DATI
Titolo: Idol School Musical
Capitolo:
1 -
2 -
3 - 4
Genere: Comico, Commedia, Song-fic, AU
Pairing: -
Rating: G
Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo
Trama: Un nuovo studente si trasferisce al Johnny's Education Institute. Un tutor, una squadra di basket, cellulari rotti e basi musicali per un ambito premio di fine anno. Ma quale obiettivo comune può unire 5 adolescenti tanto diversi? [fic a DUE MANI con
shochan_reru]
Capitolo 3
Move your body
Tutti gli studenti felici si somigliano; ogni studente infelice è invece disgraziato a modo suo. Tuttavia non si può dire che Aiba Masaki somigliasse ad un qualsiasi studente felice mentre, saltellante, si dirigeva verso gli armadietti. Si avvicinò baldanzoso alla figura di spalle di Jun che armeggiava davanti al suo sportello aperto e con impeto gli posò una mano sulla spalla. «Amicizia!» esclamò facendo fare all’altro un salto per lo spavento
«”amicizia” un corno!» rispose quello con gli occhi sgranati e una mano sul cuore «Hai intenzione di farmi venire un infarto a soli diciotto anni?»
«Il camice da ospedale ti donerebbe» ridacchiò aprendo il suo armadietto lì di fianco
«Bleah… piuttosto, a cosa si deve tutta questa tua allegria dato che è Lunedì e non c’è proprio niente di cui essere allegri?» sbuffò Jun, scocciato quanto tutto il resto degli alunni in corridoio con loro
«Questo weekend ho pensato…»
«Attività interessante. Io invece ho fatto pilates» lo interruppe con fare saccente e avviandosi verso le aule di lezione
«Ehm… non vado molto bene in inglese, comunque ho trovato una soluzione al tuo problema per il festival»
«E sarebbe?» chiese sollevando le sopracciglia, incredulo
«Lo vedrai!» esclmaò Aiba tutto contento, prendendolo per un braccio e trascinandolo verso l’aula computer. «Hello Nino!» strillò aprendo di colpo la porta «This is a pen?». Ninomiya, intento ad aprire le finestre per cambiare l’aria alla stanza dopo il weekend, fece un salto per lo spavento e si girò a guardare i due intrusi come se fosse stato beccato nel momento meno opportuno. «Cosa vai blaterando? Se non sai l’inglese usa il giapponese» sospirò andando verso di loro
«Ha cominciato lui» ribattè Aiba indicando Jun al suo fianco
«Sì, sì d’accordo. Che c’è? Altri problemi con il cellulare?» domandò accendendo due computer
«No, con quello è tutto a posto. Sono qui per comunicarvi una grande notizia!» annunciò sorridente
«Questo weekend ha pensato» sussurò Jun a Nino
«Oooh…» fu la sua risposta di falsa meraviglia ed entrambi ridacchiarono
«Ho trovato i membri per il gruppo di Jun» spiegò trionfante, incrociando le braccia. A quel punto aveva tutta l’attenzione del ragazzo. Dato che nessuno disse niente, creando un attimo di suspance, Aiba andrò avanti con la sua idea. «Noi!» spiegò sbrigativo. Nino, che fino a quel momento aveva ascoltato ma era stato impegnato dall’avvio dei computer, alzò lo sguardo su Masaki «Noi chi?» domandò sospettoso
«Noi» ripetè l’altro
«Noi? Vuoi dire un, due, tre: noi?» fece indicando se stesso e gli altri con il dito
«Sì, tre, due, uno: noi!» confermò Aiba imitandolo nel contare i presenti con l'indice. Nino si voltò verso Jun, ancora senza parole, e lo riproverò «La prossima volta portalo a fare pilates con te»
«No, no, no» farfugliò Jun portandosi una mano sotto il mento con fare pensoso «Aspetta, non è male come idea»
«Vero?» fece Masaki allegro
«Li ho persi tutti e due…» sospirò Nino scuotendo il capo «Perché mai dovrei farlo?»
«Perché no? Ti ho sentito venerdì, sei bravo con la chitarra. E poi hai sistemato la base di Jun, quindi devi avere un buon orecchio musicale» spiegò Aiba «Non hai detto che non partecipi solo perché non trovi altre persone? Con me e con Jun vai d’accordo, quindi perché non farlo con noi?»
«Beh, sì… non hai tutti i torti» ammise sorridendo tra sé, elogiarlo per le sue capacità alla chitarra era stata la mossa vincente, ma Masaki non poteva saperlo. «Si potrebbe fare…»
«Ottimo, allora è deciso!» fu Jun ad annunciarlo battendo le mani «Rimane un solo piccolo problema, genio del male» aggiunse verso la matricola
«Sarebbe?»
«Tre non è cinque: ci servono ancora due persone» gli spiegò un po’ affranto
«Nessun problema, le cercherò» si propose Masaki «Tanto domani comincia il festival dello sport e conoscerò un sacco di gente, qualcuno di adatto ci sarà, no?»
«Auguri» dissero in coro gli altri due, consapevoli uno di essere popolare per la sua inesistente abilità nel farsi amici e l'altro per il suo scarso spirito di squadra.
Il cielo era sereno quel giorno e il grande cortile dell’istituto era occupato dalla folla di studenti in tuta o pantaloncini che partecipavano alle gare della festa dello spot. Altri ancora incitavano i colleghi. Aiba stava a lato del campo dove si sarebbe svolta la gara del percorso militare, ma era lì solo per tifare per i suoi compagni, lui in realtà era stato assegnato alla prova di velocità e infatti teneva tra le mani la bandiera del primo posto. Chiacchierava con un paio di compagni dopo essersi messo in prima fila per assistere alla gara, quando il fischio del professore di ginnastica fece partire i tre concorrenti delle tre sezioni. Il percorso militare prevedeva che l’atleta corresse da una struttura all’altra compiendo, senza bloccarsi, gli esercizi di ognuna. Dopo le prime tre prove la sezione di Masaki era in vantaggio sulle altre anche se il concorrente della prima sezione lo distanziava di poco. Fortunatamente per la terza sezione, il partecipante non era il capitano Sakurai: ad Aiba avevano raccontato che una volta era rimasto per tutta l’ora di ginnastica bloccato sulla cima del quadro dell’arrampicata perché soffriva di vertigini e non riusciva a scendere. Il tifo della seconda e della prima sezione si faceva sempre più acceso dato che gli atleti si avvicinavano alla fine del percorso ed erano ancora a poca distanza gli uni dagli altri. Aiba partecipava attivamente insieme ai compagni dopo che si era allenato tutto il weekend ad imparare le parole del coro della sua sezione. «Con la pioggia o con il sole noi dimostreremo
Che abbiamo un coraggio estremo» cominciava il loro inno «E anche l'amico accanto a noi
Fedele ci sosterrà:
tenendoci per mano, bye bye!
Ogni sfida, vedrai, sempre accetterem
Indovina un po' chi siam?» a quel punto tutti i suoi compagni si alzarono dal prato del campo e cominciarono a fare un balletto a tempo di musica perfettamente coordinato tra ragazzi e ragazze «Vai seconda sezione! La più forte tra tutte
Le sezioni. Chiunque, sempre, ci può sfidar!
E anche se il destino ci sarà
sfavorevole, diciam: non ci fermerem!». Masaki non aveva ancora imparato i passi quindi si univa semplicemente al coretto dei meno atletici che strillavano un «Wow Wow» ogni tanto. La gara intanto proseguiva e il risultato cambiò quando gli atleti cominciarono a salire su uno degli ultimi attrezzi: la scalata con la corda. Consisteva nel salire in cima ad una struttura in legno a triangolo reggendosi, nella salita, ad una corda spessa fissata in cima. L’atleta della seconda sezione finì improvvisamente col sedere a terra quando era ancora a metà della salita. «Cos’è successo?» «Si è fatto male?» «Siamo squalificati! E dire che stava andando così bene…» voci deluse e disapprovazione si alzarono dal gruppetto del tifo della seconda sezione. «Peccato, se la stava cavando bene» sospirò Aiba stropicciando la sua bandierina. Il vincitore fu l’atleta della prima sezione e mentre tutti si stavano disperdendo per andare a seguire altre gare ci fu una discussione che attirò l’attenzione del nostro eroe. «Secondo me non è stato casuale»
«No, ormai è difficile pensare siano solo incidenti. Cos’è? La quinta gara in cui succede una cosa simile?» ragionavano due studentesse della terza sezione, alle sue spalle
«E’ andata bene che non era in alto stavolta, altrimenti avrebbe potuto farsi male seriamente»
«Scusate» si intromise girando su se stesso. Le due si bloccarono e lo fissarono sorprese. «Di cosa state parlando esattamente?»
«Degli strani incidenti delle gare» spiegò la prima arrossendo leggermente
«Mh? Quali incidenti?» domandò aggrottando le sopracciglia
«Durante tutte le gare della mattinata è successo qualcosa che le ha compromesse» disse l’altra «Nella gara 1, 3 e 4 si sono fatti male due nostri compagni»
«Oh… e nella 5 il nostro atleta si è fatto male» rimuginò Aiba
«Durante la 2 cos’è successo?» chiesero loro
«Non ne ho idea, ho vinto io quindi se è successo qualcosa era dietro di me» spiegò sventolando la sua bandiera. Ringraziò le ragazze e si diresse ad assistere alla gara 6. Si svolgeva lungo la pista di atletica, quindi andò a sistemarsi sugli spalti dopo aver trovato Ohno nella folla. «Hai vinto?» domandò quello vedendogli la bandiera del primo posto tra le mani. Masaki non gli rispose, fissava concentrato la pista e borbottava tra sé. «Sei così ansioso di vedere il tuo amico del cuore?» fece sarcastico dopo qualche minuto di silenzio, incrociando le braccia
«Eh? Cosa?» fece l’altro riprendendosi dai suoi pensieri «Beh sono qui per tifare per Jun, certo, è della nostra classe!» spiegò con poca enfasi
«Non ne sembri particolarmente entusiasta…»
«No è che… stavo pensando»
«Wow…» fu il caustico commento di Satoshi
«La nostra sezione ha appena perso la gara 5… però ho parlato con delle ragazze della terza sezione. Sembra che per una serie di incidenti abbiano perso 3 gare sulle 6 già disputate, mentre noi abbiamo perso la prima e l’ultima appena fatta. Sempre per via di qualche incidente»
«E quindi?» domandò annoiato l’altro mentre osservava Jun che, in pista, stava strillando contro il compagno per la gara di mukade. «Quindi… se la terza sezione ha perso 3 gare per incidente ai loro atleti, 2 per incidente ai nostri e 1 perché l’ho vinta io… qualcuno ce l’ha con loro. Anzi… qualcuno ce l’ha con tutti noi!» esclamò Aiba mettendosi le mani sulle guance e facendo cadere la bandiera «Tranne la prima sezione» aggiunse subito dopo accarezzandosi il mento con fare pensoso «Huston, abbiamo un problema»
«Stai parlando di sabotaggio?»
«Per l’esattezza! Soprattutto dato che tutti gli attrezzi sono stati manomessi per ogni gara… a questo punto ho anche il sospetto che quella pozza d’olio sulla pista della mia gara e le bucce di banana sul finale non fossero lì per caso»
«Mh, questo spiega perché io abbia visto gente poco raccomandabile uscire dal capanno degli attrezzi per il festival stamattina» mugugnò Satoshi pescando un takoyaki dalla vaschetta d’asporto che aveva sulle ginocchia. Nel frattempo il compagno di gara di Jun sembrava sull’orlo di una crisi di pianto e annuiva meccanicamente a tutto quello che il dispotico ragazzo gli urlava nel dirgli come svolgere la corsa con lui. «E me lo dici solo ora!?» esclamò Masaki afferrando Ohno per le spalle «Sputa il rospo, chi hai visto?»
«Ma che ne so, io odio la gente, mica sto a guardarla!» sbuffò Toshi cercando di divincolarsi dalla presa di Aiba
«Erano della prima sezione?»
«Bah, sì… boh, forse» rispose stringendosi nelle spalle
«Dobbiamo indagare» affermò perentorio l’altro
«Dobbiamo?».
Recuperata la sua bandiera di Masaki e finiti i takoyaki di Satoshi, i due scesero dagli spalti per confondersi con la folla di studenti che andava a seguire la gara 8 (Jun e il suo compare erano arrivati terzi, ma almeno lui non era finito a terra in maniera vergognosa). Per quella competizione Aiba e Ohno lavoravano in coppia il che li aiutava a portare avanti le ricerche. Confermarono la propria presenza agli incaricati della gara e ricevettero il loro biglietto con l’oggetto da trovare: il gioco consisteva proprio nel cercare in giro per la scuola la cosa scritta sul foglio che veniva loro dato. In realtà Masaki lo girò e costrinse il compagno a disegnare un identikit delle persone che aveva visto, dimenticandosi totalmente della gara che doveva disputare. «Accidenti tutor… non sapevo disegnassi così bene» diceva Aiba mentre camminavano per un corridoio della scuola «La proporzione del corpo con la testa è perfetta. Anche le ombre sono così realistiche… ma il volto di questo tizio è totalmente anonimo, mi spieghi cosa me ne faccio di un identikit così?»
«E hai pure il coraggio di lamentarti? Te l’ho detto che non le guardo le persone» sbuffò Satoshi girando un angolo. Erano diretti ad uno sgabuzzino del secondo piano: essendo praticamente impossibile usare i ricordi di Satoshi avevano deciso di cominciare con il cercare il loro oggetto per la competizione, magari avrebbero incrociato delle persone che lui avrebbe potuto riconoscere. «Ooooh fermo lì!» bisbigliò Aiba tirando il compagno per il braccio e riportandolo dietro l’angolo
«Che c’è? Smettila di mettermi le mani addosso» storse il naso e camminò all’indietro per mettersi al suo fianco
«Guarda, non è lo sgabuzzino dove pensavamo ci fosse il nostro oggetto?» chiese Masaki indicando poi un ragazzo in pantaloncini che usciva da una porticina con fare sospetto. «Non dovevamo cercare un detersivo per pavimenti rosso?» domandò Satoshi
«Se l’è preso quel tizio! E quel tizio non è nella nostra classe, ma…»
«Della prima»
«Ohmamma!!» esclamò Aiba «Allora è vero, seguiamolo!» e lo prese a braccetto per trascinarlo all’inseguimento. Il losco figuro scese a piano terra e con fare furtivo entrò in un aula della prima sezione. I due si appostarono dentro i bagni di fronte allungando il collo da dietro la porta per sbirciare eventuali movimenti alla porta della classe. Lì dentro dovevano essere un po' di persone perchè un coro di voci melliflue intonava una canzone che ben si addiceva a ciò che Aiba aveva visto fino a quel momento. «Honey, che cosa ci vuoi far se siamo i più scaltri di questa scuola?
Drive me, se sei furba, collabori per noi e te ne stai zitta» entrambi ebbero un brivido a quelle parole minacciose, la cosa più assurda era che il motivetto era accompagnato da un'allegra banda di ottoni che nulla aveva a che fare con quel testo così cupo «Ogni altro sforzo sarà inutile e sai perchè: con qualche trucco noi
Vinceremo (Sooner or later) Questa è la nostra abilità
Siamo la prima sezione e siamo scaltri, noi siamo dei Lucky man
Ti battiam con metodi un poco loschi. Fregato... Get! Get! Get! ... sempre sarai!». Mentre la canzone andava avanti, dall'aula uscirono due studenti, con la fascetta dei partecipanti alla competizione e con un oggetto in mano, probabilmente quello che loro dovevano cercare. «Hanno sbirciato i fogli prima della gara» sussurrò Aiba «E una volta saputo quale era capitato a loro hanno spedito altri compagni a tirar via gli altri oggetti di modo da non farli trovare alla seconda e alla terza sezione»
«Hanno sabotato tutti tranne loro stessi e si sono nascosti nella loro classe… sono proprio scaltri come delle faine nella prima sezione»
«Adesso vado lì dentro e gliene dico quattro: come possono infangare così l’onore con cui gli altri studenti si confrontano in questa giornata? La lealtà con cui ognuno combatte per la propria classe? Il fairplay!»
«E cosa vorresti fare?» domandò annoiato Satoshi
«Maciullarli» rispose scrocchiandosi le dita e mettendo già un piede fuori dal bagno
«Ma maciullare chi? Appena metti piede lì dentro quelli ti fanno lo scalpo» gli spiegò acchiappandolo per la maglietta «Avvisiamo gli insegnanti che è meglio»
«Oh tutor… ti preoccupi della mia incolumità?» chiese con le lacrime agli occhi «Allora il mio piano per cementificare la nostra amicizia sta funzionando»
«L’unica cosa cementificata qui è il tuo cervello. Muoviamoci e non facciamoci scoprire» lo incitò Satoshi scuotendo il capo e avviandosi con passo felpato fuori dai bagni, lungo il corridoio, per andare ad avvisare chi di dovere.
Il complotto della prima sezione venne sventato, ma la giornata dello sport era stata totalmente sabotata. Quando ormai già tramontava il sole, gli studenti di ogni classe erano stati riportati nelle loro aule ed erano stati ad ascoltare un discorso da parte degli insegnanti su quanto l’accaduto fosse stato disdicevole e su come lo spirito di cooperazione e sana competizione fossero stati macchiati da un simile gesto. «Bla, bla, bla… perché dobbiamo sorbirci questa ramanzina anche noi che non abbiamo fatto nulla?» borbottò Jun girandosi sulla sedia per guardare dietro di sé, dove stava il banco di Aiba «Insomma, io ho giocato pulito, ci ho messo tutto il mio impegno e adesso vengo a sapere che il mio misero terzo posto probabilmente non è stata per colpa delle mancanze del mio collega di corsa, ma perché quelli della prima sezione sono degli infami?» continuò ad imprecare
«Povero compagno di corsa, si sarà preso tante di quelle madonne…» mormorò Masaki ciucciando un bastoncino di liquirizia
«E poi che diavolo! E’ anche una questione di rispetto per quelli che hanno organizzato l’evento. Cioè… io ho aiutato a preparare il campo di atletica! Poi arrivano questi, belli tranquilli, e zic-zac ti rovinano tutto: taglia una corda, sposta un ostacolo, mozza una mano a qualcuno, facciamo saltare la giornata a tutti e yuppidù!» gesticolava Jun con fare esasperato «Giuro che appena becco uno della prima sezione nei bagni lo spruzzo con l’acqua del lavandino!»
«Pensa che siamo stati io e Satoshi a scoprire che sono stati loro» annunciò Aiba con un sorrisone «Volevo picchiarli tutti, ma alla fino ho pensato che…» fece una pausa e fissò in faccia il compagno «Che… che io posso, e quindi sono andato dagli insegnanti a fare il mio dovere»
«Bravo padawan, me ne compiaccio» ridacchiò lui
«E c’è dell’altro! Ho trovato il quarto membro»
«E chi sarebbe?» domandò Jun incuriosito
«Adesso te lo presento. Toshi!» richiamò girandosi verso il fondo dell’aula. Il ragazzo stava facendo il suo zaino, probabilmente ansioso di tornare a casa, infatti quando si sentì chiamare alzò gli occhi al cielo. «Toshi vieni qui!» lo chiamò ancora «Ecco, siamo stati io e lui a sventare i diabolici piani della prima sezione e abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra, sono certo che la sua sarà una collaborazione preziosa» spiegò a Jun. Questi squadrò seriamente Satoshi da capo a piedi, come valutandolo, dopodiché gli fece un sorriso smagliante «Oh, ma guarda! Sei un nuovo iscritto anche tu?» domandò affabile
«... siamo nella stessa classe da tre anni...» fu la pacata risposta dell’altro ragazzo. I due si fissarono in un silenzio imbarazzante per qualche minuto, poi, quando fu Jun ad abbassare lo sguardo per primo, Ohno si rivolse ad Aiba. «Mi hai già incastrato con la storia del tutor: non farò un bel niente» pronunciò lapidario. I due si fissarono in un silenzio inquietante per qualche minuto e stavolta fu Satoshi ad abbassare lo sguardo per primo «Devo proprio?» domandò sconsolato
«Sìììì!» rispose l’altro entusiasta.
FINE DEL QUARTO CAPITOLO
Fanfiction written by
Hika86 & Reruchan
Original music by
Arashi
(Sakura sake & Lucky Man)
Terrible lyric by
Hika86 (col mal di gola)
Saltellando sui confini della demenza: le autrici di confessano.
Z: Aspetta, pipì…
R: Va bene…
*aspetta*
*aspetta*
*aspetta*
*aspetta*
Z *tornata dal bagno*: Comunque lo smalto bluetto che hai tu è veramente bello *tenta di accendere il ventilatore*
R: non và…
Z: chuchuchuuu….*motivetto della nona sinfonia di beethoven* Ma tu hai scritto “aspetta” mentre io ero in bagno! Ma perché scriviamo sempre cagate quando facciamo queste cose?
R: C’è roba che vibra!
Z: E’ il mio cellulare!
R: Ehi!
Z: oddio è il mio amante!
R: La tim!
Z: dal 2 settembre, cambia la tariffa base
R: Forse dovremmo smetterla…