Gender, identità, differenze e l'idiozia dilagante degli ultimi tempi

Jun 29, 2015 20:44


Io i gender studies li ho incontrati studiando quella che ho sentito più di tutte come la mia materia, all'università: letterature comparate. Mi sono laureata (due volte, al trienno e alla specialistica) in questa materia, e la mia tesi triennale verteva sull'identità femminile e sulla percezione di sé della donna artista. Un lavoro entusiasmante, che mi ha fatto conoscere alcune delle autrici che tutt'ora sono più significative, per me. Un lavoro che mi ha fatto capire molte cose. E ha aggiunto un grosso pezzo a quel puzzle in eterna costruzione che è la nostra personale identità.

Gli studi sul genere esistono dagli anni '70. Nascono in America e poi si diffondono. Mirano ad analizzare innumerevoli campi (sociologia, letteratura, arte, politica, religione,...) con uno sguardo diverso, attento alle problematiche legate a genere, sessualità, orientamento sessuale. Hanno sempre avuto anche una sfumatura di attenzione alle minoranze o ai gruppi con meno voce (donne, omossessuali, ...)

La vergognosa confusione e i frantendimenti che si diffondono in questi giorni sulla fantomatica "teoria del gender" mi fanno infuriare profondamente. Mi fa arrabbiare l'ignoranza, la disinformazione, l'allarmismo becero e insensato, il travisare (spesso in cattiva fede) cose che invece sono chiarissime, il voler rimanere fermi sulle proprie posizioni senza sprecarsi a informarsi un minimo.
Sarò concisa, altri l'hanno spiegato molto meglio di me, ma io sento il bisogno di fare la mia parte. La "teoria del gender" non esiste. Esiste l'approccio degli studi di genere, che vuole indagare la società con uno sguardo attento ai problemi legati al sesso e al genere.
Il concetto di base di questo approccio è il seguente: bisogna distinguere tra il sesso biologico e il genere, che è una costruzione culturale e non è un assoluto.
Quindi, non viene negata una differenza. Però viene messo in luce il fatto che quello che, nella nostra società, viene collegato al maschile e al femminile, in realtà è un costrutto della società stessa, e non una realtà assoluta.
Questa è la verità? Non lo so, provate a rispondere.
Cosa vuole dire "uomo" e "donna"? Prendiamo la nostra società occidentale, oppure riduciamo ancora di più il campo e pensiamo all'Italia.
Cosa vuole dire "uomo" e "donna"?
Chiedetelo alla gente per la strada. Chiedetelo a chi sfotte le donne che giocano a calcio e gli uomini che amano cucinare. Agli uomini che si offendono tra sé dandosi della femmina. Chiedetelo a tutte le donne che hanno fatto carriera con fatica e competenza, delle quali si insinua che abbiano guadagnato quel posto grazie a favori sessuali. Chiedetelo alle donne abili e competenti, sfottute e sminuite se non sono attraenti. Chiedetelo ai ragazzini di seconda media che dicono che è normale che uno ammazzi la moglie, se questa lo tradisce. Chiedeteglo agli uomini infelici perché non si conformano alle aspettative standard della società sul maschio. Chiedetelo alle donne infelici perché non si conformano alle aspettative standard della società sulla femmina.
Chiedetelo a tutti loro: è vero che il genere sessuale è un enorme costrutto culturale, o no? Il calcio è nel DNA degli uomini così come l'amore per le scarpe è in quello delle donne? E' vero che "tutti gli uomini sono così" e "tutte le donne sono così" e chi è diverso ha un problema?
O forse è più vero che la differenza autentica tra uomo e donna è altro, e siamo tutti gravati da idee che, forse, sarebbe il caso di cominciare a rivedere?

Da essere umano, da insegnante, da educatrice, io mi sento di dire: è davvero l'ora che si cominci a parlare di tutto questo.

Mi fermo qui, non mi soffermo sulle cazzate immani che vedo scritte in giro ("Oh, no, a scuola insegneranno ai bambini a masturbarsi!" MA VERAMENTE ci credete? VERAMENTE? Vi siete sprecati a leggere il testo reale della proposta dell'introduzione dell'ed. sessuale nelle scuole? No, perché dice tutt'altro, e sono tutte cose sane e sensate.) Non entrerò neanche nel merito del problema gravissimo dell'omofobia che è radicata in maniera vomitevole nella nostra società, totalmente incapace di empatia con chi è anche solo un minimo diverso da te. Altri ne hanno parlato in maniera molto più chiara ed efficace.

Però ho una domanda da fare.

Davvero non non volete che i vostri figli vengano educati al rispetto di tutti?
Non volete che imparino che maschi e femmine sono uguali nei diritti e nella possibilità di fare scelte nella vita? Non volete che imparino a essere liberi nel vivere come preferiscono, senza rimanere imbrigliati nelle aspettative della società, basate solo sul loro genere? Non volete una società dove c'è un rapporto FINALMENTE SANO tra maschi e femmine? Non volete dei figli educati all'amore per il proprio corpo? Dei figli che non crescono tra sensi di colpa, sotterfugi e colossali cazzate, fatte perché nessuno ha spiegato loro come funziona la vita?
Non volete dei figli sani, liberi, felici, rispettosi dell'altro, capaci di empatia con persone di genere e orientamento sesuale diverso dal loro?
Volete continuare a crescere figli stronzi? Figli fragili? Figli TRISTI?
Davvero?

Per tutti i cattolici dubbiosi e per quelli che invece si sono stufati di leggere e sentire certe cose, questo è l'articolo migliore che ho trovato in giro. Voglio fare un monumento alla teologa che l'ha scritto: Che genere di Dio. L'ideologia che non c'è.
(Tra le tante cose geniali che afferma, fa notare che se c'è un uomo che non si conforma allo stereotipo maschile è proprio Gesù...)

donne, attualità, gender studies

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