Titolo: L'ultimo Lindor
Autore:
hikarylexy Fandom: Originale
Personaggio: Oceano Blu
Prompt: #5 Gola
Rating: G
Avvertimenti: FlashFic!
Conteggio Parole: 1258
Desclaimer: i personaggi di questa storia sono sotto la proprietà esclusiva della sottoscritta.
Lista:
TABELLA Note: ora ho la conferma di essere totalmente rincretinita. Ma nel profondo.
* sto ancora cercando di capire se l'ispirazione per lo stile è Dante o Stefano Benni ( ma tanto siamo lì, no?)
* Trespolo = mio letto a soppalco anche detto Fox River.
* papy! papy! papy! ti voglio bene anche se mi mangi sempre i cioccolatini x)P
* questa fic è la prova che la mamma di Giuly ha ragione: ragazze miei, si cambia spacciatore!
L'ultimo Lindor
o
Venti piccoli Lindor
( ...e alla fine non ne rimase nessuno).
Ogni Prode Cavaliere che si rispetti deve avere obbligatoriamente una missione, anzi, una Missione, con la “ M” maiuscola.
E questo perché non c'è nulla di più importante della Missione.
La Missione da' un senso alla vita del Prode Cavaliere ed è fondamentale per creare un Mitico Mito che racconti le sue Gloriose Imprese.
Quale altra aspirazione potrebbe infatti avere un Prode Cavaliere se non quella di compiere molte Gloriose Imprese nel corso di una Missione tali da essere racchiuse in Mitico Mito?
°°°
Il Prode Cavaliere Oceano non era da meno. Durante quei lunghi giorni trascorsi nella grade casa di montagna, a patire il freddo e il tormento dei giovani apprendisti cavalieri che si rincorrevano da un piano all'altro, aveva vigilato senza sosta per proteggere il tesoro che gli era stato consegnato.
Il suo nome in codice era “ Dono Natalizio”, ma la scaltra Oceano non si era lasciata ingannare. Dietro quell'appellativo così comune, doveva nascondersi qualche messaggio segretissimo e di vitale importanza. E il messaggio che aveva dedotto era il seguente: proteggi il Pacco Natalizio anche a costo della vita.
La villa era molto grande ed il Prode Cavaliere si muoveva al suo interno con tutta la sicurezza di chi possiede una grande familiarità con il posto. Tra quelle mura perennemente gelate aveva trascorso estati ed inverni della sua infanzia, sulle scale infinite e ingannevoli aveva corso su e giù giornate intere; il buio dei sotterranei non la spaventava e di ogni albero conosceva il nome. Era stata proprio lei a darli, quei nomi, a tracciare percorsi nel bosco, a costruire capanne di rami e a piantare fiori. Ogni centimetro di quel luogo sperdute le apparteneva.
La Missione, in un luogo così congeniale, si prospettava molto facile per un Prode Cavaliere come Oceano, esperta e avvezza a qualsiasi tipo di lotta.
Forse per questo il Prode Cavaliere abbassò la guardia.
Fu così che la campagna invernale giunse al termine e la corte, cavalieri compresi, fece ritorno nella Grande Città. Il corteo che sfilava dalla villa alle auto appariva un po' meno carico di quello giunto una quindicina di giorni prima, ma in fin dei conti ciò che era arrivato impacchettato e ben nascosto sul fondo dei bagagliai, ora tornava a casa negli zainetti dei piccoli.
Per ultimo, Oceano andò prendere il suo Dono Natalizio dal nascondiglio che lo aveva protetto fino ad allora. Era un secchiello di metallo, di un improbabile rosa schocking che si addiceva talmente poco alla sua persona da allontanare qualsiasi sospetto su un contenuto potenzialmente interessante. Per di più la collocazione, una mensola nel bagno, genialmente montata troppo in alto per essere di una qualche utilità, cancellava ogni dubbio.
Il Prode Cavaliere aprì con circospezione il contenitore e rimase in ascolto; la prudenza non era mai troppa quando si aveva per le mani lo scopo finale della propria Missione. Non sentendo alcun rumore, estrasse il Dono Natalizio e rimise furtiva il tappo al suo posto. Accarezzò con lo sguardo la scatola di cartoncino nero deliziosamente decorata, ne ammirò i ghirigori dorati, ne annusò il profumo delizioso.
E sorrise, sentendosi molto fiera della propria astuzia.
Chi mai avrebbe messo una confezione di cioccolatini extra-fondenti Lind in un secchiello rosa su di una mensola del bagno?
Poi, d'improvviso, una strana sensazione s'impadronì di lei. La leggerezza del Dono Natalizio, dapprima gradevole vista la posizione alquanto scomoda in cui si trovava ( in precario equilibrio sul bordo del lavandino, frenata solo dal doloroso scontro tra il proprio ginocchio e il rubinetto), divenne inquietante. Prese a scuotere la confezione, prima con delicatezza e via via in maniera sempre più convulsa. La consapevolezza di aver commesso un clamoroso errore si stava facendo strada nel suo animo già sconvolto.
Alla fine, preso coraggio, si decise ad aprirla.
E poi fu solo orrore.
Orrore allo stato puro.
La scatola era vuota.
Vuota come una scuola ad agosto, come la testa di un allievo chiamato alla lavagna, come il suo salvadanaio ogni volta che aveva urgente bisogno di contanti.
Vuota, non-piena.
Non ricordava di aver mai visto qualcosa di altrettanto non-pieno in vita sua.
La sue dita accarezzarono l'interno desolato, tastarono alla ricerca di una carta vuota, almeno quella, in ricordo del proprio amore perduto.
E invece ... invece proprio lì, sul fondo, la mano tremante del Prode Cavaliere trovò una piccola sporgenza rotonda. Tastò, le lacrime agli occhi per la commozione, e cosa trovò?
Un cioccolatino!
Rimasto ad attenderla, fiducioso che i soccorsi non avrebbero tardato.
Lui, fedele e pieno di speranza nonostante gli attimi di terrore che doveva aver passato.
Lui, così piccolo e tondo, unico erede di una stirpe gloriosa e saporita.
Lui, l'ultimo Lindor, che Oceano avrebbe protetto fino alla fine dei suoi giorni.
E questa volta, nella Grande Città, Oceano scelse il posto più scuro tra tutti, a cui lei stessa affidava la propria vita. Il Trespolo, come lo chiamava la sua compagna d'armi preferita, era la sua casa, la sua base, grande e soffice, abbastanza alta perché nessuno la vedesse ma non troppo, perché lei poteva vedere chi rimaneva sotto.
L'ultimo Lindor finì tra pelouches e cuscini, tra fumetti e libri di psicologia infantile, accanto ad una piccola torcia ed uno scubidù mai finito.
Nessuno osava arrampicarsi sulla scala per raggiungere il Trespolo e il prode Cavaliere fu certo che il Nemico Goloso - perché lo sapeva, il colpevole della strage era lui, quell'infame perennemente affamato! - non avrebbe mai raggiunto il suo protetto.
°°°
Oceano arrivò da scuola ( perché anche un Prode Cavaliere in gamba come lei doveva, ahimè, andare a scuola ) di un umore così pessimo che avrebbe fatto sfigurare quello del suo adorabile professore di filosofia alla prima ora del sabato mattina. Ed entrando in casa non migliorò affatto, perché il suo sesto senso, poi il settimo ed anche l'ottavo si misero subito in allerta non appena varcò la soglia della propria stanza e vide il Trespolo.
Qualcosa di tragico doveva essere accaduto in quella casa, una catastrofe inimmaginabile: la sua coperta, la sua bellissima coperta, giaceva infatti in un angolo orribilmente piegata, adagiata con una cura che le fece immediatamente salire la nausea. Prima di fare qualsiasi altra mossa, dovette prenderla e ridurla ad un ammasso informe, al massimo vagamente somigliante ad un pallone, gettandola poi in un angolo del letto. Dopodiché riprese a respirare e notò con piacere che il letto non era rifatto. Certo, il cuscino era stato lisciato con cura e i pupazzi raddrizzati, ma con un po' di pazienza avrebbe ristabilito il caos nel suo piccolo regno.
Accompagnata dalla confortante immagine del Trespolo ridotto ad un campo di battaglia, tornò in cucina. Lo stomaco si era nuovamente aperto e cominciava ad avvertire un certo appetito.
- Mamma - non poté tuttavia fare a meno di chiedere - hai fatto ordine sul mio letto, così, per caso? -
- No, no, ho soltanto dato una sistemata. Ci mancherebbe, tesoro. -
La differenza tra fare ordine e dare una sistemata restava oscura, ma Oceano meditava di tornarci in seguito.
- A proposito tesoro, sai che ho trovato sotto il cuscino? Un cioccolatino! Ma ci pensi, come sarà finito un cioccolatino sotto il tuo cuscino? Pensa se si fosse sciolto nel letto, ti saresti svegliata domani mattina con i capelli fondenti! Comunque l'ho rimesso nel mobile, tranquilla. -
Il Prode Cavaliere sbiancò completamente. Ogni traccia di pigmento fuggì dal suo volto con il primo volo per le Maldive mentre correva ad aprire l'anta del mobile azzurro.
Un urlo sovrumano scosse il numero 154 del corso non appena i suoi occhi incontrarono il barattolo dei dolci, vuoto.
Il Nemico Goloso aveva colpito ancora.
[FINE]