Sull'onda dell'entusiasmo per l'
Alfabeth!Challenge ideato da
Pucchyko_Girl ecco qui che propongo anche in questo fandom questa bella e divertentissima iniziativa.
Scrivere 26 drabble (tante quante le lettere dell'alfabeto, contando anche quelle straniere) su una coppia di personaggi. Ovviamente, io ho scelto Arthur e Merlin.
Ringraziamenti: a Releuse che mi ha aiutata a concludere l'alfabeto consigliandomi sulla lettera X per la quale non avevo assolutamente idee... è una lettera malefica quella!
Note: negli avvertimenti ho messo un po' tutto perché in effetti ho trattato vari temi. Qui, prima di iniziare la lettura volevo segnalare anche che ci saranno dei riferimenti alla prima e alla seconda stagione. Sono irrilevanti penso, ma ho preferito specificare per chi ancora non le avesse viste, anche se mi sembra un po' improbabile.
Ichigo
L'alfabeto Magico
Arthur Pendragon, l'Asino Reale per antonomasia, il borioso Principe di Camelot e io, un semplice contadino, il suo valletto. Mi domando ancora come sia potuto succedere, dopo quell'incontro che tutto era stato, fuorché rispettoso.
Non andiamo per niente d'accordo, io sono cocciuto, lui anche di più, si caccia spesso nei guai, dai quali sono sempre io a doverlo aiutare a uscirne, ma non rimpiango niente, al contrario, voglio stargli accanto: è questo il mio destino.
Perciò, quando, ancora prima di entrare nelle sue stanze, il suo 'Merlin!' lo precede, facendomi sospirare infastidito, io con un sorriso, gli rispondo: "Sì, Sire!"
Baci rubati, bramosi e passionali, nascosti dietro un angolo, contro il muro, quando loro si incontrano per caso per i corridoi del castello.
Baci galeotti, eccitanti, per paura di essere scoperti.
Baci gentili, nell'intimità della notte, nel calore di coperte di pelle, in quel grande letto a baldacchino.
Baci infuocati per estinguere la sete l'uno dell'altro, dopo una giornata particolarmente pesante, in cui, divisi tra doveri di corte e faccende domestiche, non hanno avuto il tempo per scambiarsi neanche uno sguardo.
Baci teneri, tocchi di labbra fugaci, che si confondono in una dichiarazione eterna di fedeltà rinnovata e protezione devota.
Caccia, che sport inutile! Per motivi di sopravvivenza l'avrebbe capito, ma Arthur aveva una vera e propria fissazione e, nonostante sapesse che lui era assolutamente negato per assisterlo, si ostinava a portarlo con sé. Per forgiare il tuo corpo e il tuo spirito, diceva. Merlin non ci credeva neanche un po'. Arthur voleva solo avere un pretesto in più per rimproverarlo e sottolineare le sue mancanze. Però, doveva ammettere, quando qualcosa di buono la faceva, il sorriso che compariva sul volto del giovane Pendragon era speciale e le parole di congratulazioni sincere, riuscivano a cancellare tutti i precedenti brutti pensieri.
'Duello fino alla morte'.
Le parole del Re mi rimbombano ancora nella testa.
Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio, ma il mio cuore, per una frazione di un istante, ha smesso di battere. Arthur, nonostante quello che andava asserendo, non era proprio nella condizioni migliori per combattere.
"Ehi?" mi richiama, posandomi una mano sul dorso.
Mi specchio in quegli occhi di mare e quella sensazione di paura ancora non mi lascia: avrei potuto perderlo per sempre e non avrebbe mai saputo cosa provo realmente per lui.
"Siete uno stupido!" lo ammonisco e ricomincio a curare le sue ferite.
Eucalipto, Santoreggia e Malva.
Arthur era malato e Gaius aveva chiesto a Merlin di preparare un infuso con quegli ingredienti, raccomandandogli di fare alla svelta.
Il Mago aveva preparato tutto, tornando, rapido, dal Principe. Arthur aveva osservato il liquido con sospetto, l'odore non era dei migliori per cui lo trangugiò in un sorso.
***
"Merlin" Gaius scosse il capo, osservandolo ricoperto di verdure marce dalla testa ai piedi. "Questo succede perché non stai attento alle mie spiegazioni!"
Merlin sbuffò: quei nomi erano tutti uguali!
"Aloe, Eucalipto... cosa vuoi che cambi!" rispose divertito.
Per Arthur, invece, la differenza la faceva eccome!
Filtro d'amore, avrebbe dovuto pensarci subito!
Era impossibile che quell'asino si innamorasse, no, meglio, si rincitrullisse per quella Lady Vivian.
Era al suo servizio da diverso tempo e poteva dire di conoscerlo meglio del padre stesso, conosceva i suoi gusti, Arthur era... Arthur era innamorato di … Gwen.
Lei avrebbe rotto l'incantesimo.
Sì, però...
Arthur non era in sé, non avrebbe ricordato...
Merlin lo prese per le spalle, si sollevò sulle punte dei piedi e...
"Merlin, cosa...? Perché indosso l'armatura?"
Merlin non capiva: ma non doveva...?
"Lascia perdere, me lo dirai dopo" e, attirandolo nuovamente a sé, Arthur lo baciò.
Ginevra è diventata la nuova regina di Camelot. La folla la acclama gioiosa, finalmente si prospetta una nuova florida Era per Albion.
Merlin la osserva, raggiante accanto ad Arthur, mentre gli sorride e sorride imbarazzata alla folla.
Merlin stringe i pugni, corre nel bosco: ha bisogno di stare solo e calmarsi, per riuscire a essere il servitore fedele e l'amico sincero.
Eppure è impossibile fermare il rullare impetuoso di quel cuore che tenta di zittire l'eco delle sue ultime parole.
"È il mio dovere, Merlin, ma il mio Destino sei tu e io ti amo e così sarà per sempre!"
Hunit era stata felice di rivedere il figlio. Anche se si erano ritrovati in un momento difficile per Ealdor, lo trovava bene. Molto spesso, era stata tormentata dai dubbi per la sua decisione di lasciarlo partire: per lei era ancora un bambino, ma sapeva che il suo Destino doveva compiersi. E non se ne pentiva, soprattutto adesso che lo vedeva aiutare la propria gente, accanto a quella persona speciale che, sapeva, l'avrebbe capito e protetto: bastava osservare il modo in cui stavano vicini e si guardavano e cercavano l'un l'altro, per rendersene conto. E queste cose, una madre le sa.
Incubi, da alcune notti non riusciva a dormire, sentiva diverse voci dentro la sua testa, non c'era più solo quella del Drago. Forse la sua magia stava cercando di comunicargli qualcosa, ma... cosa?
Non lo sapeva. Gaius era in visita in un paese vicino e non poteva parlare con nessuno. Uscì all'esterno per prendere una boccata d'aria e, con sua sorpresa, seduto sui gradini esterni, una coperta sulle spalle, vide Arthur.
Il Principe si volse
"Non riuscite a dormire?" chiese.
"No, neanche tu?"
Merlin scosse la testa.
Arthur spostò la coperta, invitandolo a sedersi accanto a sé.
Merlin sorrise: "Grazie."
"Just-say-it!"
Merlin lesse velocemente quel semplice incantesimo della verità e sorrise.
Quella stessa sera, nella sua stanza, il Principe beveva con gusto il proprio vino sotto gli occhi divertiti del suo servitore.
Il Mago attese qualche momento, poi si sedette accanto al biondo.
"Sire, posso farvi una domanda?"
Senza attendere risposta, continuò: "Cosa pensate realmente di me?"
Senza pensare, Arthur si ritrovò ad ammettere con sincerità: "Sei sbadato, inconcludente, lento nello svolgere le faccende, un disastro nella caccia e con le armi, ma, nonostante questo, non potrei mai sostituirti, perché mi fai stare bene e mi piaci così come sei."
King Arthur : questa la profezia fatta dal Drago. Per il bene di Camelot e di tutta Albion, presto così sarà. E io dovrò essere al suo fianco, sostenerlo, guidarlo, fargli da consigliere e nulla più. Quello che abbiamo condiviso deve finire. Arthur dice che non gli importa e mi ama, ma io so che, prima o poi, tutto questo finirà. Per il bene di entrambi, non possiamo tirare ancora troppo la corda, uno di noi deve prendere una decisione e quella persona devo essere io. Lo amo e, proprio per questo, devo lasciarlo libero di compiere il suo Destino.
Lago ghiacciato d'inverno, acqua liquida e calda d'estate, non ci voleva poi molto a fare l'equazione logica, no?
Invece Arthur, in pieno Agosto, si era svegliato con quell'assurdo desiderio di scivolare sul lago ghiacciato.
"Vostro padre poi darà in escandescenze, ma voi proprio non conoscete il detto: 'non svegliare il can che dorme?'" tentò ancora di farlo ragionare il Mago.
"Fallo, ora!" ordinò Arthur, indicando la superficie chiara con il dito.
"Eh, certo, tanto poi quello che ci potrebbe rimettere la vita sono io!" borbottò, prima di tendere, comunque, una mano verso l'acqua, gli occhi cambiare colore e sussurrare: "Glaceo."
"Magia..."
"Sì, sire!"
"Nel mio Regno..."
"Sì, Sire"
Merlin, seduto sul letto, osservava Arthur fissarlo e parlargli con una calma che non si sarebbe mai aspettato.
Non sapeva se considerare la cosa positiva o meno.
"Tu saresti un mago?" chiese ancora.
"Sì, sire!" chinò il capo.
Alla fine si era scoperto, ma aveva dovuto: Arthur era in pericolo e lui aveva agito d'istinto, non se ne pentiva, perché il Principe era salvo, solo questo contava.
Lo sentì alzarsi, fare pochi passi per raggiungerlo e quelle mani grandi posarsi sulle sue esili spalle, labbra gentili sulla fronte e un sussurro: "Grazie!"
Nessuno aveva avvisato Merlin su quello che avrebbe potuto trovare a Camelot. Aveva messo in conto tutte le novità e le difficoltà che avrebbe potuto trovare rispetto al suo paesino di campagna, ma non credeva che avrebbe incontrato degli Asini che circolavano liberi anche dentro le mura.
"Basta così, ti sei divertito, amico mio."
"Ti conosco?"
"No, sono Merlin."
"Non ti conosco, ma mi hai chiamato amico mio."
"Errore mio, non ho mai avuto un amico così Asino."
"Né io uno così stupido."
Nessuno aveva avvisato Merlin, né nessuno aveva avvisato Arthur, che quell'Asino e quell'idiota si sarebbero reciprocamente innamorati.
Orecchie a sventola, fisico acerbo e magrolino, gambe troppo sottili, simili a due stecchi. Mani ruvide e un po' callose, a causa del lavoro nei campi, bocca troppo grande su un viso magro e leggermente infossato, pelle chiarissima come quella di una fanciulla. Merlin non può certo dirsi bello: esteticamente parlando non rispecchia i canoni di oggettiva beltà. Anche nei modi è spesso un po' rozzo. Eppure, quando Arthur lo guarda, non può fare a meno di considerare quelli che sono normalmente definiti comuni difetti estetici, particolari che, ai suoi occhi, lo fanno, invece, apparire ancora più interessante e... affascinante.
Profumo di abeti e pioppi, di aria fresca e sole, terra bagnata e gocce di rugiada. Questo era per Arthur l'odore di Merlin, l'avrebbe riconosciuto ovunque.
Stare con Merlin era come correre a piedi nudi sul prato, una ventata di libertà, era come entrare in un mondo nuovo in cui lui non era un Principe, costretto da leggi assolute da rispettare, ma poteva essere se stesso, ridere e giocare e vivere davvero, in compagnia dell'unica persona al mondo di cui non avrebbe mai potuto fare a meno. Merlin era il suo migliore amico, l'amante fedele, il suo compagno di vita.
Qualità, difficile elencare quelle di Merlin.
Non può certo dirsi un giovane abile nelle arti come arco o lancia. Arthur ha provato a insegnargli le basi della lotta, ma invano: nel corpo a corpo avrebbe di sicuro la peggio. Nella caccia, poi, non riesce a mimetizzarsi, fa rumore e inciampa sui suoi stessi piedi. Eppure quello sguardo è sempre determinato, anche se sbuffa, sa ascoltare e osservare. Arthur spesso lo sorprende mentre studia le sue mosse, per imparare.
Merlin non sarà un giovane da prendere a esempio, però non si arrende mai e questo per Arthur è più che sufficiente.
Regole di comportamento, regole d'onore, regole morali. La vita di un Principe è fatta di comandamenti e doveri. Regole assolute che lo guideranno per diventare un buon Re.
Merlin, invece, non ha mai avuto regole. A Camelot, però, ha dovuto imparare a convivere con esse, rinunciando a essere se stesso per un bene più grande.
Ma Arthur e Merlin, nonostante tutto, non rispettano né le regole scritte né quelle enunciate.
Ma l'unica regola, la più importante e assoluta quella non la tradiranno mai: la Regola del proprio cuore che piano sussurra e li spinge, giorno dopo giorno, l'uno verso l'altro.
Seducente sulle coltri del mio letto sfatto, lo osservo che riposa accanto a me. I capelli scuri sparsi sul cuscino, la bocca schiusa, il respiro lento e caldo.
Prono, le coperte posate sui fianchi che lasciano scoperta la schiena. Lo accarezzo gentilmente, seguendo la linea della colonna, le scapole appuntite, la nuca fine.
Sfioro la sua spalla con un bacio: Merlin ha il sonno leggero e si desta.
"Mmm... di nuovo?" mormora assonnato.
"Sì" sussurro, "sei stanco?" chiedo, sfiorandogli lo zigomo con le labbra.
Lui si volta supino, mi cinge il collo e mi bacia sulla bocca: "Di voi? Mai!"
Troppo delicate, quelle mani su di sé, erano troppo leggere e dolci mentre lo lavavano: non avrebbe resistito.
Da tempo si era accorto che Merlin non lo lasciava indifferente. Si era scoperto a desiderare che arrivasse quanto prima la sera per poter restare solo con lui, nel calore della stanza da bagno, per sentire quelle mani accarezzarlo, ma adesso, non gli bastava più. Desiderava a sua volta toccare quella pelle chiara e, immaginava, morbida.
Merlin immerse le mani nella vasca per bagnare la pezza e Arthur lo vide arrossire e fuggire il suo sguardo.
Sorrise: non era solo lui, allora.
Uscire di nascosto da casa di Gaius nel cuore della notte. Percorrere silenzioso i corridoi del castello, incantando e ingannando le guardie per non essere scoperto. Scivolare rapido nelle camere del Principe, chiudere velocemente la porta, sollevato. Questa, da diversi mesi, è la prassi per te.
"Sei in ritardo" ti ammonisce, venendoti vicino, impaziente.
Ti volti e sorridi: "Scusa, ma Gaius..." non ti lascia concludere.
"Cosa intendi fare per farti perdonare?" malizioso te lo sussurra direttamente nell'orecchio e, mentre ti lasci stendere sul suo letto sai che, quanto state per condividere, non sarà una punizione, ma un premio per entrambi.
"Volevo dirtelo, davvero!"
"Non ti credo! Come posso, Merlin?"
"Non dire così, Arthur... io... non volevo nascondertelo, però..."
"Però, cosa? Non pensavi che avrei capito? Credevi che ti avrei consegnato a mio padre? Perché, Merlin? Io mi fidavo di te, ma tu non mi hai ritenuto degno di..."
Il Mago lo interruppe: "Avevo paura, d'accordo? Non volevo che lo scoprissi così, volevo dirtelo, ma... appunto volevo che mi conoscessi prima e che ti fidassi di me per..."
Arthur lo fermò, alzando una mano per farlo tacere.
"Arthur..." lo chiamò.
"Non adesso, Merlin. Adesso lasciami da solo, ho bisogno di pensare..."
"W Re Artù! W Re Artù!"
"Basta!"
Artù si abbandonò esausto sul letto.
Merlino chiuse i battenti delle finestre, isolando le voci che acclamavano con gaudio il nuovo sovrano. Si avvicinò al letto, riconoscendo quell'espressione esasperata sul viso di Artù, anche se adesso era Re, rimaneva sempre l'Asino che conosceva.
"Siete stanco, vostra Altezza?" chiese ossequioso, rimboccandogli le coperte.
"Mmm..." si lamentò l'altro. "Non mettertici anche tu!" si volse di lato, chiudendo gli occhi.
"Resta con me" chiese poi.
Merlino sorrise, chinandosi a sfiorargli la fronte con un bacio: "Quello che desidera il mio Re per me è un ordine!"
"XII° discendente del casato del..."
Non ne poteva più! Era distratto e, nonostante il palese disinteresse, il precettore si ostinava a spiegare dinastie e generazioni di regni lontani.
Sul banco accanto al suo, Arthur ronfava con la testa nascosta tra le braccia.
Gli lanciò un'occhiataccia: quello dello scrivano non rientrava nei suoi doveri, Arthur doveva prendere da solo gli appunti della sua lezione.
Sbuffò e riprese a scribacchiare sul foglio.
"Merlin, cosa è questa roba?"
"I vostri appunti, Sire."
"Ma non si capisce niente!"
"Voi dite? A me sembrano chiarissimi!" disse vago, osservando la lezione trascritta nella lingua dell'Antica Religione.
Ygraine, Arthur pensava spesso a lei, Merlin lo sapeva.
Quando, nel cuore della notte, scivolava fuori dal letto, lontano da lui, il moro lo sorprendeva con lo sguardo perso a osservare la luna nel cielo scuro.
Il Mago provava molta pena per lui: il Principe era solo un ragazzo tanto forte quanto fragile, che ogni giorno si domanda il perché di un simile Fato.
Merlin si sentiva impotente per non poter far nulla per alleviare la sua pena. Poteva solo socchiudere gli occhi, liberare la sua magia e lasciarla correre da Arthur, per avvolgerlo come braccia materne in un'illusione d'affetto.
Zittire Merlin non era facile. Aveva provato in svariati modi a impartirgli l'educazione, non poteva fare sempre quello che voleva: parlargli in tono saccente, rispondere senza essere interpellato, contrastare le decisioni del Re.
La gogna non era servita, anzi, una volta libero tornava da lui ancor più battagliero, le prigioni, neanche, alla fine, riusciva anche a farlo sentire in colpa per avercelo mandato, però, quel metodo, oltre che riuscire nell'intento, aveva anche un che di gratificante quando sentiva le sue labbra morbide schiudersi in un sospiro e accoglierlo remissive.
Zittire Merlin non era impresa da poco, ma certo non impossibile.
Note dell'Autrice: Ed ecco qui terminato anche l'alfabeto su Arthur e Merlin! È stata una prova durissima questa, rispetto al precedente tentativo. Il fandom non si prestava moltissimo specie per le lettere straniere ho dovuto faticare un po'. Però, alla fine il risultato mi piace.
Alcune considerazioni: per quanto riguarda la lettera E ovviamente mi avvalgo della preziosissima licenza poetica per quanto concerne l'uso o meno in quel periodo delle erbe usate, per quanto riguarda i principi attivi, grazie alla fedele Wikypedia, sappiate che l'Eucalipto è una fragranza utile contro il raffreddore, l'Aloe come lassativo ^^ forse adesso la drabble è più comprensibile ^o^
J (Just say it! 'Dillo') ringrazio Witch per il suggerimento. In teoria non sapevo come sfruttare quell'espressione, non potevo certo mettermi a fare un mix anglo-italiano, se non che, quando stavo per cestinare il suggerimento, mi è venuto in mente un modo per raggirare il sistema. E se fosse il nome di un incantesimo? Da lì, la nascita della drabble.
L, ovviamente l'ultima parola è inventata, non ricordo se in qualche episodio Merlin usi un 'incantesimo del ghiaccio' quindi ho volato un po' di fantasia, se qualcuno dovesse saperlo o ricordare l'incantesimo in qualche puntata, fatemelo sapere che provvederò a cambiare ^^
I dialoghi presenti nella N sono presi dalla puntata 01x01 sul primo incontro tra Arthur e Merlin.
W, come avrete notato è l'unica drabble in cui appaiono i nomi italiani. Fin dalla prima fanfiction che ho scritto su questo fandom ho deciso di adottare i nomi originali (per lo meno per quel che riguarda Arthur e Merlin) ma ho dovuto fare questa eccezione in quanto, l'illuminazione per questa lettera, mi è venuta ripensando al cartone animato della Disney 'La spada nella roccia' in cui, alla fine, dopo che Semola estrae la spada e diventa quindi Re, c'è la folla che lo acclama appunto con quella frase che mi ha ispirata e mi sono dovuta, per forza di cose, adattare.