Allora, è giunto il momento di review!
Ieri (30/09/2011) ho finito il drama Smile di Jun Matsumoto. Volevo attendere a fare questo post perché non voglio lasciare niente al caso e non è un drama che si può descrivere in quattro e quattr’otto, ma lo devo fare: ora!
Questo è un drama che o lo ami o lo odi. O lo odi e poi lo ami. Io l’ho amato.
Certo mi ha trascinata in un tunnel di follia non indifferente, ma proprio per le emozioni che mi ha dato, che è riuscito a strapparmi non posso restare indifferente e dirne male. Assolutamente. Innanzitutto perché fino all’ultimo non sono riuscita a sgamarmi la fine (come mi succede spesso) fino all’ultimo io credevo una cosa e invece si è rivelata l’opposto, nonostante i segnali che io avevo avvertito. Perché dalla voce narrante e da come si erano messe le cose per il protagonista io ero arci sicura che sarebbe finito male e invece, diamine è il primo drama forse che mi lascia talmente soddisfatta perché finisce BENE, ma bene davvero!
Mi ha coinvolto tantissimo, come solo i drama di Nino riescono a fare, come solo lui riesce a fare e ne sono rimasta proprio entusiasta.
Andiamo per ordine, la storia parla di Vito, un ragazzo per metà Filippino e per metà Giapponese, ma che è a tutti gli effetti integrato nella realtà Nipponica. Si spiega poi che il nome derivi dal fatto che la madre fosse fan sfegatata del film ‘Il Padrino’ e l’abbia chiamato così in onore del protagonista (un lool gigante, vogliamo pure mettercelo) che poi oggi ne parlavo con
vogue91 e in effetti il fatto di chiamarti come Don Vito Corleone non è che ti faccia poi onore e questa gran pubblicità positiva XD.
Ma, nonostante questo, Vito viene sempre discriminato, non può girare per le strade della città la notte perché viene puntualmente fermato e gli viene chiesto di mostrargli il suo permesso di soggiorno. Il pregiudizio è una gran brutta cosa e solo perché ha una carnagione più scura di quella dei Giapponesi d’hoc se così li vogliamo definire.
Mettiamoci anche il fatto che non ha avuto un passato semplice, con la madre disadattata che si ritrovava e il padre assente, è entrato in un giro di bande nel quale è stato anche incastrato per un omicidio e un pestaggio che non ha mai commesso, solo per parare il culo al capo banda, figlio di papà. Quindi Vito s’è fatto diversi anni in carcere dal quale è uscito per buona condotta. Ma basta guardarlo per capire che non farebbe del male a nessuno! Ç__ç
Comunque, Vito lavora preso una fabbrica di cibo che distribuisce pasti alle scuole e rifornisce ristoranti e piccole botteghe e il suo sogno è aprire un ristorante in cui si servono cibi multietnici e in cui chiunque possa andare a mangiare senza sentirsi discriminato. [Considerazione random: Junji, per la tua continua ossessione per il cibo, secondo me hai toppato a fare l’idol, lasciatelo dire XD]. Il capo di questa attività è un uomo buonissimo che ha preso sotto la sua ala protettrice Vito e altri due ragazzi Bull e Kinta lo stesso fuori dal carcere e in libertà vigilata. Uh Kinta e Vito facevano parte della stessa banda.
Il drama si svolge tra ricordi passati e il presente con uno scarto di cinque anni. Quindi noi vediamo Vito (un bellissimo Jun per altro, anche se mi faceva un po’ strano vederlo così abbronzato, devo dire, mi sdubbiava parecchio, ma con un taglio di capelli che gli sta veramente, ma veramente bene) che interagisce con il suo avocato Ito Kazuma (che poi si scopre essere di origine Koreana e di essere stato a sua volta vittima del pregiudizio sociale. In un primo momento, neanche vuole aiutare Vito, perché rivede se stesso e non vuole affrontare il suo passato, poi, però gli si affeziona, perché Vito è talmente coccolo, talmente gentile con quel suo sorriso sincero che farà di tutto per riscattare il suo nome) e ricordano tutta la storia da quando si sono conosciuti.
Il loro primo incontro fu in un ristorante che serviva del’Ootoro (mi pare sia un tipo di tonno pregiatissimo e gustoso che costa un sacco di soldi) in saldo, ma al momento in cui Vito e i suoi amici arrivano per essere serviti, restano a bocca asciutta perché la promozione, guarda caso è scaduta in quel momento. Per cui è carina sta cosa che, senza conoscersi, loro hanno interagito, e poi si viene a scoprire che l’avvocato è a capo dello studio in cui lavora Shiori, figlia del capo di Vito and Co.
Nel posto di lavoro di Vito a causa delle dimissioni della contabile della piccola azienda -che lascia perché si deve sposare-, viene assunta una ragazza Hana Mishima e si scopre che è la stessa ragazza che Vito aveva aiutato qualche giorno prima in una libreria per spiegare un non meglio identificato caso di furto. Chiariamo, Hana è una piccola stalker XD perché lei conosceva già Vito ed è segretamente innamorata di lui, ma piano piano ci arrivo. Hanachan, tra l’altro è afona, in quanto traumatizzata da un incidente avuto quando era piccola. Per la serie, come dice una canzone ‘tutti gli errori dei genitori ricadono sui figli’ lei viene considerata la ‘figlia dell’assassino’ una vicenda che allora fece scandalo e Hana e la sua famiglia si ritrovano a essere costantemente attaccate dai giornalisti e dall’infamia, così lei smette di parlare.
La ragazza è carinissima perché continua a farsi capire usando i gesti e fa delle smorfie per incoraggiare o per cercare di esprimere quello che pensa che fanno morire dal ridere, mi ritrovavo anche io a prevedere come avrebbe spiegato ciò che voleva dire.
Hana allora cerca in tutti i modi di far capire a Vito che è innamorata di lui, ma lui non ce la può fare (anche perché non pensa che qualcuno si possa innamorare di lui in quanto Filippino, visto che, all’età di otto anni, quando aveva preso per mano la bambina che gli piaceva, lei l’ha respinto malamente dicendogli che la sua mano era sporca) quindi gli ci vorrà un po’ per riuscire ad accettarsi in qualche modo e accettare i sentimenti sinceri di Hanachan. Lei prova in tutti i modi a fargli capire quello che prova, in uno dei loro primi incontri gli regala un porcellino, spiegandogli che a lui dovrà affidare il suo desiderio più grande e che questo glielo realizzerà, mostrandogli poi che lei porta con sé un identico maialino, sottolineando che i due porcellini sono innamorati. (E Vito capisce, perché non puoi essere così tonto, ma ancora finge di non essere interessato. Ed è davvero adorabile, sì!) Oppure, bellissimo quando prende un filo rosso e lo lega al dito mignolo di Vito, prima di legarlo poi al proprio *__* E quel deficiente che fa? Se lo leva! Gnaaaaaa!!
Proseguiamo; Vito però, per arrotondare fa anche un secondo lavoro part-time la notte in un locale dove si scopre poi che vi è uno strano giro di droga, quindi a Vito viene chiesto di non mettersi nei guai e lasciare il lavoro al più presto. Così Vito fa, solo che, proprio quando consegna le dimissioni, per una soffiata e un controllo a campione, la polizia scopre nel suo armadietto della droga. A capo delle indagini c’è lo stesso ispettore che aveva condotto le ‘indagini’ del caso del 2000 (quello dell’omicidio per cui Vito è stato incastrato) che ce l’ha a morte con Vito in quanto mezzo Filippino (ho odiato quell’uomo, ma tanto, tanto, troppo) ma non perché sia proprio Vito una piaga, quanto perché fa di tutta l’erba un fascio per il fatto che in famiglia ha avuto dei precedenti con ‘questo genere di persone’ dice lui.
Quindi si inizia un processo, il primo di una serie di ‘sfortunati eventi’ (io l’ho detto che questo drama mi ha fatto uscire di testa) in cui si cerca di dimostrare l’innocenza di Vito in tutta la faccenda. A condurre le indagini, ovviamente, sono due detective che non si preoccupano minimamente di accertarsi o meno se sia Vito il vero responsabile o no (tanto il danno è fatto, chi se ne frega, secondo me non è colpevole, però, sai, potrei rimetterci .-.). Per cui, visto che ancora al momento Kazuma sensei non intende aiutare Vito e lo dà per spacciato, entra in scena Hanachan che si intrufola in una discoteca, seguendo il vero colpevole che ha incastrato Vito e lo filma mentre spaccia droga. Da qui allora si da a Vito un’altra possibilità, ma siccome non si riesce a trovare nulla che incastri definitivamente il vero colpevole, è sempre Hana che decide di indagare per i fatti suoi e tramite una registrazione che incastra i due detective impegnati nel caso, riescono a scagionare Vito.
Da qui poi, quando Vito ringrazierà il sensei, lui capisce che non può abbandonare quel sorriso - e non c’entra nulla lo slash, io tifo per Vito e Hana- è bellissima la scena in cui Vito lo ringrazia e gli dice: “Sensei, io lo so che non le piaccio, che probabilmente mi odia, ma lei mi piace molto”.
Ebbene, qui allora sembra andare tutto bene, fino a che del cibo che dall’azienda Machimura (ecco, sì, si chiama Machimura foods) è stato consegnato in una scuola, molti bambini e insegnanti vengono ricoverati per intossicazione alimentare. Da qui allora ci sarà un fuggi fuggi di notizie, di ricerca dei colpevoli (perché la Machimura è stata di nuovo incastrata) di comportamenti omertosi da parte dei piccoli commercianti (perché l’azienda che ha ordito tutto questo è potente e tutti hanno paura di rimetterci economicamente) e una denuncia falsa rilasciata dall’ex dipendente che porteranno al tracollo della Machimura foods e al suicidio del capo.
La scena in cui lui con il sorriso osserva il luogo dove ha sempre lavorato è strana perché ti fa presagire che succederà qualcosa, io sono rimasta sconvolta, nonostante me l’aspettassi, dai, sì, anche il discorso che fa alla moglie dicendole che è la cosa più bella che le sia mai capitata e lei che lo guarda stranita. Signora mia, era palese che aveva strane idee in testa. (Che poi, stavolta non ho assolutamente guardato la preview dell’episodio dopo per non farmi spoiler, perché i Giapponesi in questo sono veramente dei maledetti, ti piazzano spoiler a nastro e a tradimento).
Quindi con la liquidazione dell’assicurazione che il capo aveva sulla vita (e di cui la famiglia non sapeva nulla) si rimetteranno in piedi. Non prima però di aver riscattato il nome dell’azienda e del capo stesso, quando Vito riesce con le sue parole, i suoi disperati tentativi e le lacrime (oh cielo che scena quella ç__ç si inginocchia in mezzo alla strada e implora l’unico che sa dove possono trovare le prove di parlare e di aiutarli) a smuovere la coscienza di un dipendente della società corrotta, così da chiarire tutta la situazione. E anche l’ex dipendente testimonierà di aver mentito perché aveva problemi economici e le facevano gola i soldi che le hanno dato i giornalisti per quella falsa dichiarazione.
In tutto questo contesto, è riapparso Oguri Shun Hayashi Seiji, ex capo della banda rivale a quella di Vito e l’uomo per il quale Vito è stato incastrato. Questi è uscito di prigione (perché anche se tuo padre è potente, alla fine se vieni colto sul fatto, sono cazzi tuoi e lui non ci può fare nulla, se non dimettersi e andare a barboneggiare al parco) e subito va da Vito perché lo vorrebbe nella sua banda per vendicarsi di Kai (il ragazzo che lui, Hayashi, ha sfregiato che era tra l’altro il capo di Vito, ma secondo un ragionamento contorto della sua mente da piccolo vandalo incompreso, Vito dovrebbe avercela con Kai perché per colpa sua si è fatto la prigione o.O io resto perplessa dalla logica di quest’uomo).
Vito cerca in ogni modo di levarselo di torno, ma questo non lo molla e gli rivela anche che è stato lui ad aver fatto in modo che l’ex dipendente venisse pagata fior di yen dai giornalisti per rilasciare una dichiarazione scoop. E tra l’altro Seiji s’è anche installato abusivamente a casa della tipa che è tornata dai suoi genitori perché il suo matrimonio si è rivelato essere a sua volta una truffa e lei si ritrova come ragazza madre ._. sì è un casino assurdo.
Sicché Seiji è un tipo abbastanza tosto e fingendo un pentimento e voglia di cambiare che non ha assolutamente, riesce a ‘incastrare’ Vito, perché è troppo buono lui o tremendamente tonto, chiedendogli di andare per lui alla stazione di polizia e firmare un verbale sulla perdita
del proprio portafogli. E mentre Vito e lo stesso poliziotto sono distratti, colpisce la guardia, rubandole la pistola e prende in ostaggio Vito.
Lo porta a casa e lo ammanetta a letto. Tutti i telegiornali quindi non fanno che parlare di lui, di Vito, identificandolo come unico colpevole, perché? Il perché è la cosa più micidiale di tutte, perché nel verbale aveva messo il suo nome e cognome. E qui la domanda sorge spontanea. E io ho messo in pausa e i sono essa a blablare da sola, perché, veramente non c’è logica alcuna: ma io mi chiedo, se Vito avesse davvero avuto intenzione di compiere un reato, ma ti pare che si mette a compilare un modulo e a scriverci sopra il suo nome e cognome? No, questa è una cosa che mi ha mandato ai pazzi! Giuro, mi ha infastidita tremendamente. Eh, insomma, alla fine, sempre Hanachan va a ‘salvare’ Vito. Vorrebbe liberarlo, ma Seiji l’ha ammanettato al letto (no, nulla di sconcio) quindi Hana viene sorpresa e picchiata selvaggiamente. Vito poverino non può fare niente di niente, quindi, disperato e piangente, cerca di fermarlo come può, ma Seiji è fuori controllo, gli mette in mano la pistola e gli dice di andare insieme a uccidere Kai (torra!). Lo libera e poi si mette a cianciare su Hanachan, dicendogli che se non farà quello che gli dice, si divertirà con lei. E qui, tu che pensi? Che fai? Io ho iniziato a parlare da sola e Vito ha fatto esattamente quello che sarebbe stato logico fare in una situazione critica. Hai la pistola? Quello ti sta dando le spalle? Puntagliela in testa!
E così ha fatto, ma Seiji, baldanzoso l’ha sfidato, gli ha preso le mani, puntandosi la pistola al cuore, intimandogli di sparare (poveretto, io non avrei sfidato tanto la sorte, ma lui non c’era tanto con la testa) e Vito non avrebbe sparato, secondo me, non in un punto vitale, magari l’avrebbe solo ferito, non lo so, ma quando gli ha detto Filippino Bastardo qualcosa, come poi dirà lo stesso Vito, in lui si è spezzata e ha sentito le dita premere il grilletto.
Distrutto emotivamente e provato Vito è confuso, non sa che fare e con Hanachan non va subito a costituirsi, sebbene sia la sua intenzione, ma vuole prima mantenere una promessa che aveva fatto alla ragazza nel giorno del loro primo appuntamento (aaaah la scena romantica del bacio che si scambiano -finalmente- sotto un cielo rosa bellissimo è awhn) di vedere insieme il monte Fuji.
Così la porta a vedere quel panorama e quando sta aspettando Kazuma sensei per andare a costituirsi, il poliziotto maledetto lo costringe con la forza, prelevandolo di peso con tante guardie armate, facendolo passare per il terrorista che OVVIAMENTE NON è.
E si arriva dunque al processo dove si deve decidere tra pena di morte o no.
Il processo dura tre giorni nei quali ci sono un susseguirsi e alternarsi di testimoni, tra cui Hanachan, cito solo lei perché c’è il dettaglio rilevante che alla fine, mentre l’accusa (sempre lo stronzo, è sempre lui) sta inveendo contro Vito, calunniandolo, Hanachan se ne esce con un ‘Si sbaglia’ e quindi fa la sua commovente arringa pro Vito, se non che lo stronzo in questione, mentre pare che la giuria sia propensa a essere clemente (ah, sì, perché alla fine, non avendo dimostrato che il primo arresto di Vito e quindi il presunto primo omicidio fosse una falsa accusa, si è scelto di dargli la pena di morte o meno essendo questo il suo secondo reato di questo tipo) svela a tutti che Hanachan è figlia del Mishima ‘assassino’ sdubbiando tutti e creando un casino infernale che porterà di nuovo Hanachan a perdere la voce.
Quindi alla fine, i giurati, discriminando e affatto convinti della buona fede di Vito con un voto di 3 contro 2 decidono per la pena di morte.
In questo frangente Vito sarà depressissimo, mentre fuori l’avvocato e gli amici vogliono ricorrere in appello affinché venga dimostrata che la prima accusa era una falsa accusa e quindi cambiare le sorti di Vito, Vito, poiché ha visto un fiore sbocciare nell’area allenamento, decide che ha avuto l’illuminazione (di cui a me continuava a sfuggirmi il nesso, visto che NON puoi decidere di lasciarti morire perché è nato un fiore!!) e che accetta la pena, che comunque ha preso una vita e da qui non vuole più vedere Hanachan. L’unica persona che vede e con cui chiacchiera è l’avvocato.
Se non che Kazuma sensei continua le indagini e proprio quando è stato deciso il giorno dell’esecuzione, per una ‘botta di culo non indifferente’ grazie alla buonanima di chi vuole scoprire la verità su quanto accaduto nel 2000 si riesce a trovare il testimone chiave, il padre di Hayashi-san, che conferma in extremis che Vito è stato incastrato da lui e che la ‘vittima’ il figlio, non era uno stinco di santo e quindi Vito sarebbe stato al suo primo reato di omicidio.
Vito viene quindi condannato a quindici o dieci anni, adesso non ricordo bene. Tenendo quindi conto dei 5 che s’era già fatto viene poi rilasciato per buona condotta e…
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Nel frattempo Hana, che ha ritrovato la voce, ha iniziato a portare avanti l’attività di Vito e mentre sta servendo dei clienti si vede davanti un Vito bellissimo (Jun è seriamente bello in questo drama) e se lo abbraccia tutto!!
*_________* Allora, lo so, mi sono un po’ sloffiata nelle considerazioni finali, ma ci ho messo tre ore a scrivere questa review e sono un po’ stanca.
Veniamo a noi, perché ho saltato di proposito due cose di cui voglio parlare ora.
La scena più bella è stata quando la guardia carceraria, amica di Vito, trasgredendo le regole, con l’inganno (la sera prima dell’esecuzione) ai danni di Vito, riesce a farlo incontrare con Hanachan. Lui non le vuole parlare, neanche la guarda in faccia, ma alla fine cede, le dice che non l’ha mai dimenticata, che non voleva vederla perché i suoi sentimenti poi avrebbero reso tutto più difficile, che lui ha paura di morire, perché vorrebbe vivere con lei, ma lei lo deve dimenticare che deve trovare un altro uomo con cui essere felice e lei, allora, siccome Vito straparla e dice cose senza senso, riesce a tirare fuori la voce dicendogli che lei vuole lui al suo fianco e vuole essere felice con lui. Sta per dirgli che lo ama, ma lui la interrompe perché vuole dirglielo per primo e le dice che la ama *______________*
Splendida e commovente scena di loro che sono, ovviamente, separati dal muro di plastica trasparente e poggiano le mani le une sulle altre e sono così disperati… mamma che scena bellissima ç___ç
Quindi lei (oh il tutto tra le lacrime mie e loro) gli rivela che è sempre stata innamorata di lui, fin da quel giorno in cui l’ha salvata quando lei
era piccola (che qui io mi chiedo, quanti cavolo di anni hanno di differenza se Vito è sempre più o meno lo stesso e lei sembrava una scolara delle elementari?) -precisiamo, io lo sapevo che dovevano essere connessi in qualche modo, sapevo che fosse lei la ragazzina che lui aveva aiutato, ma mi lasciava perplessa sta cosa dell’età- e che è ossessionata dai maialini, perché lui le aveva dato un fazzoletto con un ‘buta’ ricamato *___* Aaaawhn
Ho amato moltissimo questa storia d’amore, più di quella di Hanayorui Dango (e perché torno sempre lì io non so XD)
Infine, il titolo: mi sono chiesta perché, dato l’alto contenuto angst si chiamasse smile e alla fine è stato così perché il sorriso di Vito è sempre presente è un po’ il perno di tutto e, come gli ha detto il capo prima di morire: il ristorante di Vito si sarebbe chiamato Smile, in virtù di questa sua caratteristica (che piace tanto ad Hanachan).
Però, lasciatemi fare la stupida solo un attimo: il sorriso di Jun è bello, nel drama è importante, ma per me il sorriso di Nino è imbattibile <3.