Fic Nathan/Peter Not family enough

Aug 05, 2008 00:50

Titolo Not family enough
Author Ginny aka chainer_morgana
Parole 2.270
Spoilers Piccoli spoiler fino alla 1x07 (Nothing to Hide)
Pairing Nathan/Peter (Petrellicest)
Rating NC17
Warnings PWP, incesto, linguaggio
Summary Cosa è successo davvero subito dopo che Peter e Nathan hanno discusso in casa, prima che tornassero al loro "brunch"?
Beta La mia stupenda Raffie79 - Love you
Dedica a velvetmorning82 che mi ha dato l'idea a tradimento ;), che mi ha costretta a scriverla (col ricatto *ormonale* lool) e che ha aspettato fino a notte fonda per leggerla...Grazie tesoro ♥

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“Non lo faresti” disse a denti stretti, sperando che lo sguardo severo facesse risultare ancora di più la frase come una minaccia. Per gli ultimi cinque minuti, da quando Peter era comparso all'improvviso rischiando di rendere palese che quel brunch era una messinscena, aveva represso l'istinto di mettergli le mani addosso o insultarlo. Solo per un attimo gli era passata la voglia, quando Peter gli aveva detto della morte del suo paziente, ma un secondo dopo era tornata per l'insistenza di suo fratello. Quel che era peggio era che, da molti anni ormai, la rabbia verso il modo di fare irritante del più giovane si manifestava con un'incontenibile voglia di scoparlo contro una qualsiasi superficie. Un istinto che neppure questa volta mancava di farsi sentire mentre il suo sesso pulsava disperato nei pantaloni e, se l'atteggiamento e il sorrisino di Peter erano un indizio, suo fratello sapeva esattamente cosa stava per accadere.

“A-ah” fu l'unica risposta che ricevette alla sua minaccia, gli occhi di Peter nei suoi per la prima volta dall'inizio di quella discussione, anziché puntati sulla sua bocca. Il ragazzo sapeva quanto lo innervosiva quella smorfia, sapeva di non doverla usare se non aveva intenzione di pagarne le conseguenze...

“Peter..Peter..” lo chiamò senza risultati. Lo guardò allontanarsi verso il giardino e solo in quel momento realizzò che non poteva lasciarglielo fare. Non dubitava che suo fratello non l'avrebbe mai ferito deliberatamente, ma sapeva bene come la pensasse sul tenere segreti i loro 'poteri' e non poteva rischiare che, più o meno di proposito, si lasciasse sfuggire qualcosa con Dennison. Avrebbe distrutto la sua carriera e l'avrebbe fatto finire sulla prima pagina del New York Journal, nella migliore delle ipotesi, come un pazzo che da corda alle follie di un fratello abbastanza depresso da tentare il suicidio. Agì d'istinto, senza neppure pensare. Afferrò Peter per un braccio, tirandolo in casa

“Dove pensi di andare?” questa volta la frase fu quasi un sibilo. Lo tirò più all'interno, spingendolo più all'indietro, contro il muro, la mano attorno alla gola per farlo star fermo “Non andrai là fuori a rovinarmi la carriera”. Peter sorrise ancora nonostante il gesto intimidatorio del fratello, continuò imperterrito a fissargli la bocca.

“Fermami tu, Nathan...” nel suo tono c'era ancora meno della minaccia di prima e il maggiore distinse perfettamente il tono seducente. Fu quello a fargli perdere il poco controllo che ancora aveva, a lasciare che la tensione sessuale accumulata durante il litigio esplodesse. Senza mollare la presa attorno alla gola premette la bocca contro la sua quasi con violenza, forzandogli la lingua tra le labbra senza rispetto, in un bacio che aveva tutto della punizione e niente del sensuale. Peter non esitò neppure per un attimo nell'assecondare il gesto aggrappandosi alle sue spalle e lasciando che gli mordesse il labbro, che lo esplorasse. Lentamente Nathan mollò la presa sulla sua gola, facendogli scivolare la mano sul petto, abbassandola tra loro due per premerla contro il sesso duro del compagno. Un attimo dopo vi chiuse attorno il pugno attraverso i pantaloni, stringendo appena un po' di più di quanto avrebbe fatto di solito, soffocando il gemito strozzato del fratello con la sua stessa bocca.

“Tu non dirai niente a nessuno del saper volare, sono stato chiaro?” Puntualizzò la frase con un'altra stretta, sorridendo soddisfatto alla lieve smorfia dell'amante. Gli stava facendo male forse, ma niente che a Peter non piacesse, il sesso sempre più duro non lasciava spazio a dubbi, alla faccia di tutti quelli che vedevano un ragazzino innocente in quello che lui sapeva benissimo essere un uomo adulto e sensuale.

Fu uno scatto improvviso, qualcosa che Nathan non fece in tempo a vedere, e in un attimo la mano di Peter fu tra i suoi capelli a tirargli indietro la testa, a staccarlo dalle sue labbra.

“Non puoi impedirmi di raccontare quello che posso fare...” sorridendo il fratello gli prese il polso, spostandolo dalla propria testa, bloccandoglielo contro il muro.

“Se sai cosa è meglio per te...” lasciò la minaccia in sospeso e quando vide che tutto ciò che aveva suscitato era una smorfia maliziosa strinse di più la mano. Non avrebbe saputo dire se il gemito e gli occhi di colpo chiusi fossero per il dolore, ma quando, un attimo dopo, sentì i fianchi spingersi disperatamente nella stretta ebbe la risposta che cercava.

“Zitto, non vuoi che ci sentano, no?” il più giovane aprì gli occhi, senza metterlo davvero a fuoco, le pupille dilatate.

“Baciami. Per favore Nate...” E, ancora una volta, Nathan non seppe resistere alla richiesta del fratello. Tenne le labbra sulle sue solo un attimo prima di ridisegnarle con la lingua che subito iniziò a combattere con la sua in una guerra per il controllo che, in quel momento, entrambi erano disposti a perdere. La presa sul polso si allentò durante il bacio, le mani scivolarono fino a trovarsi e ad intrecciare le dita mentre i denti del maggiore si chiudevano piano sul labbro del compagno per poi lasciarlo e riprendere a succhiarlo un attimo dopo.

Nathan si perse in quel bacio, completamente dimentico che tutta la loro famiglia era a pochi metri, assieme ad uno dei più importanti giornalisti politici di New York, divisi da loro solamente da una porta finestra lasciata aperta. Per la prima volta in mesi la campagna elettorale era lontano dalla sua mente, la sua carriera del tutto insignificante davanti alla passione, al bisogno, che sentiva nei confronti di suo fratello mentre questo spingeva incessante i fianchi contro i suoi, intrappolandogli la mano in mezzo ai loro corpi, premendogliene il dorso contro il sesso ormai troppo duro. Niente aveva importanza se non loro due e il disperato bisogno di venire, al più presto, in quel momento. Si allontanò quasi di colpo, guardando solo per un attimo le labbra gonfie e bagnate, e neppure si accorse di cominciare a parlare

“Peter...mettiti in ginocchio, voglio che me lo succhi” il ragazzo aprì gli occhi alzando un sopracciglio interrogativo, prendendosi il suo tempo nel leccarsi piano le labbra

“Perché? Perché non sono abbastanza famiglia? O perché lo sono più di chiunque altro?” Nathan chiuse gli occhi per un attimo a quella frase, puntandoli nei suoi subito dopo. Sapeva di aver sbagliato a dirlo ma sapeva anche che adesso lo stava usando contro di lui deliberatamente, forse addirittura per sedurlo. Per quanto fosse sempre stato perseguitato dai sensi di colpa per il fatto che si scopava il suo fratellino, Peter lo conosceva abbastanza bene da sapere che era proprio il loro legame di sangue ad eccitarlo ancora di più. Si sarebbero amati in qualunque caso, ma quello era l'unico vero peccato, l'unico grande rischio, a cui Nathan non aveva rinunciato, ciò che lo faceva sentire vivo più di ogni altra cosa.

“Perché ti sei presentato non invitato, perché mi complichi la vita...è il minimo che puoi fare per sdebitarti...” senza perdere altro tempo, conscio che avrebbero potuto scoprirli da un momento all'altro, gli poggiò le mani sulle spalle, spingendolo in ginocchio. Il ragazzo lo lasciò fare, abbassandosi senza mai staccare gli occhi dai suoi, spostandosi lascivamente la ciocca di capelli che gli era caduta sul viso.

“Potrebbero vederci Nathan...” cominciò, slacciandogli i pantaloni scuri “non vuoi che sappiano che volo e poi rischi scoprano che..” fece una pausa tirandogli il sesso fuori dai boxer, leccandosi le labbra “...tuo fratello ti succhia l'uccello?” sussurrò l'ultima parola abbastanza vicino alla punta già umida tanto da farlo rabbrividire per il fiato caldo.

“Peter...” la minaccia fu invece un gemito disperato mentre la lingua percorreva la vena gonfia fino alla base per poi risalire e cominciare a succhiarlo appena sotto la punta. Leccò ancora, sfiorò la fessura e finalmente, quando le dita di Nathan gli affondarono nei capelli, lo prese in bocca, cominciando a succhiarlo senza sosta, graffiandolo di tanto in tanto coi denti solo per sentire il fratello tremare nel disperato tentativo di non lasciarsi sfuggire un solo suono. Continuò per qualche secondo prima che l'uomo lo bloccasse di nuovo contro il muro, cominciando a muoversi nella sua bocca senza sosta, spingendosi nella sua gola e tirandosi indietro solo quando cominciava a mancargli il fiato. Peter glielo lasciò fare, totalmente perso nella sensazione di essere scopato in quel modo, nell'idea che solo lui poteva far perdere il controllo a Nathan così, abbastanza da vederlo con una mano puntata al muro, l'altra tra i suoi capelli, mentre ogni attimo di più si avvicinava alla fine. Gemendo attorno a lui, certo che la vibrazione lo avrebbe mandato in estati, gli abbassò la mano tra le gambe, premendola appena dietro al suo sesso, contro i testicoli, per poi spostarla sul sedere, affondando le dita tra le natiche tese attraverso la stoffa. Bastarono ancora pochi movimenti, le unghie della mano libera a graffiargli il petto e il ventre, perché Nathan si lasciasse andare, venendo ancora affondato nella sua bocca, mordendosi disperatamente il labbro per non fare alcun rumore. Peter continuò a succhiarlo piano fino a che non lo sentì rilassarsi, passando poi la lingua sulla punta un paio di volte e quando Nathan, sfinito, fece un passo indietro, soddisfatto si sedette sui talloni, pulendosi le labbra col dorso della mano.

L'uomo lo guardò un attimo, occupato a riprendere fiato, e il più giovane glielo lasciò fare rimanendo semplicemente fermò per terra, in ginocchio, i capelli di nuovo sul viso, le labbra ormai gonfie e arrossate per il trattamento subito. Nathan fece scorrere lo sguardo su di lui, sul petto che si alzava ed abbassava rapidamente, sul sesso duro che neppure i pantaloni ormai umidi potevano minimamente nascondere. Non si ricordava quando Peter fosse diventato così, quando avesse scoperto di possedere quella carica erotica e avesse imparato ad usarla, ma non era importante, quello che contava era che fosse stato lui a fargliela tirare fuori e che solo lui la conoscesse. Non l'avrebbe mai ammesso con nessuno ma l'idea di possedere Peter in ogni modo, come fratello, come amico e soprattutto come amante, di essere l'unico a conoscere certi aspetti di lui, lo faceva sentire più potente di qualsiasi carica politica, di qualsiasi comizio davanti alla folla.

“Alzati” disse richiudendosi i pantaloni e allungandogli poi una mano. Il ragazzo l'accettò, mettendosi in piedi davanti a lui.

“E adesso?” chiese provocante, Nathan sorrise, il suo miglior sorriso da copertina, quello che sapeva bene Peter trovava così irritante

“Adesso potrei lasciarti così. Si staranno chiedendo dove siamo finiti e inoltre se devi pensare che sei terribilmente duro e seduto vicino a tua madre di sicuro non pensi a fare stronzate” ma il ragazzo sorrise scuotendo la testa

“Nathan...so chi sono i buoni in questa storia e tu sei tra loro, non lasceresti mai tuo fratello duro” sorridendo, questa volta più sincero, l'altro gli sfiorò il collo con la punta delle dita, sentendolo rabbrividire. Sapeva che era al limite, che gli sarebbe bastato tanto così per venire, ma voleva provocare ancora un po', stuzzicarlo fino alla fine.

“Potresti esserti sbagliato...magari non sono buono e non ho una ragione per farlo...” gli passò il pollice sulle labbra, una mano sul petto a premere i capezzoli attraverso la felpa

“Forse non lo sei, ma se non mi facessi venire adesso passeresti il pranzo col tuo giornalista a pensare al mio uccello, Nate” e solo il modo in cui sussurrò il suo nome sarebbe stato abbastanza per farlo venire di nuovo duro. Senza rispondere lo girò, sbattendolo contro il divano, facendolo appoggiare allo schienale morbido.

“Oggi vuoi un po’ troppo controllo Peter” e finalmente la sua mano era di nuovo tra le gambe del fratello, finalmente sentiva di nuovo il sesso duro del più giovane contro il palmo. Vi premette la mano aperta, facendolo sussultare, poi slacciò velocemente i pantaloni, abbassandoli un po' assieme ai boxer. Avrebbe voluto contemplare l'erezione gonfia e bagnata davanti a lui, ma non aveva mentito riguardo il dover tornare al più presto. C'era un limite anche al tempo che loro madre poteva recuperare per lasciarli discutere in pace. Subito cominciò a muovere il pugno su di lui rapido, appena troppo violento, stringendolo, muovendo il polso quando arrivava sotto alla punta. Disperato nel suo piacere Peter gettò indietro la testa, le dita affondate nella pelle soffice del sofà.

“Avanti Peter, vieni per me...” gli sussurrò contro l'orecchio prendendoglielo poi in bocca e succhiando il lobo e il ragazzo dovette serrare le labbra per non gemere, per non urlare al pollice che, in contemporanea a quelle parole, incessante provocava la punta, graffiava la vena gonfia.

“Nate...” disse quasi troppo piano per essere sentito, ma il fratello lo conosceva abbastanza bene da capire quanto fosse vicino. Soddisfatto gli mise una mano sulla bocca, muovendosi più veloce, e un attimo dopo i denti del ragazzo si chiusero sulla sua pelle mentre veniva nella sua mano. Subito Nathan lo tirò contro di se, le dita affondate tra i capelli. Lo tenne così qualche minuto, lasciando che riprendesse fiato, e quando sentì il respiro regolarizzarsi si allontanò, pulendosi incurante la mano nel fazzoletto.

“Ora torniamo di là, immagino sia inutile dirti di andartene” Peter alzò lo sguardo dalla cerniera dei pantaloni solo per fulminarlo “Non provare a rovinarmi quest'intervista Pete...” e questa volta la minaccia fu secca, priva della dolcezza che gli dava la sensualità di poco prima. Il ragazzo lo ignorò per un attimo, aggiustandosi i vestiti, poi si avvicinò, fermandosi con le labbra a pochi millimetri dalle sue.

“Tranquillo. Ma noi sappiamo volare Nathan, e vedrai che prima o poi sarai tu stesso a volerlo dire al mondo” disse solo prima di voltarsi e dirigersi verso il giardino. Nathan sospirò, conscio che quella battaglia tra loro era solo all'inizio, poi lo seguì.

**Fine**

Commenti??? pleeeaaaaseeeee *puppy eyes*

fanfiction, *autore: chainer_morgana, personaggio: nathan petrelli, pairing: nathan/peter, rating: nc-17, personaggio: peter petrelli

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