ARCANA (28/37)

Aug 03, 2014 15:02

Title: Arcana
Rating: NC-17
Pairing: Sergio Ramos/Fernando Torres - Daniel Agger/Martin Skrtel
Warnings: alternative universe, slash
Disclaimer: This is a work of complete fiction.
Summary: Arcana. A story of love, magic, blood and tears.

Apollo girato su un fianco si sollevò su un gomito e appoggiando la testa al palmo della mano cercò di capire cosa stesse facendo Misa: era più di 20 minuti che era seduto immobile sulla coperta accanto a lui ad occhi chiusi, sembrava una statua e la curiosità di Apollo ebbe il sopravvento
“Misa cosa stai facendo?”
“silenzio, non distrarmi”
Apollo sollevò un sopracciglio
“non ti devo distrarre da cosa?”
“sto cercando di concentrarmi ma se tu parli non ci riesco”
“devi dormire non concentrarti”
Misa stizzito aprì gli occhi e lo guardò furibondo
“è per questo che mi concentro: per calmarmi, così potrò dormire”
Apollo sollevò anche l’altro sopracciglio
“in effetti sembri un po’ nervosetto”
Misa alzò il mento offeso
“lo saresti anche tu al mio posto”
il suo atteggiamento fece sorridere Apollo
“ah si?
Misa lo fulminò con gli occhi
“si e non prenderti gioco di me!”
Apollo avvicinò la faccia alla sua facendolo indietreggiare di scatto
“se non vuoi che mi prenda gioco di te allora smetti di soffiare come una gatta e spiegami cosa ti rende nervoso”
“io non soffio come una gatta! E sei tu che mi rendi nervoso!”
Apollo tornò ad appoggiarsi con il gomito al pavimento sorpreso
“io? E perché scusa? Non ti ho fatto niente”
“perché sono 18 anni che ti aspetto e aspetto e aspetto e aspetto! Mi sono mantenuto puro per te, ma sono fatto di carne e ora che sei qui con me, che dormi con me, che ti lavi con me io … io divento nervoso va bene?????”
Apollo lo fissò in silenzio per qualche istante poi piegò leggermente la testa
“definiscimi bene “mantenersi puro” Misa”
“puro significa puro, incontaminato, lindo, cristallino. Nessuno strappo alla regola. Totale e assoluta fedeltà in attesa che il mio sposo venisse a reclamarmi”
Apollo sbattè le palpebre un po’ sconvolto
“niente di niente? Proprio il niente assoluto?”
Misa sospirò affranto e frustrato
“non ho mai dato nemmeno un bacio Febo …”
“ma tu … voglio dire tu … da solo … cioè … insomma ti sei preso cura di te no?”
il viso di Misa assunse una sfumatura color melanzana che non stava affatto bene con il rosa dei suoi capelli
“nooo! E’ proibito!”
Apollo sbottò
“ma è terribile! Come hai fatto a resistere!”
“l’ho fatto per te! Perchè io sono tuo e tu sei l’unico con cui voglio fare quelle cose e quando soffrivo pensavo al dono che ti avrei fatto quando tu fossi finalmente venuto a prendermi, e allora resistevo” lo guardò con la coda dell’occhio “e i bagni freddi e la concentrazione aiutavano molto”
Apollo era senza parole, rimase per un po’ a guardarlo poi allungò una mano e gli accarezzò una guancia con le nocche
“il mio piccolo Misa”
Misa chiuse gli occhi
“non sono piccolo”
borbottò strusciando la faccia contro la sua mano
“si che lo sei! Sei una piccola gattina fu…”
Misa gli morsicò un dito bloccandogli le parole in gola
“non sono una gattina!”
Apollo agitò la mano in aria dolorante
“diavolo se lo sei! Una gattina selvatica”
poi senza dare il tempo a Misa di replicare lo afferrò e lo ribaltò con la schiena sulla coperta e cominciò a fargli il solletico
“Febooo smettilaaaa”
Misa non sapeva se ridere o piangere, si contorceva ma non c’era verso che riuscisse a liberarsi
“chiedimi perdono e ammetti di essere una gattina selvatica o continuerò fino a che non morirai dalle risate”
“no!”
Apollo rincarò la dose e Misa cominciò ad ansimare
“ti chiedo perdono … perdonooo”
ma Apollo era pignolo
“manca qualcosa”
Misa si arrese
“va bene: sono una gattina selvatica! Ma bastaaa ti prego!”
Apollo smise di torturarlo e Misa sfinito rimase sdraiato ad occhi chiusi cercando di riprendere fiato: le sue guance arrossate, i lunghissimi capelli spettinati che si spargevano sulla coperta come raggi di sole rosa, la sua bocca socchiusa in cerca d’aria
“sei davvero bello”
sussurrò Apollo e Misa aprì gli occhi incontrando i suoi
“certo che sono bello Febo, sono il tuo compagno, i sacerdoti non ti avrebbero scelto certo un Troll come sposo”
Apollo rimase un attimo sconcertato da quella sfacciataggine, poi scoppiò a ridere e si spostò sdraiandosi accanto a lui
“sei una gattina davvero modesta lo sai?”
Misa si imbronciò e con un movimento molto più veloce di quello che Apollo si sarebbe mai aspettato, gli rotolò sopra accucciandosi su di lui proprio come un gatto
“ti concederò di chiamarmi gattino, non gattina! Sono un maschio!”
Apollo rise e Misa gli conficcò le unghie affilate nella carne del petto
“gattino”
sibilò e Apollo annuì
“va bene, gattino”
Misa lo guardò di traverso poi si sistemò meglio su di lui e appoggiò la testa sul suo petto sfiorando il suo mento con la fronte
“ora fai il bravo e fai le coccole al tuo gattino”
Apollo sorridendo infilò una mano nei suoi capelli, l’altra l’appoggiò sulla sua schiena e cominciò ad accarezzarlo, Misa si rilasso al punto da sospirare, si arrampicò un po’ di più e infilò la faccia nell’incavo del collo di Apollo
“oh ma che gattino viziato”
“quando sarò il tuo compagno dovrai viziarmi moooolto di più”
“E chi ha mai detto che tu diventerai il mio compagno?”
“io lo dico”
“ah bhè, allora non ci sono dubbi che sarà così. E dimmi Misa saggio gattino veggente: cosa dovrò fare per viziarti, sentiamo”
“oh bhè mi porterai a passeggio, farai il bagno con me, leggerai per me”
“leggere per te?”
Misa annuì solleticandogli il collo con i capelli
“si, ozieremo nell’ enorme biblioteca della nostra casa, su un pavimento completamente ricoperto di cuscini morbidi e tu leggerai per me tutti i libri che ci sono. Poi ..”
“altri vizi? Non bastano questi?”
“no certo che no! Voglio tutto quello che il mio Febo può darmi per farmi sentire che mi ama e io lo ricambierò allo stesso modo”
Apollo rise, era tanto che non si sentiva così bene, Misa aveva il potere di farlo sentire desiderato, indispensabile, amato.
Continuò ad accarezzarlo mentre Misa gli elencava tutto ciò che voleva da lui, lentamente la sua voce si affievolì, poi scomparve del tutto e Apollo non ebbe bisogno di guardarlo per sapere che si era addormentato, avrebbe potuto spostarlo di lato sulla sua coperta, invece se lo tenne rannicchiato addosso e continuò ad accarezzarlo fino a quando anche lui non prese sonno.

◊◊◊●◊◊◊

“Shhhhhhh … non fare rumore Sese o sveglierai tutti!”
in punta di piedi camminarono tra i loro compagni ancora addormentati nel tentativo di raggiungere i loro giacigli
“ma non potevi farci riapparire direttamente li?”
chiese Sergio e si beccò un’occhiataccia da Fernando
“secondo te non ci ho provato? Ritieniti fortunato che siamo riapparsi qui invece che chissà dove! Ho solo sbagliato di qualche metro”
Sergio inarcò un sopracciglio
“qualche metro? Ma se abbiamo dovuto camminare più di mezz’ora per arrivare qua? Siamo riapparsi in pieno deserto”
Fernando si imbronciò
“non ho fatto apposta … non so bene come si fa …”
e Sergio lo adorò
“hai ragione amore, scusami”
finalmente arrivarono alle loro coperte, si misero comodi e si prepararono a riposare per quelle poche ore che ancora mancavano al sorgere del sole, Fernando era quasi addormentato quando Sergio parlò
“Nando, ascolta, non diciamo a nessuno che sai smaterializzarti ok?”
“perché Sese?”
Sergio esitò un attimo, non sapeva il perché ma aveva la sensazione che fosse meglio così
“non lo so Nando ma sento che è meglio così”
Fernando non mise in dubbio la sua parola
“va bene amore, non lo diremo a nessuno”
e dopo essersi scambiati un bacio dolce e morbido si addormentarono sereni.

◊◊◊●◊◊◊

Il sole sorse e tutti si svegliarono con un solo pensiero in testa: la battaglia.
Non c’era molta voglia di parlare, per lo più i guerrieri affilavano le loro armi concentrandosi per essere pronti al momento giusto. Ognuno di loro conosceva il piano e l’unica cosa che restava da fare era attendere l’ora della partenza.
Ma non tutti sarebbero partiti.
Martin si sedette accanto a Daniel e prese Lys in braccio, la bambina era stranamente silenziosa e non voleva allontanarsi da loro due nemmeno per un attimo
“lo sa” disse Daniel “lei sa che c’è qualcosa che non va”
Martin annuì guardando la piccola che si era rannicchiata contro di lui
“sento la sua paura”
Daniel appoggiò la testa alla sua spalla e accarezzò piano Lys
“pensi che sia una buona idea lasciarla qui con Misa?”
“e che alternativa abbiamo? Non possiamo portarla certo in battaglia con noi”
Daniel sospirò
“lo so ma da quando l’abbiamo trovata è la prima volta che la lasciamo da sola. E se si spaventa? Se scappa?”
“non scapperà perché le nostre cose sono tutte qua e sa che torneremo. Purtroppo anche io credo che si spaventerà ma è inevitabile e lei è una bambina forte. Andrà tutto bene Daniel e stasera saremo di nuovo tutti e tre insieme”
rimasero per un po’ a guardarla in silenzio poi Daniel sollevò la testa
“le facciamo il bagno?”
Martin lo guardò stupito
“il bagno? Ma glielo abbiamo fatto ieri sera”
Daniel lo guardò negli occhi
“lo so, ma lei adora fare il bagno e voglio sentirla ridere”
Martin gli sorrise dolcemente
“va bene, facciamo il bagno alla nostra Lys”
e quello fu il loro modo di esorcizzare la paura.

◊◊◊●◊◊◊

Catalina e Domino uscirono dalla grotta dei cavalli e trovarono Alexis appoggiato ad un muro che li aspettava, Catalina si fece scura in volto, ancora non lo aveva perdonato per quel suo cambiamento repentino
“che succede?”
gli chiese la ragazza e Alexis si staccò dal muro per mettersi di fronte a lei
“tu e Domino siete la mia famiglia”
i suoi occhi grigi fissavano intensamente il volto di Catalina che per un attimo si mostrò sorpresa ma subito riprese l’aria rabbiosa
“si, ho visto, è per questo che sei rimasto con noi dieci minuti ieri sera e poi sei sparito di nuovo con lei”
Alexis non si scompose
“lei è la donna che amo ma voi due siete la mia famiglia”
Catalina strinse forte i pugni
“se è così perché non parli più con noi? Noi abbiamo sempre parlato di tutto invece adesso parli solo con lei, mangi con lei e noi … noi siamo invisibili”
Alexis riconobbe in lei la bambina che aveva incontrato molti anni prima, vide la sua caparbietà, la sua rabbia, la sua fame d’amore.
L’aveva trovata sporca e denutrita in una fattoria del regno del Nord, dove i contadini la tenevano in un recinto all’aperto e la usavano per spaventare i lupi così che non attaccassero il loro bestiame. Quando l’aveva vista, incatenata al muro, infreddolita, sotto la pioggia invernale non era riuscito ad andarsene e a lasciarla li, aveva pagato i contadini e l’aveva portata via con lui. Poco dopo avevano incontrato Domino, ma questa è un'altra storia.
Catalina lo aveva morso e graffiato ogni volta che si avvicinava a lei fino a quando lui non era riuscito ad entrare nel suo piccolo cuore freddo e a conquistare la sua fiducia, da allora l’aveva cresciuta, addestrata e amata come una figlia e ora, in quegli occhi furiosi, vedeva ancora quella bambina
“tu non sarai mai invisibile per me Catalina, tu sei qui” si toccò il petto “e nessuno potrà mai prendere il tuo posto”
le labbra di Catalina tremarono
“tu mi avevi giurato che saremmo sempre rimasti insieme”
“e sarà così Catalina. Ti ho mai mentito?”
la ragazza lo fissò per qualche istante poi scosse la testa
“no”
“e non lo farò mai. Tu hai Domino Catalina, vi amate e io non ho mai pensato che per questo motivo noi ci saremmo separati. Ora io ho incontrato Haxa, era da tanto tempo che cercavo una donna come lei, una compagna giusta per me, la voglio, voglio amarla e voglio che lei mi ami e se sei onesta devi ammettere che se voi due potete essere felici anche io merito di esserlo.”
Catalina abbassò gli occhi
“non andare nell’Ade …”
Alexis sorrise a quel sussurro
“perché no? Era tanto che mi dicevi che volevi vederlo, ho dovuto sedurre la dea Haxa per accontentarti dovresti ringraziarmi”
Catalina alzò la testa inviperita ma quando vide il suo sorriso si addolcì e sbuffò
“sei proprio un idiota”
e Alexis annuì
“in effetti devo ammettere che ultimamente sto dando il meglio di me”
“e io non ho mai detto di voler visitare l’Ade”
Domino accanto a lei si schiarì la voce e lei si imbronciò
“ok forse l’ho detto un paio di volte …”
altro tossicchiare di Domino e Catalina lo fulminò con gli occhi
“va bene! L’ho ripetuto centinaia di volte che ci volevo fare un giro contenti???”
Alexis scoppiò a ridere e sorprendendola la afferrò e la abbracciò
“lasciamiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”
gridò lei ma lui non la mollò
“non ci penso proprio”
e tra risate e urla quello fu il loro modo di esorcizzare la paura.

◊◊◊●◊◊◊

Dae, Calad, Natanian e Blue erano seduti in cerchio ad occhi chiusi, una luce li avvolgeva e vorticava intorno a loro mentre salmodiavano parole che Misa non capiva
“cosa stanno facendo Febo?”
il ragazzo li guardava con occhi enormi e Apollo sorrise
“prendono forza. Quella che vedi luccicare intorno a loro è energia sprigionata dalla terra, gli elfi e i divini usano la natura come fonte d’energia e per la loro magia”
la bocca di Misa formò un cerchio perfetto
“ooh ma è bellissimo pensi che mi insegneranno a farlo se glielo chiedo?”
Apollo scosse la testa
“no Misa, non perché non vogliano ma quello è un potere che hanno solo loro”
Misa si rattristò
“ma anche io voglio saper fare qualcosa. Sono l’unico in questa grotta che non serve a niente”
“non dire così, non è vero”
Misa si voltò verso di lui un po’ scettico
“si che è vero, infatti io devo restare qui a badare alla bambina mentre voi tutti andrete a combattere”
Apollo sorrise e gli fece segno di avvicinarsi, erano vicino al fuoco e Apollo si sedette su una pietra così Misa potè sedergli in braccio
“tu non sei nato per combattere”
“io so difendermi”
Apollo piegò leggermente la testa per poter guardare meglio i suoi occhi dorati
“davvero?”
Misa spinse in fuori un po’ il labbro inferiore
“no … i Sacerdoti non me l’hanno insegnato. Hanno sempre detto che tu avresti pensato a difendermi”
“e avevano ragione”
“ma come posso aiutarti se non posso combattere al tuo fianco?”
Apollo gli sollevò il mento con due dita e gli sorrise
“sapere che mi aspetti è l’aiuto che mi dai”
il cuore di Misa perse un battito e tremò
“io ti aspetterò sempre Febo. Tu tornerai da me vero?”
“certo che tornerò”
“e quando tornerai mi bacerai?”
Apollo rimase spiazzato da quella domanda e non rispose, Misa arrossì e abbassò gli occhi imbarazzato
“scusa non dovevo chiedertelo, perdonami”
poi tutto il suo mondo cambiò.
Sentì la mano di Apollo infilarsi nei suoi capelli, sentì quando la chiuse e lo strattonò delicatamente inclinandogli la testa indietro e con gli occhi sbarrati, lo vide calare sulle sue labbra.
Gli occhi di Misa schizzarono fuori dalle orbite, così come anche il suo cuore, che schizzò praticamente fuori dal petto, Apollo lo stava baciando, il momento che aveva sognato per 18 anni era arrivato e lui pensò di morire per tanta emozione provò.
Chiuse gli occhi e lo stupore si tramutò presto in calore, un calore che partì dalle loro labbra unite e invase tutto il suo corpo, facendolo sentire come se stesse andando a fuoco, avrebbe voluto sapere cosa fare ma davvero non ne aveva la più pallida idea.
Apollo però era bravo a farlo per tutti e due, e quando Misa sentì la lingua del suo Febo che gli chiedeva il permesso di entrare, schiuse le labbra e lo accolse come un assetato accoglie un calice d’acqua fresca.
Si lasciò guidare in quel gioco di lingue, caldo, umido ed intimo, sospirò, miagolò, rispose a quel bacio con tutto se stesso e quando Apollo si staccò da lui rimase ad occhi chiusi tra le sue braccia in completa estasi.
Quando trovò il coraggio di riaprire gli occhi Apollo era li che lo guardava, notò che le sue labbra erano più rosse di prima ed erano bellissime
“Febo …”
fu l’unica cosa che riuscì a sussurrare e Apollo gli sorrise
“dimmi”
“an … ancora”
“gattino viziato”
e quando Apollo lo baciò ancora, Misa pensò che, aver aspettato il suo Febo così tanto tempo, ne era valsa davvero la pena.

◊◊◊●◊◊◊

“Oh per gli Dei era ora!” esclamò Sergio guardando Apollo “pensavo che non lo avrebbe mai fatto”
Artemide e Ares accanto a lui risero e Fernando lo sgomitò
“non fare l’impiccione”
“non faccio l’impiccione! E’ mio zio e voglio che sia felice. Misa è perfetto per lui”
“si lo penso anche io”
replicò Artemide e Ares la guardò sollevando un sopracciglio
“tu non hai mai creduto che un Prescelto potesse davvero diventare il compagno perfetto per tuo fratello. Hai sempre detto che i Sacerdoti erano … aspetta …”
si voltò verso Haxa che poco distante da loro stava parlando con Gholem
“Haxa, Artemide come chiamava i Sacerdoti di Apollo?”
“sciocchi illusi, destinati a vivere un’eterna delusione”
gli rispose la dea dell’Ade, e Ares tornò a guardare Artemide che scrollò le spalle
“evidentemente mi sbagliavo. Non credevo nemmeno in Misa quando è arrivato, ma poi lui mi ha fatto cambiare idea, quel ragazzino ha saputo entrare nel cuore di mio fratello e questo è tutto quello che serve per convincermi”
Ares le sorrise
“quindi non farai niente per dissuadere tuo fratello dal reclamarlo come compagno?”
“no. Se mio fratello desidererà farlo, io sarò felice per lui”
“ah bhè io credo che se continuerà così, Apollo lo reclamerà prima che ce ne rendiamo conto”
disse Sergio ridendo e tutti si voltarono a guardare Apollo e Misa avvinghiati in un bacio di fuoco
Ares rise
“mi sa che ti tocca andare Artemide …”
la dea sbuffò
“si si …”
si alzò in piedi e tutti la guardarono andare verso il fratello, Sergio e Fernando sussultarono quando la videro staccare Apollo di forza da Misa e poi indietreggiare di colpo quando Misa cercò di strapparle la gola con gli artigli
“ma che diavolo ha fatto Artemide??? Perché li ha fermati????”
esclamò Sergio e Ares rise
“ha fatto il suo dovere, Misa è puro e deve rimanerlo fino al momento in cui Apollo lo reclamerà. Lei deve fare in modo che rimanga così”
“ma se è Apollo che lo reclamerà, perché non può starci insieme?”
“primo: perché non siamo sicuri che Apollo lo reclamerà davvero, e secondo: perché la legge dei Sacerdoti dice così”
“certo che Apollo lo reclamerà e questa è una legge idiota!”
borbottò Sergio e Ares lo colpì con uno schiaffo alla testa
“avrei dovuto metterla anche io quella legge su mio figlio, così tu avresti evitato di fare tutti i casini che hai fatto!”
Sergio avvampò e Fernando ghignò sadicamente
“che papà saggio che ho”
Ares diede uno scappellotto anche a lui
“HAY! Ma perché hai picchiato anche meeee???”
Ares lo fulminò con gli occhi
“perché non mi sembra che tu gli abbia detto di no anzi!Vogliamo poi parlare del tuo Legame con Dae???”
Sergio da dietro Ares ringhiò così forte che Fernando impallidì
“ma dovevi per forza ricordarglielo papà???”
sibilò, poi con molta cautela gattonò verso Sergio, che continuava a ringhiare e a fissarlo torvo
“Sese amore …”
“GGGRRRRRRRRRRRRRRRR”
“dai amore non fare così”
“GRRRRRRRRR”
“sai che amo solo te …”
“GRRR”
“lo sai che quando ringhi mi piace tanto?”
“GR”
“dammi un bacino Sese”
“MIAO....”.

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