Titolo: Practically Human
Traduttore: heavenlysunligh
Autore: Daylight
Link originale:
QuiPersonaggi: Castiel, Bobby.
Rating: Arancione
Disclaimer: I personaggi descritti non mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
Note: La storia è ambientata dopo la 5x22 ed è leggermente What if...? in quanto tutto è successo come nella puntata, ma Castiel è rimasto umano e Bobby è ancora sulla sedia a rotelle.
Qui il permesso dell'autrice. Se volete leggere altre traduzione o richiederne, potreste dare un'occhiata
Qui. Ci farebbe molto piacere avervi con noi =)
Riassunto: Alcune cose sono molto più facili da affrontare quando il mondo sta finendo. Mentre Dean va a mantenere la promessa fatta al fratello, Castiel è lasciato alle spalle con Bobby, cercando di adattarsi alla sua nuova vita da essere umano.
Settima parte
Castiel si trovava al piano di sopra quando accadde. Stava vagando fra delle scatole polverose, indagando il contenuto di una delle tante fatiscenti stanze della casa piene di spazzatura, quando uno schianto riecheggiò e si diffuse dal basso. Corse subito fuori, immagini di demoni e angeli che strisciano in cerca di vendetta per la testa, mentre scendeva di corsa le scale.
Scoprì che Bobby era sdraiato sul pavimento dello studio accanto alla sua sedia a rotelle rovesciata, circondato dal contenuto di una libreria vicina.
Castiel si inginocchiò accanto a lui e gli mise una mano sulla spalla. “Bobby, stai bene?”
“Non mi toccare!” gridò Bobby, spingendo indietro l’ex angelo, sbilanciandolo fino a farlo cadere sul suo didietro.
“Bobby?”
“Sto bene”, insistette il cacciatore, mentre si spingeva sul pavimento verso la sua sedia.
Congelato per un momento, Castiel guardò Bobby lottare; poi, alzandosi in piedi, iniziò a raccogliere alcuni libri dal pavimento.
“Lascia stare”, esclamò Bobby bruscamente, alzandosi in una posizione seduta con l’aiuto della sedia rovesciata.
“Stavo solo…” iniziò Castiel a denti stretti.
“Non puoi aiutare. Non puoi fare nulla. Solo vattene!”
Socchiudendo gli occhi, Castiel lasciò cadere i libri e si voltò di scatto in direzione della porta principale. La fece sbattere rumorosamente alle sue spalle, sovrastando il tambureggiare dei suoi passi come corse giù per le scale.
Vagando senza meta, si insinuò tra i relitti del cantiere. Riuscì a fare il giro della casa più volte prima di raggiungere qualcosa al di là della furia senza parole. Fu il desiderio di distruzione che alla fine lo fece fermare. Guardò una delle tante auto abbandonate, la vernice arrugginita e le porte ammaccate, le ruote mancanti e i vetri rotti, e si ritrovò a chiudere il pugno e tirarsi indietro come se volesse colpirla.
Guardò la fragile carne rugosa che gli copriva la mano. Una volta avrebbe potuto schiacciare quelle vuote costruzioni in metallo con poco sforzo. Non avrebbe avuto nemmeno bisogno di toccarle.
Tra una rabbia inquieta e una speranza disperata, alzò la mano, due dita sollevate e indicò le auto scartate. Cercò in profondità dentro di sé alla ricerca del potere che gli apparteneva, un potere familiare e così tanto una parte di lui che di norma avrebbe potuto accedervi senza nemmeno un pensiero.
Il suo respirò accelerò e un qualche tipo di dolore iniziò a crescere in mezzo agli occhi. Per un attimo gli parve di sentire una scintilla nel suo petto, un residuo di chi era stato un tempo.
Ma le auto rimasero completamente immobili.
Le sue spalle si abbassarono e lasciò cadere il braccio. Voltandosi, iniziò ancora una volta a camminare tra i relitti senza una meta. In quel momento, qualcosa gli solleticò il labbro superiore e si asciugò distrattamente, sorpreso di trovare una piccola macchia di sangue ora spalmata su tutta la mano. Ignorandola, continuò ogni tanto a tirare irritato il colletto della camicia.
****
“Bobby starà bene”, disse Dean dopo che Castiel gli aveva spiegato quello che era accaduto.
“Si è proprio infuriato, ostile testa di cazzo” dichiarò Castiel in modo inequivocabile, scoprendo di avere ancora un residuo della rabbia di quel pomeriggio.
“Sì, be’, per lui è normale.”
L’ex angelo emise un borbottio senza parole.
Dean sospirò. “Certo, può essere un po’ irritante. Ma questo è solo il suo modo di fare.”
“Stavo cercando di aiutare.” Considerando che non c’era molto che potesse fare per aiutare qualcuno nel suo stato attuale, non c’era da meravigliarsi che si fosse infuriato quando la sua offerta di aiuto era stata accolta con la rabbia e un insulto.
“A volte non si può.”
“Ed era necessario inveire contro di me?”
“Probabilmente era solo imbarazzato,” spiegò Dean. “Forse ha bisogno di un po’ di spazio. Non è abituato a condividere la casa, soprattutto con un ex angelo. Ho cominciato a dare un po’ di spazio a Lisa andando in un bar un paio di volte a settimana”, aggiunse, come se per lui andare in un bar fosse difficile e lo faceva per un atto di carità.
“Quindi dovrei andare in un bar?” L’alcol sembrava essere la risposta di Dean a tutto, anche se doveva ammettere che raramente Bobby era meglio al riguardo. Castiel ricordava che l’alcol lo aveva aiutato una volta, quando aveva realizzato che tutta la fiducia riposta nel padre era stata una cosa stupida come tutti avevano sempre sostenuto e lui aveva bevuto un negozio di liquori. Non aveva portato via tutto il dolore, ma per un po’, aveva lasciato il mondo in uno strano stato confuso, rendendolo molto più facile da affrontare.
“O da qualsiasi altra parte. Senti, Bobby ha le sue cose da affrontare, ma saprà gestirle a modo suo e starà bene. L’uomo è una roccia,” disse Dean con convinzione. “Lui è l’unico su cui posso contare per gestire le cose.”
Castiel rimase in silenzio, decidendo che era meglio non informare Dean sul fatto che, dopo ore passate a girovagare per il cantiere, Castiel era rientrato per trovare l’uomo che Dean aveva definito una rocca svenuto alla sua scrivania con due bottiglie vuote, una pistola familiare e un proiettile solitario.
~~~
Sesta parte -
Masterpost - Ottava parte