tacete voi, e fate le spine (1981)

Jun 22, 2005 13:22

stumbata sono io. di solito vivo su di un gradino, ed è lì che passo la maggior parte delle mie giornate. ho una gamba malmessa ma posso ugualmente andare dove voglio, con lentezza. perché non c’è fretta, le strade le so. e se non le so, me le invento. il mio passatempo preferito è fissare il sole fino a diventare come cieca. e dare testate. la notte do le testate alle porte, ai portoni, ai cancelli, ai bidoni. ed entro. per questo mi chiamo così. mi hanno avvelenato quattro volte, ma incredibilmente sono sopravvissuta a tutte e quattro. erba cattiva. il mio manto è nero, con una sola macchia bianca sul petto. un tovagliolo per non sporcarmi, un potenziale bersaglio da colpire quando giro la testa per via di un rumore che mi dilata le pupille.
con una delle mie testate sono capitata a casa di Adele un mese fa. appena mi ha visto mi ha corso dietro con la scopa imprecando, ma poi ha preparato una ciotola con della pasta avanzata. e allora sono uscita allo scoperto. non si sta male a casa sua, ma prima o poi andrò via anche da qui. Adele vive col figlio, sua moglie, e i loro ragazzi. li guardo e penso che questi due basta che si diano un’occhiata per concepirne uno. dei loro figli la mia preferita è Giovanna, perché non mi tira la coda e perchè anche se sono malmessa mi guarda come se fossi bella. una volta sono andata a nascondermi sotto al letto matrimoniale e lei era lì. immobile, con un sandalino slacciato e la polvere nei capelli. avrei voluto chiederle cosa ci facesse lì, ma mi guardò come a supplicare complicità. quindi non emisi il benché minimo verso, misi le zampe sotto a sparire come le ruote di un aereo che ha decollato, e socchiusi gli occhi. in mano teneva una foto a colori raffigurante alcune persone che presumo fossero suoi parenti, ma non li avevo mai visti in casa. nell’angolo in alto a sinistra della foto, c’era l’impronta profonda dei dentini. l'impronta della rabbia. aveva morsicato la foto come si morde un cuscino. da quel momento ci troviamo spesso lì, sotto al letto. io ci vado per evitare ramazzate per qualche marachella.. ma lei, davvero, non so cosa ci va a fare sotto il letto dei suoi genitori. sta a fissare la rete del letto. fa disegni invisibili col dito attraverso le maglie della rete. è tranquilla, ubbidiente, gioca per conto suo o con i fratelli, mangia tutto, si veste senza storie, rincasa in orario, va bene a scuola. eppure, anche per lei, esiste il castigo.
Previous post Next post
Up