Titolo: Kimi no naka ha sexy crazy (Inside of you is sexy crazy) [Think U - Fujigaya Taisuke]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyama
Rating/Genere: nc-17/erotico
Warning: slash
Wordcount 2.220
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per le
Stelle kinkanti indetto da
kinkmemeita per fillare il prompt 'Carezze languide' e per la
500themes_ita con il prompt 'Incantato'.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
500themes_ita “Mmmh…”
“…”
“Mmmh…”
“…”
Un sospiro un po’ più forte provenne dalla parte del letto accanto alla sua e Yamada lasciò andare il manga che stava leggendo per voltarsi verso il compagno.
“Dai-chan, si può sapere cosa stai mugugnando?” gli chiese, poggiando il volumetto sulla coperta e osservandolo confuso.
Daiki allungò le braccia, inclinando verso sinistra e poi verso destra la rivista che stava leggendo, osservando da diverse angolazioni la pagina del nuovo numero di Wink Up di quel mese.
“Mi chiedo come ti escano queste cose?”
“Queste cose quali?” domandò a sua volta Ryosuke, avvicinandosi a lui e poggiando la testa sulla sua spalla per riuscire a vedere a sua volta il servizio che tanto lo rendeva così perplesso e sollevando poi gli occhi al cielo quando si accorse che per l’ennesima volta Daiki si era focalizzato sulla pagina che lo ritraeva mentre assaporava con un dito della panna.
“Ancora?” lo riprese, prendendogli il giornale dalle mani e posandolo sul comodino insieme al proprio manga. “Qual è il tuo problema?” gli chiese, volendo capire, mettendosi meglio seduto verso di lui.
Daiki spalancò gli occhi e incrociò le braccia al petto: “Davvero non ci vedi niente di strano?”
Ryosuke rise.
“Nel fare cosa?”
Arioka sbatté le palpebre un paio di volte prendendogli il polso: “Tu davvero non ti rendi conto dell’effetto che mi fai e di quello che non è consono tu faccia durante i servizi fotografici con queste” si fermò, lasciando scivolare le dita tra le sue, osservandogli i polpastrelli “e con la bocca?” lo interrogò sorridendo poi maliziosamente.
“Senti chi parla!” lo riprese il più piccolo, voltandosi a riprendere la rivista piegando il giornale e mostrandogli la pagina che lo ritraeva. “Tu ti sei visto?” gli fece notare, puntando l’indice sopra la tortina alla mousse che Daiki stava assaporando con la punta della lingua.
Stavolta fu il turno di Daiki di prendere il giornale e lanciarselo dietro le spalle.
“Comunque non è questo il punto, il punto è che tu fai cose senza pensare!” gli disse, spingendogli la fronte con due dita e dondolando in avanti per raggiungere le sue labbra e baciarlo.
Ryosuke ridacchiò e si strinse nelle spalle: “Mh, in effetti me lo dicesti anche quando finimmo di fare le foto” ricordò, tornando alla mente al pomeriggio in cui erano rimasti fino a tardi nei camerini perché a fine lavoro nessuno dei due sarebbe stato in grado di aspettare il rientro a casa, o avrebbero rischiato di essere fermati per atti osceni in luogo pubblico.
“Un giorno di questi ti troverò a fartela a mano su questo giornale!” lo prese in giro, sollevando le coperte per mettersi a dormire, ma vedendo Daiki rivolgergli uno sguardo strano, si voltò di scatto verso di lui spalancando la bocca sconcertato.
“Daiki!” lo riprese, dandogli un leggero colpo al braccio.
“Che c’è?” gli rispose questi con fare sconvolto, come se la reazione di Yamada fosse un’esagerazione.
“Non lo puoi fare davvero! Aspetta, ci hai pensato?”
Daiki ponderò un attimo per bene cosa rispondere e se fosse il caso di rispondere, poi si ritrasse poggiando le spalle contro i cuscini, portandosi le mani giunte tra le gambe con fare imbarazzato dalla piega che aveva preso la conversazione.
“Forse… potrei avere avuto dei pensieri” fece vago, “delle fantasie” sminuì.
“Tipo?” chiese Yamada, arrivati a quel punto, particolarmente curioso.
“Non te lo dico!” si negò riservato Arioka, spingendolo per le spalle.
“Dai, Daiki, dimmelo! Se non so cosa ti piace come posso far sì che tu sia felice!” si impuntò e Daiki scoppiò a ridere.
“No, davvero, lascia stare, tu mi fai già molto felice, credimi, non mi serve altro” gli assicurò. “E poi mi vergogno!” si scoprì, ma Yamada, che non si capacitava che dopo tutto quel tempo in cui stavano insieme tra loro ci potessero essere pudori di quel tipo, non era deciso a lasciar cadere lì il discorso, per cui si sedette sulle sue gambe, posandogli le mani sulle spalle di modo da avere la sua completa attenzione.
“E se ti dicessi che anche io ho avuto delle fantasie in proposito?” lo stuzzicò, passandogli le mani sul collo, intrecciandole dietro la sua nuca.
“Non ci credo” lo mise alla prova Daiki e Yamada si sporse verso il suo viso per parlare piano.
“Facciamo così: io ti dico cosa ho pensato e quali fantasie ho avuto e tu mi dici le tue” cercò un accordo.
Arioka ci pensò qualche secondo, indeciso se credere o meno al fidanzato, poi concesse: “D’accordo, prima tu, però!” gli disse, volendo testare la sua serietà e quando Yamada si sporse verso di lui a sussurrargli all’orecchio quello che desiderava lui facesse in modo molto preciso, Daiki non poté trattenere un gemito e stringere la maglia del pigiama del più piccolo tra le dita.
“Ora tocca a te” gli diede la parola Yamada fissandolo con occhi bramosi e Daiki, con la voce arrochita e incredibilmente asciutta, si sporse verso di lui, mormorandogli il suo desiderio.
Yamada sorrise, annuendo e baciandolo urgentemente sulla bocca, sollevandosi sulle ginocchia e costringendo Daiki ad arrovesciare il capo all’indietro.
Arioka lo assecondò, lasciandolo fare e introducendo le mani oltre la maglietta, sulla sua schiena, iniziando ad accarezzarlo lentamente, puntando le unghie e graffiandolo piano, sentendolo sospirare, ridiscendendo verso il sedere, iniziando a fargli scivolare via i pantaloni e la biancheria.
Yamada si scostò da lui, facendo poi schioccare la lingua sul palato, passandosela sulle labbra, mentre incrociava le braccia e si sfilava la maglietta, restando in poco tempo nudo davanti a lui, guardandolo in modo esaustivo affinché non fosse lui l’unico.
Daiki calciò allora via le coperte, spogliandosi velocemente e alzandosi dal letto per sfilarsi i pantaloni, fermato poi da Yamada quando tentò di risalire sul materasso ; il più piccolo lo prese per un polso, fermandolo, inginocchiandosi sul bordo del letto e abbracciandolo in collo tornando a baciarlo sulla bocca: non si attardò però in quel contatto, spostandosi a disseminare di baci il volto e il collo, deviando sulle spalle, prima una poi l’altra, mentre con una mano era sceso ad accarezzargli lo stomaco sfiorando il suo sesso già teso con le dita, prima di circondarlo completamente, iniziando un lento ed estenuante massaggio.
Daiki non poté fare a meno di lasciar oscillare i fianchi in avanti e Ryosuke a quel segnale, lo lasciò di nuovo andare, tirandolo verso di sé in modo che riprendesse la posizione precedente, spingendolo a sedersi e posare le spalle contro i cuscini. Lasciò che le mani scivolassero sul suo petto in languide carezze e si chinò su di lui, lasciando scorrere la lingua sulla sua pelle che sapeva di buono, scendendo sui capezzoli, giocandovi con i denti e con le dita, spostandosi ancora, senza mai soffermarsi in un punto per dargli soddisfazione, lasciandolo a sospirare impaziente. Discese ancora, portando le mani sulle sue cosce, premendo perché le allargasse e le schiudesse, raggiungendo quella zona sensibile anche con la bocca e spostandosi verso la sua erezione, carezzandola con la guancia, sentendo Daiki gemere di piacere e muovere i fianchi verso di lui.
Yamada sollevò appena lo sguardo su di lui e sorrise in un modo che Daiki non fece fatica e definire quasi come demoniaco e allungò una mano verso di lui, ma che Ryosuke prontamente prese per sé, fermandolo.
“Non ancora, amore mio” gli disse con voce impastata il più piccolo, circondandogli la base con la mano libera e posando dei baci sulla punta, scivolando su di lui facendo pressione con le labbra, muovendo poi la lingua in modo circolare, spostandosi e continuando a stuzzicarlo in un percorso verticale, lasciandolo poi libero e permettendogli di avere un minimo di controllo sulle sue azioni, concedendogli di spingerlo contro il proprio corpo, dettando il ritmo, fermandosi quando lo sentì tendersi maggiormente, lasciandolo orfano del suo calore.
“Ryo!” Daiki imprecò a mezza bocca, chiamandolo, battendo la testa contro il muro e aprendo e chiudendo gli occhi, cercando di guardarlo.
“Esaudisco solo i tuoi desideri, Daiki” gli ricordò senza perdere altro tempo facendosi spazio tra le sue gambe e sostituendo alla bocca la propria mano che riprese laddove si era interrotto, sentendo il suo sesso ingrossarsi e reagire alle carezze lente, a quei movimenti calcolati e studiati per faro impazzire, sentendosi scosso a sua volta quando lo osservò venire nel suo pugno abbandonandosi a un lungo verso di appagamento.
Ryosuke attese che si riavesse, aspettando che lo guardasse e solo allora allontanò la mano da lui, regalandogli un ultimo tocco sensuale, portandosi poi le dita alle labbra, schiudendo la bocca e posando indice e medio sulla lingua, ripulendole dal suo sperma.
Daiki lo fissava incantato, con il cuore che batteva impazzito nel petto per il piacere appena raggiunto e non riuscì a staccare gli occhi dai suoi fino a che non ebbe finito, fino a che con quella lingua e quelle labbra non ebbe finito di giocare con le proprie dita.
Yamada non allontanò un solo istante gli occhi da quelli del più grande e si sporse poi verso il suo viso, mormorando piano: “Sarebbe inopportuno se volessi baciarti adesso” gli disse tendendosi verso di lui e Daiki spalancò gli occhi, spingendogli in avanti la testa.
“Oh mio… sì, baciami!” gli disse tirandolo verso di sé e baciandolo con urgenza, riscoprendo il suo sapore mescolato al proprio, lasciando scivolare una mano sulla sua schiena e prendendogli una gamba, accarezzandogli la coscia portandolo a sedersi su di lui, prima di farlo cadere all’indietro sulle lenzuola e farsi posto tra le sue gambe per prendere ora lui in mano il controllo della situazione: lo fece distendere meglio sotto di sé, continuando a baciarlo, lasciando scivolare una mano lungo il collo e sul petto mentre gli stringeva il fianco e scendeva anche con la bocca disseminando il petto di baci, fermandosi sulla pancia, introducendo la lingua nell’ombelico segnandone il contorno. Portò una mano a stringere il suo sesso, dedicandogli qualche lenta carezza sentendo Ryosuke sospirare e scivolare in avanti, spostandosi poi con entrambe sul sedere, afferrandogli i glutei. Lo guardò, così come Yamada aveva fatto con lui, osservando la sua espressione impaziente e gli portò le mani sotto alle ginocchia, facendo in modo che posasse le gambe sulle sue spalle, mentre si tendeva con la bocca verso la sua apertura iniziando a stuzzicarlo con la lingua passando la punta nel mezzo, tra le natiche, facendo sospirare e ansimare Ryosuke sempre più forte. Lo vide stringere forte le lenzuola nel pugno e gli prese la mano nella sua, stringendola quando iniziò a spingere la lingua in lui, cercando di penetrarlo, allargandolo con l’ausilio di un dito, facendo fremere Ryosuke che inarcò la schiena chiamando il suo nome con voce rotta.
“Daiki” invocava con un tono sempre più alto mentre Arioka continuava quella lenta tortura, spingendosi per quanto più poteva dentro di lui e facendo spazio ora a un secondo dito, cercando di muovere le falangi insieme alla lingua per avere un più facile accesso, riuscendo poi a liberarsi della presa della sua mano, solo per circondare anche il suo sesso e muoverla insieme, cercando di rallentare il ritmo, infilando anche un terzo dito e usandoli per continuare a prepararlo mentre si risollevava e portava la bocca sopra il suo sesso, sentendo Ryosuke gridare, impreparato a tutto quel piacere, troppo intenso da sopportare.
“Daiki… Daiki” lo chiamava, tirandogli i capelli per farlo allontanare da sé, ma Daiki sembrava essere sordo a quei richiami, deciso a fare di testa sua e allontanandosi da lui quando si accorse che Ryosuke non avrebbe resistito ancora per molto. Si risollevò, facendogli poggiare di nuovo i piedi sul materasso e separandogli i glutei con le mani lo penetrò con forza con il proprio sesso, stringendo la sua erezione con una mano, sentendolo venire nella sua presa e il grido roco mozzarglisi in gola lasciandolo senza fiato.
Daiki attese appena qualche secondo, per dargli modo di riprendere fiato prima di iniziare a spingere in lui, assecondato dai movimenti del corpo di Yamada che lo teneva contro di sé per le spalle, allacciandogli le gambe dietro la schiena, iniziando ad ansimare di nuovo ed accarezzarlo, contraendo a tratti i muscoli per avvolgerlo meglio e creare attrito mentre si sfilava dal suo corpo per affondare di nuovo in quel calore intossicante permettendogli poi di lasciarsi andare anche lui all’orgasmo, cadendo esausto tra le sue braccia.
Yamada mugolò abbracciandolo e Daiki alzò appena il volto verso il suo sorridendogli.
“Scusa” disse, sollevandosi poi sulle braccia e sfilandosi da lui, restando poi al suo fianco a osservarlo: era bellissimo e Daiki si domandava ogni volta di più come avesse fatto un simile angelo a scegliere di stare con lui; gli scostò i capelli dal viso accarezzandogli poi la guancia con le nocche e sentendo Ryosuke prendergli la mano e portarsela alle labbra, schiudendo dopo pochi secondi gli occhi e sorridergli.
“Non credo che sarò in grado di spostarmi da questa posizione almeno fino a domani mattina” gli disse, facendo scoppiare a ridere Daiki che lo coprì con le coperte, stendendosi poi accanto a lui, infilandogli un braccio sotto la testa di modo che lo usasse per stare più comodo e gli baciò le labbra, accoccolandosi al suo fianco.
“Ma è stato bellissimo” lo sentì aggiungere e sollevare un mano per passargliela tra i capelli.
“Ti amo Ryo” confessò, posando la fronte contro la sua sentendo il respiro del più piccolo contro il viso.
“Ti amo anche io, Daiki”.