Titolo: Machi kara hanare shibuki wo abi ukiashidatsu hamabe e (Allontaniamoci dalla città e schizzandoci fuggiamo verso la spiaggia) [Summer Splash - Arashi-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Inoo Kei, Yaotome Hikaru, Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Hikanoo; Ariyama
Rating/Genere: PG
Warning: slash
Wordcount 4.404
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la
think_fluff per la tabella Estate con il prompt ‘Barbecue’, per la
diecielode per la tabella 12 Storie - Ricorrenze con il prompt ‘Estate’ e per la
500themes_ita con il prompt ‘alba tremolante’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
500themes_itaTabella:
EstateTabella:
12 Storie - Ricorrenze Kei si svegliò abbastanza presto quella mattina: nonostante fosse in vacanza e non avesse assolutamente impegni, il caldo iniziava a farsi sentire già dalle prime ore della mattina costringendo il ragazzo a una forzata sveglia mattutina. Scostò il lenzuolo tirandolo via con i piedi e sperò in quel modo di riuscire a trovare un po’ di sollievo, ma senza successo: si sentiva troppo accaldato e niente gli avrebbe portato ristoro se non una bella doccia fresca o un bagno in mare. Con il pensiero di questa prospettiva si impose di aprire gli occhi, portandosi una mano davanti al viso quando si accorse che fin troppa luce entrava dalla la finestra che aveva lasciato aperta nella speranza che durante la notte rinfrescasse, ovviamente senza successo. Si alzò a sedere di scatto, chinando lo sguardo nella parte di letto che sarebbe dovuta essere occupata dal fidanzato, ma la trovò vuota. Decise allora di alzarsi e andare a cercarlo, uscendo per prima cosa in terrazza e trovandolo seduto al tavolo nel piccolo balconcino che faceva colazione.
“Buongiorno, Kei!” lo salutò Hikaru, posando la macchina fotografia con cui stava armeggiando riguardando le foto che avevano scattato in quei giorni e il più grande annuì, avvicinandosi a lui e chinandosi per sfiorargli le labbra con le proprie per salutarlo, sentendosi poi tirare dall’altro per un gomito.
“Ah, Hikka!” si agitò infastidito, quando l’altro lo costrinse a sedersi di traverso sulle sue gambe. “Ho caldo e sono tutto sudato…” gli fece presente, sentendo l’altro circondargli la schiena con un braccio.
“E allora?” gli domandò il più piccolo. “Adoro tutto di te, anche quando sei sudato” gli fece presente, prendendolo in giro e lasciandolo poi libero di sollevarsi, prima che si irritasse di più.
“Non va bene! Fa troppo caldo qui!” si lamentò Inoo, sedendosi al tavolo e versandosi in un bicchiere un po’ di tè fresco dalla caraffa per fare colazione.
“Kei, è estate, siamo in pieno Agosto, direi che non possiamo farci molto, non credi?”
“Ma io non dico che non vada bene, ma mi sembra un po’ eccessivo!” continuò a prendersela con le temperature esterne, poggiandosi con le spalle allo schienale della sedia e voltandosi quando sentì il rumore della porta scorrevole del balcone accanto al loro aprirsi.
“Buongiorno!” li salutò la voce allegra di Yamada, sporgendosi oltre la ringhiera.
“Mh” gli rispose Kei, sollevando una mano in cenno di saluto, sorseggiando ancora il proprio tè e Hikaru rise.
“Cos’ha?” domandò Daiki, comparso dietro le spalle del fidanzato, abbracciandolo da dietro.
Yamada rise e volse appena il capo per spiegargli: “È sicuramente irritato dall’afa, vero?” chiese conferma a Hikaru che subito annuì.
“Oh!” comprese Daiki, sporgendosi per baciare il fidanzato sulla bocca, venendo guardato malissimo da Kei.
“Ma come fai?”
“A fare cosa?” lo interrogò Daiki.
“Come fate a stare così appiccicati anche con questo clima?” disse, indicandoli e i due ragazzi scoppiarono a ridere. “Bah, mi fate venire caldo solo a guardarvi!” li rimproverò e Hikaru lo punzecchiò con un dito su un fianco.
“Kei-chan! Non è una cosa da dire! È pur sempre mio fratello e io sono qui con te!” lo rimproverò, guardandolo in modo allusivo quando Kei si volse verso di lui con fare confuso: in quel momento non capiva assolutamente niente.
“Oh…” comprese dopo qualche istante. “Guarda, Hikka, in questo momento il sesso è l’ultimo dei miei pensieri, credimi!” gli disse, alzandosi e salutando i tre. “Vado a farmi una doccia!” comunicò, salutandoli con una mano.
Hikaru si volse verso il fratello e il fidanzato e con espressione divertita chiese loro: “Secondo voi era un velato invito?” scherzò, mettendosi a ridere e contagiando anche gli altri due.
“Hikka! Senti, noi scendiamo in spiaggia, quando Kei è un po’ più rilassato ci raggiungete? Stavamo pensando di fare un barbecue stasera!” propose Yamada entusiasta. “Ho visto che di sotto c’è la possibilità di chiedere tutto il necessario per accendere il fuoco, se vi va potremo andare a prendere la carne nel pomeriggio, che ne dici?” domandò speranzoso al più grande il quale non ebbe bisogno di pensarci più di tanto prima di dargli il proprio assenso.
“Evviva! Sono sicuro che anche Kei non potrà resistere a questa proposta!” assicurò, voltandosi poi verso il proprio fidanzato con occhi luminosi.
Daiki gli passò una mano tra i capelli e annuì.
“Noi allora scendiamo, raggiungici dopo!” disse Yamada, lasciando poi Hikaru da solo, il quale finì di fare colazione, prima di tornare nella stanza.
Qui vide Kei, appena uscito dalla doccia e con ancora l’accappatoio addosso, che sceglieva il costume da indossare quel giorno, si avvicinò a lui gettandosi di schiena sul letto e da quella prospettiva scattò una foto al fidanzato.
“Ehi!” lo rimproverò il più grande, accennando però un lieve sorriso, di umore decisamente migliore rispetto a quando si era svegliato, colpendogli le gambe per farlo spostare dal letto. “Dai, devo scegliere cosa mettermi!” gli disse e Hikaru si scostò di lato, tirando via da sotto il sedere un costume sul quale si era sdraiato senza accorgersene, tendendoglielo.
“Questo!” lo consigliò.
Kei lo prese in mano squadrandolo.
“Mh, ma l’ho messo due giorni fa! Voglio metterne uno nuovo! Penso che metterò questo con il tramonto e le palme!” disse, prendendo quello con la fantasia che aveva descritto e scartando gli altri, posandoli di nuovo ordinatamente nel cassetto, infilandosi il costume, senza preoccuparsi dello sguardo di Hikaru che lo osservava attento.
“Che c’è?” gli chiese poi mentre si legava il laccino in vita.
“Sei sexy anche quando ti vesti” commentò il più piccolo, zommando sulla sua figura e scattandogli un’altra foto.
“Hikka, finiscila!” lo riprese divertito Kei, sedendosi accanto a lui sul letto, infilandogli una mano tra i capelli. “Quelle foto le vedranno anche tuo fratello e Yama-chan!” gli ricordò.
“E allora? Sai quante foto ho trovato di Ryo-chan qua dentro? Alcune sono anche pressoché identiche! Se le mandi avanti veloce pare che si muova! È inquietante! Non dovrei lasciare questo aggeggio in mano a mio fratello!” ponderò.
“Come sei antipatico, lasciale lì, non gliele cancellare!” lo redarguì Kei, prendendogli la digitale e osservando le ultime che lo ritraevano. “Guarda qui! Ma sono grasso!” disse, indicandosi.
“Non dire assurdità!”
“Sì, invece! Guarda questa? Mi hai preso mentre ero chinato, mi fa tutti i rotolini sui fianchi. No, cancelliamola” disse, entrando nel menù, volendo eliminare la foto, venendo però fermato da Hikaru.
“Eh no, no, lasciala, a me piace! Se non posso cancellare Ryo-chan non cancelleremo nessuna foto che c’è qui dentro!”
“Eddai, Hikka, ma sono venuto male, ti prego!”
“No, a me piace e non sei grasso, sei perfetto. A me piaci!” gli disse, allontanandogli la macchina che l’altro tentava di prendere, sdraiandosi completamente e costringendo Kei a stendersi su di sé.
“Oh, Hikka!” si lamentò Inoo, mettendo il broncio sul quale il più piccolo posò le labbra.
“Lascia stare la foto e senti un po’, Ryo e Daiki ci aspettano in spiaggia, non volevi rinfrescarti?” gli chiese, rimettendosi dritto e sorridendogli.
“Sì! Tu sei pronto?” gli chiese a sua volta, alzandosi dal letto e preparando la borsa con la crema solare e l’asciugamano per entrambi.
“Ovvio che sì! È la prima cosa che ho infilato stamattina!” gli fece presente, indicando il proprio abbigliamento, prendendo poi gli occhiali da sole e infilandoli.
“Sembri un idol così, te l’ho mai detto?” lo prese in giro Kei, tendendogli la borsa affinché la portasse lui, infilandosi poi la camicia e calandosi un cappellino con visiera sulla testa.
“Lo so, lo so!” si pavoneggiò Hikaru. “Ho un fascino invidiabile. Altro che università! Sarei dovuto entrare in qualche agenzia che riscopre talenti, avrei avuto un futuro brillante!”
“Ma smettila!” rise di lui Kei, precedendolo verso l’uscita. “E poi così non ci saremo mai incontrati!” gli fece notare, spalancando poi gli occhi e gonfiando le guance quando il fidanzato si guardò attorno con fare annoiato senza dargli conto. “Hikaru!” lo riprese, sentendo l’altro scoppiare a ridere. “Vuoi forse dire che avresti vissuto benissimo anche senza di me?”
“Magari mi sarei fidanzato con qualche attrice o cantante!”
“Aaah, sei insopportabile, ti odio!” gli disse, dandogli un colpo al braccio e procedendo verso la spiaggia a passo spedito, lasciandolo indietro.
Quando raggiunsero gli altri due li trovarono che stavano uscendo dall’acqua proprio in quel momento per tornare agli asciugamani.
“Kei!” lo chiamò Yamada notando la sua espressione irritata. “Cosa gli hai fatto?” urlò all’indirizzo di Hikaru che ancora non li aveva raggiunti, mentre il coinquilino gli si gettava tra le braccia per farsi consolare.
“Sì, cosa gli hai fatto?” ripeté Daiki, squadrando il fratello e tenendo d’occhio gli altri due; sapeva che non doveva temere nulla da Kei, ma non riusciva a controllare quella sua irrazionale gelosia che aveva verso chiunque si avvicinasse al suo fidanzato.
“Yama-chan?” lo chiamò Kei, scostandosi da lui e guardandolo con occhi tristi. “Tu sei felice di avermi conosciuto?”
Yamada sbatté le palpebre un paio di volte senza comprendere il perché di quella domanda, prima di rispondergli.
“Ma certo, Kei, come potrei non esserlo, sei il mio migliore amico!” gli confessò annuendo e Kei si lasciò andare a un sorriso, abbracciandolo di nuovo.
“Oh, come sei carino! Ti prego, mettiti con me!” gli chiese stringendolo e Yamada guardò verso il proprio fidanzato, sollevando le mani come a dire che lui non c’entrava nulla e indicandogli il proprio fratello, invece unico responsabile.
“Andiamo, Kei, io stavo scherzando! È ovvio che non potrei vivere senza di te!” affermò, avvicinandosi e prendendolo per i fianchi per staccarlo da Yamada prima che suo fratello decidesse di compiere una strage.
Kei rilassò le braccia, lasciando che Hikaru lo voltasse verso di sé, ma fuggendo il suo sguardo.
“Kei-chan, dai fammi un sorriso” gli chiese, cercando di guardarlo negli occhi e lasciandogli scorrere le braccia dietro la schiena per stringerlo contro di sé.
Inoo tergiversò solo qualche istante, poi, prima di sollevare lo sguardo verso il fidanzato: “Io lo so che senza di me saresti perso” borbottò.
“Infatti!” concordò con lui Hikaru.
“Però ogni tanto potresti anche essere più romantico” puntualizzò e Hikaru rise, baciandogli le labbra velocemente prima di lasciarlo andare e spogliarsi, sistemando i loro asciugamano vicini uno all’altro.
“Avanti, vieni qui che ti spalmo un po’ di crema” lo incentivò, sedendosi per primo e tendendo una mano al più grande facendo in modo che lo raggiungesse.
Kei strinse le sue dita e si fece spazio davanti a lui levandosi la camicia, piegando in avanti la testa per permettergli di massaggiargli per bene le spalle.
“Hikka, allora gliel’hai detto?” domandò Yamada, sdraiandosi sul proprio asciugamano e inclinando la testa di lato sulle braccia incrociate.
“Dirmi cosa?” chiese Kei, risollevando la testa e sentendo le mani di Hikaru lungo la schiena, sfiorargli appena i fianchi, prima di tornare verso l’altro, lasciando che la protezione si asciugasse sulla sua pelle.
“Ah, no, mi sono dimenticato. Yama-chan ha proposto di fare un barbecue, stasera. Dice che i gestori dell’albergo possono procurarci il necessario, dovremo solo andare a fare spesa nel pomeriggio!” gli spiegò, attirandolo contro di sé per fargli poggiare la schiena al proprio petto e spremendo un po’ di crema sul suo torace, lasciandovi scorrere la mano.
“Mh, sì, mi piace come idea e poi potremo scendere in spiaggia a fare il bagno di notte. Non l’ho mai fatto, ma ho sentito dire che l’acqua è caldissima, più calda di quanto lo sia la mattina!” disse entusiasta, ridacchiando quando Hikaru passò le dita sul suo stomaco, facendogli il solletico.
“Io sì!” disse Yamada, sollevando la testa.
“Tu sì cosa?” domandò a sua volta Daiki che stava seduto a osservare il mare, voltando il capo verso il fidanzato.
“Ah… ecco” Yamada improvvisamente sviò il discorso, ponderando che molto probabilmente quello che voleva dire non fosse poi così importante. “Ah, no, nulla!” negò, sorridendo, ma Hikaru non gli diede una scappatoia così facile.
“Hai fatto il bagno di notte?” lo interrogò, centrando in pieno la confessione che voleva fare il più piccolo, il quale arrossì.
“Ah, sì… sì…”
“Oh e l’acqua è davvero calda come dicono?” volle sapere Kei che ancora non riusciva a comprendere come una cosa del genere potesse essere possibile e Yamada annuì arrossendo ancora.
“Ryo, ti senti bene?” lo interrogò Daiki, lasciandosi andare all’indietro, reggendosi su un gomito e posando una mano sulla schiena del fidanzato.
“Sì! Sì, benissimo, credo… forse è meglio se vado a tuffare di nuo-”
“Kei, sai cos’altro dicono di quelli che fanno il bagno di notte?” Hikaru stuzzicò la curiosità del fidanzato, mentre Yamada spalancava la bocca scuotendo la testa, domandando silenziosamente all’altro di non continuare.
“Cosa?” chiesero all’unisono Inoo e il fratello e Hikaru sorrise.
“Hikka, no, per favore!”
“Che è tradizione farlo completamente nudi!” affermò, mentre Yamada, sprofondava con la faccia contro l’asciugamano, aprendo la bocca per mordere la sabbia.
“Dai-chan, non fraintendere, è vero, anche io l’ho fatto che non avevo il costume, ma” si affrettò a spiegare, mettendosi a sedere e prendendogli le mani. “Ero da solo. È successo qualche anno fa alle superiori, siamo andati in gita e nessuno voleva uscire con me per fare il bagno, ma io ci tenevo e sono andato da solo e l’ho fatto! Ma ero solo!” sottolineò ancora vedendo poi Daiki guardarlo in modo malizioso.
“Io sarei venuto con te!” gli disse e Yamada sorrise. “Possiamo farlo insieme stavolta” continuò, avvicinandosi al suo orecchio, concludendo piano la frase, “il bagno nudi” sottolineò e Ryosuke annuì, ridendo, posandogli una mano sul collo.
“Anche io!” sentirono Kei affermare, “Anche io voglio fare il bagno di notte nudo! Dai, Ryo-chan! Facciamolo!” gli propose, attirando la sua attenzione e distogliendolo da Daiki prendendogli una spalla per farlo voltare verso di sé.
Il più piccolo guardò l’amico e annuì, cercando con lo sguardo quello sconvolto di Hikaru, prendendosi la sua rivincita.
“Ben ti sta!” gli disse, prima di alzarsi di nuovo in piedi e proporre agli amici di andare tutti insieme in acqua.
“Hai improvvisamente imparato a nuotare?” lo prese in giro Hikaru e Yamada gli fece una smorfia.
“No, ma non è importante, finché resto dove tocco con i piedi e poi c’è Dai-chan con me!” gli fece presente, mettendo i piedi nell’acqua e sedendosi sul fondale, bagnandosi in quel modo fino alle spalle, osservando il proprio fidanzato tuffarsi completamente e andare un po’ a largo, prima di tornare con due bracciate verso di lui, posandogli le mani sulle ginocchia, sorridendogli.
Yamada ricambiò, bagnandogli le guance con le mani, passandogli le dita sulla bocca, poggiandovi poi le labbra in un contatto veloce, storcendo poi il naso facendo ridere Daiki, il quale si sollevò, voltandosi e prendendo posto tra le sue gambe, sentendo il dolce massaggio dell’acqua contro il petto e quello delle mani di Ryosuke sulle spalle.
“Hikka, facciamo una passeggiata?” propose Kei al più piccolo, guardandolo speranzoso e l’altro annuì.
“Da che parte?” gli chiese e Kei scelse una direzione, iniziando a procedere sul bagnasciuga, mentre l’altro rimase nell’acqua, facendo un po’ di jogging e lasciandosi andare a qualche bracciata, arrivando fino al limitare del pontile, tornando poi indietro, raggiungendo stavolta il fidanzato sulla riva, prendendogli due dita tra le sue, discretamente.
Kei gli sorrise e piegò le dita, lasciando ondeggiare appena le loro braccia, godendosi quella rilassante sensazione e quella felicità dalla quale non poteva fare a meno di lasciarsi ammaliare.
*
“Ryo-chan?”
“Sì?”
“Non ti sembra di avere un po’ esagerato con le quantità?” domandò perplesso Hikaru,incaricato di occuparsi del fuoco insieme al fratello, mentre Kei finiva di sistemare la tavola sulla quale avrebbero mangiato.
“Perché? Non mi pare. E poi io ho molta fame!” precisò. “Non ti preoccupare, in qualche modo la facciamo fuori!” assicurò, annuendo convinto e reggendo il vassoio con i vari tipi di carne che aveva acquistato, tanto che Hikaru iniziò a pensare che non era stata poi una grande idea lasciare che fosse il più piccolo ad andare a fare la spesa.
Quando pose il primo pezzo di carne sulla griglia, questa sfrigolò, lasciando andare nell’aria un profumato aroma che estasiò Yamada, il quale osservava attento la carne cuocere.
“Ho già l’acquolina in bocca!” disse, sporgendosi con il viso verso il barbecue, allontanato da Hikaru che lo spinse con un braccio.
“Stai attento! Così ti bruci! Dai-chan, per favore, potresti tenere occupato il tuo fidanzato mentre preparo la nostra cena?” lo richiamò all’ordine e Daiki prese Yamada per i fianchi.
“Chibi, lo sai che se continui a guardarla non cuocerà?”
“Oh, ma io ho fame, senti che profumino!” gli disse, poggiando la testa contro la sua spalla e lasciandosi trascinare dal più grande lontano dall’angolo cottura, sedendosi con lui al tavolo e spizzicando le patatine che Kei aveva preparato e messo in una ciotola.
“Ryo-chan quando si tratta di mangiare non capisci più niente, eh?” lo prese in giro Kei, scompigliandogli i capelli e sedendosi con loro preparando quattro aperitivi, servendoli ai due amici, portandone poi uno a Hikaru.
“Oh, ecco il mio cuoco preferito!” gli disse, tendendogli il bicchiere e circondandogli poi la vita con le braccia, baciandolo sulla guancia.
“Grazie!” rispose Hikaru, dando un primo sorso, voltando la carne che andava colorandosi.
“In effetti, c’è un profumo irresistibile” dovette concordare Inoo con Yamada, ridendo poi quando Hikaru sollevò gli occhi verso il cielo.
“Hikka, allora poi andiamo a fare il bagno quando non c’è nessuno?” gli chiese, passandogli una mano sul petto, sotto il grembiule che l’altro aveva indossato per non sporcarsi la maglietta.
“Massì, Kei-chan, ah!” lo guardò, ammonendolo con la pinza che stava usando per girare la carne. “Non nudi, però!” precisò.
Kei lo guardò e scoppiò a ridere: “D’accordo… come vuoi, l’importante è che facciamo questa cosa insieme!” gli disse, restando con lui ancora qualche minuto, prima di allontanarsi, portandosi una mano davanti al volto per sventolarsi.
“Che caldo! Ma come fai?” si lamentò di nuovo, scacciando il calore con le mani, facendo ridere Hikaru, quello tra le alte temperature e il proprio fidanzato era un rapporto che non era destinato a durare a lungo.
“Come va qui?” Kei tornò dai due amici più piccoli e li guardò chinando il capo, vedendo che si stavano baciando e non parevano avere alcuna intenzione di staccarsi l’uno dall’altro. “Ryo!” lo chiamò, toccandogli una spalla e sedendosi dietro di lui sulla panca.
“Mmh….” Yamada mugolò infastidito contro la bocca del fidanzato, separandosi da lui per voltarsi a guardare Kei con disappunto. “Che c’è?” gli chiese, senza muoversi di un centimetro dalla comoda posizione che aveva assunto, completamente addossato al proprio fidanzato.
“Cosa state facendo?” lo interrogò Inoo, piegando un braccio sul tavolo e reggendosi la testa.
“Scusa… secondo te?” domandò retorico Yamada, sentendo Daiki ridere e rispondere al suo posto,
“Lo tengo occupato!”
“Già!” puntualizzò il più piccolo. “Mi distrae, così non penso al cibo” chiarì Ryosuke, tornando a guardare Daiki, sorridendogli. “E sei anche proprio bravo” si complimentò, circondandogli meglio il collo con le braccia, baciandogli una guancia.
Kei sollevò gli occhi al cielo, voltandosi poi verso Hikaru che stava andando verso di loro portando con sé un primo vassoio con la carne.
“Attenzione! Fate spazio!” esclamò il più grande e Yamada si scostò da Daiki sedendosi composto, osservando la loro cena con occhi soddisfatti.
“Pancia mia fatti capanna!” disse, battendo le mani. “Finalmente, non ce la facevo più!” esclamò, prendendo i piatti di plastica e iniziando a servirsi.
“Forse non eri poi così tanto bravo!” Kei prese in giro Daiki, ridacchiando, facendo posto a Hikaru, servendolo, riempiendogli il piatto, sedendosi poi a sua volta. “Itadakimasu!” disse, rivolto ai suoi commensali e sorridendo nel vedere che Yamada aveva già iniziato senza aspettarli e stava emettendo dei versi di pieno apprezzamento mentre masticava.
“Ha un che di affascinante…” ponderò Hikaru, rivolgendo poi uno sguardo al fratello il quale lo prevenne prima che potesse dirgli qualcosa.
“Sì, lo amo anche per questo!” sorrise, rivolgendo uno sguardo quasi adorante al fidanzato e Hikaru e Kei si strinsero nelle spalle, scuotendo la testa.
“Hikka, sei proprio bravo!” si complimentò con lui Yamada, a fine pasto. “Era tutto buonissimo! Te l’avevo detto io che la quantità andava bene!” gli fece notare, osservando i pochi avanzi rimasti sulla tavola.
“In effetti, sì, anche se adesso mi sento scoppiare. Non ho idea di quando potremo andare a fare il bagno, forse tre ore non bastano per la digestione” appuntò scettico.
“Cosa?” esclamarono all’unisono Inoo e Yamada.
“Io poi ho ancora spazio per il dolce!” si imbronciò il più piccolo guardando il fidanzato che annuì.
“Vallo a prendere!” concesse e a Yamada tornò il sorriso, corse dentro la casa, prendendo la confezione di gelato e le coppette uscendo di nuovo nel cortile dai suoi amici.
“Kai-chan, fai le porzioni!” gli chiese, tendendogli il cucchiaio e mettendosi di nuovo seduto. “Io voglio più fragola di tutti!” gli chiese e Inoo sorrise.
“Sì, sì, lo so, lo so! Ecco, tieni!” gli mise sotto al naso la ciotola e Yamada iniziò a mangiare con gusto, felice come un bambino.
Daiki lo osservava con espressione dolce, ringraziando poi Kei quando gli diede la sua porzione di dolce.
Quando poi finirono completamente di mangiare spesero un po’ di tempo per riassettare e lavare quanto avevano sporcato, preparandosi poi per scendere in spiaggia.
“Forza, forza!” Kei esortava il proprio fidanzato ad avanzare più velocemente, guardandosi attorno per cercare un punto riparato in cui sistemarsi, indicandolo con un dito quando ebbe deciso. “Qui! Qui!” esclamò, aspettando che Hikaru poggiasse la borsa e sistemasse l’asciugamano sulla sabbia.
“Kei non sarai un po’ troppo su di giri?” gli domandò Hikaru prendendolo in giro e abbracciandolo in vita, attirandolo contro di sé, baciandolo di sfuggita sulle labbra.
“Non essere antipatico, è ovvio che sono emozionato!” gli disse, scostandosi da lui e prendendogli l’orlo della maglia impaziente, affinché se la levasse. “Andiamo!” gli disse quando anche Yamada e Daiki li raggiunsero ed ebbero sistemato a loro volta le proprie cose.
“Presto!” li chiamò a raccolta bagnandosi i piedi nell’acqua e ridendo, mentre avanzava. “È calda davvero!” si stupì come fosse un bambino.
“Io te l’avevo detto!” gli disse Yamada, entrando in acqua, bagnandosi prima la schiena e lasciandosi andare alla corrente, reclinando indietro la testa. “Si sta benissimo!” sospirò beatamente lasciando che le piccole onde gli bagnassero il petto e il collo, sobbalzando poi quando sentì qualcosa contro la schiena e si ritrovò con la testa poggiata sulla spalla di Daiki, il quale l’aveva abbracciato in vita.
“Dai-chan!”
“Non avere paura, ti tengo!” gli disse il più grande, passandogli la mani sul torace per bagnarlo completamente, sorridendo.
Yamada chiuse gli occhi e poi si rimise dritto, voltandosi verso il compagno, allacciandogli le gambe attorno ai fianchi e le braccia al collo.
“Qui non tocco!” gli disse ridacchiando, mentre l’altro cercava di puntare bene i piedi sul fondale per non sbilanciare entrambi, sorreggendo il fidanzato sotto il sedere.
“Allora, Kei-chan? Ti piace?” domandò Yamada voltandosi verso l’amico il quale annuì, raggiungendo Hikaru e posandogli le mani sulle spalle, lasciando aderire il proprio petto alla sua schiena.
“Hikka a te?” gli domandò a sua volta, lasciando scivolare le mani in avanti sul torace, appena sotto il pelo dell’acqua.
“Sì, avevi ragione, si sta bene!”
“Io ho sempre ragione!” si pavoneggiò il più grande, dandosi lo slancio all’indietro e scivolando supino sull’acqua, muovendo i piedi per nuotare un po’ al largo.
“Non ti allontanare!” lo riprese Hikaru, nuotando in sua direzione e Kei gli sorrise, tornando verso la riva, andandogli incontro. “Senti che pace!” gli disse, mentre si avvicinava e si teneva a lui per le braccia.
“Sì, si sta benissimo” concordò con lui Hikaru, cingendolo in vita e sporgendosi per baciarlo, trovando Kei ben disposto a concedergli quell’intimo contatto, separandosi poi dopo qualche istante per tornare vicino ai due amici intenti a coccolarsi nell’acqua, che vennero per l’ennesima volta disturbati da Inoo che posò una mano sulla spalla di Ryosuke, ridendo.
“Dì la verità” gli disse il più piccolo, “ci provi gusto a interrompermi, vero?” chiese, ma il suo tono era divertito più che infastidito.
Kei si strinse nelle spalle, sorridendogli, poi domandò: “Secondo voi possiamo restare a dormire qui?”
“Non lo so… se ci mettiamo in un angolo riparato forse sì!” suppose Daiki.
“Ma non farà freddo?” si interrogò Ryosuke, guardando il fidanzato e tornando con i piedi sulla sabbia.
“Ho portato una coperta, è abbastanza grande, ci possiamo stringere e ci stiamo!” propose Inoo e riflettendo su quell’opzione nessuno ebbe alcuna obbiezione.
Uscirono dall’acqua e si coprirono completamente con i teli da mare: se anche la temperatura dentro l’acqua era piacevole e si stava bene, lo stesso non poteva dirsi una volta risaliti verso la spiaggia.
Yamada si imbacuccò per bene, battendo appena i denti, avvicinandosi al fidanzato che si asciugò velocemente, prima di allargare le braccia, facendo in modo da avvolgerlo anche con il proprio telo, restando però riparato a sua volta. Il più grande gli baciò la fronte, scaldandolo, passandogli le mani sulla schiena, sedendosi con lui sulla sabbia, facendo in modo che si sistemasse tra le sue gambe, cullandolo.
“Grazie” mormorò in direzione di Kei che gli tese un lembo della coperta per coprirsi e ripararsi dall’umidità della sera e dopo essersi distesi Yamada tornò ad accoccolarsi al fianco del fidanzato, cingendogli il collo con le braccia, tendendosi per baciarlo sulle labbra: “Buonanotte, Dai-chan” mormorò piano, chiudendo gli occhi.
“Sogni d’oro, chibi” gli rispose il fidanzato, stringendolo contro di sé.
Hikaru mugolò infastidito sentendo un braccio formicolare a causa della posizione nella quale aveva dormito la sera precedente e si girò, stiracchiandosi mettendosi poi a sedere e vedendo che il fratello e Yamada dormivano ancora come ghiri, non trovando però il proprio fidanzato accanto a sé; cercò di abituarsi al leggero chiarore della giornata e individuò il più grande pochi passi più avanti, vicino al bagnasciuga che osservava l’orizzonte stretto nel telo da mare e quell’alba tremolante che tingeva di caldi colori il cielo estivo.
Si alzò allora raggiungendolo, posandogli le mani sui fianchi, attirando la sua attenzione, mormorando contro il suo orecchio: “Buongiorno, amore mio” gli disse dolcemente, baciandogli una guancia, lasciando che le mani scivolassero in avanti per stringerlo, incrociandosi insieme sul suo stomaco.
“Buongiorno, Hikka!” sussurrò di rimando Kei poggiando la testa contro quella del più piccolo. “Hai visto che bello?” gli domandò, indicandogli il cielo e sentendo Hikaru annuire strofinando la guancia contro la sua.
“È molto romantico!” concordò, facendo poi voltare Kei verso di sé, passandogli il dorso della mano sul viso. “Ti amo, Kei” confessò, poggiando la fronte contro la sua e vedendo il fidanzato sorridere.
“Ti amo anche io” gli rispose a sua volta, sollevando le braccia a circondargli il collo, tendendosi a baciarlo.