The Rest is Another Story - Terza Parte

Jan 06, 2010 18:56


Fandom: Harry Potter;
Pairing: Scorpius/Teddy;
Capitolo: 3/3;
Rating: NC17;
Genere: Avventura, Erotico, Mistero, Romantico;
Warning: Post 7° libro con epilogo, Relazione Adulto/Minore*, Sesso descrittivo;
Beta: alicesimone;
Summary: Teddy, agente della Squadra Speciale Auror, viene inviato a Hogwarts per delle indagini e lì farà la conoscenza del suo lontano cugino Scorpius...
(Per il compleanno di Narcissa63)

Ringrazio nuovamente alicesimone per il betaggio, ha fatto un lavoro meraviglioso su questo capitolo e mi scuso con voi per il ritardo nell’aggiornamento; a causa della Criticombola sto scrivendo molto su altri fandom e in questi giorni ho preferito prendermi una pausa e godermi le ferie natalizie.

Ovviamente anche questo capitolo è tutto dedicato alla mia Carla *--* a lei ed a tutti voi auguro: Buona lettura e Buona Epifania! *Hikaru vestita da Befana lancia caramelle e baci*

The Rest is Another Story

Terza Parte

L’indomani, la giornata si prospettò negativa fin dalle prime ore del mattino.
Hagrid informò Ted di aver trovato nuove carcasse di Acromantula ma, quando si inoltrarono nel sottobosco per seppellirle, scoprirono che il veleno era già stato tutto estratto fino all’ultima goccia.
L’Auror si abbandonò ad una serie di imprecazioni irripetibili ed il Guardiacaccia borbottò mesto: -Mi dispiace ragazzo, avrei dovuto starci più attento-.
Questi scosse il capo e poi domandò: -Hai visto qualcuno passare di qua durante la notte o intorno all’alba?-
-No, solo il vecchio Argus- rispose l’altro.
-Che ci faceva Gazza nella foresta?- chiese Lupin perplesso.
-Ieri era novilunio, mi ha detto che il Professor Zabini ce lo ha mandato a raccogliere alcune erbe che andavano assolutamente prese in quella fase lunare e si trovano solo qui- replicò il Mezzogigante nella sua consueta maniera sgrammaticata.
Il Metamorfomagus aggrottò le sopracciglia, chiedendosi perché mai il docente di Pozioni avrebbe incaricato qualcun altro di raccogliere le sue preziose erbe. Era piuttosto insolita come cosa... ma, a pensarci bene, nemmeno poi così tanto, se questi avesse preferito passare quelle ore con il proprio amante segreto. Con un sospiro mesto, Ted decise quindi di non indagare oltre; sarebbe stato imbarazzante se, messo sotto interrogatorio, il Capocasa Serpeverde si fosse trovato costretto a dichiarare di aver passato la notte con un collega sposato pur di confermare il proprio alibi.
Rientrando al Castello, l’Auror si concesse finalmente di fare colazione, prima di domandare ai Prefetti di turno se avessero notato in giro qualcuno di sospetto. Stava giusto parlando con Hugo e Lily, quando Scorpius incrociò la loro strada, nel corridoio d’ingresso. Immediatamente, percepì lo sguardo glaciale di quegli occhi diamantini trafiggerlo come una spada e, nel momento in cui vide il giovane fermarsi poco distante, immaginò volesse discutere con lui della notte appena trascorsa. Questi invece, non appena lui finì di parlare con i due Grifondoro, si avvicinò al piccolo Weasley.
-Stanotte, Torre di Astronomia- gli bisbigliò all’orecchio in tono perfettamente udibile, e l’Agente della SSA si sentì spaccare il cuore poiché, unita a quelle parole, si vide rivolgere anche un’altra gelida occhiataccia.
Dovette racimolare tutta la propria forza di volontà per non passare il tempo a commiserarsi e concentrarsi, invece, sul proprio lavoro. Il ricettatore aveva raccolto dell’altro veleno, perciò di certo quella notte avrebbe cercato di passarlo a qualche studente. Doveva mettere in allerta la Preside e persino Aberforth, nel caso il criminale si servisse della sua taverna. Si costrinse, allora, a mettersi immediatamente in azione.
Quella sera sarebbe stato di ronda insieme agli altri Prefetti, protetto e nascosto da un Incantesimo di Disillusione.

*°*°*°*°*

La luce argentea della luna inondava la terrazza della Torre di Astronomia. Uno sbuffo di fumo s’inalberò nell’aria pungente della notte, disegnando figure astratte nel velluto blu del cielo. Scorpius l’osservò ascendere verso le stelle con sguardo assente.
Hugo era in ritardo, ma non gliene importava poi molto, in realtà non era nemmeno sicuro che gli interessasse vederlo; aveva solamente bisogno di qualcuno, qualcosa che non lo facesse pensare, che tenesse la sua testa lontana da lui. Gli sembrava di poter ancora avvertire, contro le proprie labbra, la consistenza soffice di quelle di Ted e prese un nuovo tiro dalla sigaretta, cercando di soffocare con il sapore del tabacco quello della sua bocca. La consapevolezza di essere stato rifiutato, di non essere abbastanza adulto, di non essere reputato adatto a lui... faceva più male di quanto fosse disposto ad ammettere. Con un sospiro malinconico incassò la testa fra le spalle, poggiando la fronte sulle braccia incrociate che teneva sopra la balaustra.
Dei passi che risalivano le scale scricchiolanti della Torre lo distrassero, ma quando la porta si aprì con un cigolio non vide nessuno. Si voltò a guardare nuovamente il firmamento con un verso stizzito, non era insolito vedere fenomeni simili a Hogwarts.
Lupin sentì il proprio cuore perdere un battito alla vista di quella schiena curva e sottile... il biondo aveva un’aria così triste. Era colpa sua? Aveva passato tutto il giorno a rodersi il fegato sapendo di quell’incontro, facendo violenza su sé stesso per dedicarsi al compito affidatogli, ed ora che era tutto pronto e la scuola era più controllata che mai, le sue gambe l’avevano condotto lì, di loro iniziativa. Erano soli per fortuna; per qualche motivo il più piccolo di casa Weasley-Granger non era arrivato, e l’Auror non sprecò troppo tempo a chiedersi il perché.
Il suo corpo parve muoversi per volontà propria, attirato da quella figura che pareva fatta della stessa consistenza della luce lunare. E, dimenticandosi di essere invisibile, l’ex-Corvonero lasciò correre la propria mano ad accarezzare quei capelli soffici, facendo sussultare il più piccolo.
-Chi c’è?- esclamò questi, voltandosi di scatto, ma nessuno rispose mentre un tocco lieve tornava a posarsi tra le sue ciocche chiare, facendolo rabbrividire. La sua frequenza cardiaca parve raddoppiare di colpo ed egli avvertì l’aria riempirsi di un profumo inebriante e familiare. La sua anima sembrava aver già riconosciuto quello che gli occhi non potevano identificare...
Il Metamorfomagus si accostò ulteriormente, accarezzandogli in punta di dita la curva del collo ed incorniciando tra i palmi il suo viso, sfregando poi i pollici sugli zigomi eleganti e sul leggero incavo delle guance, sfiorando le labbra morbide con una brama che andava ben oltre il semplice desiderio.
Il respiro del Serpeverde si fece corto, mentre le sue mani si ancoravano saldamente alla pietra del balcone alle sue spalle, cercando un appiglio quando le ginocchia gli cedettero. Lo stomaco gli si riempì di farfalle ed una bocca soffice e dolce si posò sulla sua, in un tocco gentile e possessivo al tempo stesso. Due braccia forti lo circondarono, attirandolo contro un corpo solido e muscoloso, e le sue parvero ammutinarsi, andando a cingere le spalle di quella presenza invisibile.
La mente di Teddy sembrava essersi svuotata completamente; un benedetto silenzio la permeava, rendendo tutto più semplice, più giusto, mentre la sua lingua s’intrecciava con quella del cugino, il quale rispose con ardore al bacio. L’Auror scese ad assaggiare la linea della sua giugulare, tirandolo con sé nella parte coperta della Torre, sotto la cupola di vetro del soffitto, e slacciò il suo mantello lasciandolo scivolare a terra.
Le sue dita s’intrufolarono quindi sotto il maglione dell’altro, sollevandolo per sfilarglielo dalla testa, e Scorpius lasciò che anche quell’indumento cadesse sul pavimento con disinteresse, concentrandosi sui movimenti di quelle falangi che ora liberavano con snervante lentezza ogni bottone della sua camicia dalla propria asola e sfioravano impercettibilmente il suo petto, facendogli fiorire la pelle d’oca sulle braccia e sulla schiena. Si abbandonò completamente a quei baci affamati ed a quelle carezze esigenti.
Con mani tremanti, Lupin fece scorrere via la stoffa dalle sue spalle, sospirando alla consistenza di seta di quell’epidermide pallida, e s’inginocchiò ai suoi piedi per sfilargli le scarpe, prima di cominciare a slacciargli la cintura. Abbassando lentamente la cerniera, premette il viso contro il rigonfiamento celato dai boxer, ispirando l’odore intenso della sua eccitazione e facendo ansimare il giovane Lord quando la sua lingua guizzò ad inumidire la stoffa dell’intimo.
Quando anche quell’ultimo capo d’abbigliamento venne portato via, Malfoy si senti sospingere e si stese sul tappeto di vestiti che, ormai, copriva l’impiantito. Vide altri abiti materializzarsi nell’aria volando poi chissà dove, mentre il suo amante si spogliava rapidamente, ed aprì le braccia in un esplicito invito che parlava più di mille parole. Sospirò quando finalmente il peso del più grande gli fu addosso e si trovarono pelle contro pelle, bollente e profumata. Baciò alla cieca il suo viso, il collo, le spalle... mentre il compagno faceva altrettanto, e strinse le dita fra i suoi capelli, quando percepì il suo fiato infrangersi sul proprio sesso fremente. E nel momento in cui una bocca umida si chiuse infine su di esso, succhiandolo e graffiandolo lievemente con i denti, si sentì impazzire.
S’inarcò quindi, impaziente, sotto le sue cure e l’Agente della SSA premette i palmi sui suoi fianchi per tenerlo fermo, mentre lavorava esclusivamente con labbra, lingua e denti, gustandosi il suo sapore unico e delizioso e riempiendosi le orecchie dei suoi ansiti spezzati e dei suoi soffici mugolii. Staccò poi una mano dal suo bacino sfiorandogli con due dita il viso; il biondo parve capire al volo le sue intenzioni, perché attirò nella propria bocca quelle falangi, replicando con malizia su di esse ogni suo movimento. Teddy, allora, alzò lo sguardo per godere brevemente di quello spettacolo e rabbrividì nel vedere quel volto solitamente pallido ora arrossato, e la lussuria dipinta in quegli occhi d’argento. Quando giudicò le proprie dita abbastanza umide, le ritirò dolcemente e le portò più in basso, accarezzando la curva del suo sedere sodo e solleticandogli il solco tra le natiche. Scrutò il suo viso in cerca di dubbi od esitazioni, ma Malfoy si contorse con impazienza, spingendosi contro il suo tocco in una muta incitazione. Premette infine delicatamente un indice contro la sua apertura, continuando a succhiare il suo membro gocciolante, e la falange scivolò con facilità dentro di lui, quasi risucchiata da quel corpo voglioso.
Scorpius artigliò il mantello sopra cui era steso, sentendosi travolgere da ondate di piacere sempre più intense mentre l’amante lo preparava con cura, fin troppo lentamente per i suoi gusti, ed i movimenti leggeri di quella bocca lo facevano ammattire. Accolse con un gemito grato la seconda intrusione e, dopo poco, quasi supplicò per la terza. Voleva di più, dannatamente di più... voleva lui, maledizione! Lo afferrò per le spalle, obbligandolo a staccarsi dalla sua erezione, e lo attirò a sé, baciandolo con ingordigia e cercando di trasmettergli così tutto il proprio bisogno. Gli circondò i fianchi con le gambe e finalmente sentì premere contro di sé quel membro duro e... oh, grosso, ben più grosso di quando si fosse aspettato. Ansimò mentre si faceva strada in lui creando una sentiero bruciante nel suo corpo, e rifugiò il volto nella curva del suo collo, aggrappandosi alle sue spalle, mentre cercava di rilassarsi il più possibile.
Ted affondò in lui senza fretta, assaporando ogni centimetro guadagnato, stringendolo a sé con dolcezza e posando baci leggeri ovunque riuscisse ad arrivare. Quando sentì i propri testicoli sbattere contro i suoi glutei si fermò, dandogli il tempo di abituarsi, e scostò i capelli sudati dalla sua fronte. Merlino, quanto era bello! Ed era suo ora, solo suo... non l’avrebbe lasciato più a nessun altro. Cercò nuovamente le sue labbra con le proprie e prese a muoversi adagio, quando il compagno gli si spinse contro in un tacito consenso.
Il più giovane non aveva mai fatto l’amore così piano, con un ritmo così lieve... anzi, non aveva proprio mai fatto l’amore, comprese. Niente di ciò che aveva provato in precedenza era paragonabile a quel momento. Gli sembrava che, con ogni spinta, il compagno arrivasse sempre più a fondo, sino a potergli quasi toccare il cuore, mentre sfregava in continuazione contro il suo punto più sensibile facendo sì che il piacere sbocciasse in lui come piccole e ritmiche implosioni.
Il Metamorfomagus lo raccolse tra le proprie braccia, preoccupandosi che non fosse eccessivamente scomodo, cancellando anche la più infinitesimale distanza fra le loro membra, e si mosse gradatamente con più velocità e con più forza, guidato dai gemiti d’apprezzamento del suo amante, sino a naufragare nel suo corpo accogliente con spinte decise e possenti, che spezzarono ad entrambi il fiato.
Il sesso del Serpeverde sfregava in continuazione contro gli addominali dell’altro, creando scintille di pura estasi le quali, unite alle spinte del partner, portarono in breve il Lord oltre il limite, facendogli raggiungere l’orgasmo che si riversò tra i loro corpi allacciati.
Plagiato dagli spasmi che scuotevano il corpo del ragazzo, l’Auror si spinse in lui con più forza, sino a venire con impeto e crollare sul suo fisico esausto.
Solo allora l’Incantesimo di Disillusione si dissolse del tutto e Scorpius si ritrovò ad accarezzare i suoi capelli colorati e sudati: -Teddy- soffiò in un sospiro soddisfatto baciandogli una tempia, ed il giovane uomo alzò il capo, incrociando il suo sguardo cristallino e languido.
-Mi dispiace- mormorò quindi posando una guancia sul suo petto pallido.
-Di cosa?- domandò perplesso il Prefetto.
-Di tante cose... Mi sento in colpa per averti sedotto, ed al contempo mi chiedo perché diamine non l’ho fatto prima. Ha senso questo?- chiese retoricamente l’Agente della SSA, baciando il suo collo affusolato.
-Non lo so, ma non ha importanza, perché sono contento che tu l’abbia fatto- rispose il biondo con un sorriso.
Lupin alzò nuovamente la testa, puntellandosi su di un gomito ed osservando quel viso che l’aveva totalmente conquistato. Si mordicchiò nervosamente un labbro, sentendo delle parole precise sgorgare nel proprio petto e minacciare di traboccargli dalle labbra. Un rumore improvviso però lo riscosse, allertando i suoi sensi addestrati. Sembrava che qualcuno stesse discutendo a bassa voce, non troppo lontano dalla porta della Torre, probabilmente in una nicchia delle scale. Guardò nuovamente l’amante e si rese conto che anche lui si era accorto di quella presenza. Si rivestirono il più silenziosamente possibile, quindi Ted si avvicinò alla porta con circospezione, facendo cenno all’altro di restare in silenzio.
-...non voglio, no, non me la sento più. C’è sempre quell’Auror in giro che controlla tutto, devi essertene accorto!- Era la voce squillante ed impaurita di un ragazzino molto giovane.
-Quell’idiota è qui da due settimane ed ancora non ha concluso niente, è solo un incapace!- replicò una voce aspra e raschiante.
Era lui, il ricettatore. L’avevano scovato.
Tornando invisibile, il Metamorfomagus scagliò un Incantesimo Silenziante sulla porta, in modo che non cigolasse quando l’aprì, e con passi felpati si avvicinò ai due litiganti.
-Ne ho abbastanza di questa storia, trovati qualcun altro!- stava ribattendo l’adolescente, con voce tremante.
Alla luce fioca delle ultime torce, Lupin vide l’uomo alzare la bacchetta verso lo studente: -Imp...- cominciò, ma la Maledizione venne annullata dal suo Incantesimo di Disarmo e l’asticella magica gli volò in mano. Quando il delinquente si voltò furioso, al leggero chiarore riconobbe un volto ben noto.
-Gazza...?- mormorò incredulo.
Tutti i pezzi del puzzle sembrarono improvvisamente tornare al loro posto ed incastrarsi.

-Hai qualcosa per me, Aberforth?- lo interrogò con sguardo serio.
-Niente ragazzo, non ho sentito nulla di sospetto. Di qua sono passati solo il vecchio Gazza e quel pasticcione di Hagrid- gli assicurò, ricevendo in risposta un sospiro mesto...

-Che ci faceva Gazza nella foresta?- chiese Lupin perplesso.
-Ieri era novilunio, mi ha detto che il Professor Zabini ce lo ha mandato a raccogliere alcune erbe che andavano assolutamente prese in quella fase lunare e si trovano solo qui- replicò il Mezzogigante nella sua consueta maniera sgrammaticata.

Ma certo, chi mai avrebbe sospettato dell’anziano e fidato Custode? C’era solo una cosa che non tornava: Argus era un Magonò e, come tale, non era capace di compiere nemmeno il più semplice degli incanti, figurarsi scagliare una Maledizione Senza Perdono!
-Incarceramus!- recitò l’Agente della SSA, prima che il criminale riuscisse a scappare -Ora faremo insieme una visitina al Professore di Pozioni, che ne dici?- ringhiò ad un palmo dal suo viso, prima di cominciare a trascinarlo verso i Sotterranei.
-Teddy!- lo richiamò la voce di Scorpius -Che ne facciamo di lui?- domandò il biondo, quando il compagno si girò al suo indirizzo, indicando il ragazzino spaventato.
-Scortalo sino alla sua Sala Comune, mi occuperò di lui più tardi- rispose concisamente questi, riprendendo il proprio cammino.
Dieci minuti dopo, l’ex-Corvonero stava battendo il pugno alla porta dell’alloggio di Blaise Zabini.
-Signor Lupin, che diavolo succede a quest’ora?!- domandò il Professore in vestaglia da notte blu, scarmigliato come mai lo si era visto prima.
-Con permesso...- esordì freddamente l’interpellato, sospingendo dentro il prigioniero ed obbligandolo ad accomodarsi sulla prima sedia a portata di mano.
-Quello è Gazza...- affermò il docente, stupito ed assonnato.
-No, questo è il contrabbandiere, e mi serve immediatamente un antidoto alla Polisucco- ribatté l’Auror, in tono di comando.
A quelle parole il Capocasa Serpeverde parve svegliarsi di colpo, si ravviò i capelli ed andò a cercare un’ampolla tra quelle chiuse, in un ordine meticoloso, dentro una piccola dispensa accanto alla scrivania. Ne trasse una fiala dal colore poco rassicurante e, tappando il naso al falso-Gazza, lo obbligò a berlo.
Dopo pochi istanti la pelle del criminale cominciò ad incresparsi e a cambiare, la figura si fece più snella e sinuosa, i capelli grigi si scurirono ed allungarono in una treccia bionda e l’epidermide bruciata dal sole e raggrinzita dall’età tornò chiara e liscia.
-Professoressa Bones?- mormorò il Metamorfomagus allibito, osservando gli occhi castani dell’insegnante di Trasfigurazione accesi di collera.
-Susan... perché?- domandò il collega incredulo.
-Perché? Proprio tu me lo chiedi, Blay? Quanti danni ha causato questo governo a voi Serpeverde?! Quante promesse ha fatto che non sono state mantenute?!- replicò la donna con sdegno.
-É per tuo figlio- comprese il corvino, allora.
-Suo figlio?- chiese Teddy perplesso.
-Sì, mio figlio, razza di traditore! Mio figlio che è nato con la stessa malattia di mio marito, morso da un licantropo durante la seconda guerra contro Voldemort. Mio figlio tredicenne a cui non è stato permesso di studiare a Hogwarts, così come a suo padre non è stato concesso un lavoro! É così che il Ministero tratta le persone che hanno rischiato la vita per il Mondo Magico?! Guardalo, com’è felice il ragazzo graziato dal Fato! Ma ti sei mai chiesto che ne è di chi è stato meno fortunato di te?! Il Professor Lupin si starà rivoltando nella tomba, vedendoti!- esclamò con cattiveria la donna, sputando ai suoi piedi.
-E per questo lei ha messo nelle mani dei sovversivi qualcosa che potrebbe distruggerci tutti?!- controbatté l’Auror.
-Sembra che i maghi siano capaci di imparare solo se portati sull’orlo del tracollo- concluse semplicemente la Capocasa Tassorosso, dopo di che non aggiunse altro, ed i due uomini chiamarono via camino la Preside ed il Comandante della SSA.
La Professoressa Bones venne portata via nel cuore della notte e chiusa nelle celle del Ministero della Magia, in attesa di regolare processo.

*°*°*°*°*

La mattina seguente, durante la colazione in Sala Grande, Minerva McGranitt si alzò al tavolo dei Professori e spiegò l’assenza della collega, rivelando quale fosse stato il vero ruolo dell’Agente Lupin in quelle due settimane e chiarendo che presto il Ministero avrebbe preso i dovuti provvedimenti verso le famiglie coinvolte.
Malfoy si aggrappò al braccio del suo migliore amico, cercando con lui la presenza dell’Auror nella sala; non scorgendone traccia fecero un cenno a Lily, e tutti e tre si alzarono dirigendosi di corsa verso gli alloggi dei Docenti.
Trovarono la porta della camera assegnatagli aperta e l’uomo impegnato a rifare le valige.
Albus bussò contro lo stipite e Ted sorrise senza alzare il capo, mentre piegava una camicia: -Vi ho sentito ragazzi, avete la delicatezza di un Troll in una cristalleria. Entrate- li invitò divertito.
-Temevamo te ne fossi già andato- esordì la rossa.
-No, Harry mi ha concesso di passare la notte qui a riposarmi- rispose questi, voltandosi finalmente verso di loro. Il suo sguardo s’incatenò saldamente a quello di Scorpius, che era l’unico ad essere rimasto in silenzio.
I due Potter si scambiarono una rapida occhiata e, percependo l’aria tesa, lasciarono silenziosamente la stanza.
Non appena l’uscio si fu richiuso alle loro spalle, l’Auror aprì le braccia in un chiaro invito ed il biondo gli saltò addosso, baciandolo come se non ci fosse un domani.
-Che faremo adesso?- mormorò quest’ultimo sulle sue labbra, quando furono costretti a separarsi per carenza d’ossigeno.
-Conosci il passaggio segreto per la Stamberga Strillante?- bisbigliò Teddy tra i suoi capelli sottili, tenendolo stretto a sé.
-Sì, io e Albus ci andiamo ogni tanto...- rispose l’altro in un soffio.
-C’è una camera che ho rimesso a posto con la magia quando studiavo ancora qui, potremmo vederci lì qualche volta, almeno fino alla fine dell’anno scolastico. Ti manderò un gufo per avvisarti non appena avrò un giorno di riposo- propose l’amante baciandogli una tempia -E poi... mi aspetto di vederti all’Accademia Auror l’anno prossimo. A volte tengo dei corsi lì- rivelò con un sorrisetto tutto da mordere.
-Ho avuto paura che te ne fossi andato senza salutarmi- sussurrò Malfoy contro il suo collo.
-Come potrei fare una cosa simile? Ehi... piccolo, mi hai rubato il cuore- sospirò l’ex-Corvonero al suo orecchio, cercando nuovamente le sue labbra in un bacio soffice.
-Davvero? Allora vedi di non dimenticarmi con qualche bel collega, so essere molto possessivo- lo avvertì il giovane Lord, graffiandogli il mento con i denti.
-Ma quale bel collega? Tu, piuttosto... non ho intenzione di dividerti con nessuno, quindi sta lontano dalla chioma rossa di Hugo Weasley- ribatté Lupin corrugando la fronte.
-Geloso?- chiese divertito Scorpius.
-Molto- confermò l’altro.
-Allora farò il bravo- promise la Serpe, guadagnandosi un nuovo bacio.
Il resto è un’altra storia.

FINE.

*La frase d’introduzione è tratta da “Il Piacere” di Gabriele D’Annunzio.
L’odiosa canzoncina cantata da Pix è tratta dal terzo libro della saga, “Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban”.

Spazio Autore: E’ sempre una grande emozione concludere una long, anche se breve. In questo caso sono particolarmente legata a questa fic - che in principio doveva essere una shot PWP e poi è diventata un mastodonte di 17 pagine O_O - perché mi ha aiutata ad uscire da un brutto periodo in cui l’ispirazione era praticamente nulla e nel quale ogni storia che scrivevo mi sembrava una schifezza.
Teddy - per gli amici O’guerriero - e Scorpius mi hanno aiutata a venirne fuori e quindi sono grata a loro, che mi hanno permesso di ritrovare me stessa e alla mia socia/mogliettina melancholia che me li ha affidati.
Spero che “The Resti s Another Story” vi abbia appassionato almeno quanto l’ha fatto con me in fase di scrittura. Grazie a tutti per avermi accompagnato in questa avventura, in particolare alla mia adorata e pazientissima alicesimone. Fatemi sapere se sono riuscita a trasmettervi qualcosa, io ho fatto il possibile per intrattenervi.
Alla prossima,
La vostra

Hikaru Ryu

Potete trovarla anche su:
EFP;
Nocturne Alley;

long: the rest is another story, harry potter: scorpius/teddy

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