Titolo: Sandals
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyama
Rating/Genere: PG/ drabble, fluff, AU!baby
Warning: ---
Wordcount 100
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la
think_fluff per la tabella Estate con il prompt ‘Sandali’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
Estate “Va meglio così?” Daiki piegò la testa per riuscire a scorgere il viso di Ryosuke.
“Sì, grazie!” rispose Yamada. “Scusami, sono pesante! Ti prometto che d’ora in poi mangerò meno dolci!” affermò, stringendo tra le mani il laccino del sandaletto che gli si era rotto.
“Non sei pesante, Ryo-chan!” lo rassicurò l’altro, quando l’aveva visto saltellare da un piede all’altro con le lacrime agli occhi si era preoccupato. “Senza scarpe risalire la spiaggia è difficile! Almeno così non ti scotti i piedi!” gli sorrise ancora.
Yamada lo strinse forte in collo dandogli un bacio sulla guancia: “Ti voglio proprio bene, Dai-chan!”
*
Titolo: Tra te e il mare
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyama
Rating/Genere: PG/ romantico, fluff, AU
Wordcount: 795 fiumidiparole
Disclaimer: I personaggi non sono miei, non li conosco personalmente e quanto di seguito accaduto non vuole avere fondamento di verità. La storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.
Warning: slash
Note: la storia è scritta per la
think_fluff per la tabella Estate con il prompt “mare”.
Tabella:
Estate “Daiiikiii!”
“…”
“Daaaii-chaaan!”
“…”
“Mhnghmngh!”
Daiki sollevò lo sguardo dal quaderno e si voltò a osservare il fidanzato.
“Cosa c’è?” gli chiese esasperato.
“Daiki, mi annoio!” gli rispose. “E ho caldo!”
“Lo so, Ryo, ma io non ci posso fare niente… cerca di distrarti” suggerì, indicandogli i quaderni sparsi sul tavolo.
“Oh, ma che barba! Io non mi distraggo facendo i compiti, mi annoio ancora di più!” continuò a lamentarsi portandosi le ginocchia al petto e battendo i piedi per terra, guardando l’altro con la coda dell’occhio, fino a che Daiki non fu costretto ad arrendersi.
“Hai vinto, cosa vuoi fare?”
Yamada sorrise e saltò al collo del fidanzato.
“Andiamo al mare!” propose il più piccolo, guardandolo con occhi luminosi e accarezzandogli i capelli con le mani.
“Eh?”
“Sì, sono sicuro che lì ci sarà un bel fresco, io mi ristorerò e poi tornerò a fare i compiti con più impegno e passione!” assicurò.
“Tu non fai mai i compiti con impegno e passione” lo smontò il più grande e Ryosuke mosse una mano per aria come a dire che quell’osservazione non fosse necessaria. “E poi lo sai anche tu che quando rientreremo a casa troverai una scusa per rimandare o ti addormenterai perché sei stanco” elencò, dimostrandogli che lo conosceva perfettamente da prevenire ogni sua azione e Ryosuke si volse a guardarlo chinando il capo.
“Non ho capito, però, mi ci vuoi portare al mare o no, allora?” chiese per conferma, facendo ridere Daiki che si sporse a baciargli le labbra, alzandosi dal pavimento.
“Ma certo che sì, lo sai che non ti posso negare niente. Andiamo!” lo spronò, tendendogli le mani per aiutarlo a sollevarsi e Ryosuke sorrise.
“È per questo che ti amo, Dai-chan!” gli disse, andando a prepararsi.
*
La spiaggia era pressoché deserta, anche se le temperature quel giorno avevano toccato picchi altissimi non era ancora stagione, per cui solo qua e là si vedevano poche persone che passeggiavano.
Non appena erano scesi dal pullman, Yamada era corso dentro la pineta, arrivando fino alla spiaggia, osservando entusiasta il mare e inspirando a pieni polmoni l’aria salmastra, aprendo le braccia lasciando che una leggera e fresca brezza gli portasse ristoro.
“Si sta benissimo!” parlò a voce alta voltandosi e facendo cenno con la mano a Daiki di raggiungerlo velocemente. “Dai-chan, muoviti!” gli disse, saltellano sul posto come fosse un bambino e prendendolo poi per mano. “Ti va se ci avviciniamo? Vorrei toccare l’acqua!” gli chiese e Daiki non poté fare altro che annuire di rimando, seguendolo, lasciandosi trasportare dal suo entusiasmo.
Non appena misero piede sulla sabbia, Yamada si scalzò, abbandonando le proprie cose a loro stesse e corse verso la riva, sollevandosi l’orlo dei pantaloni bagnandosi i piedi fino alle caviglie, avanzando fino a che l’acqua non gli sfiorò i polpacci e fu costretto a tornare indietro.
“Daiki! Daiki! Vieni anche tu, dai!” lo pregò, prendendogli le mani nelle sue e chinandosi a sollevargli le gambe dei jeans.
“Cosa fai?” gli chiese divertito il più grande, scuotendo poi il capo e togliendosi a sua volta le scarpe.
“Andiamo!” Yamada lo tirò verso la riva, facendo in modo che si bagnasse i piedi e Arioka tornò subito indietro, rabbrividendo.
“Ma è gelida!” recriminò, facendo ridere Yamada che cercò di nuovo di tirarlo in avanti.
“Eddai, per così poco! Vieni che poi ti abitui!” gli disse, schizzandolo un po’ con i propri piedi e venendo a poco a poco ripagato dall’altro con la stessa moneta.
“Ehi, no, così non vale!” cercò di fermarlo il più piccolo, quando Daiki si chinò per spruzzarlo anche con le mani e Yamada allora iniziò a correre sulla riva per sfuggirgli, venendo subito inseguito dall’altro.
“Ryo, fermati o rischi di cadere!” lo mise in guardia.
“Come no, così poi mi acchiappi e mi fai il bagno!” non si lasciò ingannare.
“Non ti faccio niente, non voglio che poi prendi freddo e ti ammali!” precisò Arioka.
“Oh, ma sentitelo! Chi sei mia madre?” Yamada lo prese in giro per quell’accortezza, voltandosi e camminando al contrario, mettendo però un piede in fallo sulla sabbia, rischiando di cadere all’indietro in acqua se non fosse stato poi per Daiki che lo prese rapido per un polso, riportandolo in avanti, stringendoselo contro.
Yamada rise, circondandogli il collo con un braccio, sentendo il proprio cuore battere velocissimo per lo spavento appena preso.
“Grazie!” gli disse, stringendosi meglio a lui, sentendo l’acqua del mare solleticargli le caviglie.
“Io te l’avevo detto!” lo rimproverò il più grande, sistemandogli un ciuffo di capelli e restando incantato a osservare il suo volto, sorridendogli.
“Che c’è?” chiese Yamada colpito da quel silenzio.
“Niente” rispose semplicemente Daiki scuotendo la testa, sporgendosi per baciarlo. “Sono felice quando sei felice” gli disse sincero.
“Tu mi rendi felice, Daiki” sottolineò Ryosuke, abbracciandolo meglio in collo e tendendosi per farsi baciare ancora.