I bring you MOAR p0rn \O/!

Dec 28, 2010 01:02

Titolo: I'll be your best kept secret (and your biggest mistake)
Beta: p_will e akinera <3
Disclaimer: Purtroppo non è vero niente ç_ç
Raiting: Rosso
Pairing(s)/Personaggi: Grimmjow/Orihime <3
Sommario: "Tanto lui non lo verrà mai a sapere, no?"
Parole: 1576
Note: il p0rn fest è fonte di gioia oltre ogni dire <333


Stranamente, non è che Grimmjow debba fare molto per sedurre Orihime. L’idea di corromperla si insinua nella sua testa fin dal primo momento in cui la vede, così pura e pulita e innamorata di Kurosaki, il desiderio di prevalere anche in questo sullo shinigami e di umiliarlo, di rubargli la donna e godere della sua sofferenza, è l’unica cosa che lo anima per giorni, fino all’effettiva cattura della sua vittima designata.
Così, quando Inoue Orihime fa il suo ingresso a Las Noches e viene alloggiata nella sua comoda e confortevole celletta, l’Espada non riesce a starle lontano nemmeno mezza giornata.
Apre la porta della prigione, si schiarisce la voce e comincia la sua recita.

Il tempo nell’Hueco Mundo scorre in maniera diversa rispetto a Karakura. Orihime non può basarsi su orologi o altri strumenti di misurazione, per cui i primi giorni si basa su quello di cui dispone: il ritmo dei pasti, il lasso di ore che riesce a dormire senza venire svegliata da gente in transito davanti alla sua cella, il battere del suo cuore.
Le occorrono quelle che successivamente calcolerà essere state due settimane, prima di riuscire a capire come funzionano i giorni a Las Noches.
Dopo il primo ingresso di Grimmjow nella sua cella, ad Orihime occorrono due settimane abbondanti per cominciare ad abbassare la guardia quando è presente anche lui; un mese per trovarlo simpatico; quando ormai mancano pochi giorni alla fine del primo mese comincia a trovarlo attraente e a metà del secondo mese ha maturato la convinzione di essere innamorata del suo carceriere più temibile.
Grimmjow ignora cosa sia la Sindrome di Stoccolma, ma ne raccoglie i frutti nel momento in cui, entrando nella cella di Orihime per l’ennesimo giorno di fila, lei lo fissa con gli occhi sgranati e arrossisce improvvisamente.

“Io ti piaccio almeno un po’, Orihime?” azzarda l’Espada, allo scoccare ormai del terzo mese di prigionia. Ha imparato come comportarsi per metterla a suo agio, per farla divertire. Ora manca solo da imparare come fare a sedurla.
Inoue abbassa subito lo sguardo, avvampando. Grimmjow si morde il labbro inferiore e sorride provocatorio. “Lo prendo per un sì?”
Orihime annuisce, firmando la sua condanna.

La prima volta che fanno sesso Grimmjow deve muoversi violenza per non trattarla come è abituato di solito a fare con le altre donne - niente violenza, per carità, solo- poco rispetto. E’ costretto, nel nome della sua farsa, a rivolgerle attenzioni stucchevoli e patetiche rassicurazioni e non può nemmeno gemere liberamente, tanta è la paura di mandare a puttane tutto facendola sentire a disagio.
Col tempo, tuttavia, è lei stessa a chiedergli di cambiare atteggiamento quando sono a letto.

(Apparentemente, più Orihime viene trattata con malagrazia, più il suo amore cresce.)

Cinque mesi.
Orihime traccia una linea verticale sul muro, con un pezzetto di carbone procuratole di straforo da Grimmjow (così crede lei, almeno. A lui è bastatato chiedere il permesso ad Aizen e non ha avuto problemi), e sospira impercettibilmente. Si è quasi dimenticata perché lo faccia.
Perché conti i giorni ed i mesi di prigionia.
In un primo periodo le è servito per fomentare il suo odio nei confronti di Aizen, nella speranza che un giorno avrebbe potuto infliggere una pena adeguatamente crudele ai suoi aguzzini per tutto il tempo passato in quella cella; col passare delle settimane è servito solo ad aumentare le sue lacrime la notte, in ricordo di tutto quello che ha lasciato dietro di se’ - gli amici, la casa, la sua vita, Ichigo.
Quando Grimmjow entra nella sua stanza, Orihime è ancora piegata su quell’angolo di muro, troppo presa dalla nostalgia per potersi curare dei passi alle sue spalle.
Quando l’Espada l’afferra per i capelli, però, tutta l’attenzione della donna è su di lui.

“Alzati, cagna.” Gli occhi di Orihime dapprima lo fulminano, poi cominciano a brillare di tutt’altra luce e il ventre si accende di un calore che è quasi doloroso e le gambe si fanno liquide, incapaci di sorreggerla.
“Grimm-” apparentemente, l’Espada non approva che la sua piccola prigioniera gli si rivolga; provvede infatti a tapparle la bocca con la mano, poggiandole le dita contro le labbra. In tutta risposta, la giovane donna apre la bocca e comincia a succhiargli l’indice ed il medio, per farlo eccitare ancora di più. Grimmjow emette un ringhio basso, gutturale, e la spinge contro il muro con sufficiente forza da farle emettere un gemito poco discreto. “Dio-” comincia, nel vedere l’uomo che le si inginocchia davanti, trova l’orlo della sua gonna e successivamente si alza in piedi con lentezza esasperante, con la mano stretta saldamente attorno ad una coscia che la accarezza su e giù, graffiandola di quando in quando.
“Cosa vuoi che faccia?” le soffia a pochi millimetri dalle labbra. Adora provocarla così.
Orihime ci pensa un po’ su, poi risponde scandendo bene gli ordini.

(Non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, ma Grimmjow è sorpreso da tutti i lati positivi che il suo piano sta rivelando. Orihime si è dimostrata un’allieva con enormi capacità di apprendimento; tradotto, il sesso migliore del mondo. Non è imbarazzata dalle richieste che le vengono rivolte ed ha un corpo su cui Grimmjow passerebbe giornate intere - e lei gliel’ha permesso - e poi, oh!, si vede che ha fatto ginnastica da piccola perché è in grado di fare cose.)

“Cosa vuoi che faccia?”
“Scopa- cristo, Grimmjow, scopami con la bocca” l’uomo sogghigna, e abbassa la testa.

Grimmjow ansima e geme rumorosamente, mentre Orihime si molleggia sulle ginocchia e lenta da morire guida l’erezione dell’uomo dentro di se’. I capelli le cadono in ciocche scomposte sul volto e sul seno, il corpo è madido di sudore e ha i capezzoli rossi da tutti i morsi ricevuti. E’ lo spettacolo più bello che potrà mai capitargli di vedere e lo sa bene, e probabilmente per questo stringe i fianchi della donna per qualche istante più del dovuto, per tenerla ferma e potersi imprimere bene nella memoria quest’immagine.
“Tutto bene?” ansima lei, arrivando a toccare finalmente il bacino dell’altro. Lui annuisce lentamente e le sillaba di cominciare a muoversi. Orihime, come al solito, obbedisce.

E’ qualcosa che lo manda fuori di testa. Orihime è viva, ok, siamo d’accordo, ma c’è qualcosa di anomalo anche per un’umana nell’essere così calda. Grimmjow puntualmente se ne dimentica e puntualmente, quando la penetra e può sentirla a fondo, rischia di venire entro pochi istanti.
Si muove su di lui, muovendosi contro il suo ventre, masturbandosi contro il suo pube e sporcandolo, in un certo senso, dei propri umori. Grimmjow la attira a se’ tirandola per i capelli, le invade la bocca con la propria lingua, morde dove arriva e lascia che sia lei a condurre il gioco fino a che non la sente singhiozzare, le gambe che si tendono e il ventre che comincia a pulsare da dentro mandandogli scariche di piacere lungo la spina dorsale. Le circonda i fianchi con entrambe le mani e si alza a sedere di scatto, buttandola successivamente sdraiata sulla porzione di letto alle sue spalle e cominciando a muovere i fianchi.
Orihime adora quando fa così. Ancora scossa dall’orgasmo, lo sente pomparle dentro con spinte sempre più veloci e sempre più forti, la pelle delle cosce che diventa in breve tempo rossa e comincia a formicolarle, poi Grimmjow le morde una spalla e le conficca i denti in corrispondenza del punto dove ormai si è formata una cicatrice, ringhia e geme e le viene dentro e trema mentre continua a spingere sempre più debolmente.

“Perché lo fai?”
Orihime lo osserva senza capire, sdraiata sotto le lenzuola e con la spalla ferita già curata. “Cosa?”
Grimmjow gesticola con una mano, indicando il letto e le pareti e la chiazza di liquido poco identificabile riversa per terra e sul tavolo. “Questo. Con me. Pensavo che tutto il tuo amore fosse per Kurosaki.”
Inoue china il capo, arrossendo vistosamente. Gioca con l’orlo del lenzuolo ancora umido di sudore, prima di rispondere con un filo di voce.

Quando entra nella stanza di Orihime, per difenderla da Menoly e Loly, il suo comportamento può finalmente definirsi genuino. Se la carica di peso in braccio, la imbacucca per bene in un lenzuolo e la porta a curare Kurosaki.
E per nessun motivo al mondo si sofferma a pensare che potrebbe essere l’ultima volta che sentirà il profumo di Orihime.

“GRIMMJOW” L’ululato di Ichigo è un balsamo per la sua anima. Vederlo alzargli la spada alla gola e cominciare a caricare, poi, lo gasa oltre ogni dire. E’ bastato provocarlo circa la sorte di Inoue per fargli perdere il controllo, ed ora può finalmente godersi il risultato.
Orihime dall’alto li guarda e piange, e Grimmjow non sa se sperare che quelle lacrime siano per lui o per il suo avversario. Sa solo che, improvvisamente, lo odia ancora di più.

“Cosa le hai fatto?” gli chiede, incalzandolo con la spada alla gola. Grimmjow sorride e un rivolo di sangue gli cola dal labbro spaccato e ci pensa, si ripassa il discorsetto da fare a Ichigo.

(“Tanto-” Orihime smette di parlare, per schiarirsi la voce e forse farsi coraggio, “tanto lui non lo verrà mai a sapere, no?” azzarda, con un sorrisino incerto rivolto a lui.)

“Cosa. Le. Hai. Fatto.”
Grimmjow sorride, ripassandosi il discorso. “Nulla.” Bisbiglia, mentre mentalmente si dà dell’idiota.
“Rispondi, animale!”
“Non le ho fatto nulla, lo giuro.” Sorride di nuovo, mentre mentalmente si fa i complimenti.
Orihime dall’alto piange, e Grimmjow spera tanto che sia per lui, lo spera così tanto.

-Fin <3

Note finali: lo "scopami con la bocca" è stato preso grossomodo fedelmente da The Libertine, film con Johnny Depp. Il film a me non è piaciuto, ma ha delle frasi troppo evocative (è la seconda volta che lo quoto per una fic) :°D

bleach, pr0n, fanfiction

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