Ho conservato la tua cravatta.

Sep 23, 2013 21:59

Titolo: Ho conservato la tua cravatta.
Autore: geo_lupin
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Madame Vastra/Jenny Flint
Parte: 1 di 1
Rating: K+
Prompt: Ho conservato la tua cravatta.
Parole: 1006
Riassunto: Era morta. Morta tra le sue braccia in battaglia, colpita alle spalle e ferita mortalmente. Il sangue di Vastra le si gelò nelle vene.
Note: Morte di un personaggio, angst, what if?
Tabella: ♔ ♚



Era morta. Morta tra le sue braccia in battaglia, colpita alle spalle e ferita mortalmente. Vastra era accorsa immediatamente, uccidendo, strappando il cuore all’assalitore di Jenny. Il sangue le si gelò nelle vene, dalla schiena della ragazza uscivano copiose quantità di liquido rosso. Vastra tentò di arginare la ferita mentre le sue stesse mani venivano ricoperte di sangue.
«Jenny, Jenny!» Gridava il nome della giovane che ora giaceva tra le sue braccia faticando a respirare.
L’umana allungò una mano e accarezzò il volto del Siluriano.
«Va tutto bene, va tutto bene.» Cercava di sforzarsi di sorridere anche se Vastra si rendeva conto che la situazione era disperata.
«Non mi lasciare Jenny, devi resistere, hai capito? Devi solo aspettare che arrivi il Dottore, vedrai, lui troverà una soluzione.» Cercava di tenerla conscia mentre le accarezzava il viso e i capelli posandole lievi baci sulla fronte.
«Va bene così.» Jenny si sforzava di parlare nonostante il dolore atroce che sentiva alla sua schiena.
«Shh, shh… non ti sforzare, risolverò ogni cosa, te lo prometto.» Vastra parlava velocemente, l’agitazione nel suo petto e la consapevolezza della gravità della situazione non riuscivano a renderla lucida.
«Sono stata felice…. tutti questi anni, con te.» La ragazza pareva serena, ormai sapeva che per lei non c’era più nulla da fare, ma aveva ancora molte cose da dire a Vastra, la quale invece non voleva arrendersi.
«Ce ne saranno ancora tanti altri di anni amore mio, vedrai.» No, lei si rifiutava di arrendersi e anche Jenny avrebbe dovuto fare lo stesso.
«Sei stata la mia salvezza… la mia felicità… la mia roccia… l‘amore della mia vita.» Finì la frase in un sussurro per lo sforzo mentre Vastra posava leggeri baci sul palmo della sua mano.
«E tu sei stata e sarai sempre la mia. Non puoi lasciarmi.» Il Siluriano sapeva che questo poteva accadere, ma non in quel momento, sarebbe dovuto accadere molti e molti anni dopo, quando entrambe sarebbero state troppo stanche e anziane per combattere. Invece Jenny stava morendo nel fiore dei suoi anni.
«Ti amo Vastra. Devi essere forte, continuare a vivere. Devi promettermelo.» Riuscì a sussurrare con un sorriso sul volto e una lacrima che le scendeva lungo la gota insanguinata.
«No, io non ti prometto nulla, devi vivere, capito? Ti amo tanto Jenny.» Riuscì a dirle con un nodo in gola prima di chinarsi per un ultimo bacio, prima che Jenny la lasciasse a vagare da sola in questo mondo.

Ogni giorno da quando Jenny non c’era più era straziante, ogni cosa era diventata senza senso, ogni azione inutile ogni persona insignificante. Era rimasta giorni e giorni sdraiata sul pavimento di casa incapace di muoversi dal momento esatto in cui era tornata nell’abitazione senza la sua preziosissima Jenny.
L’avevano sotterrata nel cimitero principale, erano in tanti per dirle addio ma a lei non interessava. Non aveva parlato con nessuno, era rimasta semplicemente sotto al suo velo scuro mentre lei veniva inghiottita dalla nera terra, e poi si era voltata ed era andata via. Quella non era più la sua Jenny. La sua adorata moglie sempre allegra, che la sgridava severamente e che poi la baciava con altrettanta gentilezza, che faceva l’amore con lei o che le teneva il muso per giorni interi per colpa del suo poco tatto. Che era pudica e vergognosa in pubblico ma che era capace di scatenare le sue fantasie più sfrenate nell’intimità.
Jenny che l’amava nonostante tutti i suoi difetti e il suo aspetto non ordinario, quella stessa ragazza che timidamente le aveva rivolto la parola la prima volta che si erano trovate sotto lo stesso tetto e che dopo poco tempo era diventata così indispensabile da portarla a vivere per lei, ora non c’era più.
Non poteva piangere e invidiò gli umani che potevano farlo, forse attraverso quel gesto sarebbe almeno riuscita a trovare momentaneamente del sollievo all’immenso dolore che provava, invece non c’erano lacrime per lei e per la sua amata.
Non aveva permesso a nessuno di avvicinarla, neppure il Dottore, infondo era tutta colpa sua: lui aveva messo Jenny nel suo cuore.
Voleva solo che la lasciassero in pace sarebbe stato semplice, avrebbe dovuto soltanto farsi morire e rivedere Jenny nell’aldilà.
Purtroppo il Dottore non sembrava dello stesso avviso ed entrò di prepotenza con il TARDIS fin dentro le mura di casa. Vastra si trascinò a fatica fino alla poltrona guardando il suo ospite indesiderato torvamente.
«Io ti ho chiamato e tu l‘hai lasciata morire! Dov‘eri quando noi avevamo bisogno di te?» Il tono furioso di Vastra era il primo suono che emetteva da giorni, ma il Dottore non si fece intimorire.
«Non c‘era più nulla che potessi fare per lei.» Cercò di giustificarsi il signore del tempo che per tutta risposta dovette schivare un fendente dalla lingua del Siluriano.
«C‘era, doveva esserci! L‘hai riportata a me altre volte, perché questa volta era diverso?» Il Siluriano si ergeva in tutta la sua altezza sovrastando il Dottore con la sua rabbia.
«Il colpo era mortale, non posso fare nulla in questi casi, non potevo più salvarla.» Cercò di spiegare l’uomo mesto.
«Aspettava un bambino.» Vastra era distrutta e senza più forze.
«Lo so, l‘avevate desiderato per tanto tempo. Ma ora Jenny non vorrebbe vederti ridotta così.» cercava di farla tornare in sé senza successo.
«Cosa ne sai tu di quello che vorrebbe lei?» Il suo tono era amaro e di sfida.
«So che ti amava più di ogni altra cosa al mondo e che non è questa la donna che aveva sposato. Sei un guerriero Vastra, reagisci!» Il Dottore cercava di scuoterla dal suo stato ma il rettile sapeva che non sarebbe mai più tornata quella di prima. Strinse nella sua tasca un pezzo di stoffa blu per poi portarselo alle labbra.
«Vedi? È tutto quello che mi resta di lei.» Disse mestamente mentre il Dottore annuiva.
E mentre il TARDIS spariva nuovamente con il suo prezioso carico un ultimo sospiro uscì dalla bocca di Vastra.
«Jenny, ho conservato la tua cravatta.»
Fine.

telefilm: paternoster row, telefilm, victorian lesbian, telefilm lgbt, fanfiction

Previous post Next post
Up