Viale del tramonto
1950, di Billy Wilder
con William Holden, Gloria Swanson, Erich von Stroheim
"Viale del tramonto", si contende, assieme a "Quarto potere" e "2001: Odissea nello spazio", il primo posto come miglior film della storia del cinema. Come la più colta letteratura, anche il cinema ha i suoi classici, e questo è senza dubbio uno di questi.
Lo sceneggiatore Joe Gillis (William Holden), sfuggendo ai creditori, arriva ad una vecchia e lugubre villa. In questo luogo abita la non più giovane e decaduta attrice di cinema muto Norma Desmond (Gloria Swanson). Norma propone a Joe di rivedere il copione che lei stessa ha scritto sognando il ritorno sulle scene...
"Viale del tramonto" è un film cupo, cinico ma anche mordace. Chi conosce Billy Wilder saprà sicuramente che le sue sceneggiature sono sempre originalissime, molto critiche nei confronti di certi aspetti della società. Basti ricordare il divertentissimo "Uno, due, tre!" dove, in una Berlino ancora divisa in due dal muro, Wilder prende sapientemente in giro il capitalismo americano e il comunismo sovietico. In questo caso l'oggetto della critica è Hollywood, col suo effimero successo, i suoi rigidi sistemi di produzione e l'inesorabile legge dell'immagine, quella che fa prevalere chi è più giovane e bello su chi è effettivamente bravo. La scena che più rappresenta questa visione del mondo dello spettacolo è quella in cui Norma va a trovare un suo vecchio amico regista, ma nessuno della troupe la riconosce. Viene riconosciuta e acclamata solo quando un operatore, per sbaglio, le punta addosso un riflettore. La Desmond è un personaggio profondamente ben caratterizzato, unico e probabilmente irripetibile, anche se a volte scade nel macchiettistico. D'altra parte Wilder è uno che ama giocare con gli stereotipi per poi stravolgerli, si può ad esempio notare come tratta i ruoli sessuali in "A qualcuno piace caldo". La Desmond vive in una casa-mausoleo perfettamente modellata sulla sua immagine e sui vecchi tempi del muto. Perchè il motivo per cui non lavora più è stato appunto l'avvento del sonoro, rendendola obsoleta come attrice. Significativa (e memorabile) è la battuta che Norma pronuncia al primo incontro con Joe: "Io sono grande, sono i film che sono diventati piccoli". Lei è intrappolata nel ruolo d'attrice, recita in continuazione, ma lo fa alla maniera del cinema muto: occhi spalancati e gestualità estremamente accentuata. La vita di Gloria Swanson coincide parzialmente con quella della Desmond, come il personaggio che interpreta è stata una delle più grandi attrici di cinema muto. Non è un caso che in "Viale del tramonto" ci sia una scena di "Queen Kelly", uno degli ultimi film muti che la Swanson girò e che la portò alla rovina. Non è neanche un caso che la parte del maggiordomo di Norma in "Viale del tramonto" sia affidata ad Erich von Stroheim, regista di "Queen Kelly", che avrà un ruolo decisivo all'interno della trama.
Il film è anche costellato di piccole guest stars, in primis Buster Keaton nel piccolo ruolo di un amico di Norma, e Cecil B. DeMille, nel ruolo del regista amico di vecchia data dell'attrice (e celebre regista anche nella realtà).
Quello che rende questo film un capolavoro, tra le altre cose, è l'uso particolare che Wilder ha fatto della voce fuori campo. Il film inizia con il corpo morto del protagonista che galleggia in una piscina (una magnifica scena realizzata grazie a dei sapienti giochi di specchi), e con la sua voce fuori campo che racconta la storia. Questo tipo di voce narrante è stata ripresa, con grande efficacia, in film come "American beauty" o in serie tv come "Desperate housewives".