Titolo: The struggles of dating
Fandom: Teen Wolf
Pairing: Derek Hale/Stiles Stilinski
Words: 2112 (fdp)
Genere: Generale, Slice-of-life
Rating: SAFE
Warnings: Au - college, siti di incontri, robe finite male, nessuna trama solo fluff
Note: Scritta per la quinta settimana del
cow-t
maridichallenge, missione crisi: prompt "Disordine", Team Ysmaros.
Lydia sta tramando qualcosa.
Questo - Lydia essendo Lydia, e la vita di Stiles essendo la vita di Stiles - vuole dire che la giornata sta per essere dirottata verso un nuovo, disperato mare di disordine. Deduce tutto questo prima ancora di posare la borsa per terra, e di sistemarsi seduto al tavolo della caffetteria.
L’amica siede a gambe accavallate, i capelli raccolti all’indietro, rivelando i contorni delicati del viso, che gli fanno ancora tremare il cuore come se fosse ancora convinto di avere una cotta per lei. Davanti, il laptop è acceso e funzionante, cenno che sta o facendo ricerche per il suo prossimo saggio o facendo shopping su amazon. Il problema è che nessuna di quelle due attività, per quanto riempiano di gioia i suoi occhi e la facciano sembrare la fata più adorabile dell’università, riescono a illuminarle il volto in quel modo.
“Hey.” Accenna, per comunicare la sua presenza con qualcosa di più aggraziato del solito. Significato: senza far cadere niente, cadere a sua volta, o distrarsi nel percorso dal bancone alla sedia e creare un serie di situazioni spiacevoli ed imbarazzanti che avrebbero comunicato la sua presenza in tutto il locale.
Lydia alza gli occhi da qualsiasi cosa stia facendo, e sorride. Furba. Sorride furba. Gesù. Vede che si sta riprendendo in fretta dalla rottura con Jackson. “Buongiorno.” Risponde, pimpante, facendo un cenno con la testa verso di lui “Sappi che ti ho appena fatto il favore più grande della vita.”
Stiles ci pensa. “Hai finalmente convinto il gestore della caffetteria a servirmi qualcosa che non sia del decaffeinato?”
“No” stringe le labbra. “Ricordi quando parlavi di provare con i siti di incontri?”
Di risposta, l’altro non riesce a far altro se non sbattere gli occhi. “Che?”
Ha il vago ricordo - chiamiamola sensazione - di averle dato quel suggerimento, come scherzo, mentre faceva il miglior amico della vita TM e le portava a casa gelato e cioccolata e patatine, la notte in cui Jackson aveva deciso di cambiare stato e rompere una relazione che durava dal secondo anno di superiori. Chiamandosi scherzo e, sinceramente, niente di diversamente profondo viene fuori dalla sua bocca, di questi giorni, rischia di annegarsi nella sua stessa saliva quando Lydia gira il computer verso di lui.
“Ho pensato che hey, sei sempre qui ad aiutarmi, ma io non aiuto mai te.” Continua “Quindi ti ho iscritto a un sito d’incontri.”
“Questo è l’opposito dell’aiutarmi” sputa, tutto d’un fiato, e forse a voce troppo alta, perché alcuni ragazzi in fila per il caffè, e altri nei tavoli vicini, lanciano loro occhiate sospette.
“Ricordami l’ultimo appuntamento che hai avuto.”
Silenzio. Apre e chiude la bocca. Il suo cervello si sovraccarica, si spegne e si riavvia. Le parole si sovrappongono l’una sull’altra diventando un’unica parola.
Lydia alze le sopracciglia. “Appunto.”
“E se mi trovo dentro un serial killer?”
“Non accadrà.”
“Un pedofilo? Mia nonna dice ancora che ho la faccia di un dodicenne. Magari hai messo pure una foto dove dimostro dieci anni. Dimmi che non è quella del party di inizio anno, perché giuro su Dio -“
La ragazza si riappropria del pc e lo porta in una zona sicura - tra le sue mani, sul suo grembo - prima che Styles possa allungarsi per prenderlo e controllare.
“Nessun pedofilo.” Continua “Rilassati, ti invierò il tuo username e la tua password dopo averti arrangiato qualche appuntamento.”
Styles, a quel punto, mette il broncio. “Questo non è aiutarmi, questo è solo andare dietro alle tue manie di controllo.”
Lydia sorride, con il sorriso di una che ne sa più di te. Styles prende un sorso di caffè. Fa una smorfia.
“E se è un licantropo?”
“Styles.”
“Se vuole mangiare la mia famiglia e dare fuoco alla casa?”
“Ti prego, smetti di guardare real time alle due di notte.”
**
Lydia non mente quando dice che Stiles dovrebbe uscire di più. Intende, non nel senso di appuntamenti e ragazzi o ragazze. Intende più nel senso in cui sono davvero le due di notte, e mentre al campus centrale stanno celebrando il pancakes day, lui è in camera a guardare The Real Ghosthunters sulla piccola televisione di seconda mano che ha comprato alla fiera dell’usato.
Ora, Styles è uno che ama la compagnia. Ama stare con gli altri, e non gli dispiacciono le feste. Date queste informazioni, chiedersi perché preferisca il letto della sua stanza in dormitorio alla vita sociale è legittimo.
Se deve dirla tutta, inizierà con la scusa più patetica e banale del mondo, ossia quella cosa a cui non vuole pensare nel mezzo della notte, ossia che forse, ma dice forse, le feste non gli piacciono, ma è andarci con i suoi amici che gli piace. E visto che tutti i suoi amici sono Scott, e Scott è stato accettato a due stati di distanza da lui, tutto ciò che gli resta è convivere con Lydia e il suo sito di incontri.
Comunque, non darà una chance al sito di incontri. Affatto. Cerca di accedere al suo profilo solo per vedere che foto è stata effettivamente messa come immagine del profilo, e si ritrova mezz’ora dopo a controllare i messaggi, ed a concedere l’appuntamento a una che sembra carina, che studia dove studia lui, e a cui non dispiacerebbe prendere un caffè alla caffetteria della biblioteca tra una lezione e l’altra.
Chiude il laptop sentendosi sporco e, soprattutto, con la strana sensazione di aver appena tradito qualcosa. Se se stesso, la propria dignità o Lydia - anche se non sono mai stati insieme, non sono mai usciti insieme ed è ben chiaro che Lydia ha smesso di provare repulsione nei suoi confronti, solo per diventare un’amica, per una specie di miracolo extraterrestre, per il quale dovrebbe essere grato e chiudere la bocca. Lydia non sarebbe neanche compatibile con lui, figurarsi. Giura che non ha esultato quando Jackson l’ha lasciata. E quest’ultima cosa potrebbe trasformarsi nella situazione più incasinata della vita di Stiles.
**
“Se sorridessi di più ai clienti, la tua vita prenderebbe una piega straordinaria.”
Un grugnito, il caffè latte viene sbattuto con moderata rabbia - abbastanza perché si senta, non abbastanza perché il contenuto si rovesci - sul tavolo. Stiles alza gli occhi sul barista, che lo fissa. Lo fissa e basta, come se fosse il suo modo di comunicare, e lui dovesse percepire qualche segnale radio per poter decodificare la strana lingua fatta di sopracciglia arcuate che sta parlando.
È sempre così, con quel barista. Stiles mormora un “Grazie comunque.” E aggiunge un “Un sorriso per il tuo cliente preferito?”
Il barista si volta, e torna alle sue mansioni. Stiles sbuffa, e inizia a cercare con lo sguardo, tra le teste sparse per il locale, una che somigli alla ragazza della foto. Ormai è tempo, sebbene sia arrivato lì in anticipo di mezz’ora, e non abbia detto niente a Lydia, per terrore di vedere la soddisfazione dipingersi nel suo volto.
Lei aveva anche provato a organizzargli degli incontri, di solito con dei tipi di dubbia moralità che avevano iniziato a mandargli dick pics in tre secondi di conversazione. Stiles gli aveva bloccati uno dopo l’altro. In fondo, non stava cercando di scopare. Beh, anche quello, ma non solo quello. In realtà, non sa bene cosa sta cercando, ancora, o perché lo stia facendo.
“Hai intenzione di muoverti dal bancone?” Miracolo, il barista parla.
“Sto aspettando qualcuno, sai?”
Nessuna risposta. Stiles lo guarda per cercare di decifrare qualcosa tra le righe del suo silenzio. Probabilmente un vai ad aspettarlo da qualche altre parte. Alza una mano e decide di prendere un tavolo.
Con sé ha solo il telefono cellulare e il portafoglio, che gli appesantisce la tasca della giacca, e mentre aspetta, immerso nel chiacchiericcio dei suoi simili, pensa che potrebbe salire in biblioteca e prendere uno di quei manuali che ha da leggere per la lezione della settimana successiva; però se va’ su, e quella arriva, magari scappa via e non la vedrà mai più; e inoltre, entro quanti minuti è considerato garbato mandare un messaggio per chiedere dove l’altra persona sia finita. Picchietta sulle dita sul tavolo e, allo stesso tempo, cambia continuamente posizione sulla sedia, finendo a far picchiettare anche i piedi, gemellati alle compagne mani, sul pavimento. Ha finito il caffè latte da secoli, per quando riceve il messaggio.
Ti ho visto al tavolo. Dal vivo non sei il mio tipo. Perdonami. Alla prossima!
Lo rilegge due volte prima di poter veramente comprendere cosa sta succedendo. Si guarda intorno, sperando che sia ancora lì, che possa inseguirla e chiedere che cosa significa che non è il suo tipo; e soprattutto, perché non si è avvicinata per dirglielo di persona. Borbotta un sonoro vaffanculo, attirando l’attenzione del barista, lì per sparecchiare il tavolo.
Lo guarda. Si guardano.
“Pensi che io non sia un tipo?”
L’altro, bontà sua, decide, probabilmente, che Stiles è stupido. “Come, prego?”
“Nel senso: usciresti con me? Voglio dire, tu hai l’aria da bello tenebroso che tutti vorrebbero nella vita, quindi rispondimi onestamente. L’opinione di quelli belli conta più di quella di tutti gli altri.”
Il barista raccoglie la sua pazienza. Con classe, decide di girare i tacchi, e lasciare Stiles a crogiolarsi nel suo fallimento. “Hey! Grazie tante!”
**
Dopo l’incidente della prima ragazza, Stiles decide che non userà mai più quel sito in vita sua. È tutto vero quel che si dice di internet. È un branco di idioti uniti contro la conoscenza e i fatti e la scienza. Okay, si concede che quella non è solo una sua invenzione, e che, in quanto utente giornaliero di internet e Re Del Cazzeggio su vari forum, dovrebbe solo tacere.
Nonostante questo.
“Lei sembra carina.” Dice Lydia. Deve ricordarsi di cambiare la password. “Inviamole una richiesta.”
“No.”
“Fatto.”
La sua vita è un incubo.
**
Scott si dimentica della loro chiamata su skype, e Stiles, per ripicca, decide di uscire con la tizia numero due, di cui neanche si ricorda il nome. Era qualcosa di banale come Mary, forse? Insomma, una. Ci sta perdendo il suo tempo. Questo è solo un nuovo modo per procrastinare sullo studio, ecco tutto.
La ragazza ha il buon gusto di presentarsi in anticipo. Deve controllare un paio di volte la foto del profilo per convincersi che sia lei. Dopodiché, procede nel dire “Hey” nella direzione del Barista, il quale è occupato a lavare delle tazze “È lei, vero?”
Lui abbassa gli occhi, gli alza, e fa “Mi pare ovvio.”
“Grazie”
Alzata di sopracciglio.
“Oh, non farmi quella faccia, un secondo controllo è sempre gradito.”
“Come ti pare.”
La seconda ragazza si chiama effettivamente Mary. Ha i capelli biondi e corti, l’aria da folletto che, deve ammetterlo, tende a piacergli in una ragazza, e studia economia aziendale. Seguono un paio di battute, ridono, e apparentemente nessuna menzione sull’essere o non essere il tipo di qualcuno. Stiles è bravo nel far ridere le persone, e nel farle sentire il centro dell’universo, quando vuole. Basta fare domande, e porre quella giusta ti assicura il piacere di non dover mai dire niente su te stesso, e di poter solo ascoltare l’altro.
“Quindi, cosa studi?” gli chiede, dopo una piccola pausa in cui ordinano due cappuccini.
Stiles fa un sorriso a metà “Lettere classiche”
Il sorriso di Mary, al contrario, si incrina. “Oh.”
“Vuol dire che mi occupo principalmente dello studio delle civiltà romane e greche, concentrando-“
“So cosa vuol dire.”
Silenzio, arrivano i cappuccini. Per qualche secondo, spera che a servirli sia il suo Barista preferito, perché questo potrebbe aiutarlo a cambiare i toni della conversazione. Invece, è solo un ragazzo dell’unione studentesca mai visto prima di quel momento.
Mary stringe le labbra, come se questo potesse sigillare il suo silenzio. Sorseggiano il cappuccino accompagnati dalla luce del crepuscolo - il tavolo preferito di Stiles da’ sul cortile della biblioteca, ed è proprio accanto alla finestra. È una buona scelta per un appuntamento. Potrebbe anche essere romantico, se non fosse per la tensione nell’aria, così tirata che, se fosse un filo di cotone, potrebbe spezzarsi da un momento all’altro, rotta dall’erosione della forza esercitata sul materiale.
Invece, non è nessuna legge fisica ad interrompere il silenzio. Sono delle forbici. Il filo salta e fa male. “Mi dispiace. Non posso uscire con uno che fa lettere classiche.”
Stiles quasi si affoga con il cappuccino. “Cosa?” deve essere un modo simpatico per dire che Stiles è simpatico, ma non la attrae. Qualcosa del genere.
“Non fraintendermi” continua, come se all’improvviso Stiles fosse uno scarafaggio e dovesse ucciderlo con gentilezza “Mi piaci, potevo vederci insieme. Ma… ho bisogno di un ragazzo che possa garantirmi certezze, capisci?”
No, non capisce.
Il secondo fallimento è ancora peggiore del primo.