...sì, lo sappiamo tutti dove devo essere tra tre minuti!XD
Allora,
fengtianshi ha chiesto una scenetta tra i protagonisti del Kinoko,
irillo voleva un po' di interazione tra Takuro e Allen.
Spero di aver accontentato entrambi! ^_^
18 dicembre
Istituto Kinoko, interazione tra i protagonisti - Per Wren&Rillo (e anche il Piccio, anche se non ha richiesto nulla. Insomma, è pur sempre il Kinoko!)
Come ogni giorno
Aprile era all’inizio, i ciliegi (*inserire scongiuri random*) spetalavano allegramente come di dovere, e la scuola era cominciata da poco. L’Istituto Kinoko risplendeva in tutta la sua enorme grandezza, sfiorato dal sole e da una leggera brezza...
...un vento di tempesta improvviso...
- Uhm... Ehm... Shizuka?- chiamò Allen, assai perplesso. - Sei sicura che quello sia il modo migliore per fare volantinaggio?-
- Certo! Il dolce venticello spargerà i volantini ovunque, e tutti si vedranno delicatamente piovere in testa la pubblicità del chiosco di Keisuke!- rispose la ragazzina, soddisfatta.
- Sai, i tuoi poteri devono essere aumentati senza che te ne accorgessi, ultimamente...- (è vero! Il Master ha perfezionato i miei incantesimi grazie ai punti dell’Unknown Power e ora faccio più male!!! n.d.H.)
Un turbine furioso di volantini aggredì la popolazione della scuola. Shizuka osservò cos’aveva provocato, e iniziò a pensare che forse doveva moderare un po’ il suo potere.
Valesia imparò altre tre lingue, seduta stante. Per poter dire parolacce in altre tre lingue, visto che aveva già imprecato nelle 35026594906 lingue da lei conosciute.
Quella ragazzina stava diventando la sua nemesi personale.
Intanto, altrove, due studenti della scuola si stavano dedicando alla loro attività preferita. Un’attività sana, stimolante, che teneva in allenamento fisico e mente.
Le risse al bar americano vicino all’istituto.
- Aahaha, dannati americani, abbiamo vinto anche stavolta!- esclamò Takuro, saltando sulla pila di tavoli, sedie, videogiochi (e avventori) ammucchiati al centro dell’ex-bar.
- Sì, sì, abbiamo fatto un buon lavoro.- confermò Amina, guardandosi attorno.
Dall’enorme buco nel soffitto un raggio di sole salutava allegramente i due ragazzi.
- Sì, magari la prossima volta non usare un missile qui.- fece notare Takuro. - Però bel lavoro comunque.-
- Tutto questo moto mi ha messo fame. Dai, andiamo da Keisuke!-
E così, quando giunse l’Ora Sacra, quella alla quale non si poteva assolutamente rinunciare, il gruppetto si ritrovò nel dormitorio dei ragazzi, nella camera di Keisuke.
Trasformata nel miglior chiosco alimentare degli universi.
Il ragazzo, concentrato come quando si apprestava a sfoderare la spada, preparava cibarie alla velocità della luce.
- Allora, avete fatto volantinaggio per il chiosco?- domandò, quando vide gli amici in arrivo.
- Certo!- rispose Shizuka. *inserire imprecazioni random di Valesia*
- Io li ho portati al club dell’occulto.- rispose Allen. - Il professore li ha esaminati convinto che fossero una specie di sigilli...-
- Io li ho portati alla palestra di softball!- esclamò Takuro.
- Oh, Takuro!- Rimiru spuntò dal nulla in mezzo al gruppetto. - Grazie per quei foglietti colorati che mi hai regalato per farci le gru di carta!-
*momento di silenzio imbarazzato*
- Io ho lanciato un missile con attaccato un sacchetto di carta con i tuoi volantini.- spiegò Amina. - Il missile è partito e i volantini si sono sparpagliati ovunque.-
- Un missile... qui?- esclamò Allen.
- Scusa, il concetto non era attirare l’attenzione?-
- Sì, ma all’alieno le cose devi sempre rispiegargliele due volte!- rispose Takuro.
- Se sento ancora quella parola, ti uccido!- gridò Allen.
- Quale, “rispiegare”?-
- E piantala, adesso!-
- E dai, alien, non te la prenderai mica per una battuta del genere?-
- Basta, adesso mi hai stufato!-
- E io vado a chiamare la tua fidanzata!-
- LA VOLETE PIANTARE, CHE SPAVENTATE I CLIENTI?- gridò Keisuke, esasperato.
Passato l’abituale momento della rissa, i ragazzi si misero a mangiare, osservando (e ascoltando) occasionalmente gli altri clienti.
- Ma lo sai che sembra ci siano delle creature misteriose, inquietanti e cattivissime nella scuola?- stava dicendo una ragazza all’amica.
- Oooooh, davvero? E dove?-
Le due si allontanarono dopo aver comprato il pranzo. Il gruppetto si scambiò un’occhiata eloquente.
- Mostri?-
- A scuola?-
- Ma dai, come se avessimo poche cose a cui pensare...-
- Già. Sarà qualche scherzo.-
- Già rischiamo la vita in altri modi...-
- ...allora, a che ora ci troviamo, per andare a scovare i mostri?-