A liturgical thought - Un pensiero liturgico (dedicato ai miei amici liturgisti)
Maybe it is true that many Catholics have gotten comfortable with the songs and the liturgical celebrations having nowadays. They are easy enough so that if someone cares to understand the meanings they can. They are like an old sock, comfortable and unassuming. A large part of them don't stir anything within us, they just simply are there, and we'
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La mia risposta alla tua domanda secondo me però non attiene direttamente alla Chiesa, ma piuttosto alla scuola!
In Germania, per esempio, se non erro la formazione musicale è mille volte superiore a quella che si fa in Italia (nell'ora di musica alla medie...). Per questo motivo, non solo ci sono maggiori competenze musicali, ma anche i sacerdoti partono con una sensibilità musicale diversa.
Poi ci sono anche altri fattori... L'Italia ha vissuto gli anni 70-80 con maggiori contrapposizioni ideologiche rispetto ad altri paesi, e quindi si sono create (semplificando molto!) anche all'interno della Chiesa delle spaccature "di stile" tra chi si arroccava alla tradizione rifiutando pregiudizialmente il confronto con il moderno (e quindi imponeva un canto lontano dalla sensibilità popolare) e chi invece faceva della provocazione il suo stile di apostolato (penso alle esperienze dell'Isolotto a Firenze, per esempio), e quindi trascurava la liturgia contaminandola con influenze pop e ideologiche. Ricordo con un brivido che negli anni 80 qualcuno faceva cantare in chiesa una versione mal tradotta di "Blowing in the Wind" di Bob Dylan, e recentemente in alcune parrocchie della mia diocesi va di moda cantare il Padre Nostro sulla musica di "The Sound of Silence" di Simon & Garfunkel!
Infine, nei paesi del nord Europa (Regno Unito, Germania), il confronto con le chiese riformate è stato in qualche misura proficuo per la liturgia cattolica: per i protestanti - mancando una vera e propria liturgia assimilabile alla nostra - la cura del canto è sempre stata prioritaria, e questo ha giocoforza inciso a livello culturale.
Sul discorso artistico concordo con te: meglio non entrare nemmeno nell'argomento! :-)
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