The Aftermath of the Memories

Oct 04, 2010 23:21

Fandom: Harry Potter;
Pairing: Harry/Severus;
Rating: NC17;
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico;
Warning: Post 7°libro (senza epilogo), Sesso descrittivo;
Beta: Narcissa63;
Summary: E’ tutta colpa di quei ricordi, dei suoi ricordi - quelli che ti ha ceduto e costretto a vedere durante la Battaglia Finale - sono loro ad aver cambiato tutto. Sono scivolati nella tua anima, avvelenandola, distruggendo una delle poche sicurezze rimaste, facendo di Piton un essere umano… reale, fallace, fragile - fedele, coraggioso, buono. Ti hanno rivelato la cosa più terribile, hanno messo a nudo il suo segreto: lui ha un cuore.
Note: Per il compleanno di Mistress Lay (sepherim_ml ). Tesoro, non sono sicura che il pairing ti piaccia, ma ricordo che ami le coppie in cui uno dei due è Harry, quindi spero che questa cosina ti possa piacere. Ti auguro una giornata stupenda e di realizzare ogni tuo desiderio. Buon Compleanno e 100 di questi giorni!
Note di Narcissa63: Ho rubato un angolino per fare anch’io gli Auguri di Buon Compleanno a quella deliziosa persona che è Mistress Lay. Tanti affettuosi Auguri!!!


DISCLAIMER: Non mi appartengono… bla-bla-bla…. Non ci guadagno niente… bla-bla-bla…

The Aftermath of the Memories

Fu quella sera che scoprii
che quasi tutte le creature che consideriamo malvagie o cattive
sono semplicemente sole.
E magari mancano un po' di buone maniere.*

C’è qualcosa di ammaliante nella figura di Severus: l’alterigia del suo passo sicuro e marziale, quasi intimidatorio, l’austerità della sua espressione, dura e spigolosa in qualunque frangente, la meticolosità di ogni suo gesto, minuzioso e studiato come un rituale.
Osservarlo è un piacere per gli occhi, e hai perso il momento in cui Piton, il Professore che hai detestato con ferocia, è diventato Severus, un uomo da rispettare, da prendere ad esempio. Quell’attimo è diventato una delle tante gemme cadute e perse nel caleidoscopio della tua mente.
E’ tutta colpa di quei ricordi, dei suoi ricordi - quelli che ti ha ceduto e costretto a vedere durante la Battaglia Finale - sono loro ad aver cambiato tutto. Sono scivolati nella tua anima, avvelenandola, distruggendo una delle poche sicurezze rimaste, facendo di Piton un essere umano… reale, fallace, fragile - fedele, coraggioso, buono. Ti hanno rivelato la cosa più terribile, hanno messo a nudo il suo segreto: lui ha un cuore.
Ed è qualcosa che avresti preferito non vedere, che sarebbe stato meglio non sapere, perché ha rimesso tutto in discussione, e - diamine! - sei morto e risorto per portare a termine il tuo Destino. Sei tornato indietro per sistemare le cose e Severus è una di quelle cose da sistemare. Te ne sei reso conto quando, alla fine della battaglia, sei tornato indietro per recuperare il suo corpo; mentre - con il fiato grosso ed i rivoli di sudore che ti colavano lungo il viso, rigando la maschera di polvere e sangue che lo imbrattava - ti arrampicavi lungo il passaggio che porta alla Stamberga Strillante, perché sentivi che era un tuo compito. E hai trovato il Pozionista vivo - privo di sensi, avvelenato, quasi dissanguato, ma vivo.
Da lì in poi, è stata una lunga caduta nell’oscurità ed il veleno ha del tutto corrotto la tua anima. Perché Piton non aveva nessuno al mondo, nessuno che si preoccupasse per lui durante il periodo di degenza, ed è un eroe, ti ha protetto per tutto l’arco della tua vita e sei maledettamente in debito con lui. Perciò anche quello era compito tuo: dovevi prenderti cura di lui.
Quindi gli sei rimasto accanto, imponendogli la tua presenza, sopportando il suo carattere scorbutico, stringendo i denti alle sue frasi sferzanti, ignorando le sue provocazioni… gli sei stato vicino giorno dopo giorno.
Così hai cominciato a vederlo.
«Guardami» ti aveva mormorato, quando credeva che sarebbe morto, prima di darti quei dannati ricordi, e da allora, ormai denudato del suo travestimento, hai cominciato a vederlo davvero. E quell’uomo - quel nuovo Severus - ti è scivolato dentro, allo stesso modo dei suoi ricordi.
Ma tutte le cose in questo mondo hanno un inizio ed una fine, ed anche la convalescenza di Piton doveva terminare. Per questo ora sei lì, di nuovo a casa sua, nascosto come un ladro nella sua stanza, sotto il Mantello dell’Invisibilità.
Seppur consapevole di non avere motivo per starci, che lui non ti vuole lì, hai bisogno di vederlo. Forse se saturi il caleidoscopio della tua mente di altri attimi, alla fine tutto smetterà di girare.
Trattieni il fiato quando, aggirando il letto, Severus ti passa ad un soffio di distanza e si volta dalla tua parte, facendoti temere che ti abbia scoperto. Ma ti sorpassa per prendere un libro da uno scaffale e tu sospiri sollevato.
Continui a spiarlo, bramoso di ogni suo gesto, poi però comincia a fare qualcosa d’inaspettato: inizia a spogliarsi, e tu non riesci a smettere di guardare.
Con gesti lenti si libera del mantello, abbandonandolo su una sedia, poi passa ai bottoni della veste - piccoli, infidi, innumerevoli, bottoncini - e subito l’appende nell’armadio. Infine, rimasto in maniche di camicia, comincia ad aprire anche quest’ultima, e tu resti lì impalato, desiderando di avere una qualche scusa per aiutarlo a levarsi gli abiti, per sfiorare - toccare, baciare, leccare - quel corpo pallido e familiare. E ti senti un folle, un criminale, perché - oh Merlino, da dove vengono questi pensieri?!
E sei davvero uno sciocco, poiché quello non è proprio il luogo adatto per abbandonarsi a certe elucubrazioni e te ne accorgi nel modo peggiore, quando Piton, passandoti di nuovo accanto, si volta di scatto e, acchiappando alla cieca un lembo del Mantello, ti strappa il cappuccio dalla testa.
«Lo sapevo», sibila con soddisfazione «Immagino che non imparerà mai l’arte dell’Oclumanzia, vero signor Potter? I pensieri sembrano letteralmente saltarle fuori dalla testa».
I suoi occhi neri sono sulla stessa linea dei tuoi e dovresti essere spaventato, o quanto meno imbarazzato, ma non è questo ciò che provi. Ricordi come tremavi di paura da ragazzino, quando torreggiava su di te, adesso invece - ora che sei alto quanto lui, forse persino un po’ di più - ciò che provi sono fremiti di tutt’altro tipo.
«Guardami» sussurri, afferrando il polso della mano che ancora stringe il Mantello, in un bizzarro e capovolto deja vu della Stamberga Strillante. Mantenere il contatto visivo è indispensabile per la Legilimanzia, rammenti.
Severus inarca un sopracciglio. «Lo sto facendo, Potter» scandisce, come se avesse a che fare con un bambino particolarmente tardo.
«Guardami» ripeti. Guardami dentro.
E finalmente Piton capisce, sondando i tuoi pensieri più profondi, ed un lampo di qualcosa - consapevolezza, sgomento, paura? - attraversa le sue iridi buie. «Perché sei qui?» ti domanda.
«Lo sai» replichi.
«Ti sbagli» nega con freddezza.
«No, affatto, sai bene perché sono qui»
«Non è a questo che mi riferivo. Sei un ragazzino, Potter, non hai motivo per stare qui» chiarisce, ed è un umiliazione più bruciante di quello che vorresti ammettere capire che sa, ma sta davvero ignorando il tuo desiderio.
«Vorrei non averne, di motivi validi» sussurri mestamente, stringendo più forte il suo braccio. Severus non ha fatto nemmeno un cenno per cercare di liberarsi.
«Dovresti andare» ti ordina.
«Sì, dovrei» convieni, ma non riesci a muoverti. Vuoi solo afferrare i lembi di quella camicia semi-sbottonata, stropicciare la stoffa bianca tra i palmi e sentire il battito del suo cuore sotto la pelle nuda, poi…
«Basta» ti ammonisce lui, seguendo il corso dei tuoi pensieri e - una volta tanto - vorresti davvero potergli ubbidire e riuscire a mettere freno quelle fantasie.
«Il solo modo di liberarsi di una tentazione è cedervi» mormori, e la tua mano libera già si allunga verso il suo torace, ma viene fermata dalla sua, che ti si chiude attorno al polso.
«Citare Oscar Wilde non ti sarà d’aiuto» ribatte, e non ti sfugge la specularità delle vostre pose, né il fatto che lui non stia facendo fisicamente nulla per allontanarsi.
«Non sapevo che questa frase fosse sua» confessi candidamente, guadagnandoti uno sguardo compassionevole, ma davvero non t’importa. Tutto il biasimo di questo mondo non può fermarti dallo sporgerti in avanti e posare le labbra sulle sue.
Piton cerca di allontanarsi, tentando al contempo di scostarsi e di spingerti via, ma non è più una lotta impari, il tuo non è più il corpo di una ragazzino che può sopraffare con facilità.
«Smettila» morde quella parola tra i denti, ad un soffio dalla tua faccia, riuscendo nella non facile impresa di farla apparire sia sibilata che ringhiata, «Il Signore Oscuro deve aver causato un danno peggiore di quanto credessimo, l’ultima volta che ha cercato di ammazzarti».
«Può darsi,» ammetti, senza riuscire a soffocare un sorriso, «ma in tal caso la colpa è in egual misura di Silente e tua» asserisci e, con tua sorpresa, a quelle parole Severus smette di dibattersi, s’immobilizza e si limita ad osservarti in silenzio, con una ruga sottile tra le sopracciglia immancabilmente aggrottate.
«Le do’ un ultima occasione per andarsene» annuncia poi con voce atona, «Fingerò che non sia accaduto nulla - in fondo lei è solo un ragazzo confuso - e lei dimenticherà questa sera».
«No» replichi lapidario «So benissimo ciò che voglio e, malgrado non mi piaccia ammetterlo, so anche perché lo voglio. Non ho nessuna intenzione di dimenticare, né tantomeno di andarmene. Se vorrai scacciarmi, dovrai buttarmi fuori da quella porta a calci».
«Sono molto, molto tentato, Potter» ribatté, al colmo dell’irritazione. «Cosa ti fa credere di poterti comportare così, con me?!» sbotta poi.
«Forse, come sostieni tu, sono presuntuoso come mio padre, ma c’è tanto che posso darti, ne sono certo. Ed, allo stesso modo, so che ci sono alcune cose che solo tu puoi dare a me» rispondi, riuscendo per la seconda volta nell’impossibile impresa di zittirlo per qualche secondo, cosa che non fa altro che innervosirlo maggiormente.
«Io non ho bisogno di nulla» afferma infatti, conquistandosi l’ultima parola.
«Non è vero, lo sai tu come lo so io. Può non piacerci, ma dobbiamo accettare la realtà. Sono stanco di correre, stanco di fingere, stanco di lottare… tu non lo sei, Severus?» sussurri, addolcendo il tono su quell’ultima domanda. «Ho bisogno di te».
«Tu non hai affatto bisogno di me. Hai un esercito di persone che ti amano, fuori da questa casa, e c’è un focosa ragazza dai capelli rossi che aspetta solo te».
«Pensi davvero che m’importi?» c’è una percettibile nota di cattiveria nella tua voce «Loro cercano un eroe da osannare, ma io voglio qualcuno che mi veda solo per quello che sono. La vera domanda è: tu riesci a vedere Harry, o sarò sempre e solo il figlio di James e Lily, per te?»
«Voglio, voglio, voglio… Potter, possibile che giri sempre tutto attorno a te? Pretendi che io ti tratti da adulto, ma fai i capricci come un poppante!»
«Per amor del cielo, Severus! Tu hai visto i miei ricordi, sai cosa ho passato con i miei zii. Come posso fare i capricci, se non so nemmeno cosa significhi essere viziato?! Ho fatto quello che tutti volevano, ho salvato il Mondo Magico e, per farlo, sono diventato un assassino… quando potrò fare qualcosa per me?!» sbraiti, tirando fuori solo una parte infinitesimale delle ombre che ti porti dentro.
«Abbiamo fatto tutti delle scelte difficili» replica incolore.
«Mi sento sporco, Severus, ho le mani imbrattate di sangue e tu sei l’unico che può capire cosa sto passando» mormori infine, esausto.
«E con questo?»
«Ho perso troppe persone in questa guerra, ho rischiato di perdere perfino te…» esordisci, ma lui t’interrompe.
«Non puoi perdere qualcosa che non ti è mai appartenuto, Potter»
«Come puoi dire questo? Hai passato gli ultimi diciotto anni a proteggermi!» inveisci, frustrato.
«Non l’ho fatto per te, Potter!» sbotta lui e tu ti senti ghiacciare.
«Mia madre è morta» replichi freddamente, e vorresti scuoterlo, schiaffeggiarlo, fare qualunque cosa purché si liberi di quel fantasma.
«E quindi? Sei maggiorenne e vaccinato, Potter. Dovrei continuare a farti da balia per il resto della mia vita?»
Sì, buon Dio, sì!, vorresti gridare, ma le parole ti s’incagliano in gola. Perché avere a che fare con lui deve essere sempre così difficile?!
«Ti soddisfa questa situazione?» domandi mestamente «Sei davvero felice, costruendo muri su muri per allontanare chiunque tenti di amarti? L’hai fatto con mia madre, poi con il Professor Silente, ed ora lo stai facendo con me».
Ma stavolta devi aver osato troppo, perché Severus ti afferra per il bavero della giacca, spingendoti contro il muro alle tue spalle. «Tu, razza di moccioso arrogante, cosa credi di sapere di me?! Pensi di poterti paragonare a me perché ti sei lasciato abbindolare da Albus e, come un fedele soldatino, hai preso due o tre decisioni difficili? Ti credi adulto perché hai visto morire una manciata di persone attorno a te?!» sibila sul tuo viso, la voce che - a dispetto della sua rabbia - diviene più sommessa di parola in parola, ed il volto mortalmente pallido è un contrasto troppo vivido con quegli occhi che sembrano fatti d’inchiostro solido. «Non c’è stata una sola scelta facile nella mia vita, quindi non provare nemmeno a pensare di potermi psicanalizzare!»
«Non cercherei di farlo, se tu mi permettessi di conoscerti! E’ facile fare il duro, quando non lasci avvicinare nessuno. Se sei solo niente può ferirti, vero?! Complimenti, un ragionamento davvero molto Serpeverde. Ma sei felice, Severus?» ribatti a tono, rifiutandoti di lasciarti intimidire.
«Questi non sono affari tuoi» ringhia Piton.
«Invece sì, perché io voglio renderti felice» asserisci con cocciuta fermezza e, all’improvviso, lui lascia la presa sui tuoi vestiti, allontanandosi di un passo.
«Vattene» ordina.
Per una frazione di secondo lo osservi interdetto, scombussolato dal cambio del suo atteggiamento, ma poi sbotti: «No!» avanzando verso di lui.
«Vattene!» ribadisce con maggiore asprezza e tu cancelli definitivamente la distanza che vi separa.
«No» ripeti ad un soffio dal suo viso.Sei certo che ora ti scaglierà una fattura o ti colpirà con un manrovescio, invece Severus afferra di nuovo il bavero della tua giacca e sibila: «Maledetto ragazzino», prima baciarti con ferocia, facendo cozzare i vostri denti e mordendoti le labbra, per poi separarle con la lingua, leccando via il sangue. Saccheggia la tua bocca senza pietà, come se con la violenza potesse punirti, dimostrarti che è tutto sbagliato e convincerti che non è quello che desideri. Ma ha fatto male i suoi calcoli, perché dopo un simile incoraggiamento niente potrebbe distoglierti dall’ottenere ciò che vuoi, e tu vuoi lui, interamente.
«Non mi allontanerai» bisbigli, facendolo indietreggiare verso il letto e facendogli scivolare la camicia giù dalle spalle. «Non mi allontanerai» ripeti con più convinzione, spingendolo sul materasso finché non vi crolla sopra.
Piton si puntella s’un gomito, osservandoti dal basso. C’è qualcosa di arrabbiato e scoperto - indifeso - nel suo sguardo, che non ha nulla a che fare con il fatto che sia mezzo nudo. Per un attimo il volto del Severus quindicenne, tenuto a testa in giù da tuo padre e da Sirius, si sovrappone a quello dell’adulto. Non puoi fare a meno di chinarti su di lui ed accarezzargli il viso, posandogli un bacio sulla fronte perennemente aggrottata. Sono perdutamente innamorato di te, lo pensi, ma non lo dici.
L’attimo seguente ti sta già liberando dei vestiti, con gesti pratici e per nulla eleganti, atti a denudarti il più in fretta possibile e non certo a sedurre, mentre tu inizi a slacciare i suoi pantaloni. E, nonostante il cuore sembri volerti saltare fuori dal petto, le mani ti tremano soltanto un po’.
Le sue gambe sono lunghe, bianchissime, e tanto asciutte da poter quasi essere definite sottili. Le ginocchia e le caviglie emergono sotto la pelle come spigoli acuti, che vorresti lenire con la lingua e, quando lo liberi dall’intimo di un colore insignificante, il suo sesso spunta semi eretto da una culla di riccioli neri e crespi.
Un’altra perla che va silenziosamente ad aggiungersi al caleidoscopio.
I suoi occhi sono fissi sul tuo viso, nel momento in cui infili le dita dentro di lui. Sai che sei maldestro e forse anche troppo brusco, ma sul volto non gli trovi alcun accenno d’espressione. Perfino quando ti chini a prendergli il sesso in bocca, l’unico segno di cambiamento è l’irrigidirsi della linea delle sue labbra. Ma non importa, davvero non t’interessa, perché il resto del suo corpo ti comunica chiaramente il suo apprezzamento, anche se Severus fa il possibile per nasconderlo.
Le sue palpebre tremano, rischiando di chiudersi, mentre entri dentro di lui. Le sue dita artigliano le pieghe delle lenzuola e le tue si stringono sulla sporgenza delle sue anche, tanto forte da lasciare i segni - speri gli restino i segni - poi inizi a spingere piano, con una cadenza regolare ed un autocontrollo che sorprende te in primis, perché in realtà vorresti prenderlo con tutta la forza che hai, in modo che non possa dimenticarlo. Qualcosa però - forse l’abbandono con cui espone la gola alla mercè della tua bocca? - ti dice che nessuno l’ha mai trattato così e che queste premure gli resteranno più impresse di qualsiasi violenza.
Severus ti morde il mento, la giugulare, le spalle, quando finalmente raggiungi il centro del suo piacere, istigandoti a dargli di più e strappandoti ogni remora. Affondi in lui sempre più veloce, finché non senti il suo seme bagnarti il ventre, e solo allora ti lasci andare e vieni, tremando.
Piton ti concede appena un attimo per riprendere fiato, poi sussurra un incantesimo pulente e ti spinge via. «Hai ottenuto ciò che volevi, Potter, ora levati dai piedi» asserisce con voce atona, alzandosi lentamente per dirigersi al bagno attiguo. «Quando torno, non voglio più vederti qui» sibila sulla porta, senza neanche voltarsi.
Per qualche secondo resti lì imbambolato, ancora ansimante, il piacere del post orgasmo spazzato via dal freddo che ti è penetrato nelle ossa. Totalmente confuso, osservi le lenzuola stropicciate. Ma che diavolo gli è preso? Gemeva tra le tue braccia appena un attimo fa!
Di colpo senti la rabbia sfondare gli argini, ribollire là dove, fino a poco prima, vi erano desiderio e passione, ed un attimo dopo stai già spalancando quella porta, perché non puoi - semplicemente non puoi - permettere che ti allontani ancora in quel modo.
Scosti la tenda della doccia con un gesto tanto brusco da strapparla in parte dargli anelli e Severus fa a malapena in tempo a ringhiare «Potter, credevo di essere stato chiaro!» che tu lo spingi contro il muro piastrellato, fermandogli i polsi sopra la testa.
«Per chi diavolo mi hai preso, Piton?» gli sibili all’orecchio, con una voce che non sapevi nemmeno di avere,«Credi di potermi ancora comandare a bacchetta come fossi un tuo studente? Spiacente di deluderti, mio caro, è passata troppa acqua sotto i ponti». Apparentemente l’hai stupito abbastanza da guadagnare qualche secondo d’immobilità, mentre deglutisce a fatica, poi serra la mascella e tenta di respingerti, ma tu premi su di lui con tutto il tuo peso.
«Ora ascoltami,» continui «apri bene le orecchie, perché non so più in che lingua dirtelo, anche se forse potrei provare con il Serpentese. Non sono un idiota, né un moccioso con gli ormoni in circolo, so esattamente perché mi piaci e non desidero un mero sfogo sessuale. Spero che adesso ti sia chiaro, perché sei l’unico che voglio e non ho intenzione di arrendermi tanto presto». Affondi il viso tra i suoi capelli bagnati e lasci scivolare i palmi sulle sue braccia, sino a cingergli i fianchi e stringerlo contro di te.
Severus rimane immobile, rigido nel tuo abbraccio, con le mani ancora alzate e ben lontane dal tuo corpo. Guarda avanti, verso un punto imprecisato, e perfino i suoi capelli sono statici e flosci. «Il fatto che io non ti voglia non ti entra proprio in quella zucca, Potter» replica, dopo quelli che paiono secoli.
«È un po’ tardi per asserire una cosa simile, Severus» gli fai notare, ben cosciente che - se davvero fosse stato così - non ci sarebbe stato verso di portarlo a letto, poco prima.
Ti distanzi appena il tanto da incrociare il suo sguardo e fronteggiarlo. Occhi neri come ossidiana, duri e brillanti, incontrano i tuoi. Distanti, eppure c’è un scintilla sul loro fondo, che rifulge come brace.
«Non me ne vado,» soffi sulle sue labbra «con me non sono sufficienti gli insulti per allontanarmi» aggiungi, calcando appositamente sulle parole per chiarirgli che non sei tua madre, che non ti fermerai davanti alle difficoltà ed al suo carattere spigoloso, che non lo abbandonerai.
E qualcosa nella sua postura - forse la linea dritta delle spalle - s’incrina.
E’ quello che aspettavi, la gemma più bella, la più fulgida, che va ad incastrarsi nel caleidoscopio confuso della tua anima e mette tutto a posto, facendo sì che il mondo smetta di girare.
Con un sorriso trionfante posi le labbra sulle sue, morbide sotto il tuo tocco, ed il tempo per il resto della discussione - tutti i dubbi e ciò che rimane da chiarire - arriverà in un secondo momento.

FINE.

*La citazione che fa da introduzione alla storia è tratta dal film “Big Fish”.

Potete trovarla anche su:
EFP;
Nocturne Alley;

harry potter: harry/severus

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