Titolo: Wherever you are [One Ok Rock]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yaotome Hikaru, Inoo Kei
Pairing: Hikanoo
Rating/Genere: nc-17/ AU, romantico, erotico, fluff
Warning: slash
Wordcount 1.626
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la
diecielode per la tabella 12 Storie - Natura con il prompt ‘Cielo’ e per la
500themes_ita con il prompt ‘fare a pezzi la luna’.
Spin off di
questa storia.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
500themes_itaTabella:
Natura Hikaru tirò un sospiro di sollievo, chiudendosi alle spalle la porta della sala grande: era esausto, ogni giorno gli spettavano quelle che non esagerava definire devastanti ore di sessione di studio intensivo insieme ai membri del consiglio del regno della Luna.
In quanto promesso sposo del Principe di quello stesso reame era suo compito e dovere conoscere la storia passata e le tradizioni del popolo che avrebbe governato insieme e al fianco di Kei.
Ad averli conosciuti Hikaru non faticava a credere per quale motivo il fidanzato avesse cercato di scappare al proprio destino spostandosi sulla Terra, dove si erano difatti conosciuti.
Percorse svelto il lungo corridoio che l’avrebbe condotto finalmente nella propria stanza e quando la raggiunse si permise un lungo sbadiglio, sollevando le braccia verso l’alto, stiracchiandosi.
“Hikaru-san!” una voce perentoria lo riprese per il suo atteggiamento poco elegante e Hikaru trasalì, sentendo poi la risata di Kei, calmandosi all’istante.
“Kei!”lo sgridò per quello scherzo poco carino e il più grande si sedette sul suo letto, battendo una mano sul materasso, incentivando Hikaru a raggiungerlo.
Yaotome non si fece pregare, raggiungendolo e sedendosi accanto a lui, sdraiandosi sul letto, chiudendo gli occhi.
“Mi sono annoiato a morte anche oggi!” ammise, stiracchiandosi di nuovo e Kei lo osservò divertito.
“Devi studiare sodo!” gli ricordò. “Sono ancora un po’ reticenti ad accettare la novità, ma appena capiranno di che pasta sei fatto allenteranno la presa, fidati!”
Hikaru aprì gli occhi guardandolo scettico: “Non parli per esperienza, lo so!” lo smascherò e il più grande unì le ginocchia sul materasso, chinandosi posando una mano sul petto del fidanzato e il mento sul proprio dorso, guardandolo da quella prospettiva.
“No, ma mio padre non faceva altro che ripetermelo, sarà vero!” affermò.
“Mh” Hikaru gli passò una mano tra i capelli e storse la bocca. “Qualcosa mi dice che non ci credi nemmeno tu. Con te sono ancora severissimi!”
Kei si risollevò assumendo un’espressione sconcertata: “Beh, ma io diventerò il reggente, con me devono essere duri!” gli spiegò, ma Hikaru non gli credé nemmeno per un secondo.
“Sei pestifero, ti stanno così addosso per quello!” lo smentì.
“Ah, dettagli. Piuttosto, sii felice perché abbiamo tutto il resto della serata libero!”
“Davvero?” si illuminò il più piccolo.
Kei annuì: “Sì, ho chiesto a mio padre se potevo portarti a fare un giro del posto, in effetti da quando sei arrivato non hai fatto altro che studiare e studiare e non siamo stati insieme e gli ho detto che volevo farti io da tutor per oggi!”
“Aaah, quindi sarà un’altra lezione per me!” finse disappunto Yaotome.
“Forse, ma vuoi mettere me come maestro a quei vecchiacci?” gli fece presente Kei e Hikaru rise, risollevandosi e prendendo l’altro per le spalle.
“Oh, beh, come darti torto, con loro questo non posso farlo di certo!” gli disse, prendendogli il mento e attirandolo contro di sé schiudendo le labbra per baciarlo.
“Lo spero bene per te di no!” sottolineò Kei, facendo ridere il fidanzato.
“Quindi dove andiamo?” domandò Hikaru, curioso e Kei gli tese le mani, alzandosi per primo, tirandolo in piedi.
“Questo è un segreto! Seguimi!” gli disse, tirandoselo dietro e uscendo con lui nell’ampio giardino e allontanandosi dal palazzo.
“Kei…”
“Stai tranquillo, queste terre sono tutte nostre e poi voglio mostrarti il mio posto segreto, un luogo in cui non ci ho mai portato nessuno, a parte Ryo-chan, Dai-chan e Chii-chan!” spiegò mentre faceva un po’ di slalom tra i crateri, fermandosi poi dopo diversi altri metri. “Eccoci, è dietro quella grande roccia laggiù!” gli disse, indicandogli un punto poco lontano da loro. Hikaru annuì e raggiunsero insieme il rifugio segreto di Kei.
“Ti piace?” domandò il più grande, guardando il fidanzato il quale storse appena la bocca.
“Non lo so, non ‘è niente qui, Kei-chan!” gli fece notare, guardandosi intorno.
“Oh eddai, usa un po’ di immaginazione e poi guarda lì!” consigliò, indicandogli un punto lontano nell’immenso cielo.
“Oh!” esclamò il più piccolo, sedendosi e guardando Kei con un sorriso. “È la Terra?” domandò.
Kei si sedette dietro di lui, abbracciandolo in collo, baciandogli una guancia, annuendo.
“Sì!” annuì. “Hai visto? Un’altra prospettiva!” gli fece presente Kei e Hikaru posò la guancia sulla sua, prendendogli poi le mani, attirandolo in avanti di modo che si sedesse tra le sue gambe, stringendolo forte; nascose il volto contro il suo collo, posandogli un bacio nell’incavo della spalla.
“Lo so, quando te ne sei andato e sei sparito senza dire una parola, dopo che Yuri ci ha raccontato la verità, alzavo gli occhi al cielo e avrei voluto fare a pezzi la luna che ti aveva portato via da me” confessò.
Kei lo guardò stupito, non immaginava che l’altro avesse sofferto così tanto per la sua partenza.
“Invece” continuò Yaotome. “Adesso che posso stringerti tra le braccia e siamo insieme, mi sembra il posto più bello del mondo!”
“Ma dai!” Kei gli diede un piccolo colpo al braccio e Hikaru rise.
“Questione di prospettive, no?” gli ricordò, abbracciandolo.
Kei posò le mani sulle sue, piegando indietro la testa sulla sua spalla, osservando il cielo cambiare colore e avvolgerli con i suoi toni caldi. Piegò il capo, osservando Hikaru, i cui occhi si perdevano nell’immensità del cielo sopra di loro e sorrise, sollevando una mano, posandola sulla sua guancia, carezzandolo.
Hikaru lo guardò, sorridendogli dolcemente e si chinò per riuscire a sfiorargli le labbra con un bacio, mentre con le mani iniziava una lenta carezza sulle sue braccia.
Kei sospirò, inarcandosi e voltandosi per riuscire a sedersi meglio tra le sue gambe, allargando le cosce, circondandogli i fianchi.
Quando si separarono, passarono poco tempo l’uno orfano del tocco delle labbra dell’altro, allontanandosi appena il tempo di recuperare fiato, tornando a baciarsi con urgente passione.
Kei si tese, poggiando le ani sulle spalle del più piccolo, spingendolo di modo che l’altro di si stendesse, permettendogli di sistemarsi a sua volta su di lui. Sorrise, separandosi di nuovo da lui e guardandolo dritto negli occhi.
“Che intenzioni hai?” domandò Hikaru, intuendo i pensieri del fidanzato, abbassando le mani sui suoi fianchi.
“Questa è la nostra lezione speciale, no?” gli ricordò il più grande, prendendogli il labbro inferiore tra i denti, tirandolo appena, prima di spostarsi verso l’orecchio.
Hikaru ansimò, rabbrividendo di aspettativa, lasciando che, da sole, le proprie mani si infilassero oltre la maglietta per accarezzare la sua pelle.
“Perché? Anche questo genere di cose funziona in modo differente?” scherzò Hikaru, facendo dell’ironia e Kei gli tirò appena i capelli dispettoso.
“Funziona esattamente nello stesso identico modo!” lo riprese, posando di nuovo la bocca contro la sua, prendendosi l’ultima parola e lasciando l’altro senza alcuna voglia di ribattere perso nel sapore delle sue labbra.
Kei si mosse, sistemandosi meglio su di lui, scivolando sul suo corpo, accarezzandolo con mani curiose al di là dei vestiti, levando un indumento dopo l’altro, sentendo ben presto contro la propria, il calore della pelle di Hikaru.
Il più piccolo, con un movimento repentino dei fianchi, ribaltò le loro posizioni, mandando Kei con le spalle contro la superficie ruvida della luna, sentendolo gemere per il cambiamento imprevisto.
Hikaru sorrise, scivolando con le labbra sul suo corpo e inebriandosi dei brividi che riusciva a strappargli, fiero di essere lui l’artefice di quelle reazioni.
Discese sul suo corpo, disseminandolo di baci e carezze, fermandosi quando arrivò tra le sue gambe, dove iniziò a prepararlo cercando di forzarlo con un primo dito e chinandosi anche con la bocca contro la sua apertura, portandolo velocemente a perdere qualsiasi freno o inibizione stesse trattenendo ancora Kei. Il più grande si tendeva verso quella bocca in grado di fargli provare un piacere così grande, spingendosi contro di essa, desiderando di più.
Si portò un braccio contro il volto, nascondendo il proprio rossore alla vista di Hikaru, il quale pretese che gli permettesse di osservarlo, nel momento in cui sostituiva alle proprie dita il proprio corpo, spingendo in lui in modo deciso, facendo gridare Kei, il quale gli si strinse contro, graffiandogli le spalle e la schiena, mentre asseconda i suoi movimenti su di sé, rendendo il movimento dei loro corpi che si cercavano spasmodici più fluido.
Hikaru lo prese per i fianchi, stringendolo contro di sé, sistemandosi meglio in ginocchio e con una forza che lui stesso non sapeva di possedere, sollevò il più grande, il quale gli allacciò le gambe dietro la schiena, muovendosi su di lui, veloce, lasciando che la voce si liberasse nell’aria e verso il cielo, quasi capace di sfiorarlo nel momento in cui, sentendo la stretta di Hikaru su di sé e il suo corpo dentro il proprio, venne tra i loro corpi.
Nascose il volto contro il collo del fidanzato, cercando di riprendere fiato e sforzandosi ancora di non lasciarsi andare, muovendosi ancora insieme a Hikaru, permettendo poco dopo anche all’altro di seguirlo nel piacere.
Hikaru attese qualche istante prima di uscire dal corpo del più grande, tenendolo stretto in un abbraccio, tornando a chinarsi in avanti, facendo stendere Kei di nuovo sotto di sé, prima di separarsi da lui. Il principe del regno della Luna mugolò di disappunto, tenendo ancora le braccia allacciate al collo del fidanzato per sentire ancora su di sé il suo calore.
Hikaru rise, carezzandogli il volto e le braccia, rivestendosi, indossando i pantaloni, aiutando poi anche Kei a darsi una sistemata, attirandolo poi nuovamente tra le proprie braccia.
“E così questa era la lezione di oggi…” mormorò Hikaru, divertito.
“Sì, interessante, vero?” scherzò Kei, malizioso.
“Molto!” concordò con lui il più piccolo, baciandolo sulle labbra.
“Sono contento che tu sia qui, Hikka” confidò Kei, stringendolo, posando la testa sulla sua spalla, lasciandosi cullare.
Hikaru gli baciò una tempia, poggiò la testa sopra la sua, passandogli le mani sulle braccia e sulla schiena: “Il mio posto è qui, Kei, e dovunque tu sia io ti seguirò” promise.