce l’ha. Nel senso che fa qualcosa di concreto, che gli piace anche, lo si vede sempre sorridente e poi lui alla fine avrà il suo happy ending che strappa un sorriso.
Ma nonostante tutto il finale lascia l’amaro in bocca, perché ti rende consapevole del fatto che non è possibile spesso vivere di sogni, che per quanto ti impegni e la cosa ti renda libero (Più o meno: libertà è fare quello che mi piace. Eisuke-san ha i manga, Sho-chan ha le sue canzoni, Ryo-kun la scrittura. Io dipingo a olio) e che credi sia per te la strada giusta non è quasi mai di facile realizzazione. Io sono del parere che o hai culo, o hai un bel calcio in culo o sei un genio. Devi avere una di queste tre cose per realizzare i tuoi sogni. E io non ne ho manco mezza. E sì, io sarò anche pessimista di mio, e magari ultimamente la realtà che mi circonda mi ha portato a fare certe considerazioni per cui, per esperienza personale, trovo che sia esattamente questo che fa girare il mondo. Perché per quanto uno anche si impegni e per quanto il desiderio di cambiare le cose sia grande, non è così semplice. E ci vuole anche coraggio (per essere educata, perché sarebbe più corretto che devi avere due palle grandi tanto). Un coraggio davvero grande per prendere in mano la propria vita e cambiarla. E ci vuole maturità e senso della realtà per capire e ammettere che hai sbagliato, che hai perso e ricominciare da zero.
Forse non avrei dovuto vedere questo film (ne avrei preferito di gran lunga un altro come Sukoshi wa, ongaeshi dakara) che, ancora una volta, mi ha aperto gli occhi. Come se già fosse una cosa che non sapessi.
Insomma, mi ha fatto male vedere questo film, lo devo ammettere (e il problema è tutto mio e me ne rendo conto). Il ritmo era molto lento, anche perché, ripeto, fino alla fine, davvero non si riesce a cogliere il senso di tutto questo. Guardi questi quattro scapestrati e ti chiedi ‘perché?’ cosa diavolo stanno combinando? Perché? È l’unica domanda che mi veniva in mente. Non capivo. Fino all’ultimo ti domandi perché stai vedendo quelle scene. Poi comprendi ed è una amara scoperta. Comunque, tornando a noi una cosa veramente molto triste, a mio avviso, tra tutte, è la vicenda di Kei che riesce a toccare con un dito il proprio sogno di vedere venduti i propri disegni in una galleria e poi si scopre che era tutta una menzogna. Anche lo spettatore non può non essere orgoglioso lui e pensare ‘Yatta! Ce l’ha fatta!’. In quei quadri in cui lui ci mette l’anima, perché nell’arte, nelle tre forme d’arte che io ritengo le principali (musica, pittura e scrittura) non puoi non mettere parte della tua anima, con questi presupposti, con quello che per lui era/ è disegnare, scoprire che era tutto un inganno fa male. Il doppio inganno poi che ha ricevuto, una mazzata gigantesca tra capo e collo quando si rende conto che è stato usato da quella pazza psicopatica, insomma, non sono cose che ti incentivano e ti incoraggiano. Per niente. È stato molto triste. Mi è dispiaciuto un sacco.
Sono stata però anche felice per Jun che ha trovato l’amore (ma quello che mi chiedo è, nel film si dice che lui si sia sposato con Tokie che aveva una figlia. Ma spero non fosse la figlia di Shoichi. Credo di star confondendo i nomi e le due cameriere o.O, magari poi me lo riguarderò per capire bene -e se non è così mi farò due risate in quanto alla mia tardità-).
Quando vanno a fare il bagno tutti insieme è un passaggio molto carino, mi è piaciuto (e non perché si vede il culo di Sho, no) il momento di loro quattro cinque perché mi ostino a scrivere quattro io non lo so! Arashi=5 persone
Parlando degli Arashi in sé, non starò qui a dire quanto mi piaccia Nino, perché davvero, risulto veramente monotona. Ma se dovessi sceglierne uno Nino escluso, Aiba era veramente carino. Mi è piaciuto tanto con quella paglietta, e la canzone che fa da colonna sonora (che avevo sentito a un concerto per la prima volta, decontestualizzata) mi è piaciuta molto.
Volevo stare seria per scrivere questa review, ma ecco non posso, perché non posso assolutamente tenermi dentro questo: Sho era veramente FEO!
Inguardabile. No, cioè, non ci sono parole.
In conclusione, una parte che mi è piaciuta molto e mi ha fatto riflettere e capire è stata la lettera che Kei consegna ad Eisuke quando va a trovare la madre che sta morendo. È bellissima e piena di consapevolezza, di quella morale che nel film vai ricercando. Il senso di tutto.
Quando dà a quel bambino il suo manga è veramente un gesto molto tenero.
Che poi, Eisuke riesce a realizzare il suo sogno e questa è una cosa bellissima, perché ha perseverato, ha creduto in sé e in quello che era davvero il suo sogno. Questo film confonde, perché è come un colpo al cerchio e uno alla botte, da una parte ti dice che la realtà è dura e ti devi adeguare, dall’altra ti incoraggia a non buttare via i tuoi sogni, a credere in essi sempre. Nonostante tutto.
È complicato quello che questo film ti scatena dentro. Ovviamente, poi, credo sia davvero tutto molto soggettivo e personale. È come se ti mostrasse due strade: tu quale scegli?
La loro estate è finita. E presto finirà anche la mia.