Titolo: Strong blod
Autore:
geo_lupinFandom: Doctor Who
Personaggi: Madame Vastra/Jenny Flint
Parte: 1 di 1
Rating: G
Prompt: Nessuno ti porterà mai via da me
Parole: 3167
Riassunto: Vastra è sparita e toccherà al Dottore aiutare Jenny e Strax a ritrovarla.
Tabella:
♔ ♚ Il fatto di avere tanti amici implicava avere molte responsabilità, e ben poco tempo per ognuno di loro. Il Dottore era sempre in viaggio da un capo all’altro dell’universo per salvare ogni forma di vita senziente possibile. E poi arrivava il giorno in cui qualcuno aveva bisogno di lui, la sua carta psichica diceva chiaramente “Dottore, me l‘hanno portata via, aiutami.” E lui sapeva di dover correre più veloce della luce.
Quando arrivò al numero 13 di Paternoster row era una fredda mattinata autunnale, di quelle ormai troppo fredde per stare all’aperto, ma ancora gradevolmente tiepide da non accendere il camino. Annusò l’aria che lo circondava, l’odore di foglie in decomposizione e pioggia sull’asfalto era un mix interessante e sempre piacevole, ma non era quello l’odore che cercava. Bussò tre volte alla porta blu e subito Strax il Sontaran si affacciò con il suo smoking ridicolmente stretto.
«La stavamo aspettando, Sir.» Disse facendo uno scatto per lasciare libera l’entrata. La casa era insolitamente buia, insolitamente impolverata. Deglutì attendendosi una Vastra infuriata e fuori da ogni umana, e Siluriana, grazia. Si diresse titubante verso la serra, ma non c’era traccia di anima viva.
«Al piano di sopra.» Lo informò Strax trotterellando dietro di lui.
«Grazie.» Sussurrò quasi a non voler disturbare la quiete di quella casa, salì un gradino dopo l’altro e a metà della scala cominciò a sentire un suono soffocato, decisamente si sarebbe aspettato maledizioni e oggetti rotti, invece quello era un suono che non poteva certo venire da un Siluriano.
I Siluriani non potevano piangere. Non era Jenny quella in pericolo.
Aprì la porta della stanza con circospezione, il corpo dell’umana era riverso tra le lenzuola in disordine scosso dai singhiozzi.
«Jenny!» Se da una parte gli dispiaceva per la ragazza dall’altra era più sollevato. Sicuramente Vastra sapeva cavarsela in situazioni estreme, e forse era già sulla via del ritorno. Si avvicinò al letto ed iniziò ad accarezzare la testa di Jenny.
«Dottore. Se la sono presa, come posso fare io? Devi aiutarmi, ti supplico.» Articolò a fatica tra i singhiozzi, con gli occhi gonfi e arrossati e le guance rigate di lacrime.
«Andrà tutto bene, vedrai. Andiamo giù a fare una tazza di tea e poi mi racconterai quel che è successo.» Cercò di incoraggiare la ragazza aiutandola a sollevarsi. Fecero come suggerito dal signore del tempo e, una volta davanti a delle tazze di tea fumante, il Dottore poté cominciare a porre le prime domande.
«Prima di tutto: Chi ha portato via Vastra?» Jenny sembrava sul punto di scoppiare nuovamente a piangere, il Dottore le prese dolcemente la mano incoraggiandola.
«Sono venuti in tre di loro.» Fece una pausa per ricacciare indietro il nodo che si era già creato nella sua gola.
«Hanno fatto irruzione in casa mentre ero fuori a fare commissioni. Strax era nel cortile a strigliare il cavallo e quando si è accorto, Vastra era già in difficoltà.» Jenny prese una lunga sorsata di tea nascondendo il viso, pronto al pianto, dietro la tazzina.
«Sono riuscito ad avere la meglio su due invasori, signore, ma il terzo è riuscito a fuggire con la Signora che era svenuta.» Disse orgoglioso il guerriero battendo con il pugno sul petto.
«Quando sono tornata ho trovato questa a terra, dove Strax dice di aver visto Vastra perdere conoscenza.» Aggiunse Jenny tirando fuori da uno dei cassetti, un piccolo involto.
Il Dottore lo aprì con circospezione, all’interno c’era una siringa.
«Questo non è del vostro mondo.» Disse attento mentre annusava e analizzava il liquido giallastro che ancora sporcava le pareti dell’attrezzo.
«Ah no, giusto, non ti abbiamo detto che quelli che sono venuti a prenderla erano Siluriani.» Il volto di Jenny era scuro e preoccupato mentre lo diceva.
«Siluriani?» Il Dottore strabuzzò gli occhi, non poteva credere alle sue orecchie. Da dove venivano, perché si trovavano lì? Dopo tutto allora Vastra poteva essere veramente molto in pericolo.
«Ho paura Dottore, paura che non la rivedrò mai più.» Le mani di Jenny sulla tazzina tremavano e l’uomo le circondò con le proprie.
«Ti prometto che la troveremo, e la riporteremo indietro.» Le disse nel tono più rassicurante che riuscì a trovare mentre Jenny annuiva e i suoi occhi si facevano nuovamente lucidi.
Per prima cosa avrebbero dovuto scoprire cosa ci facevano dei Siluriani svegli a Londra in quel periodo. Setacciarono a piedi tutta la città, spartendosela in zone e la prima sera, quando tutti esausti tornarono a casa, non portarono alcune buone notizie. Avevano bisogno di un piano. Srotolarono nell’ottagonale tavolo dello studio un’enorme cartina di Londra.
«Pensa Jenny, se tu fossi un Siluriano, dove ti nasconderesti?» Domandò il Dottore pensieroso.
«Se io fossi in Vastra?» Chiese Jenny studiando la mappa attentamente.
«Non intendo se tu fossi Vastra, se tu fossi lei probabilmente la risposta sarebbe: nel luogo dove ci sei tu. Ma pensa a lei quando vi eravate appena conosciute.» Cercò di suggerirle l’uomo mentre Strax si preparava già alla battaglia.
«Cosa stai facendo?» Gli domandò il Dottore preoccupato di vederlo imbracciare un fucile.
«Mi preparo per l‘attacco, Sir. Propongo un attacco laterale combinato, con mine, acido e granate.» Si infiammò subito il Sontaran attirando su di lui due paia d’occhi biasimanti.
«Penseremo all‘attacco solo se ce ne sarà bisogno, per ora dobbiamo ancora scoprire dove si trova Vastra. Jenny, idee?» Domandò il Dottore riportando la concentrazione nella stanza.
«Ci sono dei tunnel della metropolitana in costruzione. Possono essere stati svegliati in quel punto, come è successo a Vastra, e successivamente essere tornati laggiù.» Disse Jenny indicando il punto della mappa dove recentemente avevano dato via a nuovi lavori di ampliamento.
«Eccellente!» Si congratulò il Dottore che pensava che quei tunnel stavano dando più problemi che benefici.
Decisero di riposare quella notte per iniziare le ricerche l’indomani, ma Jenny non riusciva a dormire tranquillamente, immagini di Vastra in difficoltà, rapita e magari torturata, invadevano il suo sonno senza farla riposare.
Il mattino seguente, Strax e Jenny erano pronti con le loro migliori divise da combattimento, muniti di spade e pistole laser. Jenny accarezzava malinconica la spada di Vastra sul suo petto. L’avrebbe portata con sé, sua moglie avrebbe potuto averne bisogno. Si incamminarono di buon ora, i tunnel erano molti e, i loro nemici, potevano nascondersi ovunque sotto la città.
Arrivarono al cantiere dei lavori, tutto sembrava abbandonato da tempo. Jenny aveva sentito di una maledizione che sembrava avesse spaventato a morte gli operai, con tutta probabilità i mostri del sottosuolo di cui parlavano erano i Siluriani risvegliati. Si calarono con facilità fin dentro la terra, tutto era buio e umido, Jenny aveva i brividi e il Dottore la rassicurò mettendole un braccio sulle spalle. Avanzarono per diversi metri fino a che non trovarono, affioranti dal terreno, delle strutture che al Dottore parvero subito familiari.
«Capsule d‘ibernamento, guardate, ce ne saranno almeno una decina in questo punto.» Puntarono la torcia nella direzione dove sembravano portare gli scavi e dovettero strizzare gli occhi nell’oscurità per poter vedere meglio. Avanzarono di qualche passo, Strax in avanscoperta, fino a che non lo sentirono minacciare, qualcosa o qualcuno.
«Le ordino di non muoversi, siete sotto attacco.» Il Dottore si affretto immediatamente e raggiunse il Sontaran.
«È morta, Strax.» L’informò l’uomo vedendo il Siluriano. Jenny accorse con il cuore in gola, si trattava forse di Vastra?
Voltarono il corpo, tolsero la maschera di protezione e tirarono un sospiro di sollievo, anche se molto somigliante quella non era decisamente Vastra.
«Questo posto è pericoloso, devono essere fuggiti altrove.» Constatò il Dottore tornando a contare quante capsule erano state svuotate dai loro ospiti.
Tornarono all’aria aperta, diretti all’entrata successiva. Fortunatamente a quell’ora del mattino non c’era ancora molta gente che frequentava la metropolitana. Scavalcarono i cancelletti senza farsi vedere e, dopo che Jenny ebbe forzato un paio di serrature finalmente entrarono nel cuore della metropolitana. La donna si sorprese nel vedere la grandezza di quel posto, ingranaggi alti come un edificio facevano un baccano infernale. Sorpassarono presto quel luogo diretti sempre più nel ventre della terra. Il Dottore estrasse il suo cacciavite sonico in cerca di qualche segnale, camminarono per diversi minuti prima che l’aggeggio desse qualche segno di vita. Attraversarono un tunnel non illuminato, il rumore dell’acqua era sempre più vicino, e furono certi di essere finiti nelle fogne.
«Geniali.» Si lasciò scappare il signore del tempo allungando il passo mentre gli altri due si guardavano perplessi. Appena fuori dalla scura galleria finirono in un corridoio il quale aveva un’illuminazione decisamente troppo futuristica per essere del diciannovesimo secolo.
«Luci al LED? Oh andiamo, vogliono proprio farsi scoprire!» Borbottò il Dottore correndo verso una porta a tenuta stagna.
«Sembra volerci un codice d‘accesso.» Disse Jenny la quale sapeva che i suoi attrezzi da scassinatrice non potevano nulla contro quella tecnologia. Il signore del tempo le strizzò l’occhio e in meno di un secondo, con il suo cacciavite sonico bruciò la centralina facendo così aprire le porte.
«Credo che ora ci abbiano notato.» Farfugliò l’uomo con il papillon.
«Prepararsi al combattimento.» Intervenne Strax imbracciando il suo fucile.
«Voi state qui, sorvegliate l‘area, io proseguirò in questa direzione.» Ordinò il Dottore, e prima che Jenny o Strax riuscissero a protestare per questa decisione, l’uomo era già sparito.
«Non posso stare qui ad aspettarlo, devo trovare Vastra.» Si impuntò Jenny correndo dietro all’uomo, e non lasciando molta scelta a Strax che la seguì.
Intanto il Dottore si era trovato davanti ad un bivio, ma grazie al suo cacciavite era riuscito a trovare la via esatta.
Arrivò alla fine del corridoio, dove già lo stavano aspettando, armate, due guardie.
«Salve, devo essere caduto in un tombino, e ora non so dove mi trovo, voi potreste gentilmente … » Le due guerriere non lo lasciarono finire la frase che lo interruppero.
«Nostra sorella dice di volerti vedere.» Dissero in coro.
«Oh bene, quindi, portatemi da lei.» Disse cercando di sembrare il più felice possibile.
Aprirono una delle cinque porte che si stagliavano dietro di loro e all’interno della quale c’era una specie di studio senza finestre. La luce era artificiale come in tutto il tratto che aveva percorso precedentemente.
«Vi siete sistemati proprio bene qui.» Disse ad una figura di spalle, la quale non appena sentì la voce si girò con un sorriso.
«Che piacere averti qui, Dottore.» L’uomo fu felicissimo di riconoscere Vastra sana e salva.
«Vastra, vecchia mia, ci hai fatto prendere un colpo! Perché non sei tornata a casa? Ti stanno tutti aspettando.» Il fiume di parole fu interrotto dallo sguardo spaesato del Siluriano.
«Chi è Vastra?» Domandò il rettile lasciando interdetto il Dottore.
«Il mio nome è Rakyel.» Disse Vastra con candore.
«Sono quasi sicuro che ti stai sbagliando.» Intervenne l’uomo cercando di non allarmare la sua interlocutrice.
«Lei è Rakyel, una delle nostre sorelle.» Un uomo rettile fece la sua comparsa nella stanza e iniziò a spiegare.
«Ci siamo risvegliati poco più tardi di un anno fa, siamo stati strappati dal nostro sonno da degli umani che scavavano nella terra. Inizialmente frastornati ci siamo ritirati più in profondità, cominciando a cercare i nostri simili, eravamo solo in due, ma le capsule delle nostre sorelle, e dei nostri fratelli erano state anch‘esse danneggiate. Ci svegliammo in una decina.» Il Dottore collegò immediatamente la vista delle capsule vuote di quel mattino, una decina in tutto.
«Pensavamo che nostra sorella Rakyel fosse perduta, ma poi una sera di qualche settimana fa la vidi sul molo. La seguii e vidi che era stata rapita da quelle sporche scimmie, così decidemmo di liberarla da loro. Dovevano averla ipnotizzata, perché inizialmente si ribellava a noi, ma ora finalmente è tornata a casa, vero?» Domandò l’uomo avvicinandosi a Vastra.
«Vi state sbagliando, lei non è la vostra sorella, io l‘ho vista sotto gli scavi, non ce l‘ha fatta.» Cercò di farli ragionare il Dottore, ma sembrava tutto vano.
«Dimmi come ci conosciamo, allora.» Domandò il Dottore.
«Ho letto di te, semplicemente.» Disse Vastra sollevando un tomo dalla sua scrivania e l’uomo poté vedere chiaramente una sua foto tra le pagine del libro.
«Come hai avuto questa foto?» Il Dottore ricordava bene il giorno della fotografia, era il matrimonio di Jenny e Vastra, e loro insistettero per avere anche lui tra le loro poche fotografie.
«Non lo so, presumo di averla sempre avuta.» Disse confusa Vastra tenendosi la testa tra le mani.
«Basta ora!» Tuonò il Siluriano che sembrava essere il più anziano.
«Ti preghiamo di lasciare questo posto per sempre, oppure dovremo ucciderti.» Lo minacciò, ma il Dottore sperava tanto di sapere cosa avrebbe fatto Jenny. Doveva averlo seguito per forza, e se i suoi calcoli erano giusti in questo momento doveva trovarsi non lontano da lì.
«Cerchiamo di ragionare, signori. Non c‘è bisogno di scaldarsi. Volevo solo ricordare a Rakyel che Jenny l‘attende.» Giocò la sua ultima carta, nella speranza di risvegliare qualcosa nella mente del Siluriano.
«Come conosci il nome di mia moglie?» Domandò impressionata, e il Dottore esultò silenziosamente.
«È li fuori che ti aspetta.» Cercò di convincerla.
«Questo è impossibile, Dottore, lei è morta, non è sopravvissuta all‘ibernazione.» Cercò di spiegare Vastra.
«Ibernazione? Jenny è umana, non è mai stata ibernata.» Gli rivelò l’uomo facendo scoppiare a ridere i presenti.
«Umana? Chi di noi si mischierebbe mai con quelle scimmie puzzolenti e orribili?» Il Dottore non voleva arrendersi, ma dove diavolo erano finiti Jenny e Strax?
Un rumore di detonazione e clangore di spade fece tirare un sospiro di sollievo al signore del tempo. Era arrivata finalmente.
Vastra e l’altro Siluriano controllarono sul monitori quello che stava accadendo fuori dalla porta.
«Portateli qui.» Ordinò Vastra senza sapere neppure lei il perché di quell’ordine, e ora si ritrovavano tutti nella stessa stanza.
«Vastra, sei viva!» Jenny avrebbe voluto fiondarsi direttamente tra le braccia di sua moglie, ma un altro Siluriano la stava trattenendo.
«Ti sbagli scimmia, non sono questa Vastra che continuate a nominare. Il mio nome è Rakyel.» Le spiegò in modo spiccio, e Jenny sentì il suo cuore spezzarsi.
«Stupida vecchia lucertola, ti riconoscerei tra mille Siluriani.» Cercò di dire Jenny nonostante il nodo che le si era stretto nella gola. Vastra parve confusa, guardava il volto di Jenny con insistenza e qualcosa pareva muoversi all’altezza del suo stomaco.
«Andiamo sorella.» Disse il Siluriano trascinando Vastra di peso. «Per quanto riguarda questi tre, giustiziateli.» Sentenziò senza mezzi termini.
«Aspetta fratello.» Cercò di fermarlo Vastra che si sentiva sempre più confusa.
«Stanno cercando di confonderti, ti riporteranno via da noi. È questo che vuoi? Non rivedere più la tua famiglia?» Domandò cercando di trascinarla verso la porta.
«IO sono la sua famiglia! Non voi impostori!» Gridò Jenny cercando di lottare contro chi la teneva ferma.
«Vastra ti prego, non puoi esserti dimenticata di me, di noi. Delle tue vere sorelle che sono morte molti anni fa in quei tunnel della metropolitana.» Jenny e Strax cercavano di divincolarsi dalla presa dei Siluriani che li tenevano e che avevano afferrato anche il Dottore.
La donna rettile si sentì improvvisamente curiosa di sapere di più su questa Vastra di cui parlavano e si liberò della presa del fratello per fiondarsi verso Jenny.
«Lasciala.» Ordinò alla sorella che la stava tenendo, e la ragazza sentì rinascere la speranza. Jenny l’abbracciò di slancio, subito il Siluriano si irrigidì ma le sue braccia cinsero amorevolmente la ragazza come avevano fatto milioni di volte, anche se in quel momento la proprietaria non se lo ricordava. Tutti erano in religioso silenzio, attendendo una qualsiasi reazione da parte della coppia, la tensione era in ambedue le parti, se il Dottore sperava di far tornare la memoria danneggiata di Vastra, i rettili erano convinti che il suo sangue Siluriano avrebbe prevalso sopra ogni cosa, e Rakyel sarebbe tornata con loro.
Vastra accarezzò con titubanza la testa di Jenny, i suoi capelli, che strani che erano, lei non ne aveva, era così attratta da loro, li trovava così setosi sotto le sue dita, ma lei già questo lo sapeva. Come poteva saperlo?
La sua testa vorticava sempre più veloce. Frasi sconnesse le tornavano alla mente. Immagini di un passato che le doveva appartenere in qualche modo.
Una giovane ragazza che la ringraziava di averle salvato la vita, una casa accogliente con una ragazza radiosa che l’attendeva dietro la porta. La sensazione di beatitudine al loro primo bacio, il calore del loro amore, la felicità cristallina il giorno del loro matrimonio.
Frastornata sarebbe caduta a terra se non ci fosse stata la presenza dell’altra a tenerla.
«Jenny.» Sussurrò tenendosi la testa tra me mani.
«Sono qui amore mio.» La rassicurò l’umana al limitare del pianto.
«Mi hanno raccontato delle menzogne, dicevano che eri morta, non so come ho potuto credergli.» Cercava di giustificarsi Vastra sempre più cosciente di chi era realmente.
«Va tutto bene ora.» La rassicurò Jenny prima di sentire le labbra di Vastra sulle sue.
«Abbiamo perso contro quell’umana insignificante, la nostra razza fiera sconfitta da una scimmia.» I Siluriani erano ormai rassegnati.
«Non è una insignificante scimmia. È mia moglie.» Chiarì Vastra ricevendo sibili di disapprovazione da parte dei suoi simili.
«Se avete deciso di risparmiarci avrei una soluzione per tutti quanti.» Si intromise il Dottore con il suo solito sorriso sornione.
«Sentiamo, ma se la cosa non ci piace vi uccideremo tutti comunque.» Gli uomini rettile seppur ancora arrabbiati con tutti loro ascoltarono il Dottore che gli promise di portarli tra i loro simili, in un villaggio sotterraneo che aveva scoperto anni addietro e dove sarebbero stati felici di accoglierli. Anche se ancora titubanti i Siluriani accettarono non prima di essere tornati dalla loro vera sorella defunta e averle dato degna sepoltura secondo i loro riti.
Finalmente Jenny, Vastra e Strax poterono tornare a Paternoster row tutti insieme. Il Sontaran capì subito che non c’era posto per lui in quel momento e, farfugliando di bombe e granate, si dileguò.
La donna-rettile non si capacitava di quello che le era successo. Spiegò a Jenny di quando si era risvegliata attorniata da altri Siluriani, frastornata da quella che in quel momento non sapeva fosse una droga sintetica sviluppata dai suoi simili, di come avevano iniziato a chiamarla Rakyel e a dirle che era appena stata svegliata dall’ibernazione. Avevano iniziato a raccontare storie che non le appartenevano, e quando lei aveva cominciato a chiedere di Jenny avevano costruito l’ennesima bugia.
«Scusa, scusami tanto.» Vastra era ancora abbattuta per tutto quello che era accaduto negli ultimi giorni.
«Non devi scusarti, tesoro.» Cercò di rassicurarla Jenny potendo nuovamente tornare ad accarezzare le creste della sua amata.
«Come ho potuto dimenticarti?» Il volto affranto di Vastra ricordava a Jenny quello di un gattino sperduto.
«Non mi hai mai dimenticata, ti hanno solo fatto credere che ero diversa.» Jenny la baciò profondamente, nulla era meglio per farle capire che tutto era passato ed erano realmente, finalmente nuovamente insieme.
«Già. Nessuno ti porterà mai via da me.» Disse il Siluriano più rilassata, stretta tra le braccia di sua moglie.
«Già, nessuno.» E con un sorriso si baciarono e passarono ore nella loro stanza a riconfermare quanto forte e potente fosse il loro amore.
FINE.