Buooooooooooon compleanno a
yu_eriol!!!
Oh babbo, continua ad essere sempre il babbo di tutti e il master terrificante adorabile che sei!
L'omaggio della casa per il compleanno è...
Kiris e Widin, yeah! La shinigami che perse i poteri per salvare una ragazzina.
A detta del babbo, Kiris qui pensa un po' troppo e per essere precisi non è un essere umano a tutti gli effetti, ma per il resto ha la sua approvazione.
(Le citazioni vengono da "Savin' me" dei Nickelback)
Saving me
Well I'm terrified of these four walls
These iron bars can't hold my soul in
Le prime volte in cui mi trovavo a camminare nel mondo degli uomini come essere umano, e non come dio della morte, ero profondamente a disagio. Solo che io sono abituata a non ascoltare la voce della paura e della debolezza, in me, per cui ero convinta che si trattasse semplicemente della difficoltà ad adeguarmi alla mia nuova condizione.
Avevo passato anni, anni corrispondenti a molte vite umane, ad osservare i vivi. Avevo visto cambianti di società e di mentalità, avevo visto mondi mutare del tutto la loro faccia.
Non sarebbe dovuto essere così complicato, imparare a rapportarmi con gli esseri umani, no?
Sapevo tante cose, su di loro.
Eppure, sapere tante cose non ha significato, se non sai interpretarle.
Io sapevo davvero tante cose sugli esseri umani, ma mi mancavano le sfumature.
Insomma, non sapevo niente.
Come, please, I'm calling
Con lei avevo parlato poco, da quando aveva lasciato l’ospedale. L’avevano chiamata all’Istituto Kinoko, e naturalmente io l’avevo seguita. Lei mi aveva comunicato la notizia con quella sua gentilezza un po’ imbarazzata, e uno scintillio entusiasta che non riusciva a nascondere, negli occhi. Non chiedeva di meglio, lei. Mi aveva domandato se per me andava bene, e per me andava bene per forza. Non c’erano alternative, per me, se non la sua volontà. Molto semplice.
E andava davvero bene?
In fondo, sì. Un posto valeva l’altro. Il problema ero io.
Hurry, I’m falling
Il flusso del tempo sempre uguale si spezzò, un giorno. Non era un giorno molto diverso dagli altri. Anzi, ero meravigliata di come i giorni riuscissero a somigliarsi tutti. Io, in mezzo a loro, e una barriera tra noi. Ero convinta che tutta la mia esistenza sarebbe stata così. Naturalmente non ero disperata, o sciocchezze del genere. Era come quando seguivo agli ordini che mi venivano dati, senza farmi domande. I miei pensieri e desideri non contavano.
Quando avevo deciso di perdere la mia vecchia vita per lei, non vedevo questo, nel mio futuro. Ma le cose mi avevano portata a quel punto, e ciò che era stata una mia libera scelta adesso pesava come un ordine a cui obbedire. Un ordine che mi ero data da sola: segui questa persona, perché ormai ti sei legata a lei.
Non era un giorno speciale e non c’era niente di strano nell’aria. Passavo davanti al suo laboratorio - ma non perché pensassi a lei. O almeno, non coscientemente. Passavo davanti al suo laboratorio, quando mi fermai, all’improvviso, consapevole che stavo veramente soffocando.
In quell’istante, mi sentii chiamare.
Che strano effetto, allora, il mio nome, la sua voce...
Mi affacciai nella stanza, ma rimasi immobile sulla soglia, senza parole, senza espressione.
Sorrise, mi fece cenno di entrare.
- Come stai? Sai, non abbiamo parlato molto, negli ultimi giorni, e... Insomma, pensavo volessi stare per conto tuo. Ma forse non ti conosco ancora bene, e non so capire se hai voglia di stare sola o no.- Una risatina imbarazzata. Stava iniziando ad incuriosirmi. Non capivo dove voleva arrivare, con quel discorso. - Kiris, vuoi davvero essere qui?-
- Certo che voglio essere qui.- E stavo di nuovo obbedendo a degli ordini. - La mia vita è legata...-
- Sì, sì, lo so.- Mi interruppe con dolcezza, ma anche con decisione. - La tua vita è legata alla mia. Ma è pur sempre una vita. Sarà legata alla mia, ma è comunque la tua vita. Tu mi hai salvata, ma la mia sarebbe un’esistenza molto triste, se dovessi portare il peso della tua infelicità, non credi? Anch’io voglio prendermi la responsabilità di te. Chiedimi aiuto, se ne hai bisogno. Se sei in difficoltà, voglio che tu me lo dica. Se siamo legate, allora, almeno, che sia un legame che vale per entrambe!-
Non so bene se sorrisi. Non sono solita elargire troppi sorrisi, ma sono quasi certa di averci provato.
Perché cominciavo a capire. Cominciavo a capire Shrey e la sua fissazione di comprendere i motivi degli esseri umani. Probabilmente era perché gli esseri umani, nonostante tutto, sono sempre capaci di incredibili sorprese. Quella ragazzina aveva smosso anni e anni di ghiaccio e di silenzio, dentro di me, in una manciata di parole.
Di tutte le cose che avrei voluto dirle in quel momento, l’unica che mi salì alle labbra fu una stupidaggine per riempire il vuoto. In fondo, era un buon segno: stavo già imparando le peggiori abitudini degli esseri umani.
- Allora, mi spieghi a cosa stai lavorando?-
- Questo?- Quegli occhi illuminati... Di gioia e follia... Forse era stata una domanda molto stupida. - Vuoi sapere come funziona il mio storditore elettrico? E’ solo un prototipo, ma sono sicura che abbia enormi potenzialità!-
Vi risparmio quel che accadde in seguito. Basta dire che quella domanda, in effetti, si rivelò una cattiva idea.
Perdere tutto per dare una possibilità a Widin, invece, probabilmente è stata la migliore delle mie idee.
Teach me wrong from right
And I'll show you what I can be