Card. Luigi Lavitrano
Nato a Forio il 7 marzo 1874 da Leonardo, un modesto fabbro, e da Giuseppina Musella, una venditrice ambulante originaria di Ventotene, Luigi Lavitrano con la sorella Francesca restava orfano del padre ad appena otto anni. Dopo il disastroso terremoto del 28 luglio 1883 la vita di questa già povera famiglia diveniva ancora più incerta e difficile. All’indomani del terremoto giungeva a Forio per aiutare la popolazione isolana, suor Antonietta Westhowen, superiora dell’istituto delle Figlie della Carità di Castel Morrone, piccolo centro agricolo presso Caserta, che in questa occasione conosceva, tra gli altri, anche Giuseppina Musella, i suoi figli e prestava loro ogni possibile soccorso spirituale e materiale. In accordo con la madre, la religiosa di origine fiamminga strappava dalla cruda miseria il piccolo Luigi e lo portava con sé a Castel Morrone presso la casa religiosa delle Figlie della Carità, dove questo ragazzo dinamico ed intelligente, ma totalmente privo di mezzi economici, poteva completare con profitto la istruzione elementare. Terminato il corso di studi primari, la religiosa affidava Luigi Lavitrano a padre Filippo Valentini, che aveva aperto una scuola della Congregazione della Missione a Patrica, presso Roma, dove il giovane compiva brillantemente gli studi liceali, prima di conseguire nel 1897 la laurea in teologia. Il 26 marzo 1898 Luigi Lavitrano veniva ordinato sacerdote a Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano e poi, su disposizione del vescovo di Ischia, faceva ritorno a Forio per insegnare nel seminario dell’isola.
Ritornato a Roma, ricopriva incarichi di crescente responsabilità, prima l’ufficio di vice-rettore presso la Scuola Apostolica, poi di direttore della prestigiosa rivista Il Monitore ecclesiastico (1910 - 1914), infine, di rettore del Collegio Apostolico Leoniano, di procuratore della S. Congregazione dei Riti, di ponente in varie cause di beatificazione, di consultore della S. Romana Rota e di vari dicasteri vaticani. Il 25 marzo 1914 veniva nominato vescovo di Cava e Sarno ed il 16 luglio 1924 promosso arcivescovo di Benevento. Durante la permanenza alla guida delle due diocesi campane, Luigi Lavitrano profuse tutte le sue forze per la cura delle anime, per prestare ogni soccorso possibile, in particolare, ai tanti orfani di guerra del primo conflitto mondiale; apriva asili infantili presso le parrocchie, teneva nel 1921 a Cava e Sarno il Sinodo e nel 1927 a Benevento il Concilio plenario regionale. Nel concistoro pubblico del 19 dicembre 1922 Pio XI nominava sei nuovi cardinali, e tra essi Luigi Lavitrano ed Eugenio Pacelli (1876 - 1958), il futuro papa Pio XII (1939).
Il 29 settembre 1928 mons. Luigi Lavitrano veniva nominato arcivescovo di Palermo. Il 13 settembre 1930 questo figlio di un umile operaio di Forio ritornava da arcivescovo di Palermo e da cardinale nell’isola natia, accolto con grande entusiasmo popolare e con ogni riguardo. Nel suo paese natale di Forio faceva ritorno più volte, in forma solenne ancora nel 1948 per il 50° anniversario di sacerdozio. Nel 1933 ritornava per una breve visita anche a Castel Morrone, dove visitava i luoghi della prima formazione a lui così cari. Nel capoluogo siciliano il nuovo vescovo teneva in quello stesso anno il Sinodo diocesano, erigeva poi nuove parrocchie, la chiesa Rigina Pacis, favoriva il movimento unionistico con le Chiese separate d’Oriente, cercando di superare le divergenze storiche e dogmatiche attraverso l’attività dell’associazione “Pro Oriente Cristiano”, si adoperava per istituire una diocesi di rito greco, che sorgeva nel 1937 a Piana degli Albanesi.
Durante la seconda guerra mondiale il card. Lavitrano restava al fianco e portava conforto alla popolazione siciliana afflitta dagli scontri, dalla fame e dai bombardamenti, accoglieva il generale Pattern e contrattava la liberazione della Sicilia da parte degli americani ed in segno di gratitudine civile la città di Palermo gli decretava la cittadinanza onoraria.
Passata la tempesta della guerra, il 6 agosto 1945 Luigi Lavitrano lasciava la carica di arcivescovo di Palermo, detenuta per circa 17 anni, e ritornava a Roma, dove il 14 maggio di quello stesso anno Pio XII lo aveva nominato prefetto della Sacra Congregazione dei Religiosi, dicastero pontificio delegato a trattare e coordinare l’attività di tutte le famiglie religiose nel mondo. Il 2 agosto 1950 il cardinale moriva a Castelgandolfo. I suoi resti mortali riposano nella basilica di Santa Maria di Loreto a Forio d’Ischia; sulla tomba una semplice scritta: Labor et dolor vita mea fuit.