Rating: nc17
Conto Parole: 300 x 3 (OO)
Avvertimenti: lemon, temo mi siano usciti tutti OOC >.<
Titolo: I'm In Love With A Fairytale
Personaggi: America (Alfred F. Jones)/Inghilterra (Arthur Kirkland)
Partecipa a: #
fanfic_italia's p0nfest! (Axis Powers Hetalia, America/Inghilterra, specchio)
# colomba @
Carnevale di Venezia di Fanworld.it
#
I'm in love with a fairytale @
ered_chronicles (I'm in love with a fairy tale / I don't care if I lose my mind)
Challenge: Triade #3 @
it100Prompt: persone
America lo spinse bruscamente di fronte allo specchio. -Guarda!- sbottò -Non ci sono unicorni rosa, folletti e stronzate varie. E soprattutto tu non hai le ali. Non me ne frega niente se nelle fanart sembri sempre una colombella svolazzante!-
-Ma io...- tentò di ribattere Inghilterra.
America però gli tappò la bocca con un bacio, temendo che se l'avesse ascoltato ancora per un momento sarebbe impazzito. -Cosa penserà di te la gente se continui a comportarti così?- domandò poi staccandosi, le mani strette alle sue -La vita non è tutta una carnevalata...- sospirò.
Arthur lo guardò con due grandi occhi lucidi. -A me non importa delle altre persone... a me importa di te!-
-Io penso che dovresti smetterla.- dichiarò America.
-Parli proprio tu, che sei convinto di poter salvare il mondo con un robot gigante o con quei tuoi stupidi super eroi!- si inviperì Inghilterra con uno scatto d'orgoglio.
-Almeno...- sussurrò Alfred facendolo nuovamente voltare verso lo specchio e abbracciandolo da dietro -io so che loro non sono reali...- gli soffiò sul collo, poi gli morse piano un orecchio, mentre la sua mano scivolava verso il basso.
Quando gli slacciò i pantaloni, Inghilterra mugolò.
-Allora, che ne pensi?- chiese America -Questo- e così dicendo strinse la mano intorno a quel principio di erezione che un paio di bacetti sul collo erano bastati a causare -è reale?-
Inghilterra distolse lo sguardo dallo specchio, le guance in fiamme, balbettando un “sì” poco convinto.
-Non ho sentito bene.- insistette Alfred, muovendo rapidamente il polso.
-S-sì...- esalò Inghilterra azzardando un'occhiata allo specchio. Si morse un labbro per non lanciare un gridolino fra lo scandalizzato e l'eccitato. Vedere se stesso in quello stato, col sorriso di America accanto e la sua mano nei pantaloni era un po' più di quanto non fosse preparato ad affrontare.
Titolo: Baciami!
Personaggi: Francia (Francis Bonnefoy)/Inghilterra (Arthur Kirkland)
Challenge: Triade #3
Prompt: festa
Altri prompt: # Axis Powers Hetalia, Francia/Inghilterra, "Baciami." "Sei una rana e non diventerai mai un principe." @ fanfic_italia
# sposa @ fw.it
Arthur aveva un giusto timore delle feste di carnevale: Francis diventava più idiota ed intraprendente del solito, riuscendo sempre a trascinarlo in qualche sgabuzzino per poi convincendolo a fare cose delle quali si sarebbe puntualmente pentito l'indomani.
Quell'anno però Francia non si era ancora fatto vedere. Che avesse rinunciato ai festeggiamenti? Improbabile. Inghilterra stava sulle spine, aspettandosi qualche tiro mancino da parte del mangiarane.
Fu distratto dall'apparizione di una maschera meravigliosa, accompagnata da un “ooh” generale di ammirazione. Un lungo abito bianco da sposa e una maschera anch'essa candida e ricoperta di pizzi, avanzarono nella sala.
Fino a fermarsi proprio di fronte a lui.
-Oh, no, Francis!- esclamò Inghilterra riconoscendolo e allontanandosi in tutta fretta. La sua fuga però fu di breve durata, poiché appena fuori dal salone fu raggiunto e trascinato nell'ormai tristemente celebre sgabuzzino.
-Baciami.- implorò Francia, melodrammatico.
Arthur distolse ostentatamente il volto. -Sei una rana e non diventerai mai un principe.-
-Al massimo diventerò una principessa.- ghignò Francis.
Inghilterra non poté trattenere una risatina. -Magari lo sei già.-
-Vuoi controllare?- chiese il biondo slacciandogli i calzoni e facendolo voltare. Poi si tirò su l'ampia gonna, sotto la quale prevedibilmente non portava nulla, strusciandogli la propria virilità contro il sedere.
-Sei un porco.- mugugnò Arthur.
-Non ero una rana un attimo fa?- rise Francia, facendo scivolare un dio dentro di lui.
Inghilterra fremette, mordendosi le labbra per non lasciarsi sfuggire un gemito di dolore. Quando però Francis aggiunse un altro dito spingendolo fino in fondo, stuzzicando il punto giusto, Arthur si sentì scorrere un brivido di piacere lungo la schiena.
Il biondo sostituì il proprio sesso bollente e già umido alle dita, ed Inghilterra si lasciò sfuggire qualcosa che somigliava pericolosamente ad un: -Oh sì, Francis, ancora!-
-Oui, oui mon cher.- sussurrò questi sensuale, spingendo più forte.
Titolo: Runaway
Personaggi: Giappone (Kiku Honda)/Nord Italia (Feliciano\Veneziano Vargas)
Challenge: Triade #3
Prompt: rumore
Altri prompt: # Axis Powers Hetalia, Giappone/Nord Italia, "Prenditi le tue responsabilità." @ fanfic_italia
# bauta @ fw.it (cos'è la
bauta)
Feliciano, tanto per cambiare, stava fuggendo. Si faceva largo a spintoni fra le maschere, inciampando nelle lunghe gonne e nei mantelli altrui, ma benedicendo quella folla che non permetteva al suo inseguitore di rintracciarlo.
E dire che Giappone avrebbe dovuto essere suo alleato! Ma da quando aveva iniziato con quella storia per Italia era diventato un inferno. L'aveva solo abbracciato, che diamine!
Confuso all'allegro vociare della gente, a Feliciano pareva di udire la voce di Kiku ripetere: “Prenditi le tue responsabilità.”
Non ne poteva più. Saltò sulla prima gondola libera, sperando di sfuggire definitivamente a quella minaccia.
“Dove andiamo?”, chiese il gondoliere, la voce distorta dalla maschera di gesso bianco.
“Il più lontano possibile!”, esclamò Feliciano agitato, senza far caso allo strano gondoliere.
Quando giunsero in un canaletto isolato, dove non giungevano più neppure i rumori delle feste, riecheggiò una voce nota. “Prenditi le tue responsabilità!”
Italia per poco non cadde dalla gondola per lo spavento. Si voltò giusto in tempo per vedere Kiku emergere da sotto il cappuccio nero della bauta.
“Sono troppo giovane per sposarmi!”, gnaulò Italia disperato.
“Sposarti? Sei scemo? È da quando mi hai abbracciato che sto così”, prese la mano di Feliciano e se la portò lì, impassibile, “Rimedia”
Italia era così sollevato che non pose alcun problema. Abbracciò Kiku, trascinandolo sul fondo della gondola. Se lo sbaciucchiò al colmo della gioia, prima di sfilargli la lunga cappa nera. Gli mordicchiò un po' i capezzoli, poi scese più in basso.
“Ah! F-Feli...”, mormorò quando la bocca dell'italiano lo accolse completamente, iniziando a muoversi piano su di lui.
Giappone era già al limite da giorni, e non ci volle molto perché venisse fra le labbra di Italia.
“E' quasi meglio della pasta”, rise questi leccandosi le labbra.