Fandom: Naruto;
Pairing: Naruto/Sasuke;
Rating: Pg;
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico;
Warning: Gen, Shonen-Ai;
Beta:
Narcissa63;
Summary: Naruto si aggirava barcollante per il campo di battaglia, facendosi strada fra gli ultimi focolai - il fuoco degli Uchiha - nel tentativo di raggiungere il centro.
Aveva visto Sasuke solo per un momento e lui gli aveva rivolto solo un breve e neutro sguardo, prima che tutti si gettassero nella mischia, uniti nel combattere un nemico comune.
Note: Scritta per la
FiveFandomChallenge del
BradleyJamesFan Forum, partecipa alla challenge “
A tutto campo!” del
Marauders Archive.
DI CENERE E TERRA
Nella vita ci sarà sempre un bastardo che ti farà soffrire,
ma sarà l'unica persona che riuscirai ad amare veramente.
Non arrenderti mai,
perché quando pensi che sia tutto finito,
è il momento in cui tutto ha inizio.*
Vorrei poterti davvero odiare. Per tutto questo tempo, non ho fatto altro che inseguirti e desiderare di riuscire ad odiarti.
L’odore di cenere e di terra bruciata inaspriva l’aria, rendendola irrespirabile. Naruto si aggirava barcollante per il campo di battaglia, facendosi strada fra gli ultimi focolai - il fuoco degli Uchiha - nel tentativo di raggiungere il centro.
Aveva visto Sasuke solo per un momento e lui gli aveva rivolto un unico, breve e neutro sguardo, prima che tutti si gettassero nella mischia, uniti nel combattere un nemico comune.
Tutto di te mi irritava: i tuoi silenzi, la tua perfezione, il tuo fascino, la tua intelligenza, il tuo talento, il tuo sguardo cupo… Non siamo mai riusciti ad andare d’accordo, a trovare un punto d’incontro o anche solo qualcosa che ci accomunasse. Noi ci detestavamo - sono certo che su questo sarai d’accordo - eravamo troppo differenti per piacerci a vicenda… ma ci capivamo e questo ci rendeva più vicini di quanto volessimo. Eravamo così diversi, eppure così simili.
La battaglia contro Alba era stata tremenda, non si sentiva più in corpo una sola goccia di chakra ed aveva perso di vista tutti i suoi compagni, sparpagliatisi per affrontare il resto dei nemici. Così come non riusciva a vedere i membri della Squadra di Sasuke o anche solo quest’ultimo.
Si trascinava sul terreno scabro, alla ricerca di qualcuno di loro, mentre gli echi della battaglia gli risuonavano ancora nelle orecchie, assordandolo.
Hai idea di quanto sia difficile essere inferiore a te, Sasuke? Di quanto sia frustrante il ritrovarsi sempre un passo indietro, malgrado tutta la strada che si ha alle spalle? Forse sì, perché tu hai vissuto la stessa situazione con Itachi, ma io… io volevo solo camminare al tuo fianco.
Non so dirti quando, davvero non ho idea del momento in cui tu sia diventato la mia meta. So che volevo eguagliarti, so che desideravo che tutti pensassero “Uzumaki Naruto è meglio del genio degli Uchiha”, ma in realtà mi sarebbe bastato anche un “Naruto è bravo quanto Sasuke”. Quindi, capisci, io dovevo dimostrare di essere alla tua altezza… non mi rendevo conto che, in questo modo, stavo implicitamente ammettendo che tu eri il meglio e che io ti ammiravo - e ti ammiro - più di chiunque altro.
Alla sua destra ci fu uno scoppio improvviso, il fuoco riuscì a divorare dei rami che dovevano essere stati usati come armi - opera del Capitano Yamato? - e, attraverso le fiamme, scorse qualcosa: una figura inginocchiata ai piedi di un corpo esanime. Solo sfregandosi gli occhi appannati dalla stanchezza ed accostandosi ulteriormente, riuscì a distinguerle… e gli si mozzò il fiato in gola.
Perciò quando tu hai detto “Naruto, io voglio combattere anche contro di te” - sì, probabilmente è stato proprio allora - io mi sono sentito al settimo cielo, perché proprio tu, che sei da sempre il mio obiettivo, mi stavi dicendo che ero abbastanza forte da risultare una sfida interessante e questo, per me, valeva più di tutto il resto.
Poi, non so come, ma Orochimaru è riuscito a plagiarti.
Sasuke - con i vestiti strappati, coperto di polvere e sangue - ai piedi del cadavere di Itachi.
Io lo conosco, conosco bene il baratro oscuro che si apre sotto i tuoi piedi. E comprendo anche la sensazione di non esserne mai fuori, perché spesso, ancora adesso, mi sembra che il vuoto stia per aprirsi nuovamente sotto di me. Quel ‘baratro’ si chiama Solitudine e, anche se noi - Sakura, il maestro Kakashi ed io - non siamo la tua famiglia, speravo potessimo essere abbastanza da tirarti fuori di lì.
Sentendo il suono dei suoi passi, l’ultimo degli Uchiha voltò il capo al suo indirizzo e Uzumaki incontrò i suoi occhi neri - cerchiati, spenti ed insipidi, come non lo erano mai stati - prima che egli si puntasse la spada al petto.
Quella volta, quando sei fuggito da Konoha e ho cercato di riportarti indietro, mi hai detto che io, essendo sempre stato solo, non potevo capirti, perché non avevo mai perso tutto, non avevo perso la mia famiglia o, perlomeno, mi era accaduto quando ero troppo piccolo per ricordarlo. Ironia della sorte, sei stato proprio tu a farmi comprendere cosa significasse; quando te ne sei andato, infatti, ho perso ciò che avevo di più prezioso. Tu eri la luce in fondo al tunnel ed io nemmeno lo sapevo, e ho continuato a non rendermene conto ancora per molto, molto tempo.
Ora io non so cosa voglia dire tutto questo. Vorrei che non significasse niente, ma temo significhi tutto e sai… non è affatto facile ammettere una cosa simile, eppure più passa il tempo, più capisco quanto siamo legati.
«Dannato, cosa pensi di fare?!» gridò, prima di riuscire a contenersi, slanciandosi verso di lui ed inciampando nei propri piedi, finendo lungo disteso a poca distanza dal suo corpo. Digrignò i denti per la rabbia, mentre il sapore di cenere e terra gli invadeva la bocca, ed alzò il viso per rivolgergli uno sguardo furioso.
«Naruto, arrivi sempre a darmi fastidio» lo apostrofò l’interpellato «Stanne fuori» ordinò poi.
Sentirti dire che mi hai lasciato in vita solo per un capriccio mi ha fatto male, Sasuke, così tanto che, per un momento, ho desiderato che tu mi trapassassi davvero con la tua spada. Il solo rivederti dopo tre anni si è rivelato destabilizzante, ma scoprirti così cambiato è stato… agghiacciante.
«Cosa vorresti fare?!» il biondo gli urlò ancora contro.
«Non è chiaro, idiota?» replicò stancamente l’altro.
«Perché?» ribatté lui con tono disperato.
«Perché non ho più alcuno scopo»
Però mi conosci, non è da me arrendermi, quindi sono andato avanti ancora una volta, cercando di raggiungerti, spingendomi dove persino il quarto Hokage non era mai arrivato.
E’ stato bizzarro, ma in un certo senso giusto, scoprire che anche le nostre abilità fossero legate, perché solo il vento spezza il fulmine, ma - cosa ben più significativa - ravviva il fuoco. Sembra quasi un segno del Destino o uno scherzo dello stesso Fato e ho capito una cosa, Sasuke: il legame che ci unisce non è una catena, ma un doppio filo. Quindi può anche darsi che tu abbia spezzato il legame che ti univa a me, ma io non ho spezzato quello che mi unisce a te.
Perciò non permetterò che tu mi sfugga di nuovo, né in un altro paese, né nell’oltretomba, perché la sola idea di perderti ancora mi manda in pezzi e non sono sicuro di riuscire ad affrontare un’altra volta la tua assenza. L’unica cosa di cui sono certo è che, senza di te, i miei sogni non hanno valore; non mi interessa divenire Hokage, se tu non sarai lì a vedere la Konoha che proteggerò, e non credo che riuscirò a diventare abbastanza forte, se non avrò te da sfidare costantemente.
«Tu… IDIOTA!»
In seguito Sasuke si chiese come avesse fatto Naruto, distrutto com’era, a gettarsi contro di lui e sferragli un pugno, ma quando si ritrovò steso sotto il suo corpo caldo, in una sorta di abbraccio, chiuse semplicemente gli occhi, troppo sfinito anche solo per pensare.
«Va bene, riportami a Konoha, lì mi uccideranno comunque, come un qualsiasi criminale di livello “S”» concluse.
L’altro ragazzo, però, prese il suo viso tra le mani. «Guardami» lo esortò, con voce mortalmente seria.
Ora guardami, non ti lascerò credere che non ci sia via d’uscita, e non m’importa che tu sia un criminale di livello “S”. Ti riporterò a casa con me e, qualunque sarà la tua punizione, me ne farò carico anch’io, l’affronteremo insieme. Sì, fissami pure come se tutto questo fosse disgustoso, ora che hai realizzato la tua vendetta non ti permetterò di pensare che tu non abbia più nulla per cui andare avanti.
«Non lo permetterò» scandì con quella fermezza - testardaggine, avrebbe detto il moro - che era un suo tratto distintivo.
Questo è solo l’inizio, Sasuke, l’inizio di una lunga vita.
FINE.
*Le frasi d’introduzione sono di Jim Morrison.
Potete trovarla anche su:
EFP;
Fire&Blade;