Prompt: Doctor who, Rose&Amelia, Incontro nella dimensione parallela
Titolo: Dimensione Parallela
Autore:
h_mushroomWordcount: 1524
Rating: G
Avvertimenti: One-shot, OOC (un pelino)
“Amy, devi solo aspettare” la voce del Dottore è un ronzio lontano e discontinuo “stiamo venendo a prenderti”, dice, e Amelia vorrebbe urlare e sentire la sua voce più vicina e parlare con Rory, ma la comunicazione (precaria) si interrompe.
Fissa il telefono con le labbra dischiuse e inspira profondamente (due volte) prima di destarsi. Stringe le dita intorno al cellulare, ormai senza alcun segno di vita, catturando con lo sguardo stralci della stanza in cui si trova. È su un letto dalle lenzuola che sembrano appena essere state cambiate, circondata da una carta da parati verde pastello; al lato destro, un piccolo comodino con un blocco note sopra, strappato e scritto, con i segni della penna che compaiono sul foglio bianco. Chiunque abiti in quella casa si diverte a maltrattare i foglietti.
L’occhio cade sull’armadio, e pensa che per appartenere a una dimensione parallela è un armadio molto normale. Ai limiti del banale, blu, con decorazioni nere. Sa vagamente di qualcosa di già visto.
Alza gli occhi. Il telefono tra le mani diventa caldo. Lo strofina e ruota tra i palmi, fino a farlo ricadere sulle ginocchia.
Deve solo aspettare. Giusto. È quello che Amelia Pond sa fare meglio, aspettare.
Sbuffa, irritata, scattando in piedi. Il telefono cade inavvertitamente e pensa al diavolo, poco prima di raccoglierlo in preda al terrore.
Ovunque sia, il cuore preme sulle tempie. Deglutisce aria pesante.
Dimensione parallela, pensa.
Ma si trova comunque nella casa di qualcun altro, nella stanza di qualcun altro. È allora che lo sente: rumore di passi. Indietreggia, si guarda intorno. Il letto, la carta da parati e l’armadio blu sembrano improvvisamente troppo piccoli come nascondigli. Anche se sì, beh, forse non si sarebbe davvero potuta nascondere dietro a della carta da parati.
La porta si apre.
Diamine!
«Tu devi essere Amy»
Rose le sorride di soppiatto dall’altra parte di una tazza di thè, e Amy pensa che il dottore non smetterà mai di sorprenderla. La cucina della casa nella dimensione parallela (che Amy pronuncia tutto attaccato, come se fosse un’unica parola; e forse nella sua mente è tutto una cosa sola, una realtà parallela) è più normale della stanza in cui si trovava. L’unica cosa blu è il frigorifero, che, con quello stranissimo e inquietante borbottio che emette a intervalli regolari, ha anch’esso un che di famigliare. Rose dice di non badarci: il suo compagno sta facendo esperimenti con l’acqua «Sabotare il nostro frigorifero sembra essere il suo nuovo hobby preferito» ha detto sorridendo, e Amy non ha osato chiedere nient’altro.
«Ha mandato un messaggio alla sua… alla carta psichica di John» sta ancora sorridendo, benché gli angoli della sua bocca si siano inclinati leggermente verso il basso. Morde il labbro inferiore, e sembra esaminarla, come se stesse cercando di studiarla con un certo riguardo. Amy prende un piccolo respiro e sorseggia il thè. «Quell’uomo! - sbotta, alzando le spalle - non cambierà mai. Dimmi, ha ancora quei fantastici capelli assurdi?» inclina un po’ la testa di lato, e Amelia pensa che sia stranamente bella, Rose, quando parla e sorride in quella maniera. Ha gli occhi colmi di ricordi (conosce quella sensazione), come se stesse guardando qualcosa che Amy non può vedere.
Annuisce «E il farfallino e le bretelle e il cacciavite sonico verde e spumeggiante».
Rose poggia la tazza di thè sul tavolo e la spinge verso il centro, aggrottando le sopracciglia «Ha sempre l'accento scozzese?».
Questa volta sono le sopracciglia di Amy ad aggrottarsi «No, di Londra»
«La prima volta che lo incontrai aveva un accento del nord» dichiara, riflettendo ad alta voce.
«Beh, molti pianeti hanno un nord»
Rose la guarda per un secondo. Poi ride, annuendo, e con una mano tira i bordi del maglione che indossa.
Amelia spilucca la torta con la forchetta. Secondo Rose, ci deve essere una crepa bella grossa per averla portata lì, in quella realtà. Il tessuto dell’universo non è collassato? Ha chiesto. Ci sono ancora crepe ovunque?
Qualunque cosa significhi, Amy ha omesso di dirle che l’ultima volta che hanno avuto a che fare con delle crepe, non c’è stato niente di piacevole.
«Si deve essere rigenerato».
C’è un momento di silenzio in cui entrambe mangiano le loro torte; o meglio, Rose mangia, Amy giocherella.
Rose è un’altra compagna del dottore. Amelia la fissa e pensa a che compagna possa essere stata, con tutto quell’entusiasmo e quel sorriso. A come possa averla cambiata il Dottore, perché il Dottore ti cambia; matura la tua parte grezza. Apre e chiude la bocca, Amy, e vorrebbe chiederle come è stato abituarsi a vivere senza tutto quello - senza il T.A.R.D.I.S. e i “Geronimo!” e il ronzio del cacciavite sonico e tutti quei mondi.
La verità è che Amelia Pond non lo sa, ma fino a quel momento non sapeva neanche dell’esistenza di un’altra compagna del Dottore - Rose Tyler -, di un’altra realtà o di uno strano frigo blu.
Però Rose si è adattata: ha un compagno e una carta psichica, e ha quel sorriso e ha… la torta di Amy assomiglia ormai a una pappetta inerte, quando si rende conto che lei non saprebbe vivere di nuovo come viveva prima; che forse lo vorrebbe, ma che sarebbe difficile. Più facile grazie a Rory, nonostante tutto, e un sorriso si allarga nelle sue labbra. È curiosa, in un certo senso.
«Prima com’era? Il Dottore, nelle sue incarnazioni precedenti. Accenti a parte».
Rose non sembra aver bisogno di pensarci. «Indisciplinato» dice, per prima cosa «Si tuffava nelle situazioni più pericolose e tentava di rimandarmi a casa quando credeva fosse troppo pericoloso. Metteva degli occhiali perché pensava che lo facessero apparire più intelligente e aveva dei bellissimi capelli» alzò gli occhi al cielo, come se stesse ricordando qualcosa di particolarmente stupido «E un completo blu T.A.R.D.I.S. e una giacca enorme» borbottò. Il piattino della torta è ormai vuoto; quello di Amy, ancora più sbriciolato «Jack credeva che l’avesse copiato, perché quando si è rigenerato si è messo un cappotto come il suo, e…»
«Jack?» Amelia allontana il piatto. Rose la guarda confusa. Inizia un po’ a detestare gli occhi di Rose, che la guardano come se sapesse più di lei, come se… Amy chiude gli occhi e gli riapre. Ricorda il suo Dottore stropicciato e cerca di farlo coincidere con quello che le sta raccontando Rose.
«Non ci nomina mai, vero? A me, Jack, Martha, Donna» Rose sbuffa «Non è cambiato. Idiota. Appena verrà a riprenderti gli farò una bella strigliata di capo» sempre che non distrugga qualche pianeta facendolo, pensa Rose, ma questo non lo dice.
Poi Rose inizia a parlare - di quella volta che lei e il Dottore hanno sconfitto i Dalek, di quella volta che lei e il Dottore sono stati su Raxacoricofallapatorius per curiosità, di quella volta che lei e il Dottore hanno fatto questo e quest’altro e quell’altro ancora e sono stati a New New York e le chiede se l’abbia mai portata a New York.
Amelia Pond crede solo che il Dottore del quale sta parlando Rose non sia il Dottore che conosce.
Quando John torna a casa, pensa che quelli idioti di Torchwood, se dessero un po’ più d’importanza alle sue parole, probabilmente avrebbero tre o quattro problemi in meno. Prima di tutto, avrebbero tutti un cacciavite sonico, e non dovrebbero chiamarlo per ogni scemenza - e pensare che costruirlo, anche con quella tecnologia, è stato così semplice. Poi avrebbero contatti meno travagliati con gli alieni - impreca, riuscendo finalmente a inserire le chiavi nella serratura - e non dovrebbero cercare di bombardare nessuno, e lui potrebbe fargli una tariffa convenientissima per parlare in ogni parte dell’universo a 0 centesimi al secondo. Umani mal fidati.
La porta si apre.
A volte John si dimentica di essere a sua volta un umano.
Una risata gli invade le orecchie, e pensa che Rose deve essere particolarmente di buon umore, o che qualcosa sia saltato in aria e quella sia solo una reazione isterica.
Entra in cucina sorridendo alle risate, passando dritto dietro le spalle di Rose; vuole constatare se il frigo ha iniziato a cuocere le cose, oltre che congelarle, ma le sue speranze si rivelano vane. Deve invertire di nuovo la polarità, forse.
Lo sportello del frigo si chiude con un rumore leggero. Il riso c’è ancora, ma questa volta il Dottore - John Smith - sente lo sguardo di Rose su di lui; quello sguardo da Ops, hai combinato un disastro o da Possiamo farlo esplodere. John le sorride - qualsiasi cosa vogliano comunicarle i suoi occhi - e le da’ un bacio sulla fronte.
Rose sta ancora sorridendo.
Dietro di lei c’è una ragazza giovane, vispa, che sembra una volpe troppo rossa. Definitivamente rossa.
«Oh, abbiamo ospiti» il Dottore-John-Donna si illumina, irradiando un sorriso «Nuova amica?».
Rose soffoca una risatina. Amelia sembra semplicemente non capire, e sorseggia una tazza vuota.
«John Smith» si presenta, porgendole una mano. Amelia accenna un sorriso, afferrando la mano.
«Non so perché - dice Rose - ma sento che quando comparirà il T.A.R.D.I.S. ci saranno almeno un paio di scenette divertenti da ricordare».
John la guarda come se fosse ubriaca e Amelia, a sua volta, pensa che dovrà farsi raccontare qualcosa dal Dottore riguardo le sue vite passate.