Jul 23, 2008 23:46
Scrivere titoli (ed espressioni in genere) in inglese strampalato è una cosa che mi ha sempre divertito.
Oggi introduzione scarna, perché ho tanto da dire (ma noo, finalmente un po' di contenuti!)
## A Day in Mr.Mediomen's life ##
Mr.Mediomen come dice la parola stessa, è un uomo medio, anzi, un giovane medio che troppo poco spesso varca la soglia di casa. Si abboffa di filmati su youtube, chattate su argomenti futili sino a tarda notte, musica in cd e cassetta e grandi letture di recensioni.
Poi arriva, il giorno del concerto in spiaggia, suona il gruppo che ti piace e pensi "diamine, finalmente vedo qualcosa dal vivo".
E cosa ti riesce meglio fare? Imitare youtube ovviamente. Ma non ti rendi conto che sei da solo con i tuoi 3 amici di MySpace saltando e sbattendo su loro e sui poveri vicini, sì entusiasti, ma che si son resi conto che davanti c'è una cover band che suona su una spiaggia, non il gruppo.
Certo c'è chi riesce a pogare per tutto un concerto degli Afterhours, pure sulle ballate, sempre in 3-4, compagni di paese e di dischi.
E' giusto che tutti facciano esperienza, ma non sulle schiene degli altri. Se non sanno come comportarsi, continuino a guardare youtube.
## The Good, The Bad, The Ugly ##
Puoi fare un album buono, e tutti se lo ricorderanno e lo useranno come metro di paragone. Ci sarà sempre qualcuno che per presentarti prenderà un pezzo da lì, e qualcuno che te ne porterà uno da autografare, o lo citerà tra le sue influenze maggiori.
Puoi fare un album cattivo, tutti se lo ricorderanno perché non sei riuscito a mantenere lo standard dell'album precedente, fantastico. Se ne parlerà tanto, ci sarà chi lo amerà e chi lo odierà, e bene o male verrà sempre citato.
Poi, puoi perdere completamente le idee, e fare un album brutto. Puoi chiamarlo I Milanesi ammazzano il Sabato, perché anche quell'ultimo briciolo di inventiva ti è sparito.
Puoi riempirlo di pezzi brevi quanto le canzoni dei greenday, raffinare i tuoi testi sino a farli diventare autocelebrativi (di loro stessi, i testi, s'intende).
E produrre un album raffinato, con arrangiamenti ricercati e sonorità "costose".
Peccato solo per l'accozzaglia di pezzi frettolosamente scritti e musicati. Falsetti fuori luogo e a tratti irritanti, testi senza musicalità e scarsi di significato, musiche spesso devo ammetterlo imbarazzanti.
Senza tecnicaglia o virtuosismi gli afterhours mi avevano sempre colpito per una compattezza di suono unica, una amalgama mai banale ed estremamente efficace nella sua semplicità.
Canzoni su una progressione di tre accordi (male di miele, plastilina, rapace) o incentrate su dissonanze (giovane coglione, mi trovo nuovo) che avevano, se non un loro significato, una loro dimensione. Riuscivi chiaramente a cogliere la dissonanza, a sentire un certo effetto durante l'ascolto.
Pochi Istanti nella lavatrice, ed è solo febbre sono un minestrone di suoni, dove regna solo l'anarchia e dove vuole che passi solo il concetto. Sbagliato, non è fare musica. Si chiama poesia con rumore.
Poi il cliché. Tutto Domani, un estrapolato di sound e composizione dei tempi di Hai Paura del buio.
Un concentrato slegato di ballate, rumore, ninne nanna e pezzi cuscinetto.
Mi aspettavo un prodotto ormai profondamente diverso da quello che era stato il sound afterhours per tanti anni, ed era giusto così, cambiare. Ma speravo in un po' di qualità musicale.
Per inciso. Dall'altro lato, gli unici artisti italiani che seguo, ovvero Baustelle, si son riproposti con un album fotocopia del penultimo, con lo stesso vizietto di andare a infarcire i testi e gli arrangiamenti di troppi orpelli.
Una cosa li accomuna, l'uscita dall'underground. Spero che non sia stata quella, perché se è ancora colpa di mtv, io m'incazzo forte
misc,
rock