Titolo: Futari no omoi wa ima hanarete yuku (I nostri sentimenti adesso si fanno più distanti) [Loveless - Yamashita Tomohisa]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggio: Yamada Ryosuke, Chinen Yuri
Pairing: Yamachii
Rating: PG
Genere: malinconico
Warning: slash
Wordcount: 516
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la community
kinkmemeita per la Sagra del Kink 2.0 per fillare il prompt "I want your love, I don't wanna be friends" di
yuki013, per la
think_angstper la tabella Dialoghi con il prompt “Ti amo, perché ti è così difficile capirlo” e per la
500themes_itacon il prompt ‘desiderare chiedere credere ricevere’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
La Sagra del Kink 2.0 fillTabella:
DialoghiTabella:
500themes Desiderare, chiedere, credere, ricevere.
Dovrebbe essere così che funziona, dovrebbe essere semplice.
E invece non lo è.
Non è mai semplice, perché a volte quello che uno desidera non è sempre facile da chiedere.
Perché ciò che uno crede di riuscire ad afferrare, non sempre coincide con ciò che realmente riceve.
E lo stava scoprendo a sue spese Chinen, forse troppo tardi.
Si era seduto sul letto, sospirando stancamente, passandosi le mani tra i capelli; era stufo di continuare a desiderare, chiedere, credere in qualcosa per poi ricevere il nulla.
Ci aveva sperato, aveva sperato che Yamada potesse realmente ricambiare i suoi sentimenti e aveva fatto male, venire disilluso in quel modo non era solo doloroso era frustrante, perché era andato contro tutto ciò in cui credeva, contro se stesso anche, per lui e non era Ryosuke quello che ci stava rimettendo.
“Perché?” chiese per l’ennesima volta al ragazzo seduto poco distante da lui e che gli dava le spalle.
“Non lo so” parlò il più grande.
“Come non lo sai?” lo incalzò, sollevando il tono di voce, infastidito, lo stava lasciando e non aveva giustificazione migliore di quella? Non lo poteva accettare.
“Non sai per quale motivo sei stato con me tutti questi mesi? Non sai come mai ti sei innamorato di un altro? Non sai che mi hai solo usato per soddisfare il tuo ego, servendoti di quello che provo per te, lasciandomi con niente in mano? Non sai cosa esattamente?” gli chiese, voltandosi meglio in sua direzione e chiamandolo, vedendo che l’altro aveva solo abbassato il capo.
“Ryosuke! Abbi almeno il coraggio di guardarmi in faccia!” gli disse duro, stringendo i pugni e il più grande si voltò verso di lui.
“Chii, mi dispiace” esordì, avvicinandosi, prendendogli le mani, ma Chinen si scostò da lui infastidito, non voleva che con i gesti avesse riguardo per lui se poi le sue parole non ne avevano. “Io ti ho voluto bene davvero, non ti ho usato, ma per me non possiamo essere altro che amici” spiegò.
Chinen lo guardò scuotendo appena il capo.
“Io voglio il tuo amore, non voglio che siamo solo amici” disse, mordendosi poi l’interno della guancia. “Ti amo, perché ti è così difficile capirlo?” gli chiese in un mormorio, pentendosi subito dopo di essersi lasciato andare a quell’ultima confessione, non voleva essere più patetico di quello che già aveva dimostrato di essere, incaponendosi per tenersi stretto un amore che non c’era più o che, forse, a dire il vero, non aveva mai avuto.
“Mi dispiace” ripeté Yamada, non riuscendo a guardarlo negli occhi e Chinen sospirò, portandosi le mani al volto, inspirando piano.
“Non riesci davvero a dire nient’altro…” constatò amaramente. “Non merito neanche che ti sforzi di provarci” affermò, con un sorriso triste, alzandosi dal letto e avvicinandosi alla porta, senza più guardarlo negli occhi.
“Vattene, è finita” decise per entrambi, dal momento che Yamada non ne era in grado. “Non voglio vederti mai più” disse duro, distogliendo lo sguardo dal suo quando gli passò accanto e trattenendo il fiato, sentendo Ryosuke chiudersi definitivamente la porta d’ingresso alle spalle.