Titolo: I hope the actions speak the word they can
Fandom: Glee
Pair//Chara: Blaine Anderson/Quinn Fabray, Kurt Hummel/Blaine Anderson
Rating: NC-17
Avvertimenti: Slash, Het, Lemon, Kid!fic, Angst, AU
Conteggio Parole: 1277
Note: Scritta per la Uovachallenge della Notte Bianca di Pasqua di
maridichallenge :) è un'AU, settata nel 1959, è tutto più chiaro dalla storia senza aggiungere o spoilerare. Amo questo piccolo verse che ho creato, e spero di poterlo continuare :D ho tante idee! Il titolo è preso dalla canzone "In between" dei Linkin Park. Enjoy :)
Kurt serra le mani attorno a quelle di Blaine, in una stretta talmente forte da fargli diventare bianche le nocche. Lui, però, sembra non accorgersene e continua a fissare il vecchio film in bianco e nero, proiettato sullo schermo del drive in. L’abitacolo della macchina di Kurt sembra improvvisamente più augusto del dovuto e loro si sentono soffocare.
Manca solo un giorno al matrimonio con Quinn Fabray, e Blaine sa non poter più fare nulla. Dopo un’estate di idee, di progetti, di baci rubati, di lacrime e di sorrisi, lui e Kurt devono arrendersi.
“Non sei costretto,” sussurra Kurt nel suo orecchio, ignorando il film e le risate che provengono da fuori, “non sei costretto, Blaine…possiamo ancora fuggire. Scappiamo!” esclama con un sorriso nervoso, guardandolo con una debole speranza nel cuore, “Scappiamo lontano da qui, dimentichiamoci di tutto, dimentichiamoci che è solo il 1959, dimentichiamoci dei tuoi genitori, di Quinn, Quinn è una ragazza forte, e poi lo sai, lei ama Noah, il figlio della signora Puckerman, quindi-”
Blaine si sporge e lo zittisce con un bacio, così dolce da far sciogliere le spalle terribilmente tese di Kurt. E’ umido per via delle sue lacrime, è meraviglioso ma è anche triste, infinitamente triste.
“Ti amo Kurt Hummel,” mormora, accarezzandogli il viso e il collo bianchissimo grazie alla luce proveniente dal film, “e ti amerò per sempre. Il mio cuore apparterrà solo a te, e non dimenticherò mai la prima volta che…ci siamo uniti, stretti insieme, la prima volta che ti sei concesso a me. I nostri baci…saranno le uniche cose che non mi faranno impazzire da domani in poi…e farò di tutto per-” si bloccò e rise appena tra le lacrime, “per rompere la costosissima macchina che ci regaleranno i genitori di Quinn e venire il più possibile all’officina di tuo padre…”
Blaine continua a parlare per tutta la durata del film e Kurt lo ascolta senza perdersi una sola sillaba, interrompendolo solo per qualche bacio. I loro ultimi baci. Uscendo dal drive in, passano la notte insieme, lontano da Lima, sotto le stelle, fino a che non sorge il sole. Kurt si sforza di non piangere mentre riaccompagna Blaine a casa Anderson, già addobbata per il grande giorno.
Entrambi devono prepararsi.
Kurt pensa di non essere ancora pronto per fare la parte del migliore amico e testimone dello sposo. Blaine sa perfettamente di non voler essere lo sposo.
Eppure il matrimonio è ugualmente stupendo, uno dei più belli che Lima abbia mai visto. Quinn è meravigliosa mentre si avvicina all’altare, il vestito bianco splendido, gli occhi socchiusi e lucidi, il velo calato sul viso, la presa attorno al bouquet quasi sofferente.
“Lo voglio,” due semplici parole che rendono Blaine e Quinn marito e moglie.
Non importa che nessuno dei due lo voglia o che Kurt sembri essere sul punto di scoppiare a piangere quando li vede baciarsi per la prima volta.
Non importa.
Il ricevimento è sfarzoso e tutti si divertono, ma è la prima notte di nozze che Blaine teme maggiormente. Ancora ha in mente Kurt, il suo corpo, le sue mani forti, la sua vita stretta e la schiena perfetta. Kurt e solo Kurt.
“So che non sono ciò che vuoi,” sussurra Quinn, spogliandosi davanti ai suoi occhi, nella suite d’hotel prenotata per loro dalla famiglia Anderson, “neanche tu lo sei,” continua con schiettezza, “ma non abbiamo altra scelta…”
Blaine si sente quasi stordito mentre Quinn lo stende sul letto e sale sopra di lui. E’ quasi certo di non riuscire avere un’erezione, ma quando l’intimità bagnata della ragazza inizia a strofinarsi lentamente sul suo membro, Blaine chiude gli occhi per qualche secondo e pensa a Kurt.
I gemiti di Quinn sono alti e brevi, ma Blaine sa di dover partecipare in qualche modo. Si alza a sedere e la stringe a sé all’improvviso, lasciando che i suoi seni spingano contro il suo petto.
E’ diverso, morbido e dolce, ma non è ciò che vuole.
Scuote la testa per non pensarci e abbassa una mano tra i loro corpi sudati e caldi. Guarda il volto di Quinn, fissa le palpebre socchiuse e le labbra gonfie per i piccoli morsi che si da, e la bacia. Nello stesso momento accarezza per la prima volta la sua intimità e con due dita la penetra. La osserva per scorgere in lei del dolore, ma non ne trova nei suoi occhi, tutt’altro, e inizia a muoverle per allargarla, per prepararla.
Non fa domande quando Quinn prende in mano il suo uccello, accarezzandolo un paio di volte con un movimento del polso che lo impazzire, ma non appena capisce che sta per scendere su di lui, la ferma.
“No…non così, non ce la faccio,” sussurra, per poi girarla.
In questo modo vede solo la sua schiena bianca e la vita stretta.
Kurt, Kurt, Kurt.
Entra dentro di lei con un unico movimento, fluido e veloce, ed è più semplice di quanto avesse potuto immaginare. Quinn è calda, ma…scivolosa e Blaine sente di doversi aggrappare a qualcosa, anche se solo per un secondo. Le stringe i fianchi e inizia a muoversi con rapidità, gemendo ad ogni spinta, rispondendo ai suoi lamenti o semplicemente al ricordo di un’altra voce.
Viene dentro di lei, come è giusto che sia (come suo padre ha visto bene di raccomandargli più di una volta), chinandosi poi per darle un bacio dietro al collo. Vuole essere un marito gentile per lei, premuroso nonostante tutto.
Quinn si gira non appena Blaine esce da dentro di lei e il suo seme inizia a colare con estrema lentezza, quasi insopportabile. Vorrebbe andare in bagno, farsi una doccia, rendersi presentabile, eppure si limita a guardare Blaine, allungando una mano per stringere la sua.
“Mi dispiace Blaine, scusami,” dice, con sguardo lucido.
Blaine abbozza un sorriso, scuotendo il capo, “Non hai colpa di tutto questo,” la rassicura, avvicinandosi per stringerla a sé, “non devi scusarti. Ce la faremo, Quinn, sta tranquilla, insieme ce la possiamo fare, avremo un bella vita, io lavorerò con tuo padre e tu…tu crescerai i nostri figli,” mormora con un nodo in gola e gli occhi che bruciano terribilmente, ma deve essere forte per lei, per loro, “ce la faremo vedrai…”
Quinn si stringe forte e singhiozza all’improvviso, nascondendo il viso contro il collo di Blaine.
Vorrebbe confessargli tante cose, vorrebbe dirgli la verità, vorrebbe fargli capire che non funziona così la prima volta per una donna, che quella non poteva essere la sua prima volta. Vorrebbe anche prendere tutto e scappare, tornando da Puck. Vorrebbe dirgli che non è più vergine ormai da un mese. Vorrebbe farlo.
Invece rimane nascosta tra le sue braccia fino a che la stanchezza non prende il sopravvento, facendola cadere in un sonno profondo.
*
Otto mesi dopo nasce Beth Anderson.
Blaine è pazzo di lei, la stringe al petto e la culla dolcemente, giocando con le piccole manine che si stringono attorno alle sue dita. La guarda e ammira la sua bellezza, fin dalle prime settimane di vita; il sorriso dolce, le guance piene, i capelli fini e biondi, come la madre, e gli occhi…Blaine si sente sempre in difficoltà quando scruta i suoi occhietti perché non li riconosce come suoi.
Il colore e il taglio sono diversi, gli ricordano qualcuno, non sa bene chi, e si sente inquieto. Ma poi la piccola ride e gli stringe nuovamente l’indice, e lui si acquieta del tutto.
Quinn li osserva da lontano e si sente colma di tristezza, nonostante il sorriso sulle labbra. Forse un giorno sarebbe riuscita a confessare tutto a suo marito, evitando di costruire la loro vita su delle menzogne (evitando di vederlo soffrire ogni volta che passavano con la macchina davanti all’officina del signor Hummel), cercando di avere insieme qualcosa di sincero. Forse.
Ma non è sicuramente quello il giorno.