You can have my everything (5/?)

Jul 02, 2013 19:42

Titolo: You can have my everything
Fandom: RPF - soccerdom
Personaggi: Sergio Ramos, Fernando Torres + vari camei dei calciatori del Real Madrid (Cristiano su tutti)
Genere: commedia, fluff, romantico
Rating: per ora è più un arancione/16 +
Avvertimenti: AU! (Sergio gioca nel Real, ma Nando caro fa il mestiere più antico del mondo. Ergo: guilty pleasure come se piovesse per me), Age!Gap (perché Nando caro è pure più piccolo di Sergio XD quanti piaceri mi sto togliendo u.u), linguaggio (non troppo forte, ma un po’ volgarotto), slash (ma va? -.-)
Parte: 5/?
Note: con questo capitolo arrivano le novità. Ci ho messo un'eternità a finirlo, ma posso comunicarvi già da ora che saranno più di 12 capitoli, perché ho deciso di integrare il vero sequel della Pretty!Nando a questa sidestory u.u Scusate tanto il ritardo però ç_ç
Pixie

If you could would you go back to the start?

Fernando non riusciva ancora a capire cosa ci facesse a quella festa privata. Era stato un colpo di fortuna vero e proprio essere stati invitati a quella festa di beneficienza come rappresentanti delle giovanili. E da lì a farsi invitare alla festa privata dei giocatori della prima squadra era stato ancora più semplice, visti soprattutto i particolari rapporti che lo legavano alla moglie di uno di loro.
La festa si teneva in un locale piuttosto famoso di Madrid, che spesso e volentieri accoglieva un tipo di clientela piuttosto famosa. Guardandosi attorno lui e Kun si sentivano particolarmente fuori posto, ma presto, anche grazie a qualche bicchiere offerto loro dai membri della prima squadra, l’imbarazzo si era fatto da parte e aveva lasciato posto all’euforia. Lui e Kun erano diventati in breve tempo le mascotte visto che finivano ogni tanto per fare gli allenamenti con la prima squadra, anche se giocavano stabilmente con under 19. Fernando si alzò per andare a prendere una boccata d’aria sul terrazzo interno del locale e quasi inciampò sul tavolino basso nella zona riservata alla squadra, scatenando le risate generali. Arrossì furiosamente, anche per merito dell’alcol ingerito. Non riusciva più a sopportare le occhiate che gli lanciava la moglie di uno dei giocatori. Rischiava di morire seriamente dall’imbarazzo, sempre se prima il marito della donna non se ne fosse accorto. Fece un cenno a Kun per farsi seguire, ma l’altro lo ignorò platealmente troppo preso a fare la primadonna. Camminò tra la folla di starlet fino a che non riuscì a sbucare all’aria aperta anche se purtroppo una cappa di fumo lo avvolse. Era la zona riservata ai fumatori e dopo nemmeno due secondi passati lì fuori, Fernando si sentiva già la puzza delle sigarette che gli imperniava i vestiti. Avrebbe sicuramente dovuto fare i conti con sua madre il giorno dopo, anche se in qualche modo sarebbe riuscito a farla franca. Senza nemmeno rendersene conto, troppo avvinto ai suoi pensieri, si trovò addosso a un’ampia schiena. L’uomo a cui era finito contro si voltò indispettito, salvo poi cambiare espressione. In quel momento un lampo di luce gli illuminò il volto e Fernando lo riconobbe. Cristiano Ronaldo, a due centimetri da lui che lo guardava. Sembrava indispettito dal fatto che gli fosse finito addosso, ma Fernando decise di ignorarlo, tirando dritto con il cuore che ancora gli batteva a mille nel petto. Non l’aveva mai visto prima dal vivo, nemmeno allo stadio. Figurarsi se lui andava a vedere le partite di quella squadra orrenda che era il Real Madrid.
« Non si chiede scusa, eh, niño » lo redarguì una voce con un pesante accento portoghese.
Fernando si girò e si ritrovò di nuovo faccia a faccia con Cristiano Ronaldo. L’uomo era illuminato a tratti dalle luci stroboscopiche presenti anche sulla terrazza e a ogni flash sembrava più bello e attraente di quanto non gli fosse sembrato prima.
« Come mi hai chiamato? » gli chiese stupito. Sperava fosse solo una triste coincidenza che l’avesse chiamato con il soprannome con cui era chiamato nel giro.
« Niño. Quanti anni hai? Quindici, sedici anni, no? Sei un bambino ».
Fernando si trovò quasi a sospirare di sollievo, salvo poi capire esattamente cosa avesse detto l’altro.
«  Io non sono un bambino! » esclamò quasi offeso. « Ho diciassette anni, quasi diciotto » si trovò a replicare, nonostante per ovvie ragioni non dicesse mai la sua vera età anagrafica. Ma quella volta non si trovava davanti a una potenziale cliente, quindi l’aveva potuta dire senza alcun problema.
« Peccato che tu sia minorenne » disse Cristiano, facendogli spalancare gli occhi stupito. « Se ci provassi con te, verrei arrestato? »
Fernando si trovò a ridere, un po’ in imbarazzo, anche se il pensiero di andare a letto con un uomo lo stuzzicava e anche da parecchio tempo. Era ormai qualche anno che aveva una cotta imbarazzantissima per Sergio Ramos, ma era sempre riuscito a nasconderla decentemente. Non sapeva se era più imbarazzante perché se l’era presa per un uomo o per un giocatore del Real Madrid. Aveva anche cercato di giustificarsi dicendosi che la prima volta che l’aveva visto vestiva la maglia del Siviglia, quindi non era totalmente un reato da pena capitale.
« Verresti arrestato solo se qualcuno lo scoprisse » replicò entrando agilmente nei panni che vestiva nella sfera del lavoro. Quelli da puttana, quelli che l’avevano aiutato a nascondere l’imbarazzo riuscendo a vendere il suo corpo con qualche indugio ma mai un vero e proprio ripensamento.
La risposta sembrò piacere a Cristiano che gli sorrise più apertamente.
« Mai stato con un uomo? »
Fernando si chiese se valesse la pena mentire, ma tanto Cristiano l’avrebbe sicuramente capito che era quasi totalmente inesperto in quel genere di pratica se avessero deciso di fare sul serio e non si trattava solo di un mucchio di chiacchiere.
« Non proprio » gli rispose. « Le donne pagano meglio ».
Cristiano rise di gusto.

*

(12.23)
Malato immaginario, va un po’ meglio?

(12.24)
Non sono un malato immaginario e no, non sto bene per niente

(12.24)
Che hai?

(12.26)
La tosse, a giugno!

(12.38)
Povero piccolo Nando… ti curerei io, ma sto lavorando ;P

(12.40)
Tu stai lavorando? A giugno? Ahahah, fai gli extra?

(12.43)
Servizio fotografico. Ormai hanno capito che sono troppo bello per fare il calciatore e basta :D

(12.44)
E le vacanze? Ancora un po’ che aspetti a partire e ricomincia il campionato

(12.47)
Aspetto conferme da qualcuno che ancora non ho invitato

(12.48)
E cosa aspetti, scusa? Ahahah e vedi di tornare a lavorare che le foto non si fanno da sole

(12.54)
Portami rispetto, che sono più grande di te. Sono in pausa.
E poi va beh, aspetto solo l’occasione

(12.55)
Vecchio…

(12.56)
Ti andrebbe di farti un giro in barca per il Mediterraneo con me? ;)
Non ho intenzione di accettare un no come risposta

(13.17)
Beh, se non accetti un no come risposta non ho molte alternative, direi (:
Però mi devi portare a Ibiza che non ci sono mai stato

(13.21)
Non puoi non essere mai stato a Ibiza…

(13.23)
Ci sono stato con i miei, ma non vale

(13.25)
No, non vale. Dai, torno a lavorare!
Domani sei libero per me?

(13.26)
Per te sempre :)

Fernando ripose il cellulare in tasca, consapevole del messaggio, nemmeno tanto nascosto, delle sue parole.
Il giorno seguente si trovò davanti a casa di Sergio. Aveva passato una buona mezz’ora davanti al suo armadio pensando a cosa mettersi. Durante i loro ultimi incontri, si era presentato davanti all’altro con una delle sue tute dell’Atletico Madrid, ma quella volta aveva optato per qualcos’altro per non creare imbarazzo tra loro.
Sergio lo accolse e lo fece entrare in meno di un battito di ciglia, fermandosi due secondi a controllare qualcosa - probabilmente la presenza di giornalisti - con lo stesso cipiglio di un falco prima di chiudere la porta. Fernando non fece in tempo ad aprire bocca per parlare che si trovò le labbra di Sergio incollate alle sue.
« Ciao » lo salutò Sergio, con le labbra vicinissime alle sue, tanto che Fernando sentì il suo respiro solleticarlo.
« Ehi… immagino che ti sono mancato » scherzò, portando le sue braccia attorno al collo dell’altro per non farlo scostare.
Sergio si morse il labbro e Fernando dovette fare violenza su stesso per non baciarlo ancora e ancora.
« Un po’ » gli rispose Sergio, facendogli mancare un paio di battiti.
Dopo aver rifiutato praticamente ogni cosa che Sergio gli offriva - “Biscotti?” pensò leggermente ironico. Cosa se ne faceva dei biscotti quando avrebbe potuto benissimo vivere continuando semplicemente a baciare Sergio? - si accomodarono sul divano, senza nemmeno staccarsi dal bacio in cui erano impegnati, tanto che Fernando rischiò di cadere a terra, inciampando sul tavolino basso del salotto.
Fare sesso con Sergio ogni volta si rivelava essere una cosa bellissima, entusiasmante. Gli riempiva il cuore e gli svuotava l’anima. Gli sembrava di stare in una sorta di limbo dove esistevano solo loro due e ogni volta era sempre meglio. Quella volta poi Sergio si era preso molta cura di lui, nonostante le premesse. Avrebbe dovuto essere quasi una sveltina sul divano, ma avevano finito per farlo con calma e quasi con dolcezza, prima piano e poi incrementando il ritmo fino a che i gemiti non si erano fatti sempre più forti fino all’orgasmo che li aveva spossati entrambi. Quella sorta di dolcezza insita nel sesso era una cosa nuova per Fernando, una cosa che aveva provato solo con Olalla, tanto che si sentì quasi esposto e non aveva perso tempo nel rivestirsi.
« Scusa, è che sono ancora un po’ malato » si giustificò avvinandosi a lui per dargli un bacio sulla guancia. Si stupì del suo gesto, ma scosse la testa per riprendersi. Non era facile che fosse lui stesso a prendere l’iniziativa. Di solito era Sergio che lo baciava, che lo abbracciava. Sergio amava il contatto fisico, Fernando l’aveva notato subito e stranamente non gli dispiaceva.
« Tranquillo, fai pure » replicò Sergio, mettendo il muso.
Non appena si fu rivestito completamente, Sergio si alzò dal divano e andò un attimo in cucina. Fernando si chiese se dovesse seguirlo, ma l’altro fu subito di ritorno con il suo cellulare in mano.
« Suonava? » gli chiese. « Non l’ho sentito ».
Sperò solo che il suo amico non fosse già partito in quarta per salvarlo da eventuali pericoli inesistenti.
« No, mi è venuta un’idea » gli disse Sergio, sbloccando la tastiera. Fernando lo guardò un po’ preoccupato, sperando solo che non aprisse i messaggi e trovasse qualcosa che avrebbe potuto non piacergli. Si chiese perché si preoccupasse così tanto, d’altronde non aveva una relazione con lui. « Ora ci facciamo una foto nuova, così puoi togliere quella indecente in camera tua. Insomma, con quei capelli lunghi ero seriamente inguardabile » aggiunse con un sorriso, aprendo la fotocamera del cellulare. Fernando si lasciò sfuggire un leggero sospiro di sollievo. Per un attimo aveva quasi temuto il peggio.
Sergio gli passò un braccio attorno alla spalla, stringendolo forte a sé, mentre con l’altra mano scattava la fotografia.
« Posso caricarla su instagram? » gli chiese, ridendo della foto. Erano veramente venuti male, con Sergio che aveva uno strano sguardo assorto e la testa di Fernando tagliata a metà.
« Anche no » replicò Sergio. « Puoi i tuoi followers si innamorano di me e tu passi in secondo piano » concluse serio. Fernando non riuscì a trattenersi e gli mollò un pugno sulla coscia.
« Occhio che le mie gambe sono preziose » lo redarguì. Fernando sbuffò divertito.
« Non voglio rendere conto a Mourinho di un infortunio di un suo difensore. Quell’uomo è una bestia arrogante, mi terrorizza » gli disse con semplicità, stringendosi nelle spalle. Non immaginava quanto dovesse essere terribile avere a che fare con quell’uomo ogni santo giorno.
« E non l’hai mai visto allenarci » concluse Sergio. « Da quando ci allena lui ho seriamente pensato di andarmene via da Madrid, ma non è così facile ».
« Guarda, sei in vacanza, non pensarci. Ad agosto magari cambia tutto » gli rispose Fernando, passandogli distrattamente una mano nel punto in cui l’aveva colpito. Si sentiva quasi in colpa ad aver tirato fuori quel discorso colpendolo.
« Già… a proposito, com’è che non sei mai andato a Ibiza? »

(20.01)
Quand’è il tuo compleanno?

(20.34)
Il 20 marzo, perché?

(20.37)
Perché avevo trovato un regalo perfetto per te ahah
Dovrai aspettare allora

(20.46)
Perché, c’è bisogno di una data per fare un regalo? :P

(20.53)
Suppongo di no, ragazzino viziato

(21.02)
Non sono viziato, però i regali mi piacciono un sacco. Più riceverli che farli, effettivamente
E so che te lo stai chiedendo, a marzo faccio diciannove anni e non diciotto e nemmeno diciassette. Ti farei vedere i documenti ma non ti vedo da nessuna parte :D

(21.05)
Mh, potrei fare un salto a fare un controllino

(21.07)
Blindaggio e perquisizione?

(21.09)
Fai il bravo…

(21.13)
Beh, i miei sono ancora a Tenerife e Olalla è uscita con le amiche

(21.19)
Mi sto sentendo un adolescente

(21.20)
Ah, perché? Vuoi dirmi che sei un adulto?

(21.21)
Tu le vuoi proprio prendere oggi ahahah

(21.22)
Ripeto, non ti vedo qua nei dintorni :D

(21.45)
Infatti sono fuori casa tua, signorino

(21.46)
Ti apro? :D

(21.47)
No, esci che ti porto in un posto ;)
Anzi, prima mettiti comodo. Tipo in tuta e porta le scarpe da calcio

(21.50)
Dimmi che non vuoi attentare alle mie tibie, per piacere

(21.51)
Sei stato tu a provocarmi e visto che io non picchio i ragazzini, l’unico modo che ho per farmi valere è su un campo da calcio :D

(21.53)
Lo sai vero che non si può giocare in due, no?
Finiremmo per ucciderci a vicenda e implorerei un arbitro inesistente di darti l’ennesimo giallo della tua carriera!

(21.54)
I cartellini gialli sono miei amici, ormai vengono a trovarmi anche se non c’è nessun arbitro nei dintorni, caro mio.
E ti vuoi muovere? Non è che abbiamo tutta la notte

(21.55)
Prendo il borsone e arrivo

personaggio: cristiano ronaldo, pairing: sernando, fanfic, personaggio: fernando torres, personaggio: sergio ramos, fandom: soccerdom

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