[Originale] Rosso sei tu (rosso è il tuo sangue)

Jun 23, 2010 22:51

Titolo: Rosso sei tu (rosso è il tuo sangue)
Fandom: Originale - Drammatico
Beta: cialy_girl
Rating: R
Parole: 1.193 (W)
Prompt: Rosso @ FW
Note: ARGH
- La cosa della protagonista che si veste sempre di rosso è PALESEMENTE un'idea che mi è venuta a causa di una originale di Linda, che però non ha ancora finito di scrivere e che è epica, bellissima, stupenda, quando la posterà io la linkerò qui e dovrete amarla tutti ç_ç
Disclaimer: Mio tutto.



Si veste sempre di rosso.

Lo fa per farsi notare, questo Charles l'ha capito, e desidera con tutto se stesso non darle alcuna soddisfazione, sfuggire a quello sguardo gelido senza sentirsi così... vulnerabile.
Charles è un cantate di successo, ha cominciato nel garage di casa a sedici anni e ora riempie stadi grazie ai suoi fan, che strepitano, urlano e cantano estasiati ogni volta.
Tutti tranne lei.

Non manca mai, da quando è apparsa non ha saltato nessuna data in nessuna parte del mondo, la ritrova nelle prime file, assolutamente priva di espressione. Le sue labbra restano serrate per tutto il tempo, non muove un muscolo e non distoglie mai lo sguardo.

Avere a che fare con certa gente capita quando diventi famoso, Charles reagisce bene alle telefonate e alle lettere assurde, sa come comportarsi con i maleducati, ma lei è qualcosa di diverso.
Pensava che fosse come gli altri, che prima o poi lo avrebbe riempito di lettere deliranti o qualcosa, ma il suo staff è sempre pronto e attento, hanno risolto ogni problema che si è manifestato, conoscono il nome e l'indirizzo di chiunque l'abbia mai minacciato, sanno con esattezza chi siano i suoi stalker e li tengono d'occhio.
Ma lei è diversa.

Lei è diversa perché non si muove. Non ha mai fatto nulla di illegale, o manifestato un atteggiamento aggressivo... è quasi passiva e inerme, nei suoi vestitini rossi, mentre lo osserva muoversi sul palco con quella glaciale indifferenza.

Il punto è che per Charles è diventato difficile partecipare ai concerti senza che quel vago senso di inquietudine lo avvolga.
Il che non ha assolutamente senso, dato che lei è totalmente innocua, e vorrebbe davvero convincersi che si tratta di semplice autosuggestione, che non è nulla...
Ma non ci riesce.

Perché lei è qualcosa, qualcosa di vero e ben visibile in mezzo alla folla di gente in adorazione, è quel punto fisso che lo tiene costantemente sotto controllo senza mai abbassare la guardia, è come un mucchio di pericoli concentrati in un'unica persona, con il rischio constante che questa gli esploda troppo vicino.

Così un giorno decide di incontrarla.

Qualcuno, nella sua famiglia, gli ha detto che l'unica maniera di eliminare una paura dalla propria vita è quella di affrontarla, così da capire quanto siano, in realtà, minuscole e insignificanti normalità di tutti i giorni - il buio, i rumori forti, le donne vestite di rosso.

Dopo la sua ultima canzone, con il fiatone, ferma un membro dello staff: "C'è una ragazza vestita di rosso. Falla salire."
"Lei e chi altro?"
Charles vacilla un attimo, poi risponde: "Nessuna."

Di solito le ragazze che incontra sono adoranti o gatte morte, donne di cui è facile capire di che pasta siano fatte e cosa vogliano da lui, ma lei è rimasta in silenzio, seduta composta sulla sedia del camerino, continuando a fissarlo con quello sguardo tremendo. Charles comincia a pensare che finirà con l'abituarsi. Tuttavia non riesce a sedersi - il nervosismo non glielo permette - e resta in piedi vicino alla porta.
"Ti ho vista spesso ai miei concerti..." comincia, cercando un punto da cui partire.
Lei ci mette alcuni minuti prima di rispondere: "Sì."
La sua voce, per qualche ragione, lo mette ancora più in ansia.
"Bene, ehm. Allora suppongo che tu sia una mia grande fan?"
"Per niente."
Il ragazzo cerca di concentrarsi sul fatto che sono in un camerino, e che se dovesse succedere qualcosa potrebbe facilmente scappare, o urlare, e qualcuno accorrerebbe a salvarlo. Si massaggia le palpebre chiuse lasciandosi scappare un sospiro. Quando le riapre lei è ad un soffio dal suo viso. Non l'ha sentita alzarsi.
"E tu?" gli chiede lei: "Sei un mio grande fan?" gli appoggia una mano sul torace.
Il respiro si fa pesante, come se un grande peso lo stesse schiacciando.
"I-io..." balbetta, ma le labbra di lei che si posano sul suo collo non gli permettono di dire altro.

La verità è che affrontare i propri incubi è una vaccata, perché anche dopo essersela scopata, anche ora che è nuda e vulnerabile al suo fianco, Charles ne è terrorizzato.
Non capisce nemmeno perché, non trova il senso di quella paura.

Ora la invita dopo ogni concerto.
Non perché lo voglia - non lo vuole, vorrebbe che lei sparisse dall'universo, vorrebbe che fosse morta - ma perché toccarla, appurare di poterle procurare dei lividi, morderla, sentirla fragile e indifesa sotto di sé, lo fa sentire meglio; più potente, più padrone del proprio destino, e non in balia di un demone vestito di rosso.

Poi comincia a vederla nella vita privata. Sta semplicemente facendo la spesa in un negozio di alta moda - uno di quello che lei, certamente, non può permettersi - quando la vede fissarlo, da lontano. Si veste sempre di rosso, è così facile individuarla.
Pensa che finalmente lo stia seguendo, crede di poterla denunciare allo staff, ma nel momento in cui esce dal negozio, lei è già scomparsa dall'intero magazzino.

In secondo luogo vengono i riflessi. Ogni specchio, ogni vetro, appena Charles si deconcentra, rispecchia quella macchia rossa così riconoscibile. E ogni schifosa volta che lui si volta, terrorizzato, nel tentativo di trovarla, è semplicemente sparita.

Infine, i visi delle altre donne.
La prima volta dà la colpa alla stanchezza, mentre la faccia della sua costumista si trasforma piano piano nell'esatta copia della donna vestita di rosso, i lineamenti del viso, gli occhi, i capelli, e gli abiti che cambiavano tonalità per diventare... rossi.

Comincia a vedere uno psichiatra e a prendere delle pillole. Ne cambia di continuo ma non servono a niente. L'alcol viene da sé, ma non funziona davvero, la droga la odia perché gli fa continuamente vedere quella donna, invece di farlo stare bene.
Non c'è assolutamente scampo, e più va avanti più i suoi testi si trasformano in una dichiarazione d'odio alla ragazza vestita di rosso, i suoi fan si disperdono, delusi, i suoi dischi non vendono più, perde dieci chili e tutto quello che ama.

Ma ora sa cosa fare.

Questo è il suo ultimo concerto, è un segreto che ha custodito in profondità nel suo essere. Ci sono tante persone - non come ai vecchi tempi, ma ce ne sono tante - e lui dà il meglio di sé. Riesce ad esternare un'energia che presto il pubblico assorbe, cominciando ad invocare il suo nome e a rispondere con la stessa, estasiato.
Lei è sempre lì, ma non importa.

"Sempre la solita." Dice, quando è tutto finito.

Lei ha un vestito molto carino e leggero, lo osserva dal basso all'alto sul letto, le mani posate sulle gambe e la schiena ben dritta. Charles le accarezza i capelli.

Il rosso ora è persino sulle pareti. Ha perso il senso del tempo, non sa quanto ne abbia passato insieme a quel cadavere, ma sa di aver tenuto sempre gli occhi chiusi.
Un uomo è entrato ed ha urlato, sa che stanno chiamando la polizia e qualcuno lo sta scrollando. Solleva le palpebre di malavoglia.
"Doveva finire." Spiega, senza ascoltare le parole dell'altro.
"MA CHE CAZZO HAI FATTO?"
Charles abbassa lo sguardo verso il cadavere della ragazza vestita di rosso e sorride.
"Doveva assolutamente finire."

fandom: originale, originale: drammatico

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