Fandom: Supernatural.
Pairing: Castiel/Dean.
Rating: NC17.
Beta: Me, Myself & I.
Genere: Erotico.
Warning: PWP, Sesso descrittivo, Slash.
Words: 762 (
fiumidiparole).
Summary: Una scia di abiti che conduce ad un letto molto caldo, come il più vecchio dei cliché.
Note: Scritta sul prompt
Rimming di
3pride e per il prompt Cock worship del
Menù Oriente per la
Sagra del Kink 2.0 di
kinkmemeita.
Il titolo è una strofa di
Eletrical Storm degli U2.
Dedica: Per
arial86 e
_Enny_In_Wonderwall_ che volevano top!Dean XD
DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla ù_ù
Two Lovers lie with No Sheets on Their Bed
Una scia di abiti copriva il pavimento della stanza, come un cliché da film di serie B. Un trench beige e una giacca nera quasi sulla porta; una cravatta blu in mezzo ai cartoni del fastfood, sul tavolo; i bottoni di madreperla di una camicia bianca sparsi come coriandoli sulla moquette lisa; due anfibi scalciati in un angolo; dei jeans ancora impigliati alla sponda del letto; un paio di boxer volati sopra un abatjour.
Dean sospirò sulla pelle già umida di Castiel, mentre la lingua attenta dell’angelo percorreva chilometri sul suo sesso, studiandone ogni millimetro, intrecciandosi tra i peli pubici, risalendo con lentezza esasperante ogni vena in rilievo, arrotolandosi attorno alla cappella.
Cas spinse i fianchi contro il suo viso, incitando a riprendere da dove aveva lasciato, e lui separò le sue natiche con i pollici, ricominciando a succhiare la pelle rosata, soffiando altro fiato bollente sul perineo. Il pene pesante e gonfio di Castiel strusciava lungo il suo collo, causandogli minuscoli brividi, mentre affondava la lingua dentro di lui, nella carne vellutata.
Il compagno gemette attorno al suo membro, prendendone ancora di più, finché Dean non sentì la sua gola chiudersi e vibrare attorno alla punta, facendogli scattare i fianchi. Il peso di Castiel però lo teneva inchiodato al letto, le mani intrappolavano le sue anche mentre si occupava di lui senza alcun altro ausilio che labbra, lingua e denti.
«Cazzo, Cas» gemette, spingendo due dita dentro di lui; affondarono come un coltello caldo nel burro.
L’angelo lasciò andare il suo uccello, succhiandolo con forza e rilasciandolo con un soffice pop!, per poi strusciarvi sopra una guancia ruvida di barba. «Dammelo, Dean. Adesso» supplicò, la voce roca e bollente che vibrava contro di esso.
Lui giocò solo un altro momento con le dita e vi immerse di nuovo la lingua per bagnarlo il più possibile - per trattenere il suo sapore sul palato un po’ più a lungo -, prima di spingere i fianchi di Castiel più in basso.
Questi si tirò su, puntellandosi sulle ginocchia, e si voltò per incontrare il suo sguardo - gli occhi blu offuscati dal desiderio, le ciglia a mezz’asta - prima di calarsi sulla sua erezione in un’unica, lunga discesa.
Dean chiuse le mani sulle sue anche, lasciando che dondolasse piano su di lui, poi iniziò a spingere verso l’alto. Lo guardò abbandonare la testa indietro, cavalcarlo, alzarsi fin quasi a farlo uscire per poi lasciarsi riempire completamente. Il suo uccello che scompariva in quel buco era quasi uno spettacolo migliore della sensazione del suo corpo che lo stringeva fino a togliergli il respiro. Quasi.
Il membro di Castiel - arrossato, grosso, delizioso - rimbalzava tra loro ad ogni spinta, schiaffeggiandogli il ventre. L’angelo fece per stringervi le dita attorno, ma Dean afferrò il suo polso, bloccandolo. Quindi lui gli poggiò i palmi sul petto, chinandosi per baciarlo, riempiendogli la bocca con la lingua ed il suo stesso sapore.
Il ragazzo gemette e lo ribaltò sulla schiena, spingendo in lui con tutta la forza che aveva, senza gentilezza, senza riguardo. E Castiel - innocente, affamato - spalancò le gambe come una puttana consumata, accogliendolo ancora più a fondo, artigliando le sue natiche, tirandoselo dentro.
Dean ringhiò e gli spinse le ginocchia sul petto, piegandolo come un portafoglio e costringendolo a spostare le braccia, ad aggrapparsi alla sua schiena e alla testiera del letto e a qualunque cosa riuscisse ad afferrare. Amava il modo in cui Castiel lo cercava, senza vergogna; amava il modo in cui gli si dava, senza sconti; amava il fatto che non chiedesse nessuna gentilezza, che spesso si lasciasse semplicemente piegare a novanta e scopare, perché tutto quello di cui avevano bisogno era quello, senza finezze.
E l’angelo lo morse, appena sopra il marchio sulla sua spalla, chiudendo i muscoli attorno al suo uccello come se volesse intrappolarlo lì, e poi venne, lunghi schizzi bianchi e caldi che gli imbrattarono il ventre, fin quasi ai capezzoli; il volto arrossato, le labbra tumide, gli occhi spalancati, il collo esposto. Dean sentì il bisogno urgente di chinarsi e leccarlo, ma il corpo di Castiel stava ancora tremando, ora docile e morbido come un batuffolo di piume, e lui spinse ancora una, due, tre, quattro volte, prima di serrare gli occhi ed irrigidirsi, scosso da brividi, fulmini e lampi, e Dio, Dio!
Le braccia gli cedettero e crollò sul suo petto, immediatamente accolto dalle mani gentili del compagno, dal suo respiro affannato, dalla sua bocca dolce. Mugugnò soddisfatto e chiuse gli occhi, pensando solo vagamente che, cazzo, quello era il letto di Sam - il più vicino alla porta, ops! - e suo fratello l’avrebbe ucciso.
FINE.
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EFP.