Aug 06, 2009 10:37
Mi trovo in una strada con una signora che conosco solo in sogno e so essere una professoressa. La signora è petulante e finiamo per litigare, distraendoci. Non ci accorgiamo di un pullman che ci viene contro e ci investe. Ci risvegliamo tempo dopo in uno spiazzo verde, contornato da alberi che ne racchiudono la visuale. Attorno a noi ci sono solo lapidi sparse. Non sappiamo da che parte andare per tornare a casa e quindi cominciamo a girare a vuoto, ritrovandoci puntualmente allo stesso punto. All'improvviso vediamo qualcosa muoversi; prendo per mano la professoressa, allarmata, e comincio a correre. Riusciamo a salire su una piccola collinetta con un sentiero che si perde nella vegetazione. La professoressa si fa prendere dal panico, è mal disposta a seguirmi, comincia a polemizzare con me e alla fine ci perdiamo di vista. Io continuo a correre in cerca d'aiuto e mi ritrovo in una stretta stradina di cui non vedo la fine. Sui lati ci sono solo bar con tavolini all'esterno. Sembra ci sia una nebbia nera che inghiotte tutto e non mi fa vedere che una piccola zona della strada. Le persone che incontro sono silenziose, bevono alcool seduti ai tavolini, senza chiacchierare, senza ascoltare musica. Hanno un viso triste e sono per lo più anziani. Dopo aver chiesto invano aiuto a un paio di persone che passavano di lì (essendo totalmente ignorata), decido di fermare la prima persona con l'espressione più rassicurante che mi sarebbe capitata a tiro. Incontro un gruppo di ragazzi giovani e li fermo. Sembrano dolci e gentili, dico loro che ho bisogno d'aiuto per ritrovare la strada di casa e che una persona che conosco è in pericolo. Mi spiegano che mi trovo all'inferno e che in quel luogo vanno, oltre che come noto le persone malvagie, tutti gli anziani e coloro che stanno tra la vita e la morte, in attesa che il tempo scelga la loro destinazione finale. I ragazzi mi guidano all'interno di un alto palazzo, una specie di grattacielo disabitato e in disuso. Il palazzo è composto in realtà solo da delle rampe di scale interne; ci sono grandi finestroni a ogni pianerottolo, spesso senza vetri ma direttamente a strapiombo sul vuoto. Su uno di questi pianerottoli il gruppo sembra dividersi. Un ragazzo con l'aria rassicurante mi dice di seguire le ragazze davanti a me. Io gli raccomando di proteggere la professoressa che ho ormai perso di vista e lui mi dice che se ne occuperà lui. Comincio a non fidarmi e una volta salutato il ragazzo, d'istinto decido di girarmi mentre quest'ultimo scende le scale, così da poterlo vedere bene in faccia. Il sorriso rassicurante diventa un ghigno e capisco che mi stanno conducendo in un posto da cui non potrò più tornare. Comincio a correre salendo le scale, supero le ragazze e mi trovo in un pianerottolo senza uscita ma con un unico grande finestrone. Prendo velocità e mi lancio nella finestra, frantumandola e cadendo nel vuoto. Avevo infatti capito che, in base anche alla descrizione fatta precedentemente dagli stessi ragazzi, io dovevo stare tra la vita e la morte a causa dell'incidente e che un forte trauma (io soffro di vertiggini) poteva forse riportarmi indietro. Avevo anche intuito che se solo gli anziani stavano all'inferno pur non essendo malvagi, allora questi giovani ragazzi dovevano essere per forza crudeli. Cadendo nel vuoto sono terrorizzata: mi chiudo a uovo e aspetto di sfracellarmi al suolo. Come da previsioni mi risveglio nella stessa strada dell'incidente, con dei medici attorno a me. Mi alzo come se non avessi niente, completamente sana. Chiedo che fine ha fatto la professoressa e capisco il perchè non la trovassi più all'inferno: era morta.
E così mi sveglio ù_ù.
sogni