Apr 02, 2009 23:46
Non ho voglia di andare a dormire perché questo significa inesorabilmente avvicinarmi a domani. E la prospettiva è grigia.
Devo riuscire ad organizzare il tempo per fare l'esercitazione di Tari e non perdere un'ora di fotonica. Come?
Certo direte, gran bei problemi che ti affliggono.
Ma non ho solo problemi seri io, ho anche problemi del cazzo. Che non richiedono le soluzioni più complicate o le elucubrazioni di re e regine della filosofia o della frenologia per trovare risposta.
Anche perché la caratteristica principe è che non la hanno, la risposta.
Sono stanchissimo ma non ho voglia di andare a dormire. Mi si chiudono gli occhi anche seduto, ma non ho intenzione alcuna di andare a dormire.
Anche l'euforia di Milano è passata. Certo finire a letto dopo tre giorni non aiuta a scaricare l'adrenalina accumulata, serve solo per farla decadere come un esponenziale con l'esponente contrariato.
E in tutto questo oscillare penso a quanto non sopporto più neanche le cuffie nelle orecchie, a dove sono finiti i miei plettri viola, a quando cambierò le corde, a quanto andrò avanti con l'autoradio dove non si legge il display, a cosa inventerò per non arbitrare tra due settimane.
Mi diverto con le piccole stronzate, mi ha stancato pure il rock, ora canto i baustelle in macchina. Trovo un filo di gioia nella fotonica, perché mi sembra di capirla, di riuscire a seguirla. Mi dicono che siamo in pochi a poterla comprendere in quel modo, ovviamente questo non fa altro che gonfiare il mio ego già di per se abbastanza pieno d'aria. Non mi muovo da dieci giorni, avrei voglia di uno di quei match talmente del cazzo che passo i primi 20 minuti senza fiato per le risate, e i restanti 40 a incazzarmi con carletta perché è la solita sega. Ma ho necessità folle di segnare di nuovo ed esultare a modo mio, così scontato e così prevedibile, così macchietta, che tutti sembrano quasi aspettarlo! Oh quanto amo quell'esultanza. Quanto amo i cliché. Ecco perché aspetto impaziente pasquetta. Forse è l'unico momento per il quale vivo un po' di attesa, e mi sforzo per arrivare. In due, in tre, in quattro, in venti, uscire nel giardinetto se fa sole o nella veranda se piove, rubare un po' di legna zuppa dai vicini, e scaldare al fuoco gli avanzi di tutti i pranzi. Il silenzio della pasquetta, aaaah.
Quello che proprio ti sembra che sia un giorno tristissimo, e forse lo è, e te ne rendi pure conto, ma è così piacevole che fai finta di niente e per una volta ti godi qualcosa senza calcolare rischi e velocità di decadimento.
Ok sono abbastanza sveglio per andare a dormire. Ciao belli