Fandom: Sherlock Holmes;
Pairing: Holmes/Watson;
Rating: Pg15 (come preannunciato, è salito);
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico.
Warning: Flash-fic, Slash;
Summary: Una raccolta di flash su Sherlock e Watson, ognuna delle quali costituisce una storia a sé.
(Per l’iniziativa
Albero delle Drabble di
holmes_ita)
Note: Ehm… questa cosina orrida non è betata, perché voglio dedicarla all’inguaribile cuore di panna di Narcissa63 ed al suo maritino, che è appena uscito dall’ospedale. Inoltre è fluff - schifosamente fluff!, aggiungerei - quindi avete tutti i diritti di tirarmi addosso la frutta marcia, perché mi rendo onestamente conto che Holmes fluff non lo si può guardare… o leggere. E prometto che ho finito di farfugliare .__.
DISCLAIMER: Tutti i personaggi delle saga di Sherlock Holmes non sono opera mia, bensì della mirabile penna di Sir Arthur Conan Doyle. Dato, però, che i diritti d’autore sono ormai scaduti, stappiamo tutti insieme lo spumante ed appropriamocene beatamente! XD Ah, ovviamente non mi paga nessuno, anche perché altrimenti il succitato autore si rivolterebbe nella tomba, poverello.
V° Ramo
Mi soffermai a contemplare i dettagli, perché è ciò che so fare meglio, memorizzando disperatamente ogni sfumatura. (fiorediloto)
Solitamente, quando sono preso da delle indagini o comunque nei miei periodi migliori, ho l’abitudine di alzarmi di buon ora. Tuttavia quella mattina, la prima in cui mi svegliai accanto a Watson, il risveglio aveva un sapore differente.
Mi puntellai s’un gomito e mi soffermai a contemplare i dettagli, perché è ciò che so fare meglio, memorizzando disperatamente ogni sfumatura - il modo in cui la luce, filtrando dalle persiane, delineava la curva decisa della sua spalla e rendeva quasi dorati i suoi capelli arruffati, le lenzuola che gli si arricciavano intorno ai fianchi, l’espressione serena del suo volto, le labbra distese in un inconscio sorriso, il calore del suo palmo sul mio torace - e detestai la sola idea di dover lasciare il letto.
Confesso che quel sentimento così improvviso e violento mi inquietò tanto che considerai la possibilità di lasciare il più in fretta possibile quella camera, ma poi immaginai l’espressione che il dottore avrebbe avuto al suo risveglio e pensai che, una volta tanto, sarei potuto rimanere esattamente lì dov’ero.
E se qualcuno avesse suonato al campanello… be’, ci avrei pensato a tempo debito.
Potete trovarla anche su:
EFP;
Fire&Blade;