[Rourke] Meglio per tutti
Titolo: Meglio per tutti
Fandom: Rourke
Personaggi: Rourke (nominate: Kylie, Deirdre, Mathilda)
Rating: PG14
Parole: 298 (works)
Avvisi: Linguaggio colorito
Prompt: Cameriere, portami da bere ancora un bicchiere di Franciacorta che ho da mettere alla porta, un'altra storia andata storta - Stanco e Sbronzo. @ CapaChallenge
Note: Ho scritto su Rourke, yep çOç
- Ambientata nel numero 7
Disclaimer: Non mi appartengono, non ci guadagno, mi diverto :)
Si sente sfinito, come se avesse combattuto diecimila battaglie e le avesse perse tutte; qualcosa gli ha succhiato dalle vene ogni minima energia e voglia di ribellarsi, di combattere con le unghie e con i denti per riprendersi quello che ha appena perso (sarebbe a dire, tutto). Ma è una guerra già persa, una delle mille mila di cui sopra, è tutto finito e non c’è proprio niente che possa fare.
Si sono prese sua figlia perché Rourke non poteva tenerla al sicuro da quei bastardi dell’inquisizione, se la sono presa perché èmegliocosì, perché non c’era possibilità di far funzionare la cosa solo loro due.
E Kylie crescerà sana, forte, imparerà ad usare le stramberie delle streghe e si dimenticherà di quel padre inadatto. Quando l’ha abbandonato gli ha spiegato con calma che sarebbe stato come se fosse andata al college, che si sarebbero rivisti presto. Gli è sfuggita dalle mani lasciandogli quella misera illusione, e Rourke la tiene stretta, senza la minima intenzione di rinunciarci.
Ma nel frattempo, per sopportare quel dolore pressante, deve riuscire a rincoglionirsi talmente tanto da dimenticarsi il suo nome (quello Kylie, quello di Deirdre, quello di Mathilda).
Dato che sono scomparse tutte improvvisamente, come fantasmi (una, effettivamente, lo era), non ci sarebbe ragione per star male o per preoccuparsi del proprio fegato.
Sua madre è sparita in un istante, sua figlia gliel’hanno portata via e Mathilda non è mai stata sua.
E dopo questa fila di abbandoni viene da chiedersi chi cazzo glielo faccia fare di soffrire così tanto, come se non avesse già imparato la lezione, come se fosse la prima volta.
«Ehi,» biascica, guardando il cameriere: «Portami un’altra bottiglia.» mostra quasi con orgoglio quella già vuota. L’uomo annuisce, porge altro veleno.
«Giornataccia?»
«No... era meglio così, sai, meglio per tutti.»
Fandom: Rourke
Personaggi: Rourke (nominate: Kylie, Deirdre, Mathilda)
Rating: PG14
Parole: 298 (works)
Avvisi: Linguaggio colorito
Prompt: Cameriere, portami da bere ancora un bicchiere di Franciacorta che ho da mettere alla porta, un'altra storia andata storta - Stanco e Sbronzo. @ CapaChallenge
Note: Ho scritto su Rourke, yep çOç
- Ambientata nel numero 7
Disclaimer: Non mi appartengono, non ci guadagno, mi diverto :)
Si sente sfinito, come se avesse combattuto diecimila battaglie e le avesse perse tutte; qualcosa gli ha succhiato dalle vene ogni minima energia e voglia di ribellarsi, di combattere con le unghie e con i denti per riprendersi quello che ha appena perso (sarebbe a dire, tutto). Ma è una guerra già persa, una delle mille mila di cui sopra, è tutto finito e non c’è proprio niente che possa fare.
Si sono prese sua figlia perché Rourke non poteva tenerla al sicuro da quei bastardi dell’inquisizione, se la sono presa perché èmegliocosì, perché non c’era possibilità di far funzionare la cosa solo loro due.
E Kylie crescerà sana, forte, imparerà ad usare le stramberie delle streghe e si dimenticherà di quel padre inadatto. Quando l’ha abbandonato gli ha spiegato con calma che sarebbe stato come se fosse andata al college, che si sarebbero rivisti presto. Gli è sfuggita dalle mani lasciandogli quella misera illusione, e Rourke la tiene stretta, senza la minima intenzione di rinunciarci.
Ma nel frattempo, per sopportare quel dolore pressante, deve riuscire a rincoglionirsi talmente tanto da dimenticarsi il suo nome (quello Kylie, quello di Deirdre, quello di Mathilda).
Dato che sono scomparse tutte improvvisamente, come fantasmi (una, effettivamente, lo era), non ci sarebbe ragione per star male o per preoccuparsi del proprio fegato.
Sua madre è sparita in un istante, sua figlia gliel’hanno portata via e Mathilda non è mai stata sua.
E dopo questa fila di abbandoni viene da chiedersi chi cazzo glielo faccia fare di soffrire così tanto, come se non avesse già imparato la lezione, come se fosse la prima volta.
«Ehi,» biascica, guardando il cameriere: «Portami un’altra bottiglia.» mostra quasi con orgoglio quella già vuota. L’uomo annuisce, porge altro veleno.
«Giornataccia?»
«No... era meglio così, sai, meglio per tutti.»