Oggi parlavo con un collega e siamo finiti sull'argomento politica.
L'amico in questione odia ferocemente Berlusconi sostenendo che il suo - di Berlusconi, figuriamoci- principale obiettivo è una diretta egemonia del Paese, egemonia che passa in prima ed ultima analisi per i mezzi di comunicazione di massa, e tale condizione lo rende capace di diffondere le sue idee a chiunque e di sublimare il consenso popolare in una tale incertezza d'azione che in ultima battuta lo status quo da lui creato permane e impera; haproseguito, riassumendo, dicendo che Berlusconi è una propagine capitalista del sistema di investimenti del Nord Est e che opera gli interessi suoi e della sua famiglia nel nostro paese.
Ragionado con lui, dicevo
: non gliene importa nulla dell'informazione, a Berlusconi non interessa realmente avere il Paese innanzi lo schermo tutto il giorno o che tutti leggano i suoi quotidiani, i suoi settimanali o acquistino la sua informazione/comunicazione. Il suo interesse è altro : è incanalare i prodotti di consumo in un amplificatore di ampissima scala e in questo amplificatore permettere il continuo passaggio degli spot commerciali che quelli, sicuramente, gli garantiscono in modo concreto e diretto una reale forza e presa sulla Nazione. Provate a dare un'occhiata agli spot pubblicitari sui quotidiani, riviste e televisioni Mediaset. Se potete reperite una lista di aziende direttamente o parzialmente ricollegabili agli interessi di questo individuo. La risposta credo sia ovvia.
Il mio amico mi fa : e quindi lo share, la tiratura di copie, l'informazione politica?
Ho risposto : lo share significa non gradimento dello spettacolo ma raggiungibilità dalle informazioni commerciali, la tiratura delle copie significa essenzialmente che il giornale può continuare ad essere pubblicato poiché si hanno inserzionisti di grandi trust commerciali - totalmente auto/referenziali - che pagano lo spazio pubblicitario e quindi il giornale in sé, l'informazione politica è spostare il consenso verso quei gruppi politici che sono espressione di interessi economici.
Per analogia la sinistra, in questo paese, non ha incisività nell'informazione poiché non rappresenta a livello politico le necessità e gli interessi di consistenti trusts economici, altrimenti il discorso sarebbe diverso [ non a caso IBM, Alfa Romeo e Montedison crollarono miseramente col ricambio politico di Mani Pulite poiché avevano nell'apparato democristiano/pentapartitico una propagine politica di interessi finanziari contrapposti alla nascente classe economica che desiderava aumentare la propria quota di mercato ed introiti senza una concorrenza politicamente rappresentata].
E lui ribatte : E gli americani? neanche quelli ci entrano nel discorso....guarda che Berlusconi e Bush sono entrambi reazionari di destra.....o lo neghi??
Ed io : certo che ci entrano ma solamente per una congiunzione di interessi. La politica internazionale degli stati uniti dal New Deal sino ad oggi è stata quella di sostenere le nazioni aderenti agli interessi statunitensi e di sovvertire o osteggiare quelle realtà nazionali incapaci di essere funzionali ai loro interessi economici. Non gliene importa niente se in Italia ci sia la sinistra o la destra, ciò che importa è il mercato che deve rimanere subalterno alle necessità delle conglomerate d'oltre oceano e capace di accogliere i capitali d'investimento, aggiungendo in più una piccola scolatura da rigigare alle realtà locali.
Se Berlusconi avesse una botta nazionalista, capace cioé di marginalizzare il peso delle compagnia estere nella nostra nazione, accentrare in una economia capitalistica/di/stato le quote di mercato in eccedenza e una diversa redistribuzione degli utili e ciò a favore tutto di uno spazio concorrenziale feroce verso gruppi di potere esteri beh..... durerebbe appena una settimana, credimi e quindi per i suoi interessi e queggli altrui fa così e basta......... .
Il mio interlocutore è rimasto un pò perplesso.