[Hikanoo] Nobody but you

Nov 28, 2012 12:17

Titolo: Nobody but you [Nobody but you - Bsb-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yaotome Hikaru, Inoo Kei
Pairing: Hikanoo
Rating: nc-17
Genere: AU, erotico
Wordcount: 2.316fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la communitydiecielodeper la tabella Humanity Strip con il prompt ‘calze’ e per la500themes_itacon il prompt ‘l’innocente non può durare’.
Warning: slash, crossdressing
Disclaimer: I personaggi non sono miei, non li conosco personalmente e quanto di seguito accaduto non vuole avere fondamento di verità. La storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.
Tabella: Humanity Strip
Tabella: 500themes

“Hikka!”
Quando lo vide correre verso di sé Hikaru credé di stare sognando o meglio sperò che fosse solo un sogno o al massimo un terribile incubo.
“Hikka! Ma tu guarda che sorpresa!” gli disse Kei, quello che per lo meno doveva essere il suo ragazzo, stringendosi al suo braccio.
“Ke…” provò a chiamarlo, ma l’altro gli posò le labbra sulle sue, tacitandolo. “Che coincidenza, amore mio” esclamò il ragazzo, facendo prendere un colpo al più piccolo.
Yuya diede una pacca sulla spalla all’amico, ridendo: “Ehi, Hikka! Ma quindi sei fidanzato?”
“Già, perché non ce lo hai detto?” continuò Kota, guardando la giovane e graziosa ragazza dai lunghi capelli neri che li osservava alternativamente con un sorriso, muovendo abbastanza spesso le lunghe ciglia.
“Ah, io… ecco… io…” Hikaru non sapeva cosa dire, spiazzato a sua volta da quell’improvvisata, vedendo Kei scostarsi da lui e inchinarsi davanti ai due ragazzi.
“Molto piacere, mi chiamo Keiko, sono la ragazza di Hikaru!” si presentò.
“Il piacere è tutto nostro, Keiko-chan” rispose il ragazzo più grande. “Io sono Yabu Kota, lui è Takaki Yuya, siamo vecchi compagni di classe di Hikaru.”
“Ah, una rimpatriata? Voi dovete essere gli altri due del mitico trio, ho visto qualche foto in vecchi album del mio tesoro” recitò Kei, battendo tra loro le mani.
“Ke… Kei-chan” provò a chiamarlo Hikaru, squadrando il suo ragazzo che per l’occasione, ancora doveva capirne il motivo, si era vestito come una femmina, camicia bianca a mezze maniche con sopra un golfino azzurro e una gonna di jeans che lasciava intravvedere la linea delle calze che arrivavano sulla coscia, delle ballerine sempre sui toni del celeste e tra i capelli a boccoli scuri un cerchietto con fiocco in tinta. Se non fosse stato così sconvolto da quel travestimento, Hikaru avrebbe anche fatto i complimenti al suo ragazzo perché con quelle vesti era davvero bello.
“Dimmi, amore!” sviolinò il giovane, guardandolo, prendendolo per mano.
“Cosa… ecco, cosa ci fai qui? Credevo avessi lezione” gli disse a disagio e Kei spalancò la bocca in un’espressione di sorpresa, portandosi scenicamente una mano davanti alle labbra.
“Ah, sì, ma quando sono arrivata in facoltà ho saputo che il professore è partito per un viaggio senza avvisare nessuno, ci siamo molto indispettiti, sono rimasta a chiacchierare con alcuni colleghi e ho deciso di farmi una passeggiata. Volevo comprarmi qualcosa per coccolarmi un po’” gli spiegò, battendo poi le ciglia e Hikaru iniziava a essere inquietato da quel suo modo di fare così… così perfetto avrebbe detto.
“Ah” continuò Kei, guardando poi gli altri due, “Scusate, vi ho disturbato, continuate pure il vostro giro tra maschietti, chissà quante cose avrete da dirvi!” si scusò, inchinandosi di nuovo per salutarli, avvisando Hikaru che si sarebbero rivisti la sera a casa, quando Takaki parlò.
“Ma Keiko, se ti va, puoi venire con noi!”
“Cosa?” domandò sconvolto Hikaru, sentendo il panico aumentare.
“Sì, perché no! Hai ragione!” si unì a lui Yabu. “Keiko-chan potrebbe raccontarci qualche aneddoto divertente su Hikaru che lui non ci direbbe mai. È stata una sorpresa scoprire che hai una così graziosa fanciulla al tuo fianco, volevi tenerla tutta per te, eh, Hikka?” lo prese in giro il più grande.
“Ah… eh, veramente, io non so. Yuuyan, Kota, forse Kei ha…”
“Ma che idea meravigliosa! Non ho nulla da fare visto che il professore mi ha dato buca, se per voi va bene, mi unisco volentieri! Anche voi potreste raccontarmi qualcosa del mio Hicchan che non so!” approvò Kei, guardando poi il fidanzato, sorridendogli e Hikaru non poté far altro che assecondare i tre, sperando di riuscire a capire al più presto il perché stesse succedendo tutto quello.

*

“Si può sapere cosa ti è saltato in mente?” domandò Hikaru al fidanzato quando rimasero soli al tavolo mentre altri due andavano a prendere le ordinazioni.
“Niente, perché?” chiese innocentemente Kei, guardandolo sconvolto, sistemandosi meglio sulla sua gamba, incastrando le ginocchia tra quelle di Hikaru.
“Perché?” ripeté sconvolto. “Kei sei vestito come una ragazza! Ti sembra normale?”
“Beh, non sono carino?” mormorò in falsetto, arricciandosi di nuovo una ciocca di capelli con fare innocente.
“Aaah, non è questo il punto, Kei!” lo riprese, colpendogli una mano in modo che la smettesse di arrotolarsi il ciuffo sul dito. “Ma guardati! Sei… sei…” non trovava le parole.
“Ti stai eccitando?” mormorò malizioso Kei, abbassando la voce.
“Cosa?” Hikaru si batté una mano sulla fronte: non ce la poteva fare, non sarebbe arrivato vivo alla fine di quella rimpatriata, come l’aveva chiamata Kei.
“È colpa tua” sentì rispondere da Kei. “Sapevo che dovevi vederti con i tuoi amici, non l’ho fatto apposta, ma per caso ho letto la mail, l’occhio mi è caduto sulla parte in cui ti chiedevano se stessi con qualcuno e…”
“Oh Kei…” mormorò Hikaru,immediatamente consapevole, portando un braccio a cingergli la schiena, avvicinandolo a sé.
“Ti vergogni di me?” gli chiese Kei.
“No, certo che no!” negò il più piccolo.
“E allora perché non gliel’hai detto?”
“Io non… non so come potrebbero prenderla è tanto che non li vedo e non ne abbiamo mai parlato, insomma...”
“Ma sono i tuoi migliori amici! Mi hai sempre parlato di loro e… io a Ryo-chan e Dai-chan l’ho detto subito” gli ricordò, incupendosi un attimo e Hikaru si sentì un perfetto idiota per averlo fatto intristire, non voleva che pensasse che a lui non ci teneva o che si vergognasse, perché non era assolutamente vero.
“Kei…” lo chiamò, accarezzandogli una guancia chiedendogli di guardarlo, interrotto però dall’arrivo degli altri due che li avevano raggiunti al tavolo con le loro ordinazioni.
“Eccoci, scusate se vi abbiamo fatto aspettare. Kei-chan, ecco il tuo gelato alla fragola!” Yabu gli porse il cono e Kei lo prese con entrambe le mani, ringraziandolo, assaporando subito la crema, guardando Hikaru con la coda dell’occhio che lo osservava, incatenando i loro sguardi, prima che il più piccolo lo distogliesse velocemente dal suo.
“Grazie ragazzi” parlò a Yuya e Kota, brindando con loro, bevendo un lungo sorso di birra. “Ci voleva” disse, poggiando il bicchiere sul tavolo e stringendo maggiormente Kei contro di sé, sentendolo un attimo rigido, prima di rilassarsi, iniziando a parlare con gli altri due dei vecchi tempi e aggiornandosi su conoscenze comuni.
Kei restava in silenzio, aveva finito il suo gelato e li ascoltava attento, scoprendo cose di Hikaru che non conosceva, per quanto si fossero raccontati agli inizi della loro relazione, quando avevano iniziato a frequentarsi, era diverso sentire qualcuno che parlava del suo ragazzo, spiegargli com’era e sorrise, cercando di immaginare come fosse qualche anno prima quando ancora non si conoscevano.
Hikaru partecipava alla conversazione, ridendo con i suoi amici, ma lanciando sempre qualche occhiata a Kei che sembrava essersi un po’ calmato e rilassato, Hikaru continuava a passargli una mano sulla schiena, scivolando sul fianco, circondandogli la vita e stringendolo, sentendo Kei unire le dita alle sue, sul suo stomaco.
“E voi due?” domandò Yuya, guardandoli. “Sembrate davvero molto affiatati, come vi siete conosciuti?” chiese, curioso.
I due si guardarono e Hikaru raccontò: “Ho avuto una specie di colpo di fulmine” esordì, facendo ridere i due amici. “Sì, sì, in questo non sono cambiato, sono sempre molto romantico” si schernì, “ma è vero” affermò di nuovo. “Mi sono innamorato subito di Kei” continuò, guardando il ragazzo, passandogli pigramente una mano sulla coscia, accarezzando con il pollice parte di pelle scoperta dalla calza, sorridendogli. “Lei però non mi considerava inizialmente, ho dovuto faticare non poco per farla cedere” proseguì, guardando Kei direttamente negli occhi, sorridendogli, persi nel loro mondo. “Lavoravo come commesso in un combini e veniva sempre a fare la spesa da noi, sempre allo stesso orario, quando ci avevo fatto caso stabilivo i miei orari di lavoro in base ai suoi, anche se l’indomani dovevo alzarmi presto per andare a lezione e dovevo dividermi tra lo studio e il lavoro non mi importava, l’importante era poterla vedere” sorrise al diretto interessato che lo scrutò sorpreso.
“Questa non la sapevo neanche io… non me l’avevi mai detto!”
“Lo so, beh non mi faceva molto onore, no?” si imbarazzò e Kei scosse il capo, posandogli le mani sulle guance, chinandosi su di lui, baciandolo schiudendo appena le labbra, separandosi subito dopo.
Yuya e Kota li osservarono e Takaki parlò, leggermente imbarazzato.
“Beh, Kei-chan, sei davvero fortunata!” gli disse, attirando su di sé l’attenzione dei due. “È davvero cotto, credimi è innamorato perso, abbi cura di lui, per favore!” glielo affidò, parlando in modo pomposo, sorridendo.
“Sì, chissà cosa potrebbe combinare da solo!” rincarò Yabu sullo stesso tono.
“Ehi, ma guarda tu questi!” Hikaru lanciò loro un tovagliolo appallottolato, sentendo Kei ridere e stringersi a lui. “Siete solo gelosi perché è mio!” disse, scordandosi di cambiare il pronome.
“Tuo?” domandò divertito Yabu e Kei guardò Hikaru, spaventato, ma questi non si scompose.
“Sì, perché noi non stiamo semplicemente insieme, Kei è il mio migliore amico, la persona che amo e la più importante della mia vita” confessò, guardando di nuovo il ragazzo negli occhi e Kei, emozionato, tirò indietro le labbra, abbracciandolo.
“Andiamo a casa, Hikka” gli chiese, mormorando contro il suo orecchio, nascondendo il rossore del suo viso tra le proprie braccia.
Hikaru rise, stringendolo e sollevandosi in piedi, congedandosi.
“Ragazzi, noi andiamo!”
“Sì, anche noi dobbiamo fare delle commissioni, staremo in città ancora qualche giorno, ci piacerebbe andare a cena insieme, Kei-chan, anche tu mi raccomando” lo richiamò Yuya e Kei annuì semplicemente con il capo, salutandoli con una mano, stringendo l’altra in quella di Hikaru.

*

Una volta chiusosi la porta di casa alle spalle Kei attirò Hikaru contro di sé e lo pretese per un bacio, schiuse le labbra, spingendo in avanti la lingua alla ricerca della gemella, accarezzandola a lungo, perdendosi in quel sapore così familiare che gli faceva perdere completamente il controllo e sentendo immediatamente la testa leggera.
Hikaru ricambiò con altrettanta passione, levandogli il golfino e iniziando a sbottonare la camicia partendo dal basso, sfiorandogli la pancia e lasciandola aperta sul petto, scivolando a baciarlo alla base del collo, depositano brevi tocchi di labbra sui piccoli nei sotto il collo, leccando la clavicola, liberandolo della camicia e slacciandogli il reggiseno che Kei si era procurato, tirandosi il ragazzo in braccio, sentendo Kei allacciargli le gambe dietro la schiena e le braccia al collo, richiedendolo per un bacio, facendosi scortare in camera da letto, dove Hikaru lo adagiò sul materasso dopo aver tirato via le coperte, separandosi da lui il tempo necessario a levarsi i vestiti, vedendo Kei fare altrettanto, lanciando via la gonna, il cerchietto e la parrucca, fermandolo quando lo vide fare per sfilarsi le calze.
Lo guardò sorridendo maliziosamente abbassando un ginocchio sul letto e chiedendogli di schiudere le gambe, facendogliele piegare, iniziando ad accarezzarlo partendo dalla coscia, sopra la lycra verso il piede e risalendo, portando via stavolta in quel percorso in discesa la calza, posando le labbra su ogni zona di pelle che scopriva, alternandola con la punta della lingua, sentendo Kei sospirare forte, passando poi all’altra gamba, ripetendo i medesimi gesti, solo più lentamente e mentre con una mano terminava di spogliarlo, l’altra era corsa a massaggiare il suo sesso e dietro il sedere, cercando la sua apertura.
Kei inarcò la schiena, guardandolo e attirandolo sopra di sé, cercando ancora la sua bocca, muovendo la mano verso il basso sul suo sesso, eccitandolo con carezze decise, sentendolo diventare sempre più duro contro il proprio palmo e chiedendogli di prenderlo subito.
Hikaru si sollevò da lui, facendogli aprire meglio le gambe, accarezzandogli l’interno coscia con le dita, abbassandosi su di lui anche con la bocca, fregando le labbra sulla pelle sensibile, percorrendola con le labbra, mentre il numero delle dita dentro di lui aumentava e Hikaru le muoveva insieme, allargandolo, attardandosi più del solito, fino a che non sentì le mani di Kei tirargli i capelli e chiedergli di prenderlo, quella maschera d’innocenza, di giovane ragazza indifesa e un po’ vergognosa che Kei aveva avuto per tutto il pomeriggio non poteva durare, ora, mentre gli chiedeva con voce roca di possederlo e farlo gridare, completamente sparita dal suo volto, trasformato dalla passione e dall’eccitazione.
E come gli aveva chiesto, Hikaru lo fece urlare di piacere: Kei gemeva, muovendosi sotto di lui per trovare una posizione più comoda e che gli permettesse di sentirlo meglio mentre affondava dentro di sé e con lui Kei si muoveva, andando incontro ai suoi fianchi, spingendolo contro di sé, raggiungendo presto l’orgasmo e sentendo poi dopo anche Hikaru, venire dentro di lui.
Hikaru rotolò di fianco al più grande, riprendendo fiato, sentendo Kei accoccolarsi accanto a lui, coprendo poi entrambi con il piumone. Kei si mosse poi infilando una mano oltre le coltri e prendendo una calza rimasta dentro il letto mostrandola all’altro.
“Oh no, Hikka, le hai sfilate!” si lamentò, guardandolo storto.
“E allora? Tanto non ti servono, hanno svolto bene il loro compito, no?” mormorò malizioso, accarezzandogli il fianco.
“Ma avevo solo queste! Volevo usarle di nuovo per uscire con i tuoi amici” appuntò.
“Mh, io non credo ti serviranno” mormorò Hikaru al suo orecchio, portandosi sopra di lui, accarezzandogli la guancia.
“E cosa mi metto?” domandò dubbioso Kei.
“Beh, hai tanti vestiti nell’armadio” gli fece notare il più piccolo, sorridendo.
“Sì, ma sono i miei vestiti e…”
“Infatti. Io voglio te, voglio uscire con te la prossima volta.”
Kei spalancò gli occhi, fermando la mano con cui gli stava accarezzando una spalla.
“Voglio che i miei migliori amici conoscano il mio ragazzo, voglio che conoscano te senza nessuna maschera, hai ragione non ti devi nascondere, non è giusto e io dovrei avere più fiducia in Yuuyan e Kota. Sono certo che capiranno e se anche così non fosse non mi interessa, perché tu sei la sola cosa che conta per me” gli disse e Kei sorrise.
“Io sono la persona che ami, no?” gli chiese di nuovo, voleva sentirglielo dire ancora.
“Sì” Hikaru annuì. “La sola che amo e che amerò per il resto della mia vita.”

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