Fandom:Harry Potter;
Pairing:Severus/Sirius;
Rating:NC17;
Genere:Erotico, Introspettivo;
Warning:Era dei Malandrini, Sesso descrittivo;
Beta:
Narcissa63;
Summary: Un recente sondaggio tra la popolazione femminile (e non solo) di Hogwarts ha eletto, come “esemplare maschile” più sexy, il bel rinnegato Sirius Orion Black.
Questa fiction è ispirata alla fiaba de "La Bella e la Bestia" ma c'è da dire che di fiabesco ha ben poco. Avevo deciso di scriverla per la mia carissima Fanny80, ma quando ho preso la matita in mano si è trasformata in tutt'altro. L'ho scritta per il bisogno di sfogare una tensione che mi attanagliava da giorni, causata da problemi personali con cui non intendo annoiarvi. Chi conosce la favola originale potrà comunque riconoscere diversi elementi di congiunzione e se non vi fossero chiari ve li spiegherò nei commenti ^^ Se cercate qualcosa di dolce non è questa la storia per voi, ma d'altronde tutte le fiabe hanno un lato cruento e poi, come si fa a fare dolci Sirius e Severus?! La sola idea è inqiuetante >___<
The Beauty and the Beast.
Spegniti, spegniti, breve candela
la vita non è che un' ombra che cammina
un povero attore che tronfio, si esibisce per un ora su un palcoscenico
e del quale non si saprà più nulla; è una storia
narrata da uno sciocco pieno di rumore e di furia
che non significa nulla.*
Quel sabato mattina la Sala Grande era invasa dal consueto vociare eterogeneo…Un turbinio di risa, voci, stridere di posate sulle stoviglie e sedie sul pavimento…La cacofonia diminuì di volume quando studenti e professori alzarono il volto dai piatti per l’arrivo della posta via gufo.
-Sev, guarda qua!- Mulciber mise sotto gli occhi dell’amico il nuovo numero della Gazzetta di Hogwarts, il giornale scolastico aperto dalle personalità più pettegole delle quattro Case (Rita Skeeter, di Serpeverde; Amett Kalì, di Corvonero; Jack McMillan, di Tassorosso ed Erica Patil, di Grifondoro) per ‘intrattenere’ gli studenti con inutili idiozie.
IL FASCINO DEL CATTIVO:
Un recente sondaggio tra la popolazione femminile (e non solo) di Hogwarts ha eletto, come “esemplare maschile” più sexy, il bel rinnegato Sirius Orion Black.
Molti di voi non saranno certo stupiti, la sua popolarità è ben nota e giustificata non solo per le sue indubbie doti amatorie e scolastiche, ma soprattutto per la sua ribelle filosofia di vita: in punizione tre settimane su quattro, uno dei Cacciatori più agguerriti e violenti delle quattro Case, rinnegato dall’antica e nobile casata dei Black…Sirius sembra essere intriso dal fascino del “cattivo ragazzo” che da sempre seduce le donne…
L’articolo continuava con sciocchezze simili per un' intera pagina.
-Persino Rita si è lasciata irretire da quel traditore del proprio sangue- Sibilò schifato il ragazzo, ma Piton non gli stava prestando molta attenzione.
Al tavolo rosso-oro vide Potter dare una calorosa pacca sulla spalla di Black, ridendo ed indicando il trafiletto. Sirius rivolse all’amico un ghigno seducente prima di dirgli qualcosa che lo fece imbronciare.
-Sirius Black è un’assoluta vergogna…guarda come sbava per le attenzioni del suo amichetto, quel finocchio!- Queste parole riportarono l’attenzione di Severus su Mulciber…e non solo la sua.
Raschiando la sedia sull'impiantito, Regulus Black gli strappò il giornale di mano per poi dirigersi al tavolo Grifondoro e sbatterlo in faccia al fratello maggiore: -Soddisfatto?! Tutta la scuola ora sa dell’onta che hai gettato sulla nostra famiglia!-
Felpato lo osservò con aria annoiata: -Buongiorno a te, fratellino. Non bere caffè la mattina, ti si alza la pressione…- Lo sbeffeggiò per poi aggiungere duramente: -Tornatene da dove sei venuto-.
-Cerchi di attirare l’attenzione della scuola per riparare a quella che non ti concede nostro padre?!- Lo schernì il più giovane.
Sirius si alzò in piedi, torreggiando così su di lui: -No, quello sei tu, fratellino…- Si curò di calcare il termine -Hai sempre fatto tutto il possibile per compiacere nostro padre soltanto perché non sarai MAI come me. Il primogenito, bello, pieno di talento ed abbastanza di intelligente da capire chiaramente le STRONZATE che ti hanno messo in testa i nostri genitori. Diventa pure il fantoccio che loro desiderano, Regulus, ma sarai sempre e solo la mia brutta copia- Sibilò, per poi voltargli le spalle ed uscire dalla Sala senza più degnarlo d'attenzione.
Il ragazzino lo seguì, digrignando i denti e stringendo spasmodicamente la presa sulla bacchetta, pronto a lanciargli un incantesimo non appena lontano da sguardi curiosi. Ma nel momento in cui alzò il braccio puntandogliela alla schiena, un Incantesimo di Disarmo lo colpì, sbalzandolo a terra e facendo volar via l’asticella di legno.
-Lascia perdere Black, dovrai crescere altri dieci anni prima di poter ingaggiare un duello con lui-.
-Parli per esperienza, Piton?!- Sbottò, fulminandolo con un occhiata sprezzante.
Severus sogghignò: -Dovrai crescerne venti, per affrontare me!- Ci fu un lampo di luce bianca e Regulus si trovò appeso a mezz’aria per una caviglia. L'altro Serpeverde lo superò ignorando le sue invettive.
Nessuno, a parte lui, poteva comportarsi così con Sirius Black. Piton lo odiava a tal punto che il disprezzo che provava per Potter - causato dalla “questione Lily” - era niente a confronto. Detestava quel ragazzo che aveva avuto troppi doni dal cielo e per questo si permetteva di trattare chi voleva come un inutile insetto. Non era migliore del resto della sua famiglia, anche se credeva di esserlo.
Sirius era come una rosa, bellissima ed irta di spine che ti ammaliava e ti feriva. Tutti gli altri, suo fratello in primis, non erano altro che fiori più pallidi ed insignificanti che venivano presto calpestati.
E Severus? Lui era il Mostro che non potendo cogliere la rosa, preferiva distruggerla.
Lo seguì per i corridoi, dirigendosi all’esterno ed una volta fuori, lo vide cominciare a correre.
Sirius si trasformò in un grosso cane lupo e corse, corse sino a superare il lago, inoltrandosi nella Foresta Proibita per poi tornare indietro. Lasciò che l’oscurità lo avvolgesse ed il vento lo assordasse, cancellando suoni e ricordi. Lasciò scorrere la rabbia dentro di se ed aumentò la velocità per sfogarla.
Sfogare l’odio verso quel fratello idiota, deciso ad essere la Marionetta Perfetta.
Verso quel padre superbo ed arrogante.
Verso quella madre arida e gelida, indegna di essere considerata tale.
Era lui la pecora nera della famiglia, la mela marcia…ma l’albero era malato sin dalle radici, sotterrate dentro un terreno d'ipocrisie.
Qualcuno gli tagliò la strada e riconoscendolo, il Grifondoro non diede minimamente segno di rallentare l’andatura. Quando lo travolse, sbattendolo a terra con violenza, era nuovamente in forma umana.
-Che diavolo vuoi, Mocciosus?!- Ringhiò.
Pregò soltanto che Piton cercasse rogne poiché aveva un estremo bisogno di menare le mani, di fare e farsi male. Osservò gli occhi neri del ragazzo schiacciato sotto di lui…li odiava perché in essi c’era lo stesso abisso di tenebra dei suoi.
-Sei patetico- Sibilò Severus con cattiveria.
Chi si mosse per primo? In seguito non riuscirono a ricordarlo.
Le bocche si scontrarono con violenza in un bacio che non aveva niente di dolce. Le labbra sanguinarono a causa dei morsi e questo non parve che infiammare ulteriormente quella foga.
Chi di loro era la Bestia?
Mani strapparono i vestiti, unghie graffiarono la pelle e denti la morsero lasciando segni rossi al loro deciso passaggio.
Piton gli afferrò i capelli dietro la nuca e li tirò, riportando quella bocca, intenta a seviziargli il collo, sulla propria. Il sapore amaro del caffè aggredì la sua lingua e Black abbrancò i suoi polsi inchiodandoglieli ai lati della testa, sul terreno cosparso da un manto di foglie secche.
Ansimanti, distesi al limitare della Foresta quasi sulle rive del Lago Nero, celati ad occhi indiscreti dal fitto intrico di rami che lasciava passare ben poca luce...sembravano più due belve pronte a sbranarsi che due persone coinvolte in un amplesso.
Il Grifone scese nuovamente a mordergli la giugulare, passandovi poi voluttuosamente la lingua, leccò lo sterno e prese tra i denti i piccoli capezzoli rosa, poco più scuri di quel petto pallido. Poteva facilmente contare le costole di quel torace troppo magro, mordicchiando i muscoli asciutti e guizzanti dell’addome. Il sangue gli scorreva frenetico nelle vene come fuoco liquido, gli sembrava di non aver mai desiderato altrettanto una qualsiasi cosa e non capiva se fosse a causa della rabbia che sentiva dentro o del corpo felino sotto di lui che lo stregava. I loro occhi s’incatenarono, scuri e profondi, graffite nell’ossidiana, quasi fosse un' ennesima sfida. Sirius lasciò i polsi sottili del compagno e sostenendosi con una mano, portò l’altra alla sua bocca invitandolo a schiuderla.
Severus recepì subito le sue intenzioni ed intrappolò due dita tra le proprie labbra, socchiudendo leggermente gli occhi e dando così modo all’altro di notare, per la prima volta, quanto le sue ciglia fossero lunghe e sottili. Lasciò che il corpo muscoloso del coetaneo scivolasse tra le proprie gambe snelle e lo preparasse frettolosamente alla seguente intrusione. Artigliò le sue natiche ed emise un sibilo, inarcandosi contro di lui quando lo penetrò con un colpo secco, ma non protestò, travolto dall’esigenza e dal fuoco di quell’unione.
Si spinse dentro il corpo di quella serpe con un bisogno quasi doloroso, tenendo le sue ginocchia incastrate sulle proprie spalle, chinandosi sin quasi a piegarlo in due ed impossessandosi con furia della sua bocca, così come del resto del suo corpo. L’aria fresca divenne satura dei loro ansiti e dei gemiti soffocati. Affondò nell'altro ancora ed ancora, drogato da quel calore bruciante…più forte, più veloce, più a fondo…ruotando ogni volta i fianchi per sfregare il punto massimo del piacere al suo interno. Gli occhi del ragazzo sotto di lui erano dilatati e lo risucchiavano come la notte più nera, i suoi capelli un intricato arabesco sul fogliame rossastro che nascondeva il terreno.
L’odore di pioggia e terra bagnata si fondeva con quello del loro amplesso ed il fruscìo del vento fra i rami sembrava incitare il ritmo, sempre più rapido ed incalzante.
Severus tirò con forza i suoi capelli quando venne senza preavviso tra i loro corpi, riversandosi poi sul proprio petto ed abbandonandosi alla sua mercè.
Sirius continuò a scoparlo quasi con violenza, prima di sciogliersi dentro di lui e crollare, sfinito, al suo fianco.
Piton si coprì gli occhi con un braccio, annaspando per riprendere fiato e precludendosi così la vista dell’amante che, dopo poco, si chinò sul suo petto a lenire i segni rossi lasciatigli, con soffici lappate. Black passò un braccio sotto il suo collo e l’altro attorno alla sua vita, attirandolo a se. Il compagno non emise proteste, ma dopo qualche momento mormorò in tono quasi divertito: -Sei un animale- Poi gli chiese -Va meglio adesso?-
-Si…perché?- Domandò stupito il Grifondoro.
Severus non aprì gli occhi, ma sul suo volto si dipinse un sorriso sghembo: -Perché la Bestia ama la sua Rosa, anche se e' irta di spine-.
FINE.
*La frase d’introduzione è tratta da ‘Amleto’ di William Shakespeare.
Potete trovarla anche su:
EFP;
Nocturn Alley;