Acqua

Mar 24, 2007 22:03

Titolo: Riflessioni
Fandom: X
Coppia: Fuma MonouXKamui Shiro
Prompt: 051. Acqua
Rating: PG
Conteggio Parole: 2.147
Riassunto: Le considerazioni di Kamui sul suo ruolo di ago della bilancia nella battaglia per la Fine del Mondo.
Note: Le parti in corsivo ed alcuni dialoghi sono tratti dai volumetti 4, 5, 8 e 17 di X, editi da Planet Manga.
Tabella: http://haruka-lantis.livejournal.com/903.html#cutid1


Riflessioni

- Kamui, non c’è più tempo. Devi scegliere il tuo destino. Devi decidere se diventare un Drago del Cielo, uno dei sette sigilli… oppure un Drago della Terra, uno dei sette angeli. A seconda di questa tua scelta il destino del mondo sarà profondamente diverso. Prima che alla Terra, pensa a te stesso…Chiediti cosa nuovi fare veramente. Quale destino desideri. Quale strada vuoi intraprendere e anche chi vuoi proteggere-

Un discorso difficile da digerire per un uomo maturo, fatto e finito, figuriamoci per me, un ragazzino di sedici anni, appena orfano di madre e di una zia che non sapevo neanche di avere. È quasi un incubo, un film troppo reale. Come può essere tutto vero? Fino alla primavera ero solo una matricola del liceo e adesso…
Certo non sono mai stato un bambino normale, i miei poteri, mia madre e tutti quei discorsi sul mio destino. Eppure la mamma non era mai stata così esplicita come la zia Tokiko.

- Cos’è il destino?-
- Significa che il futuro è già stato deciso-
- Ma non può essere! Domani non è ancora venuto! Non può essere già deciso-
- Hai ragione. Tu infatti sarai forse in grado di cambiare il futuro, perché tu sei Kamui…-

Allora ero solo un bambino e quel discorso così difficile non lo compresi a pieno, ma anche adesso, che sono cresciuto, non riesco a capacitarmi che il futuro sia già deciso, che tutto sia già scritto. Allora che senso avrebbe prendere una scelta od un’altra? In ogni caso tutto è deciso. La zia e anche la veggente sostengono che sarò proprio io l’ago della bilancia, colui che potrà cambiare le sorti del mondo. Io solo avrei questo potere, ma come credere a tutto questo?

- Conosci l’origine del tuo nome? “Kamui”: Colui che reca la chiave dell’avvenire di questo mondo. “Colui che fa le veci del potere divino” e anche “Colui che avversa la maestà divina”-

Ho una così grande confusione in testa, tutte quelle persone che vogliono qualcosa da me, che mi raccontano tutte quelle terribili possibilità sul futuro della Terra e sul mio futuro. Che cosa devo fare? Quale è la scelta giusta?

- Sarai un Drago del Cielo e proteggerei il presente o un Drago della Terra, desideroso di un rinnovamento? Kamui quello che deve decidere il tuo futuro sei tu!-

Sto seduto qui sul bordo della piscina dell’Istituto Clamp, a riflettere sulle sorti del mondo e sulle mie. Voci si rincorrono nella mia testa, anche qui, nel silenzio irreale di questo luogo.
Le alte finestre illuminano la piscina, rendendo cangiante la superficie dell’acqua, dal blu più profondo al celestino pallido con tocchi d’oro, lì dove i raggi si inabissano nell’azzurro tremolante. Il cielo si riflette nell’acqua, duplicando se stesso in modo irregolare e vibrante. Due mondi, due elementi, due visioni, due possibilità. Il cielo oltre le finestre, il cielo riflesso nella piscina, stessi alberi e palazzi, ma diversa la manifestazione di essi. Così io, solo un ragazzo ma due destini, due scelte e una sola strada da intraprendere. Come poter scegliere, in base a cosa, poi?

- Kamui, c’è qualcuno che vorresti proteggere? C’è qualcuno che vorresti fosse felice anche a costo del tuo dolore?-

La voce della mamma. Quanto mi manca la mamma, in questo frangente.
Anche la zia Tokiko mi ha detto la stessa cosa, decidere in base al proprio cuore, pensare prima a me stesso e poi alle conseguenze per la Terra.

- …pensa a te stesso…Chiediti cosa nuovi fare veramente. Quale destino desideri. Quale strada vuoi intraprendere e anche chi vuoi proteggere-

Srotolo il lungo drappo che avvolge la lunga spada che mi è stata affidata, quella per la quale la zia è morta in quel modo così atroce. Fisso l’elsa perplesso: l’impugnatura lunga e snella, impreziosita da una stella di David sulla cima, la lama d’acciaio vergata con strane iscrizioni, forse aramaico, forse sanscrito.
Mentre studio i dettagli di questa arma così inconsueta, di nuovo alla mente appare la figura autoritaria della mamma: camminavamo sulla spiaggia e lei si proteggeva dal sole con un ombrello in carta di riso, i lunghi capelli neri mossi da vento, gli occhi persi in un ricordo lontano. Forse era alla zia Saya che pensava, o forse alla propria morte, la mamma è sempre stata di poche parole, difficile capire davvero a cosa pensasse, specie perché ero ancora un bambino. Poi, l’immagine muta, vedo me stesso impossibilitato a soccorrere la mamma, intrappolata nella casa in fiamme, poi l’immagine della testa decapitata della zia Saya, il ventre squarciato di Tokiko, la testa di Kotori, dai cui occhi ancora sgorgano lacrime…

Basta! Non ne posso più!

Mi porto una mano sugli occhi, serrandoli forte, come se quelli orrori possano sparire di colpo e poi un abbraccio, caldo, forte, sicuro. Due mani fanno presa sulle mie esili spalle e il respiro tranquillo di un’altra persona sfiora il mio orecchio. Riapro gli occhi, sorpreso di non esser più solo e sollevato di non dover affrontare quei ricordi in solitudine.
- Fuma?-
- Kotori dice che stai piangendo…-
Ci voltiamo entrambi in direzione di Kotori. Una speranza si accende nel mio cuore: che almeno Kotori si sia svegliata dalla sua letargia?
Mi volto di scatto e afferro gli avambracci di Fuma, quasi a scuoterlo.
- Kotori? Vuoi dire che ora ci riconosce?-
Ma Fuma scuote con fermezza la testa, tenendo gli occhi bassi, come se anche per lui lo stato semi-incosciente della sorella sia un colpo troppo duro da accettare.
Eccola, quel piccolo e fragile uccellino biondo, sta sdraiata sul bordo della vasca, giocando con la sua immagine riflessa, i capelli che galleggiano sul pelo dell’acqua, così come fanno i bambini piccoli, quando scoprono un nuovo passatempo. Sorride, ma è un sorriso vuoto, perfino ebete, se non fosse per la dolcezza dei suoi lineamenti. Raccoglie l’acqua tra le mani a coppa e la lascia ricadere, beata dalla sensazione di freschezza dell’acqua.
La osservo con il cuore colmo di tristezza, come se quell’immagine così innocente sia lo specchio di una mia imperdonabile colpa. È stato a causa mia se la mia migliore amica si era ridotta in quello stato di pazzia?
E poi ad un tratto, Kotori cade in acqua. Il corpo come un peso morto di inabissa. La reazione mia e di Fuma è immediata, corriamo nella sua direzione, entrando in acqua. Certo correre non è facile, a causa dell’attrito dell’acqua e l’ansia cresce nel non vederla riemergere. Sono il primo ad arrivare, la sollevo tra le braccia, è tutta bagnata e anche io lo sono, ma non mi importa granché; perfino Fuma, che è molto più alto di noi due, è bagnato fino alla punta dei capelli.
Kotori mi getta le braccia al collo e mi sorrise, del tutto inconsapevole del pericolo appena scongiurato.
- L’acqua è bella, eh? Mi piace. Anche il cielo è bello… è così bello e anche l’aria e il vento, sono tutti belli…-
La stringo forte al petto, accarezzandole i capelli chiari. Stringo ancora tra le mani la spada della zia Tokiko, chissà perché l’ho portata a presso. Fuma è un passo dietro di me, impotente come me davanti alla follia della sorella.
- E poi qui c’è Kamui e io adoro questo posto-
Non ha senso quello che sta dicendo ed è così sfiancante costatare che mai più tornerà quella di una volta. Ho le lacrime agli occhi, mi pizzicano lì, sotto le ciglia, senza trovare il coraggio di scendere lungo le guance. Come posso, io che sono solo un ragazzo affrontare la Fine del Mondo, scegliere da che parte stare, se non posso contare su i miei due preziosi amici? Anche se, all’inizio appena tornato a Tokyo, avevo pensato che sarebbe stato più opportuno non immischiare Fuma e Kotori nella mia vita, ora non posso che desiderate di averli al mio fianco, nei difficile giorni che seguiranno. Lo zio Kyugo è morto, la zia Tokiko è morta in casa loro, Kotori è in quello stato, ormai sono coinvolti anche i miei amici, tanto vale scegliere di restare assieme a loro e con loro provare a risolvere la situazione in cui ci troviamo. Cosa mi ha detto la mamma quel pomeriggio sulla spiaggia, quando mi ha trovato a piangere perché sentivo la mancanza dei miei amici?

- Kamui, c’è qualcuno che vuoi proteggere?-
- Qualcuno che voglio… proteggere?-
- C’è qualcuno che vorresti fosse felice anche a costo del tuo dolore?-
- Sì, Kotori… e Fuma…-
-Allora andrà tutto bene. Non prenderai la strada sbagliata-

La mamma mi ha sorriso, rincuorandomi. Adesso mi sento come quel momento sulla riva della spiaggia. Non devo pensarci molto, Fuma e Kotori sono i miei migliori amici, le persone che ho più care, ho pensato a loro ancora prima che alla mamma. Non devo aver paura, se ci sono Fuma e Kotori al mio fianco, andrà tutto bene.

- Non prenderai la strada sbagliata- ha detto la mamma e deve essere vero per forza, perché è l’unica strada che mi sembra possibile imboccare.
Alzo gli occhi verso Fuma e gli accarezzo una guancia, continuando a stringere a me Kotori.
- A me non interessa quello che succederà alla Terra, però…-
Fuma posa la sua mano sulla mia. I suoi occhi nocciola sono profondamente angosciati, intensi e penetranti. È preoccupato, anche io lo sono. Il viso è bagnato, alcune gocce scendono lungo le guance fino ad inzuppare il colletto della giacca. C’è un’insolita luce di dolcezza nel suo sguardo ansioso, come se non riesca a capire per intero i pensieri che offuscavano la mia mente, ma non sembra dare molta importanza a ciò, in questo momento. Staremo insieme anche in questa occasione, come in tante altre, quando eravamo bambini. Anche nella palese agitazione, Fuma emana sempre un senso di forza e di sicurezza, l’ancora a cui aggrapparmi mentre il mare in tempesta mi trascina via.
Ho preso la mia decisione.
Stringo Kotori al petto, la spada tra le mani e Fuma mi tiene la mano.
- Sulla Terra ci sei tu, Fuma, e anche tu, Kotori… Voglio proteggere il luogo in cui vivete, in modo che possiate essere felici…-
Gli occhi nocciola di Fuma, la testa di Kotori dolcemente reclinata sulla mia spalla, non sono mai stato più sicuro del mio cuore come in questo momento.
È solo un momento, in effetti, un battito d’ali di farfalla, le mie parole non fanno in tempo a perdersi nel silenzio della grande piscina, che qualcosa accade. Un mulinello d’acqua ci avvolge e sul volto gentile, che con tanta preoccupazione mi aveva fissato fino ad un secondo prima, appare un sorriso, un ghigno quasi.
- Dunque hai deciso…-
Intuisco che qualcosa è mutato, come se un sigillo fosse stato spezzato, ma non posso e forse non voglio neanche reagire o scappare.
- Fuma?-
I suoi occhi nocciola, così seri e impassibili, occhi tanto limpidi da potervi leggere solo le cose buone del mondo, i suoi occhi nocciola non mi fissano più con la stessa dolce preoccupazione di un attimo prima. Sono occhi di ghiaccio quelli che mi fissano ora, come se appartenessero ad un’altra persona, ma è sempre Fuma, è qui davanti a me, mi stringe ancora la mano poggiata sul mio viso. È il suo volto, quello di sempre, è Fuma, ma allora perché non riesco a riconoscerlo?
- Hai scelto il tuo futuro! Hai deciso di essere un Drago del Cielo, uno dei sette sigilli, vero? Kamui, se hai scelto di essere un drago del Cielo allora il mio destino è di diventare un Drago della Terra-
Sbarro gli occhi, non oso crederlo, non può essere assolutamente vero.
- Fuma!- grido, ma ormai il dado è tratto, ho preso la mia decisione e in un colpo solo perdo sia Kotori che Fuma, coloro che avevo giurato di difendere.

Quello che segue preferisco dimenticarlo e rinchiudermi in me stesso, in un mondo dove gli occhi nocciola di Fuma mi fissano ancora con la dolce sollecitudine di quando da bambini, ci siamo incontrati sotto la pioggia, mentre io cercavo di proteggere un cucciolo di cane. Fuma mi sorrise con quella dolcezza che contraddistingueva tutta la sua famiglia.

- Oh, scusa ma come ti chiami?-
- Kamui. Kamui Shiro-
- Kamui? Io sono Fuma Monou-
- Fuma…-

- Fuma, vieni c’è qui una vecchia amica della mamma e questo è suo figlio-
- Kamui!-
- Vi conoscete già?!-
- Certo! Siamo amici!-

Quando poi ci siamo rincontrati a Togagure e la zia Saya ha fatto le presentazioni, Fuma non ci pensò due volte a chiamarmi “amico” e il mio cuore si allargò, come se fosse entrata una ventata di aria nuova nella mia vita. Dunque, adesso come posso pensare che sia tutto finito? Non riesco ad accettarlo e farei qualsiasi cosa per riavere Fuma in dietro.

See you at next prompt…

Note: le parti in corsivo ed alcuni dialoghi sono tratti dai volumetti 4, 5, 8 e 17 di X, editi da Planet Manga. Kotori in giapponese significa uccellino, da qui il riferimento di Kamui.

big damn table, x

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