stavolta in italiano.

Aug 01, 2007 11:32


"Non sembra male."

Questo è stato il mio commento, insieme con la Cri, i primissimi tempi della nostra amicizia, dopo aver visto Harry Potter e la Pietra Filosofale al cinema. Avevo compiuto da non molto dodici anni. Ebbene sì, lo confesso dopo averlo tenuto a lungo segreto: prima di leggere il libro vidi il film, vergogna delle vergogne per una Potter addicted quale sarei poi diventata, ma tant'è.
Con sommo disappunto all'epoca mi resi conto che avevo già passato l'età per ricevere la lettera da Hogwarts. Pensai seriamente ad un errore delle poste, perché c'era qualcosa in quella storia, in quella specie di universo a parte che sentivo che doveva in qualche modo appartenermi, o meglio, io dovevo appartenere a lui.
I giorni successivi mi capitò tra le mani il fascicolo pubblicitario del club del libro di mia madre e mi feci regalare il libro, che non mi richiese molto tempo per leggerlo; il primo libro del genere 'fantastico' che lessi. 
Finito quello, richiesi subito la Camera dei Segreti. E ancora, il Prigioniero di Azkaban. E ancora, il Calice di Fuoco. Insomma, mi rifeci abbastanza del ritardo avuto rispetto a tutti gli altri fan (sebbene all'epoca fossi totalmente all'oscuro dell'esistenza del fandom). 
Puntuale, il 6 Dicembre 2002, a vedere la Camera dei Segreti. Sempre in compagnia della Cri, due tredicenni sempre più adoranti, sempre più nel tunnel della pottermania.
Poco dopo, scrivo la mia prima fanfiction (la vergogna più grossa di tutte e non solo per come era scritta; non ho il cuore di svelarne l'arcano ma basti pensare che le due uniche persone che l'hanno letta -e spero tacciano!- ci hanno praticamente fatto su una parodia, il che è il minimo), mai pubblicata, e sto per raggiungere la via irreversibile del fanatismo quando qualcosa, ad un certo punto, mi ci allontana totalmente.
Un'altra vergogna da aggiungere e da scrivere con la piuma della Umbridge sulla mano: quando uscì, comprai l'Ordine della Fenice, il giorno stesso, sempre con la Cri, leggemmo i titoli dei capitoli tutte eccitate ma inspiegabilmente, irragionevolmente, insensatamente, rimase intoccato e non letto per un anno.
Un anno intero in cui chissà, forse qualcos'altro aveva preso il sopravvento, nel mio periodo prepebuberale di indecente incostanza, che sembravo uno di quei cani randagi che ti ringhiano contro anche se sono feriti.
Eppure, se le avessi lette, quelle cinquecento pagine, avrei visto un Harry isterico e arrabbiato col mondo e da qualche parte avrei capito che condividevamo la stessa isteria.
A quasi quattordici anni la Cri mi mise il guinzaglio, mi trascinò a vedere il Prigioniero di Azkaban ai primi di giugno e io rivedendo il mio primo amore, ebbi un tale ritorno di fiamma che mi gettai subito sul quinto libro, che lessi in nemmeno due giorni.
Nelle ultime pagine, quelle della battaglia al Ministero, dovetti fermarmi cinque minuti per respirare dall'emozione e dal batticuore. Come avevo fatto a stare senza? Come avevo potuto dimenticarmelo su uno scaffale della libreria in quel modo?
Da allora non me ne staccai più, più, più. Entrai nel pieno del fandom e conobbi persone di una tale genuinità, dolcezza e simpatia che mi stupivo esistessero sul serio. Tutte legate dalla stessa forte, tenace, intensa passione: Harry Potter.
Per Harry ho scritto tra una cosa e l'altra più di cinquecento pagine di fanfics. Per Harry ho preso su in una giornata di Luglio con 33° all'ombra ed in tre giorni mi sono letta tutto il Principe Mezzosangue con un inglese che manco sapevo di possedere. Con le lacrime agli occhi. Per Harry sono andata a Londra perché non potevo aspettare di vedere il Calice una settimana dopo del resto del mondo, dovevo vederlo subito, e là l'ho sentita davvero, l'atmosfera, la folla che quando le porte si sono aperte si è gettata nel cinema in uno scintillio di sciarpe rosso e oro. Per Harry, due anni dopo, dieci giorni fa, ho preso su, un'altra giornata con 30° all'ombra, per essere tra i primi ad averlo in inglese, lui, il settimo, la fine, il più importante, the Deathly Hallows. 
Rintanata in casa al mare, alcun contatto umano, alcun contatto con televisione, computer, giornali, solo io, il divano, DH tra le mani e gli occhi costantemente spalancati.
Il lunedì sera l'ho finito e le mie condizioni sembravano quelle di una che è appena stata mollata dal suo grande amore: con gli occhi pieni di lacrime, i capelli spettinati, il gelato al cioccolato in mano, eppure più di un sorriso nel ricordarsi le parti migliori. 
Io e 'Harry' ci siamo presi e lasciati, ma io questa saga l'ho amata sul serio, l'ho amata sinceramente e di un amore autentico proprio perché tra tutti gli alti e bassi non ho mai davvero smesso di amarla.
E ora che sono tornata, e vedo gli sguardi o leggo le parole degli altri fans penso che va bene, forse nessuno di noi ha ricevuto la fatidica lettera da Hogwarts, forse nessuno di noi è mai riuscito a bussare al mattone giusto per entrare a Diagon Alley, ma una magia qui da qualche parte dev'esserci stata.
Noi che siamo cresciuti con Harry, Ron ed Hermione, noi che per un attimo almeno abbiamo davvero passeggiato per i corridoi di Hogwarts, abbiamo protestato contro le ingiustizie, ci siamo vergognati delle prese in giro, abbiamo guardato Voldemort negli occhi, abbiamo riso e abbiamo pianto, noi abbiamo ricevuto questa cosa speciale mai verificatasi nella storia. Delusi o non dalla fine della saga, la maggior parte di noi ha lo stesso sguardo un pò perso.
Quello che ci porteremo dietro sarà più potente di un Incanto Patronus anche se non avrà forma.

"Non esisterà mai più un libro simile."
"Sono d'accordo."



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